La luce di una candela si spegne in una pozza di cera sulla quale galleggia una piccola fiamma azzurro pallido. Mi sono avvicinata a questo strano alone avvertendo il chiarore di una storia che avevo letto qualche anno fa. Ogni cosa aveva il colore delle nude pareti. Il cuore pompava sangue, il respiro affannoso che si dimenava e contraeva nella gabbia toracica. Ho cercato di muovermi fra i meandri lattiginosi e grigiastri di questa storia, ma il mio corpo non ne voleva sapere. Ero in compagnia di Aurora, per gli amici Rory, la cui tragedia mi aveva annebbiato i sensi e i pensieri, quando avevo la sua età. Ora, solo sorriso mestamente perchè non più trascinata sull'onda del necessario, in un sonno torbido e febbrile, quanto allietato qualche pomeriggio soleggiato. Nonostante l'età non più << giovane >>, quindi, ho tentato di "sentirla" la sua mancata presenza. Ha avuto un che di affascinante tutto questo. Qualcosa mi aveva indotta a recarmi fra le mura spoglie e ingrigite di un collegio privato della capitale inglese. E tutto questo ha avuto a che fare con il senso di insoddisfazione o mancato appagamento che hanno popolato le mie nottate miti, in questi primi giorni d'estate.
Autore:
Maureen Johnson
Casa
editrice: Mondadori
Prezzo: 16 €
N° di
pagine: 396
Trama:
Quello in cui Rory Deveaux arriva a Londra dalla Louisiana è un giorno
memorabile. Per Rory è l'inizio di una nuova vita in un collegio privato della
capitale inglese. Ma molti se ne ricorderanno a causa di una serie di brutali
omicidi avvenuti in tutta la città, assassinii raccapriccianti che riproducono
gli efferati crimini commessi da Jack lo Squartatore oltre un secolo prima,
nell'autunno del 1888.
Basta
poco perché la "Squartatore - mania", si diffonda, ma la polizia ha
in mano solo pochi indizi e nessun testimone. Tranne uno. Rory ha intravisto
sul luogo del delitto l'uomo che la polizia considera il principale sospettato.
Ma è l'unica. Neppure la sua compagna di stanza, che era con lei in quel
momento, ha notato l'uomo misterioso. Perché solo Rory può vederlo? E,
questione assai più impellente, che cos'ha in mente di farle, costui?
La
recensione:
La
vita sembrava davvero accidentale nella sua brevità, e la morte era la battuta
finale di una pessima barzelletta.
Mi
sono svegliata fradicia del mio stesso sudore e convinta che fosse il 1888 e
che mi trovassi su una strada completamente deserta, perseguitata da un uomo
che all'epoca si faceva chiamare Jack lo Squartatore. Il sangue sparso in
milioni e milioni di vittime innocenti mi aveva portato via quel poco di
ragione che mi rimaneva. Rido se penso che avevo deciso di visitare Londra
senza alcun motivo. Mi sono trascinata nei suoi vicoli tortuosi consapevole che
avrei potuto essere io la prossima vittima, anche se il mio corpo continuava a
rimanere ancorato alla realtà. Tardi mi sono resa conto che la storia che ho
letto fra le pagine di Shades è stata divertente, ma non nel lasciare un segno indelebile sul cuore, quanto colmare qualche ora del mio tempo a disposizione. Io mi ero fatta una certa idea di questa storia - Jack lo Squartatore
ha sempre suscitato un certo fascino su di me - e l'autrice se n'era fatta una
simile. Un'idea davvero carina ma improduttiva, rindondante in quanto quando la sera mi mossi agile
sotto la luce di lampioni a gas che si facevano sempre più tenui, strade buie e
ombrose e un cielo luminoso, fulgido di stelle, scorsi una parte di me stessa,
catapultata in una Londra toccante, magica, oscura, la cui energia è celata
nella cosa in se. Con la quale è dipinta, è caratterizzata, tetra come un fiore
smorto.
Insoddisfacente, improduttivo.
Ma cosa avrei potuto farci? Qual'era la sua vera essenza?
Innanzitutto,
ho avanzato spedita in una città che avrebbe dovuto pullulare di terrore persino di giorno.
Sbalordita ho fissato un college londinese che inaspettatamente ha accolto una
ragazza comune e l'acume di alcune regole, in una dimensione affascinante come
un dipinto, in cui le notti si rivelano spettacolo di grandi sofferenze, così divertenti anzichè spaventose da non poter indugiare nella testa. Dissolvendo ogni allusione alla tranquillità, la
pace dei sensi, spingendo al timore, alla paura nel cuore, afferrandolo e
stringendolo nella presa salda del terrore.
La
storia che la Johnson si porta dentro, l'eco di parole che con l'avanzare del
tempo ho dimenticato, si intrufolarono rapidamente nelle stanze remote della
mia coscienza.
Aprendo
un varco nei recessi più reconditi, erigendo un castello di parole al quale in
questi primi giorni di estate, fra i duri ritmi di una vita frenetica e appagante, ho sentito come mie. Perchè ho rievocato il ricordo di una me, che, quando era adolescente, si cibava di certe storie come fossero Nutella. Nella vana speranza di rivivere gli
orripilanti omicidi di questo spregevole serial killer in prima persona, e
tutto ciò cui credo di essermi persa. Frugando in mezzo a vicoli bui e orripilanti,
come un animale selvatico, per trovarci qualcosa. La misteriosa e inspiegabile
identità di un uomo, il cui soprannome - nel romanzo denominato Uomo del
crimine - reca il presagio di una lenta sofferenza. Mentre la clessidra del
tempo continua a scorrere, l'anima chiede risposte a domande la cui natura è
sconosciuta. Schiva dal reale e dal possibile, come la lucentezza di una stella.
Un'autrice
che ha studiato il soggetto con un certo interesse, immaginandosi nei panni
delle vittime; una storia in cui il male non è un miraggio, un inganno o una
fantasia ma qualcosa di tangibile, effettivamente reale, autentico; un mondo
oppresso e oscuro come la notte, Shades è un romanzo che non ha illuminato le
stanze buie del mio animo come avrei voluto. Tuttavia, è un opera che
mi ha permesso di vestire i panni di una ragazza dall'animo coraggioso e
sensibile, curiosa e consapevole di essere entrata in un nuovo cielo di
persecuzione, nipote remissiva, nobile ma indegna di ciò che possiede. Una
storia carina e suggestiva che lascia un impronta del suo passaggio, personaggi
il cui animo ancora sonnecchia, un uomo malvagio e crudele che confonde il
piacere con la morte, spingendo il suo spirito a desiderare che tutto sia
malvagio.
Avvincente, ma silenzioso come la solitudine, alla fine, il bello
della sua lettura, sta nella tangibilità di Londra che come una sentinella vigilia silenziosamente su di noi.
In un mondo senza armonia ne amore, che ha segnato i momenti più belli della
sua lettura.
Valutazione
d'inchiostro: 3
Ciao Gresi! La figura di Jack lo squartatore mi ha sempre affascinata nella sua negatività, ma non ho mai letto questo romanzo perché sapevo che doveva essere il primo di una duologia o trilogia che in Italia è stata interrotta, ma se si può leggere anche da solo ci farò un pensierino.
RispondiEliminaCiao, Beth! Io invece non sapevo fosse il primo di una serie ne che fosse stata interrotta 😊 te lo consiglio caldamente! La figura di Jack lo squartatore qui è davvero affascinante ☺
EliminaArgh.. se è una serie interrotta non so se lo leggerò.. preferirei fossero complete :D Ottima recensione comunque, e grazie
RispondiEliminaAnche io 🤗🤗
Elimina