Da qualche tempo ho scoperto una certa
fame letteraria, in questo periodo di luglio, che mi induce a divorare romanzi
come se fossero Nutella. L'altro giorno è stata la volta di Harry Potter, il
cui viaggio ho intrapreso alla fine del mese di maggio. Quest'oggi, invece,
con I Malavoglia che, come una creatura opprimente, mi ha
rivelato i suoi più intimi segreti, cose gravi che hanno pesato sulle mie
spalle come un fardello forse fin troppo scomodo, l'insopportabile nel
sopportabile. Il più bello nel più brutto.
Augurandovi un felice e tranquillo
weekend, mentre Murakami e il suo fidato amico Kafka allieteranno le mie
giornate per un altro po’, vi auguro buona lettura inducendo solo i più curiosi
di cimentarsi fra le pagine di questa lettura. Prevalentemente indirizzata a un
pubblico adulto che considera i classici, soprattutto quelli a sfondo
realistico, massime di vita.
Titolo: I Malavoglia
Autore: Giovanni Verga
Casa editrice: Feltrinelli
Prezzo: 9,50€
N° di pagine: 352
Trama: Al centro della narrazione sta la
"Provvidenza", la barca più illustre della letteratura italiana, la
più vecchia delle barche da pesca del villaggio. La vicenda ruota intorno alla
sventura dei Malavoglia, innescata proprio dal naufragio della
"Provvidenza" carica di lupini presi a credito. Si snoda così una
trama straordinariamente complessa che non abbandona mai lo svolgersi doloroso
del dramma; una serie di rovesci, colpo su colpo contro i Malavoglia, ogni
volta che a forza di rassegnazione e coraggio riescono a rialzarsi dal colpo
precedente.
La recensione:
Bisogna essere amici con tutti, e fedeli
con nessuno; per questo l'anima l'abbiamo ciascuno la sua, e ognuno deve badare
ai suoi interessi, e non fare giudizi temerari contro il prossimo.
Il misterioso processo delle passioni,
processo nel quale i sentimenti si annodano, si intrecciano, maturano, si
svolgono nel loro cammino sotterraneo, nei loro andirivieni che spesso sembrano
contraddittori, costituiscono da lungo tempo la possente attrattiva di quel
fenomeno psicologico per cui amo i romanzi. Di questo e molto altro potrei
parlarne per ore, ma per adesso basterà incentrarmi su un unico argomento. La
grande << presenza >> della Provvidenza. Là verso il Capo dei
Mulini, dove il mare è liscio e turchino e seminato da barche. Riempita sul
fondo come se d'argento, se ne sente la vastità anche non vedendola. Ne ho
avvertito il respiro anche non ascoltandola coscientemente, al di là di tutti
gli altri rumori, il suo ansimare profondo portato dal vento che soffiava
continuamente.
L'oceano o, per meglio dire, la
Provvidenza, è sempre stata una grande costante e forse proprio da lei che sono
dipese le sorti di una famiglia di pescatori comuni, i Malavoglia. Loro, quel
problema che tutti cercavano di evitare. Ho cercato di evitarli anch'io,
francamente, e l'ho fatto per molto tempo. Quella piccola finestra su cui molti
prima di me si sono affacciati, e di cui io ho ignorato il pittoresco paesaggio
che si è snodato ai miei occhi, partendo e arrivando da un punto che non ha una
sua collocazione precisa.
Lì dove il mare incanta, uccide, commuove,
spaventa, fa anche ridere, alle volte, sparisce, ogni tanto, non dà risposte, è
saggio, dolce, potente e imprevedibile, la storia della famiglia Malavoglia si
è infranta sul legno consumato di una nave. Abbracciando ricordi e dispiaceri
lontani, lontani, impregnati di desiderio e speranza; giocando con vecchi
uomini di mare prendendoli con sé e facendoli svanire nel nulla. In un attimo,
in un istante, cancellando le tracce dell'esistenza di qualcuno o qualcosa: le
orme. Uno spazio vuoto che, un tempo, aveva la forma di una persona.
Muovendomi silenziosa come una sentinella
nella stiva di una nave, ho pescato qua e là nozioni di una famiglia comune,
attanagliata dal dolore, consapevole di quanto sia ingiusta e crudele la vita,
celati in una storia apparentemente semplice la cui trama non si dipana
tuttavia come la stoffa di un tessuto. Piuttosto con piccole grinze. Piccole
divagazioni che potrebbero irretire in un primo momento, e in un secondo
tediare.
Certi tipi di romanzi fanno capire come il
destino non è una catena di eventi, ma un volo; un continuo avvicendarsi di
creazione e distruzione. Un'altalena sfilante. A tratti persino angosciante.
Qualcuno - un padre, un fratello, una sorella - incapaci di rialzarsi e
combattere pur di trovare quel fiume, quella strada perduta e mai più
ritrovata. Immaginando, inventando, e su una corrente impetuosa di frasi e
parole porgere lo sguardo, con una pesantezza inaudita nel cuore. Tragico e
allo stesso tempo penetrante.
Per 'Ntoni e tutta la sua famiglia il
mondo aveva perso il centro della sua realtà, inducendoli a vagare inquieti
nell'ombra come branchi di cani randagi pronti ad acciuffare la preda.
Tormentati da enormi vuoti che, come parassiti, li divorano da dentro. Così
tesi, svuotati, vitrei. In compagnia di figure che vagano lungo la riva
dell'assurdo e che sentono il peso insostenibile della lontananza, e che
colgono l'esperienza del male come qualcosa di inaspettato e sconvolgente.
Nella sua interezza, nella sua maestosità, nella sua giusta dimensione.
Una trama realistica basata esclusivamente
su esperienze di vita che sembra di vivere in prima persona, quella de I
Malavoglia è una storia che ho ascoltato in questo momento della mia
vita e che sono certa non vorrò più ascoltare. In un mondo dove si è
completamente indifesi in cui gli uomini non sono altro che spettatori di una
realtà a cui si adatteranno al più presto, sorvegliano silenziosamente
l'azzurro del mare. Una cornice in cui lo sguardo rimane intrappolato, si fissa
come un'impronta nella mente.
Un libriccino dalla mole piuttosto ridotta
il cui contenuto però grava sulle spalle come una roccia. Affascinata dalla
meravigliosa concezione della Provvidenza, ho vagato sola nel bel mezzo del
nulla in cui bisogna sopportare e respirare l'aria degli altri. In un bianco
chiarore infinito che tuttavia non lascia indifferenti, amaro e crudo come è
solo la negazione di un qualcosa che deve arrivare, nel non volerlo vedere.
Valutazione d'inchiostro: 3
Ciao Gresi, concordo con te sul contenuto inquietante, però come lettura non mi è dispiaciuta, ricordo di averlo letto durante le vacanze scolastiche e mi aveva coinvolta molto!
RispondiEliminaSono contenta per te, Ariel ☺ io purtroppo non sono riuscita a coglierne del tutto l'essenza, in quanto sono stata 'distratta' dalla malinconia che trasudano le sue pagine. Ma tutto sommato nemmeno a me è dispiaciuto ☺☺
EliminaCiao Gresi, ricordo che tra tutti i classici che ho letto durante il liceo, I Malavoglia è stato l'unico libro che ho trovato piacevole, nonostante le quasi 400 pagine. Della trama ho dimenticato quasi tutto, ma mi piacerebbe poterlo rileggere per capire se a distanza di tanti anni mi farebbe lo stesso effetto :)
RispondiEliminaCiao, Maria! Per me invece è stata la prima esperienza ☺ sono contenta ti era piaciuto!! Io non l'ho amatolto molto, ma non l'ho trovato nemmeno così brutto ☺
EliminaHo ricordi un pò confusi di questo libro che lessi a scuola e non era positivo, forse una nuova rilettura me lo porrà in maniera diversa chissà
RispondiEliminaNeanche per me è stata una lettura indimenticabile, ma tutto sommato non mi è dispiaciuto ☺
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