"Nonostante tutto è stata
un'esperienza davvero bella!" Questo penso, amici lettori, mentre riporto
queste poche righe che, come un infante che si affaccia per la prima volta sul
mondo, spero possano arrivare lontano.
Vista da lontano, da un osservatore esterno che vede il romanzo di
Falconi come l'ennesima trovata adolescenziale, Muses è stato come un sogno che
mi ha sottratto da qualche incubo, con una narrazione semplice ma evocativa, in
un intreccio di segni e parole.
L'unica soluzione è quella di parlarne con chi mi legge e mi segue
per essere di nuovo presa dalla foga di rivedere quello che ho veramente
vissuto. Con una recensione che dice tutto e niente, una protagonista ribelle e
fuori dagli schemi che induce a moti di affetto e compassione.
Titolo: Muses
Autore: Francesco Falconi
Casa editrice: Mondadori
Prezzo: 17 €
N° di pagine: 491
Trama: Quando scappa da Roma diretta a
Londra, coperta di tatuaggi e piercing, Alice sente che la sua vita potrebbe
cambiare per sempre. Ha appena scoperto di essere adottata, ma per lei questa
notizia è quasi un sollievo. Cresciuta con un padre violento e una madre
incapace di esprimere il proprio affetto, ora Alice deve scoprire le sue radici
e l'eredità che le ha lasciato la sua vera famiglia. Decisa, risoluta, ribelle,
è una violinista esperta ed è dotata di una voce straordinaria. Ed è proprio
questa voce a guidarla verso la verità: le antiche nove Muse, le dee
ispiratrici degli esseri umani, non si sono mai estinte.
Camminano ancora tra noi. I loro poteri si
sono evoluti.
E Alice è una di loro.
La più potente. La più indifesa. La più
desiderata da chi vorrebbe sfruttarne gli sconfinati poteri per guidare gli
uomini, forzarli se necessario, fino alle conseguenze più estreme. Ma un dono
così può scatenare l'inferno.
E sta per accadere.
La recensione:
L'amore è quanto di più violento ci sia in natura. Ci rende
infelici perché non possiamo gioire in eterno con l'altra persona.
Ricordo la storia di Alice come se la portassi incisa sulla pelle.
Nulla di più sorprendente e spaventoso di ciò che già conoscevo. In questa
nuova lettura, in Muses, ho sentito che la vita che ha vissuto Alice De Angelis
mi aveva invaso completamente nel corpo e mi sono chiesta se fosse qualcosa di
autentico.
Vederla muoversi come una
silhouette di carta, ha corroso e annientato il mio spirito senza che me ne
accorgessi. Da qui ho potuto vederla nella sua pienezza, come qualcosa a metà
fra cielo e natura, in mezzo al caos del mondo e quello terreno. Tutto era
esattamente come lo ricordavo, dall'infinità di sensazioni che la sua lettura
aveva sortito così bene, all'eccitazione sfavillante che pervadeva il mio corpo
ogniqualvolta leggevo di lei. Tutto, nessuno escluso.
Mi sono addentrata fra le
pagine della storia di Alice come se ritornassi a un ricordo perduto. Per un
istante, pensai che Muses sarebbe potuto essere quel luogo di ritrovo che, in
giornate perennemente grigie, avrebbe ravvivato una fiamma che ogni tanto si
affievolisce. Se non fosse stato che la sua lettura mi ha strappato da tutto
ciò che possiedo, che mi ha intrigato e infervorato come non succedeva da
tempo. Un eccitazione che ha finito per fare di me una marionetta nelle mani di
un pazzo, in un ruolo da cui sapevo che non sarei potuta fuggire tanto
facilmente. Un'illusione che presiede in pagine che sono state scritte col
sangue.
La solitudine, il desiderio di
essere integrati nel mondo degli "altri", sono stati questi alcuni
fattori che più mi hanno colpito fra le sue pagine. Permettendomi di andare
lontano, senza capirci più niente, in una miscela confusa di suoni, musica e
parole, catapultandomi in un paese di cui non ho ancora avuto il piacere di
visitare, nonostante le odi e gli elogi. Ai bordi dell'anima di una ragazza,
guizzando in un torrente libero di pensieri e mi sono resa conto che non si
trattava solo di qualcosa di vero e tangibile, ma che lei, in questo teatro
artificiale di parole e manichini, era grande come lo spazio freddo e
silenzioso nel quale girano gli astri.
La storia di Muses è stata una
sorpresa estremamente piacevole e, l'arrivo in un luogo che ha sempre destato
il mio fascino che, in un periodo decisamente no, ha rischiarato le tenebre del
mio animo. In un luogo tranquillo, dove i protagonisti sono divinità affascinanti,
tormentati dai sensi di colpa e dalla malinconia, avviluppati in una nuvola di
elettrica vitalità, in cui ho perso volontariamente le mie tracce. Sfuggendo
alla monotonia del giorno, trovandomi in una sorta di solenne poema omerico
che, col desiderio irresistibile di avvicinarmi, semplicemente mi sono lasciata
consumare dal fuoco della solitudine. Davanti a me, una ragazza si era messo a
nudo, dinanzi agli occhi del mondo. Offrendo vulnerabile la sua anima,
osservando il paesaggio tetro della vita: così nitido, drastico, triste.
Muses è un romanzo che, nella
sua semplicità, potrebbe apparire poco originale, ma che, al contrario, è una
continua ricerca della propria identità che rende prigionieri, sogni o desideri
riesumati dalla risacca lenta del tempo, punti di domande senza risposte.
E' una storia che parla di un
anima sola e ribelle che vaga lungo la riva dell'insoddisfazione, e della
solitudine del suo cuore che inzuppa la nostra anima come un terribile
acquazzone.
Un romanzo appassionante, quasi
intenso. Un quadro raffinato dipinto con una vastità di colori, un racconto in
cui tutti possono specchiarsi che, attraverso le parole, i suoni, coglie
l'attimo che fluisce impertinente del tempo. In una storia che ci parla
dell'arte e delle divinità, in una città ricca lontana anni luce dai miei
canoni, concedendomi di ascoltare la storia di Alice che, dopo tanto, troverà
un posto tutto suo nel mondo.
Valutazione d'inchiostro: 4
Che bella lettura deve essere stata questa, complimenti per la bella recensione
RispondiEliminaGrazie! 😊😊
Elimina