Titolo: Contaminati
Autori: Erica Gatti, Sofia Guevara
Casa editrice: Talent
Prezzo: 9, 90€
N° di pagine: 392
Trama: Sono passati dodici anni da quando
Adela, Queen, Evan e Viper sono stati sequestrati da uno psicopatico, rinchiusi
in una grande casa nelle campagne russe e infine liberati - unici sopravvissuti
tra i tanti bambini scomparsi - da un'ardita operazione di polizia. Non
ricordano nulla di quei mesi atroci ma ciascuno porta impresso nella mente un
trauma, che ha fatto di loro ciò che sono: quattro giovani dotati di capacità
inquietanti, ognuno a modo suo un << esperimento riuscito >>. Ora
il loro carnefice è evaso di prigione, deciso a perseguitarli ma anche - pare -
a rivelare i suoi segreti. Messi al sicuro in una casa controllata dalla
polizia, i quattro stringono un patto insidioso: si conoscono appena, non si
piacciono granché, ma scapperanno insieme alla ricerca dell'uomo che ha segnato
il loro passato. E che li sta aspettando. Per le strade di San Pietroburgo e
nelle vaste nebbie della Russia, nella loro corsa a ostacoli Adela, Queen, Evan
e Viper scavalcano assassini e poliziotti, spacciatori e traditori, per tacere
delle loro stesse ombre, forse le più mortali di tutte. Chi incalza chi, in
questo gioco di inseguimenti e inganni? Il loro obiettivo è scoprire la verità,
consumare una vendetta, o porre fine una volte per tutte alla loro vita ormai <<
contaminata >>? Quattro eroi sbagliati danno vita a un thriller capace di
unire avventura e atmosfera, ritmo forsennato e scavo psicologico. Ricordandoci
che la prova finale, in cui saremo soli di fronte a ciò che siamo diventati,
attende tutti noi.
La recensione:
Un pomeriggio, mentre la primavera
avanzava nel suo lento progredire, stavo sdraiata sul mio morbido letto in
compagnia di un amico permaloso e inquieto, quando ebbi una sorta di chiamata.
O diciamo piuttosto che qualcuno mi convocò senza che io sospettassi niente.
Nel mio morbido letto quasi sempre mi lascio trascinare dalla risacca
disomogenea dei ricordi che, frantumandosi come acqua sugli scogli, rivela
sempre qualcosa di me. Una me giovane e ingenua. Una sognatrice sensibile e
romantica, con un bagaglio di propositi e aspettative di cui solo il tempo
saprà dare risposta. Questa volta si trattava della chiamata di un'autrice
sconosciuta che ho accolto, senza nemmeno farci caso, vagliando scrupolosamente
il numero spropositato di possibilità che abbiano indotto l'autrice di
interagire con la sottoscritta.
Tutt'a un tratto mi sono accorta che non
ero più circondata dalle vecchie e ingrigite mura di casa mia. Mi trovavo in
una terra avvolta quasi completamente dal silenzio. In una città in cui i volti
vengono lavati ripetutamente, sporcati e imbrattati di sangue, zolfo, paura e
polvere. Un sole spaventoso si affacciava a malapena sull'orizzonte prima di
affondare di nuovo. La solitudine rivestiva ogni cosa, mostrava un immagine
talmente strana, originale, da darci l'impressione che il paesaggio sfoglio in
cui mi trovo - con quel susseguirsi di corse a ostacoli, alberi frondosi e
tappeti di neve che rivestono ogni cosa - assunse contorni sfocati e poco
nitidi. Quante volte mi è capitato di vedere certi scenari? Ero in fondo a
questa landa deserta che sguazzavo inquieta come un pesciolino imprigionato in
una vasca. L'aria che respiravo era pesante e gelida. Non ero sola, quattro
ragazzi avanzavano a tentoni in questo sentiero impervio, diverso dal solito.
Grazie a loro non ho fatto alcuna fatica a prendere consapevolezza di cosa mi
circondava. Lì, tutt'attorno, si vedeva solamente una porzione di cielo
perfettamente vasta. Uno spiraglio di luce, nascosto nei cuori di chi vede,
sente, diffondeva i suoi raggi pallidi come resti di memorie lontane.
Stranamente tutto questo mi rassicurava, mi sembrava del tutto naturale
aggrapparmi a Queen, Adela, Evan e Viper. Quello che mi sorprese maggiormente
fu il non essermi accorta, se non grazie a loro, dove mi trovavo. Uno dei tanti
io esistenti al mondo, in una delle tante dimensioni.
Un coro di voci bianche ha emesso una
melodia intensa e originale, con venature malinconiche, che ha avuto l'effetto
di una barca d'oro su un fiume scuro, una profusione di armonie che ha
trasfigurato su tutto, inoltrandomi in uno spazio freddo e silenzioso nel quale
girano gli astri, fra un gioco di parole corte e spiegazzate, promesse di
speranza sciolte e sbiadite. Due cantastorie hanno tirato i fili di una matassa
che è stata concepita con maestria, in cui sono racchiuse nel palmo delle loro
mani l'anima di ragazzi soli, contriti e disillusi a cui è stato riservato un
destino crudele ed egoista. Ragazzi che hanno avuto la sfortuna di vivere in
una bolla, intrappolati come vittime, attanagliati dal dolore, dal senso di
colpa, dai tormenti che inducono ad ascoltare le parole degli altri, ma a
tenersi per se le proprie.
In un viaggio in corsa verso la salvezza,
la libertà, come guide sapienti, onniscienti e furbe, le autrici di questo romanzo
hanno attirato involontariamente la mia attenzione, grazie alla forza, al
coraggio, alla dolcezza che si cela in una semplice frase, in una stretta di
mano o in una semplice confessione, la semplicità con cui hanno carpito anime
che inducono a leggere Condannati come un modo per comprendere gli esseri
umani: il modo in cui ragazzi di un epoca che potrebbe essere la nostra sono
riusciti ad alzarsi, seppure barcollando, perfino quando una leggera malinconia
gravava sul nostro cuore.
La genesi del romanzo ha tanto di
famigliare e, celata scrupolosamente che non lascia adito a dubbi,
sebbene possa trattarsi dell'ennesima rivisitazione del romanzo dispotico,
attrae proprio perché sollecita, come un film avvincente e avventuroso. Come
con altri romanzi letti in precedenza, la sua operosità procede con lo
scandirsi dell'orologio della vita: dalle gelide mani di un uomo desideroso di
potere e supremazia si traggono anime vagabonde che cadono a terra come gusci
vuoti. Sfuggono da tutto e da tutti, assolutamente costernati. Osservando
una tela dipinta d'azzurro mutarsi in grigio al colore della pioggia.
Assumere svariate sfumature a seconda dell'infinita serie di colori con cui si
adorna.
In un lungo viaggio nei cuori dei
coraggiosi protagonisti, le autrici, Gatti e Guevara, mi hanno trattenuto fra
le sue pagine in un abbraccio il cui calore lentamente è andato ad
intensificarsi. Spingendomi a vivere una realtà cruda e scabrosa, verso strade
buie, anfratti, caseggiati piccoli, in un viaggio avvincente e turbolento
diretto verso la beatitudine eterna. Una piccola parte della vita dei giovani
protagonisti, sacrificata a sofferenze e malesseri provocati dall'essere umano.
Una storia che per un certo periodo di
tempo mi ha permesso di viverci come una forestiera, un'estranea di un luogo
che tanto estraneo poi non è. Un po' brusco, drammatico, in una realtà
parallela, cruenta e un po' incompleta in cui ci si risveglia repentinamente.
Una coltre di malessere, sofferenza aveva nascosto la bellezza delle cose che
talvolta, inconsapevolmente, ci riserva la vita. Furti, persecuzioni, fughe e
corse verso la salvezza avevano lacerato le mie orecchie. Il cuore aveva emesso
un battito. E un pezzo di questa storia aveva assunto diverse tonalità.
Spogliandomi di ogni debolezza, codardia, esitazione.
Innovativo, duro, avvincente,
sorprendente, sconcertante, che mi ha spinta a fiondarmi fra le sue pagine con
il weekend alle porte, Contaminati ha abbagliato la mia anima con estrema cura.
Inondando i sensi, annidandosi sulla mia coscienza come piccole e invisibili
formichine. Insensibile all'occhio, ma non al tatto. Con funamboli che altri
non sono che sognatori, spettri, fantasmi che sono apparsi dal nulla come fiati
di vapore, accumunati da incubi, lotte interiori ed esteriori. Artefici di un
destino che è stato raccontato molto bene, e che ho potuto vivere sulla mia
pelle.
Ho accolto questa storia nella soffitta
impolverata della mia anima con la consapevolezza che le vicende, così
drammatiche e intense, avrebbero indugiato nella mia testa. Contaminati,
infatti, è stato un romanzo del tutto inaspettato. Che mai avrei immaginato di
poter ascoltare, constatando quanto ci sia di terribile e allo stesso tempo
meraviglioso fra le sue pagine.
Valutazione d'inchiostro: 4
I gialli non sono proprio il mio genere... ma so a chi consigliare, mia sorella li adora
RispondiEliminaTi assicuro potrebbe piacere anche a te 😉
EliminaChe bella recensione *_* Io avevo già in mente di leggere questo libro, sia perché è un thriller e sia perché la trama mi ha colpito molto, ma ora ne sono pienamente convinta. Anzi, vedrò di dare subito la precedenza a questa lettura!
RispondiEliminaBeh, Maria, se sei così tanto interessata te lo consiglio vivamente. Ti assicuro che potrebbe piacerti :)
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