Volevo parlarvi con una certa urgenza di questo
libro. Alla fine ho lasciato anch'io il mio luogo natio, ho preso il mio immancabile
blocnotes, e aprendo una finestra virtuale dall'aria luminosa e vaporosa ero
certa di un drastico cambio di opinione. Che spiacevole scoperta! Il romanzo
della Butland, che nella sua semplicità si era presentato benissimo, disgraziatamente
per me è stato irraggiungibile. E leggerlo pian piano, senza alcuna emozione,
senza alcun brivido che mi scorresse lungo la schiena, alla fine si è espresso
come un mio tentativo di audacia forse fin troppo impulsivo e frettoloso, attratta
tuttavia dalla sua cover e dalla sua trama bellissima ma fuorviante.
I miei pensieri si trovano ancora in uno stato di
grande tormento, grande sconforto, senza sapere nemmeno perché. Ma ogni cosa,
come del resto tutte le cose, torna prima o poi al suo posto. Un'altra lettura,
altri romanzi attendono il suo momento; possono recuperarmi, recuperare, salvare
quel rimasuglio di anima danneggiata e violata da questo tipo di letture.
Titolo: La libreria dove tutto è possibile
Autore: Stephanie Butler
Casa editrice: Garzanti
Prezzo: 17, 90 €
N° di pagine: 272
Trama: Nel cuore di York, nel Nord dell'Inghilterra,
c'è una piccola e fornitissima libreria. E' il rifugio preferito della Lovedat
Cardew. L'unico luogo che sia mai riuscita a chiamare casa. Solo qui si sente al
sicuro. Solo qui può prendersi cura dei libri proprio come i libri si prendono
cura di lei. Perché è attraverso le loro pagine che la giovane libraia riesce a
comunicare le emozioni e i sentimenti più profondi: la solitudine di Anna Karenina,
la gioia di vivere di La fiera delle vanità; le passioni travolgenti di Cime
tempestose. Fino al giorno in cui comincia a ricevere misteriosi pacchi ricolmi
dei libri con cui è cresciuta, e inizia a pensare che qualcuno stia cercando di
mandarle un messaggio. Qualcuno che, forse, la conosce bene e che conosce anche
la sua infanzia, divisa tra una madre assente e una donna che ha cercato di
essere il sostituto. Un'infanzia piena di ricordi difficili, Loveday non ha la
minima idea di chi possa essere e del motivo per cui il misterioso mittente si
ostini a non lasciarla in pace. Sa solo che non può più continuare a nascondersi
e a fare finta di niente: se vuole costruirsi un futuro diverso, migliore, deve
affrontare il passato che ha fatto di tutto per lasciarsi alle spalle. Al suo
fianco, pronto ad aiutarla a raccogliere tutto il coraggio di cui ha bisogno,
c'è il brillante e dolcissimo Nathan, poeta in erba, l'unico che sembra
conoscere la strada per arrivare al suo cuore. A poco a poco, con i suoi versi
pieni di speranza, riesce a scalfire il guscio che Loveday si è costruita
intorno e a regalarle la promessa di una felicità che lei, in fondo, non vede
l'ora di afferrare.
La
recensione:
Quasi
dal lato opposto delle mie preferenze letterarie, la storia della frigida
Loveday: ragazza fredda, solitaria, amante delle poesie e della buona
letteratura, con una pila di romanzi e un vecchio barbuto e dalla pancia
prominente di cui lei considera la sua famiglia. Una parte di questo romanzo
che ho piacevolmente apprezzato. Un altro romanzo che parla di libri. Un'altra
lettura che avrebbe potuto lasciare un segno del suo passaggio, come un tratto
d'inchiostro indelebile su una pagina bianca. Una cornice sufficientemente
apprezzabile che ha racchiuso l'immagine di una ragazza come tante altre, con
una storia comune a tante altre, ma priva di pathos o effetto che
disgraziatamente per me ha sortito uno spiacevole effetto. Se mi guardo attorno,
vedo l'immagine di questa figura di carta che incombeva su di me come un muro
incombente. Poteva essere una bella lettura la sua storia, quattro giorni
impiegati a domandarmi dove l'autrice volesse andare a parare, o quale
messaggio volesse trasmetterci. Era tutto perfetto: una libreria fatiscente e
gigantesca, pile e pile di libri dai dorsi colorati e svariati, un vecchio
dalla fronte rugosa che adotta e custodisce i libri come se fossero figli.
Eppure l'effetto non è stato così gradevole come sperato, perché quello che a
me è sembrato mancasse a questa storia è il carattere. Il suo piglio ligio,
semplice, cauto - così cauto da intorpidire persino i sensi -, non fu
abbastanza convincente da riuscire a promuovere questa lettura con un voto
diverso a quello che leggerete qui sotto, e anziché abbandonarla, ho preferito
proseguire questo accidentato percorso giudicando solo nel momento in cui sarei
giunta all'epilogo. Io, amante di quelle storie che richiamano altre storie, di
libri che parlano di altri libri, stavo perdendo il sorriso. Ma quella
bellissima pila di libri e lo spirito interiore che talvolta mi induce a
compiere gesti sconsiderati mi bastarono e aiutarono per giungere alla fine. La libreria dove tutto è possibile mi ha
dato l'impressione di essere quel genere di storia che molti non cercano ma
che, in un momento imprecisato della tua vita, ti afferra saldamente.
Altrove,
sparsi in mezzo a spiriti che si tengono per mano, recensioni deliranti e
chilometriche, stanno varie letture dei miei autori preferiti: romanzi che
ancora mi fa piacere rileggere per una quarta o quinta volta, dove la mia anima
semplice ma appassionata si bea per i brillanti momenti trascorsi in loro
compagnia, dove ho avanzato cauta o inconsapevolmente, scarabocchiando con inchiostro
nero i miei più vividi pensieri al riguardo. Il romanzo della Butland,
proveniente dalla calda California, è permeato da una prosa semplice ma sincopata
che per tutta la durata della lettura mi ha dato come l'impressione si
trattasse di un assaggio di un diverso modo di parlare al mondo. Adesso che è
tutto finito, però, non credo suggerirei a nessuno in particolare questa
lettura ne che il romanzo della Butland suggerisca un avventura mozzafiato,
quanto piuttosto quella della malinconia. Perché è così che mi è apparso questo
film proiettato sulle pagine: una bellissima libreria che spunta da una strada
fumosa, una ragazza che ama i libri, un amore fra molte parentesi,
l'echeggiante ricordo del passato: tutto questo senza emozioni, senza alcun
sentimento, senza amore.
Sfilando
questo romanzo da una cartella virtuale, in un giorno in cui per la prima volta
mi dedicai completamente a questa autrice, mi ero resa conto dello stato
malinconico in cui languiva la sua protagonista: solitaria, incomprensibile,
cinica, talvolta sgarbata talvolta di poco spessore, e per quanto potei
immaginare anche lagnosa. Così, sull'onda di un ardente desiderio di
conoscenza, ho concluso questa lettura sfilandomela completamente di dosso. E
disgraziatamente per me, ancora oggi, non ne sono pentita. Il mio unico
pensiero era stato solo quello di giungere al più presto alla fine. E tappando
le innumerevoli discrepanze, ho fatto di tutto pur di non risentire degli
effetti negativi di questa lettura.
In
questi primi giorni di agosto, La
libreria dove tutto è possibile mi ha indotta a bere una storia il cui
sapore è stato alquanto aspro ma dato l'opportunità di farmi vedere questo
romanzo come esattamente è: una serie di gesti lenti, sincopati, scovati dalla
risacca disomogenea del tempo, che ha avuto la forma di farmi vedere la
bellissima copertina sotto un'altra ottica.
Io
ho creduto a questo, a questa bellissima copertina e a molto altro fra le sue
pagine. Ne ho scorto la faccia, la figura, ma soprattutto carpito la sua anima
in cui i libri vengono considerati massime di vita. Il fatto è che per più di
qualche minuto, durante il corso della lettura, mi è sembrato di poter toccare
questa piccola creatura quando bisognava fare spazio alle mancate cure di una
madre quasi sempre assente, un padre burbero e violento o l'innocente storia
d'amore col bel Nathan. L'autrice però si è limitata a farmi "vedere"
il film drammatico della vita della protagonista, a rendermi poco partecipe
nonostante il mio incommensurabile e solidale amore per la parola scritta, a
non trovare alcuna via di fuga quando non ci sarebbe stata alcuna soluzione.
La libreria dove tutto
è possibile ha il dono dell'attrazione, e in
questo caso mi riferisco alla copertina - così bella e affascinante. E, se
dovessi aggiungere qualcos'altro, lo straordinario spettacolo di una libreria
che tocca apici immensi. Niente di più. Nonostante sia stato lui a scegliermi,
nonostante il mio amore per le storie che richiamano altre storie e che
sortiscono un certo fascino. Del resto, a dire il vero, me ne è importato ben
poco. Non mi è piaciuto farlo, ne adesso mi piace scriverlo e per me questa è
l'unica occasione per esplorare i grumi grigiastri dei miei pensieri.
L'anima
del romanzo era una sola: si esaltano i romanzi, ma non si vive le loro storie.
O peggio, si resta indifferenti alla magia della parola scritta in quanto le
trame del passato sono più forti di qualunque barriera. Un tipo di
comunicazione a me sconosciuto, che, a mio avviso, avrebbe potuto avere un
suono diverso. Più eccitante, più avvolgente, che trasforma il valore delle
parole stesse come un ronzio dell'anima, un urlo lanciato dalla soglia morale
della nostra insoddisfazione.
Valutazione
d'inchiostro: 3 -
Non lo conoscevo, sembra una lettura intensa. Me lo segno!
RispondiEliminaFammi sapere se lo leggerai ☺☺
Eliminaquesto romanzo mi ha attirata e respinta proprio dalla cover e dalla trama. Credo che rimarrà nel dubbio ancora un po'
RispondiEliminaIn effetti non nascondo che anch'io mi sono lasciata sedurre dalla bellissima copertina e dalla trama. Eppure peccato si sia rivelata una lettura semplicemente piacevole; nulla di più ☺
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