Coloro che decidono di
approcciarsi alla lettura dei classici sanno che letture di questo tipo sono
piuttosto impegnative e, prima che la notte inizi a ricevere le pugnalate del
giorno, gli effluvi di sporco e lercio proveniente da qualche latrina e il
penetrante odore di qualche poveraccio seduto in mezzo alla strada che invasero
le mie narici già si mescolarono al caldo di questo ottavo mese dell'anno.
Sgusciando tra banchetti di ostriche, bancarelle malconce della frutta, Philip
Pirrip, detto Pip, ha raggiunto i cancelli frastagliati della mia casa, dove si
sono raggruppati altri diavoli prima di lui, esibendo una certa dose di fascino
mista a malinconia, in attesa che la mano benevola di qualche benefattore lo
scegliesse per scaricare le proprie fortune su questo sfortunato ragazzo.
Consigliandone caldamente la lettura, vi abbraccio invitandovi a salutare anche voi con gesti affettuosi questo povero disgraziato, che ha tentato di differenziarsi dal gruppo, pur di attirare la mia attenzione.
Consigliandone caldamente la lettura, vi abbraccio invitandovi a salutare anche voi con gesti affettuosi questo povero disgraziato, che ha tentato di differenziarsi dal gruppo, pur di attirare la mia attenzione.
Titolo:
Grandi speranze
Autore:
Charles Dickens
Casa
editrice: Oscar Mondadori
Prezzo:
10, 50€
N° di
pagine: 656
Trama: La misteriosa fortuna che la sorte assegna all'orfano Pip, il suo altezzoso rifiuto dei vecchi amici, le sventure e le sofferenze che segnano il suo percorso esistenziale verso una consapevole maturità costituiscono la base di un racconto ove il senso di colpa e la violenza si fondono con spunti grotteschi nei quali la commedia assume connotazioni caustiche e crudeli. Dal momento in cui, nelle spettrali paludi del Kent, Pip si imbatte in Magwitch, un forzato evaso, fino all'ultimo incontro con la bella e cinica Estella che suscita in lui emozioni e turbamenti, il lettore si trova coinvolto in una vicenda tanto drammatica quanto affascinante.
Trama: La misteriosa fortuna che la sorte assegna all'orfano Pip, il suo altezzoso rifiuto dei vecchi amici, le sventure e le sofferenze che segnano il suo percorso esistenziale verso una consapevole maturità costituiscono la base di un racconto ove il senso di colpa e la violenza si fondono con spunti grotteschi nei quali la commedia assume connotazioni caustiche e crudeli. Dal momento in cui, nelle spettrali paludi del Kent, Pip si imbatte in Magwitch, un forzato evaso, fino all'ultimo incontro con la bella e cinica Estella che suscita in lui emozioni e turbamenti, il lettore si trova coinvolto in una vicenda tanto drammatica quanto affascinante.
La
recensione:
Sa il
cielo che non dobbiamo mai vergognarci delle nostre lacrime, perché esse sono
una benefica pioggia sulla polvere accecante della terra che soffoca i nostri
cuori inariditi.
In un
certo qual senso il giovane Pip era entrato nella mia vita inaspettatamente,
come una lacrima trattenuta al lungo e ora che scendeva sulla guancia, che
immediatamente aveva iniziato a scuotermi con raffiche di brutte speranze,
portandosi addosso la polvere delle disgrazie accumulata sui suoi logori abiti.
Poco tempo dopo l'arrivo del giovane Pip, conseguirono giorni e giorni di
spassionata lettura, cominciai a tenere conto dei capitoli, ebbi l'dea di
alternarli ad altri romanzi, accumulando in poco tempo una sorprendente somma
di letture che mi aiutarono a riprendermi dalla delusione che avevano causato
in me la grande mancanza di tempo ottenuto da ore e ore di lavoro, rinnovando
la fiducia in me stessa. Presi l'abitudine di leggere qualche capitolo di Grandi
speranze ogni qualvolta terminavo qualche romanzo, dedicandogli uno
sguardo lungo e affettuoso, e accarezzando con le dita il solido intreccio
della sua trama, annusarne le sue pagine pur di inebriarmi della sua essenza;
un semplice rituale che ho continuato a praticare di nascosto fra le solide
mura della mia casa, e che bastava per infiammarmi l'animo al punto di farmi
sentire impavida, intraprendente, potente, capace di divorare le oltre 800
pagine di Guerra e Pace nel giro di qualche giorno.
Ma
ebbi poco tempo per godermi questo traguardo, perché non appena strinsi la mano
di Pip fui trascinata in una palude scura come una linea orizzontale, col cielo
striato da lunghe strisce rosse che si sovrapponevano selvaggiamente a dense
strisce nere. In un paesaggio lugubre, piatto, su cui fecero da sfondo due
sagome nere che, emergendo, si profilarono dritte dritte all'orizzonte. Un faro
mi aveva indicato la rotta come un navigante; una forca disegnava l'ombra di un
cerchio dal quale pendevano le catene che un tempo erano servite per qualche
pirata. Senza prendermi neanche il disturbo di protestare, ho assunto
rassegnata il ruolo di spettatrice attenta, sapendo che nessuno dei personaggi
che popolano questa storia non aveva l'anima macchiata da qualche entità
sconosciuta: i genitori di Pip si erano disfatti di lui come una fastidiosa
zavorra e l'avevano abbandonato a se stesso come una nullità. Mi sono
trattenuta così a lungo a guardarlo che, mentre mi allontanavo da casa mia, il
riverbero della sua anima brillava contro il cielo nero della notte, e dalle
pagine di questo romanzo sembrava sprigionassero uno scintillio di fuoco.
La
diagnosi era alquanto chiara: io amo leggere. E come per me, anche per molti
autori l'attività più fertile e affidabile per il nutrimento della loro anima
fu la lettura. E il proposito di leggere per caso lo concepì constatando quanta
gioia si celi nel catturare il pensiero astratto su pagina.
Le
recensioni che scrivo, i romanzi che leggo, mi fanno prendere consapevolezza su
qualcosa che oramai considero come una certezza: le stanze buie della mia anima
trovano lucentezza, rifugio e senso di conforto nella letteratura. E quando
decisi di circondarmi da fantasmi prigionieri, ho rovesciato ogni singola
parola di questo romanzo con il signor Dickens, avvolta da un nero velo di
fuliggine e fumo, come un ombra indefinita che mi ha impedito di concepire
completamente l'idea di insoddisfazione che provavo quando vedevo gruppi di
gente sfruttata, in un'incessante lotta contro il protagonista, mi si
coagularono attorno. Avevo alzato gli occhi vero un cielo ricoperto di stelle,
polvere di resti umili che per quel loro continuo scintillare su rustici
oggetti, mi avevano sospinta fra le braccia di questa storia. Su un fronte
completamente diverso da ciò da cui provengo, in compagnia di un ragazzino come
tanti che era stato considerato come uno strumento di opportunità, stimolo per
avidi parenti, giocattolo con un cuore meccanico con cui passare il tempo
quando non c'era nulla di meglio a portata di mano.
Seduta
sulla mia poltrona preferita, completamente assorbita dalla storia, sentivo
rintoccare le ore di questi intensissimi pomeriggi dedichi a Pip dall'orologio
della mia camera. I miei pensieri erano contrastanti; non riuscivano a
soffermarsi sulla tragedia che pesava nel cuore del protagonista, ma
indugiavano su tutto ciò che lo circondavano. La sua infanzia, che scorre
lentamente con la scioglievolezza e la dolcezza di un sogno; l'ombra incombente
del suo grande dolore e, una serie di sfortunati avvenimenti, che non avevano
ancora una forma precisa.
E' una
storia in cui pervade una generale malinconia, ma nel mio inconscio aspettavo
che la luce di un mero sprazzo di luce rischiarasse le tenebre dell' animo di
questi fantasmi. Quel raggio di sole abbagliante che per poco tempo veniva
sporadicamente rammentandogli che in ogni comunità si mescolano il buono e il
cattivo, e che la fugacità di un misero atto d'amore non doveva investire
inevitabilmente anche l'atto più insignificante.
Vestire
i panni del giovane Pip, anche se per un lasso di tempo più lungo di quel che
credevo, entrare nel giardino delle sue avventure - non scoprendo, tuttavia, le
ombre ambigue dei suoi passi -, vederlo interagire con creature che
ostacolarono il suo benessere e lo indussero alla disperazione, mi ha permesso
di condividere pienamente questa storia che l'autore si porta dentro. I volti
che, per qualche giorno, divennero famigliari ai miei occhi, al termine della
lettura, col romanzo riposto sullo scaffale, immerso nella pace del giorno,
svanirono nel momento in cui erano divenute "persone". Lasciarono
dietro di loro uno spazio vuoto che aveva una sua forma. Ma a brillare nella
volta celeste, ed assistere continuamente alle mie spericolate immersioni in un
epoca che ha sempre destato il mio fascino, era un unico volto: quello di Pip
che, guardandomi attorno, nella meravigliosa serenità del giorno, mi tenne
compagnia più di chiunque altro. Non fu quel genere di eroe che mi ero
aspettata, ma, come il giovane David di David Copperfield, un
giovane sognatore pieno di ambizioni che mi narrò la sua storia quasi come una
lunga e profonda meditazione sul senso della vita. Scritte in quelle che non
sono altro che pagine della sua memoria, che si trascineranno fino a quando
metterà il punto finale, per poter così mettere a nudo una parte della sua
anima per noi completamente estranea. Derivati trascurati di una vita carica di
sofferenze mentali, dolori, mancanze di speranze che, come un fastidiosissimo
incubo, popolarono i suoi sogni. Gettando una spettrale aria di malinconia e
pervadendo i sensi in una lenta agonia.
Nel
pellegrinaggio solitario della sua giovinezza, che solo una volta giunto alla
fine gli permetterà di scovare la sua identità, percorrerà quelle che non sono
altro che le tappe della sua vita e, riversandole in quel contenitore che è la
letteratura, brilleranno come la profondità di un altura smossa da qualcosa di
lucente. Invadendo completamente il mio corpo di una strana luce, compiendo un
incantesimo a cui non ho saputo resistere.
Grandi
speranze è un'opera radicata nel territorio dell'immaginazione urbana e
negli spazi urbani, in cui fa sfondo una Londra distesa in una cappa di vapore.
Tragico/romantico, oscilla continuamente con la stessa energia verbale cui
l'autore mescola le vicende di altri personaggi. E, su uno spazio capace di
mutare ogni volta, adattandosi come una pelle al ceto sociale e al linguaggio
di ognuno, Dickens, costituisce un palcoscenico frenetico in cui il lungo
viaggio del giovane Pip entra in contatto con diversi meccanismi: la famiglia,
l'istruzione, la prigione.
Racconto
di un uomo fragile, disilluso, timoroso del futuro e del senso della vita,
trascinante, formativo e piuttosto appassionante, Grandi
speranze non è solo un affresco della letteratura vittoriana.
Piuttosto un affascinante intreccio di follia, passione, affetti, malessere e
benessere, ma anche un meraviglioso viaggio per aver permesso sia a Pip sia al
lettore di crescere in questa tetra solitudine. Rifocillare l'anima, quando non
aveva la certezza di poterlo fare.
Valutazione d'inchiostro: 5
Devo proprio leggerlo anche io!
RispondiEliminaL'ho comprato già da un po' ma non ho ancora trovato il tempo di prenderlo in mano.
Io l'ho riletto dopo qualche anno che l'avevo letto. Davvero molto bello! Te lo consiglio caldamente ☺☺
EliminaCiao Gresi, di Dickens ho letto David Copperfield e visto il film di Oliver Twist: questo mi manca, ma le sue storie non mi dispiacciono, sono molto ottocentesche!
RispondiEliminaCiao, Ariel! Anch'io ho letto David Copperfield e Oliver Twist. Questo l'avevo letto già qualche anno fa, ma rileggerlo è stato davvero bellissimo ☺☺
EliminaCiao Gresi di questo autore ho letto David Copperfield un paio di anni fa e mi piacque molto, ma questo mi manca ancora e spero di recuperarlo al più presto =)!
RispondiEliminaSpero allora lo leggerai al più presto ☺☺
EliminaCiao! Da tantissimo ho questo libro sullo scaffale ma non trovo mai il momento giusto per leggerlo!
RispondiEliminaCiao! Spero allora lo leggerai presto ☺
EliminaCiao Gresi! Non ho ancora letto niente di Dickens, da quale dei suoi mi consiglieresti di iniziare?
RispondiEliminaMidori
Ciao, Midori! Sicuramente da Oliver Twist ☺☺
Elimina