E quest'oggi,
con questa breve intervista, desidero anch'io e a modo mio rendervi partecipi del
mondo visionario e stupefacente che ho visto. Del protagonista Babel che ho
conosciuto, di ogni parola, gesto o frase che ha stuzzicato la mia curiosità :)
Ciao, Riccardo! Bentornato su Sogni d'inchiostro! Io e i miei
amati lettori ti accogliamo con tanta felicità; averti qui è sempre un
piacere J Ma, dicci, chi è davvero Riccardo Giacchi?
Da dove nasce Il figlio del fuoco, e cosa
ti ha spinto a scriverlo?
Il figlio del fuoco ha origini
lontane, perché in verità l'ho scritto diversi anni fa e solo ora ha ritrovato
la luce. Non scherzo, infatti, se dico che questo è stato il mio primo romanzo.
Già a quei tempi avevo in mente di scrivere una storia di eroi, ma con
un'impronta del tutto personale: non i soliti personaggi spacconi consci dei
loro smisurati poteri, bensì di gente comune che scopre di avere una forza
latente e del tutto imprevedibile, capace di cambiare in un'istante, nel bene o
nel male, la propria vita.
Per
ogni romanzo scritto hai già la storia in mente prima di scriverlo, oppure è un
percorso continuo sia per te come scrittore che per noi come lettori?
Ogni romanzo è una storia a sé, un piccolo
passo di un percorso che può essere interminabile oppure breve. Può succedere
che l'imprevedibilità della vita faccia scemare la fiamma della scrittura o
delle nostre passioni in generale. Spero non sia il mio caso. Il mio auspicio è
quello di continuare a lungo e cercare di trasmettere tra le righe qualche
emozione ai lettori.
Qual
è secondo te l'aspetto più bello dell'essere uno scrittore?
Lasciarsi andare coi pensieri, estraniarsi
da tutto e viaggiare con la testa fino a raggiungere l'infinito mondo
dell'immaginario. Lì, una volta varcata la sua soglia, la mente di un uomo può
dar vita a tutto o a nulla. A volte può essere un semplice pensiero, una frase
messa per iscritto. Non ci sono limiti se ci si lascia trasportare, ed è così
che, da poche parole, può nascere una storia intera.
Il
meccanismo del romanzo. Scaturisce da qualcosa in particolare? Un ricordo,
un'idea?
Diciamo che il romanzo è frutto di tanti
ricordi, di momenti unici che restano impressi nella memoria, e non sempre
positivi. Partendo dall'ambientazione ho scelto la Grecia, la terra del mito.
Certi episodi fanno sì che presente e passato si mescolino, dove la gloria
antica viene in parte adombrata dalla crisi economica in cui giace la Grecia
nei giorni attuali. La lotta tra le due fazioni contrapposte, i Campioni della
Luce e i Decaduti delle Tenebre, fanno emergere quanto sia sottile la
differenza tra bene e il male, tanto da minare l'equilibrio morale dello stesso
protagonista, che a un certo punto del romanzo dovrà scegliere da che parte
schierarsi. Da amante del fantasy ho sempre visto nel fuoco il mio elemento
preferito. Qui non è un contorno: tutto, dall'inizio alla fine della storia,
ruota intorno ad esso.
Quanto
hanno influenzato le letture, durante la stesura del romanzo?
Molto, ma non solo le letture. Babel, il
protagonista, prende il nome dal cavaliere d'argento della costellazione del
centauro (il cui potere è il dominio del fuoco) appartenente alla mia saga
animata preferita “I cavalieri dello zodiaco”, di cui tutt'ora, nonostante i
miei 35 anni, sono un fervente appassionato. Ho adorato l'Inferno del sommo
poeta Dante, e in virtù di ciò ho voluto che anche il protagonista facesse il
suo percorso veramente infernale e cruento.
Pensi
che in Babel ci sia qualche aspetto del tuo carattere?
Personalmente cerco di dissociarmi dai
protagonisti dei miei romanzi, ma in verità non so se ci riesco. Credo che
inconsciamente qualcosa di mio affiori un poco. Vabbè, lo ammetto: sono pure io
metallaro e fan degli Iron Maiden come Babel.
Quanto
era già deciso dalla trama e quanto invece è nato mentre scrivevi?
In grosso modo la storia è scolpita nella
mente, ma spesso succede di dover stravolgerne una parte per far spazio a idee
concepite all'ultimo secondo. Quindi, per quello che mi riguarda, la trama di
un romanzo è sempre in costante evoluzione.
Che
cosa ti affascina nello scrivere questo tipo di romanzi?
Con il fantasy puoi veramente creare un
mondo tutto tuo e prenderti parecchie libertà. Secondo me, scrivere fantasy,
così come tutti i suoi sottogeneri, consiste nel vero svago letterario per un
autore. L'unico vincolo, se così si può definire, e non di poco conto, è
comunque quello di stilare una trama coerente.
L'illustrazione
della copertina ha un significato particolare?
Sì, interpreto il teschio come un simbolo
di morte (ce n'è parecchia nel romanzo, violenta e non). Le fiamme bicolore che
lo avviluppano rappresentano quelle del bene e quelle del male in conflitto tra
di loro. Ringrazio Kamil, il grafico, per aver realizzato questo concetto.
Con
Il figlio del fuoco si concludono le vicende di Babel e della sua ingarbugliata storia. Ma adesso? Cosa dovremo aspettarci?
Scriverai ancora? ;)
Proprio perché è ingarbugliata la storia
non è finita. Il seguito è già pronto, poiché nuovi nemici giungono ma questa
volta Babel non sarà da solo...
Grazie, Riccardo per il tempo a me dedicato! In
bocca al lupo per il tuo avvenire J
Grazie a voi, è stato un piacere, spero che
tanti altri scrittori vengano presto a farvi visita.
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