Titolo: La
sposa giovane
Autore:
Alessando Baricco
Casa
editrice: Feltrinelli
Prezzo: 17€
N° di pagine:
183
Trama: Siamo all'inizio del secolo scorso. La
promessa sposa è giovane, arriva da lontano, e la famiglia la accoglie, quasi
distrattamente, nella elegante residenza fuori città. Il figlio non c'è, è
lontano, a curare gli affari della prospera azienda tessile. Manda doni
ingombranti. E la sposa lo attende dentro le intatte e rituali abitudini della
casa, soprattutto le ricche colazioni senza fine. C'è in queste ore diurne
un'eccitazione, una gioia, un brio direttamente proporzionale all'ansia, allo
spasimo delle ore notturne, che, così vuole la leggenda, sono quelle in cui,
nel corso di più generazioni, uomini e donne della famiglia hanno continuato a
morire. Il maggiordomo Modesto si aggira, esatto, a garantire i ritmi della
comunità. Lo zio agisce e delibera dietro il velo di un sonno che non lo
abbandona neppure durante le partite di tennis. Il padre, mite e fermo, scende
in città tutti i giovedì. La figlia combatte contro l'incubo della notte. La
madre vive nell'aura della sua bellezza mitologica. Tutto sembra convergere
intorno all'attesa del figlio. E in quell'attesa tutti i personaggi cercano di
salvarsi.
La recensione:
In ogni dettaglio, quel che avevo
fatto in quelle ore - e ascoltato, e detto e visto - stava insegnandomi che
sono i corpi a dettare la vita - tutto il resto è una conseguenza.
Se n'è andata
con bellezza, con grazia, senza neanche voltarsi a salutare questa imperscrutabile
eroina letteraria, ho pensato guardando questa giovane ed elegante sposa attraversare
la mia orbita come una meteora incandescente. Mi è piaciuta sin dal primo momento.
Chissà quante notti Baricco avrà dovuto passare insonne per partorire una simile
creatura! Chissà quanto ci sia stato di vero in quello che ho letto. Scrivere di
lei non dovrà essere stato facile. Trovare la lucidità pur di tramandare con
una certa prudenza è un'impresa davvero ardua. Una illogica leggerezza, che ho
registrato quasi in uno stato comatoso, in qualsiasi accadimento o parola,
pervase il mio animo. La magica sensazione di provenire da altrove, fu tutto
ciò a cui potei ricavare una certa lucidità. Una singolarità su certe cose.
Rimetto a posto
i miei pensieri e in ordine alfabetico le nozioni che ho appreso dalla lettura di
questo romanzo. Ma pur quanto io mi sia forzata la mia mente rimase immobile, incapace
di formulare frasi, infilare la via stretta dei pensieri. Avrei voluto domandarmi
cosa mi era appartenuto dopo questo giorno di racconti. Eppure, se ci penso su
per un istante, è che non ho mai avvertito così tanto silenzio. Non aveva mai martellato
nelle mie orecchie, ne indurmi a pensare come poteva esserci. Incredibilmente,
un convoglio di storie cercavano di farsi strada premendo contro la colonna composta
da un autore che quando scrive cerca la vita. Io, lettrice, non ho potuto fare
a meno di rimanere ammaliata dalla sua stranezza. Solitamente mi rifugio in storie
che abbiano la capacità di essere raccontate o mi aggrappo a speranze o illusioni
che, nel silenzio delle mie nottate, illuminano i corridoi bui della mia anima.
Un accostamento con il mio animo di lettrice e quello dell'autore, molto più di
quel che può sembrare: l'anima di chi legge che combacia perfettamente con
quella di chi scrive. E, mentre leggevo, mi sentivo completa. Contenta. Un
avventuriera sfuggita dal suo secolo e dal suo tempo alla ricerca…alla ricerca di
qualcosa. Lì dove posso finalmente essere me stessa. Riconoscere qualcosa che
credevo perduto.
Concludere
un romanzo come La sposa giovane, la
cui lettura mi ha entusiasmato sin dalle prime pagine, a avuto un effetto avvero
sconvolgente. Nonostante mi abbia lasciato una strana sensazione, nonostante questa
storia sia stata raccontata come una sorta di confessione. Una necessità a
ricorrere a palliativi. Distraendo da ciò che ci circonda, dedicandomi con
dedizione. E probabilmente quello che si vuole scrivere lo si ha già saldamente
ancorato a noi stessi. Tuttavia fatica a uscire, come un omino che si è andato
a nascondere in qualche stanza segreta. Sappiamo che si nasconde laggiù, ma
finché non viene fuori, è impossibile acchiapparlo. Attraverso la scrittura
siamo consapevoli che non esiste nulla che resta chiuso ermeticamente nel cuore
di una persona. Quando si pongono delle speranze, il cuore prende una strada
tutta sua. E quando le speranze vengono tradite, si cade nella disperazione,
nello sconforto, che generano impotenza. Lo spirito comincia a incrinarsi, e si
abbassa la guardia.
Come con Castelli di rabbia, anche con La sposa giovane avevo l'impressione
accadesse qualcosa di simile. Camminando lungo i corridoi bui della mia anima,
aprendo uno dopo l'altro finestre su mondi oscuri e difficili da comprendere
cui pensavo di aver voltato le spalle, ogni volta che una nuova storia mi si
spalanca davanti, i brutti o bei ricordi che mi porto dietro dal mondo reale
cominciano a prendere una loro forma. Quest'ennesima opera di uno dei miei
scrittori preferiti ha funto come nascondiglio segreto e legittimo e
infinitamente oscuro in cui ho fatto perdere volontariamente le mie tracce, in
cui hanno predominato un numero spropositato di immagini che hanno preso vita
nel momento in cui mi si sono affacciate alla vita. A un numero spropositato di
eventi che non hanno una direzione e dunque non storie, impossibili da
raccontare, ma enigmi senza forza destinati a confondere.
Il mondo che
sembra aver perso il centro della realtà. I colori naturali, ma con i dettagli
sgraziati. Il flusso insinuoso del tempo che risulta difficile collocare nella
pisce umana, in un epoca lontana anni luce alla nostra, in cui si riesce a
"vedere" ma non avvertire. Acute riflessioni sulla vita, annotazioni
sintetiche, quasi telegrafiche, che testimoniano una mente consapevole della
natura articolata e pluralistica del mistero della psiche umana. Profonde
concezioni che trasmettono una certa malinconia, e che dilagano su diversi
fronti. Una storia ammaliante, semplice ma profonda che ha troppe segreti
dentro per trovarne anche uno.
E' in questi
momenti che, come spesso mi succede quando assisto a fenomeni che vanno al di
là dell'intelletto - quando il mondo si esibisce in sinfonie particolarmente
complesse, che non sempre riesco a interpretare del tutto - scandito con
ipnotica attenzione a ciò che ci viene velato, con l'anima divorata da una
sottilissima e febbricitante curiosità.
Creando una
sequela di immagini poco chiare, talvolta meravigliose che generano stupore,
grumi di cose perdute o cancellate che non riescono tuttavia ad arrivare negli
occhi, quello che si avverte fra le pagine di La sposa giovane è un ardente brama lussuriosa dell'essere. Il
risultato è una verità inconfutabile: il lettore si porta dentro lo spirito
dell'autore che, per tutto il tempo, ci racconta di come sia dilaniato dalla
sofferenza, dalle paure, e soprattutto da una storia che non ha mai avuto un
inizio ma ricca di mille colori. Un narratore che riposa nelle viscere
dell'umile Modesto, che trasmette il suo dolore parlandoci con una certa
stanchezza, e che riesce a far trapelare mediante spezzoni di storie. La
provenienza i questo sentimento penso derivi da qualcosa di personale; dalla potenza
di un emozione o magari proprio dalla bellezza con cui Baricco si serve per
raccontarci ciò che lo sopraffece. Evidentemente, il disvelamento di una
tenebra e tutta la luce che ne è venuta fuori aveva destato il suo interesse. E
nel suo silenzio le parole sgorgarono dalla sua penna colmando questi buchi
neri della sua coscienza.
Un romanzo
per nulla semplice da assimilare, il racconto di una giovane donna, sola e
infelice, legata insolubilmente da un uomo che, nel loro idillio, mi hanno
conquistato. Un omaggio alla libertà d'espressione e d'azione di cui Baricco ci
parla come in un lungo sonno, in cui l'idea stessa di destino è una fantasia.
Una favola per giustificare le proprie viltà.
Valutazione d'inchiostro: 4
Ciao Gresi, di Baricco ho letto "Novecento" e "Oceano mare", ma ho fatto un po' fatica a seguire il filo della sua narrazione, soprattutto nel secondo romanzo. Questo non l'ho letto, da una parte mi intriga per la trama, dall'altra temo il suo stile che non apprezzo particolarmente...
RispondiEliminaCiao Ariel! Baricco è un autore che non a tutti piace. Eppure a me le sue storie mi affascinano sempre e davvero molto :) anche a me non mi ha particolarmente entusiasmata Novecento, nonostante lo abbia letto più di una volta. Ti consiglio comunque Mr Gwyn e Castelli di rabbia :) magari potrebbero piacerti ;)
EliminaSono anni che non leggo Baricco, Novecento, City e Questa storia mi sono piaciuti molto, Oceano mare e Seta un po' meno, ma dovrei recuperare qualcosa di più recente.
RispondiEliminaBaricco, come dicevo ad Ariel, é un autore che o lo si ama o lo si odia. A me piace, nonostante talvolta non mi abbia pienamente soddisfatta. Oceano mare non mi ha convinto molto nemmeno a me, ma se sei curiosa di leggere qualcos'altro di suo ti consiglierei Castelli di rabbia :) Forse potrebbe piacerti ;)
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