Non desideravo conoscere gli inspieabili motivi per cui Peter Cameron
e il suo romanzo più famoso li avessi conosciuti soltanto adesso. O meglio, non
desideravo che mi fosse detto. Piuttosto, desideravo conoscere il protagonista
di questa bella ma complicata storia. E neppure desideravo saperne di più sui
retroscena, su quanto ci fosse di autobiografico in tutto questo, che mi aveva
trattenuto per tre intensissimi giorni. Mesi prima, non molto dopo Ferragosto,
ero entrata in biblioteca per svegliarmi da una realtà parallela in cui inconsapevolmente
ero precipitata e avevo visto Un giorno questo dolore ti sarà utile in cima alla
mensola di una strapiena libreria. Era stata una forma moderata di curiosità,
eppure questo romanzo mi ha spinta a largo e fatto prendere consapevolezza di tante
cose; su queste poche pagine c'è la vita - o per meglio dire, l'adolescenza -
di ognuno di noi.
Nel suo modo grezzo, ma allo stesso tempo intimo, l'autore intervalla
una storia umanamente profonda e sensibile che, come ogni storia di questo
tipo, è intervallata da sprazzi di memorie, nozioni o ricordi che hanno un ché
di tragico. Ottenendo così il risultato di una lettura indimenticabile, Peter Cameron
entra così nella mia bolla personale col respiro pesante di chi ha visto le
sofferenze della vita già da "piccolo", cercando di individuare
quell'elemento particolare che è un esaltazione del proprio prestigio. Un
impulso inspiegabile e avventato fino ai limiti dell'incoscienza.
Titolo: Un giorno questo dolore ti sarà utile
Autore: Peter Cameron
Casa editrice: Adelphi
Prezzo: 10 €
N° di pagine: 206
Trama: James ha 18 anni e vive a New York. Finita la scuola, lavoricchia
nella galleria d'arte della madre, dove non entra mai nessuno; sarebbe arduo,
d'altra parte, suscitare clamore intorno a opere di tendenza come le pattumiere
dell'artista giapponese che vuole restare Senza Nome. Per ingannare il
tempo, e nella speranza di trovare un'alternativa
all'università, James cerca in rete una casa nel Midwest dove coltivare in pace
le sue attività preferite - la lettura e la solitudine -, ma per sua fortuna
gli incauti agenti immobiliare gli riveleranno alcuni allarmanti inconvenienti
della vita di provincia. Finchè un giorno James entra in una chat di cuori
solitari e, sotto falso nome, propone a John, il gestore della galleria che ne
è un utente compulsivo, un appuntamento al buio ..
La recensione:
Quello che
dico non è quello che penso ma solo quello che più gli si avvicina, con tutti i
limiti e le imperfezioni del linguaggio. Quindi penso spesso che sia meglio
stare zitto anziché esprimermi in modo inesatto.
Con
il rumore inarrestabile dei suoi pensieri nella mia mente, tornai da un viaggio
repentino ma straordinario, nella sfavillante New York dei primi anni '80,
appoggiandomi a qualcosa - o per meglio dire, qualcuno - che effettivamente non
esiste ma che, in poche pagine, era divenuto per me reale. Era divenuto una
persona in carne e ossa, nell'attimo cruciale in cui le nostre strade si
unirono. Non ho potuto non trattenere il fiato prima che il velo fosse
scoperto, e quando accadde, ho accolto la storia del solitario James in un gesto
alquanto veloce, spontaneo, senza emettere alcun suono: era impossibile
emettere alcun suono, quando la voce nella tua testa era più forte del dovuto.
Ci avvicinammo senza sapere nemmeno come, intimamente uniti da qualcosa che non
ha una sua origine; poi per una manciata di giorni, ogni cosa aveva acquisito
un senso. Si trattava di una certa e inspiegabile immobilità che mi aveva
indotto all'esaltazione, all'ammaliamento, alla curiosità, sbalordita dalla
consapevolezza del compimento di questo momento, la sensazione solenne di un
contatto il cui legame credo resterà immutato: ci siamo guardati faccia a
faccia così a lungo, col cuore colmo di un indicibile tristezza e lo sguardo
fisso dentro il dettaglio degli occhi di James, da cui non sono riusciuta a liberarmi
nemmeno adesso che ho concluso già da qualche ora il romanzo. Ovvio, in Un giorno questo dolore ti sarà utile
non c'è nulla di astratto, insano, artificioso in una faccia pura come quella
di queste pagine. Molti lettori, prima di me, avevano avuto il piacere di
contemplare, in uno stato di felicità distesa e tranquilla, o di confusione
inaspettata e brusca, l'enorme spazio che aveva colmato il "piccolo"
James nelle loro vite. La vicinanza di un volto nuovo non è affatto qualcosa
che si può prendere alla leggera, ma stupefacente. Ed io, così come tutti gli
altri, ho guardato questo ragazzo avvicinarsi alla mia figura minuta con un
certo disagio, e pensavo sulle prime che questa vicinanza fosse dipesa da me,
che avevo deciso di sentire mia questa storia prima ancora ne sapessi
l'esistenza.
Non
sono cose che accadono tutti i giorni, conoscere una persona così singolare ed
eccentrica come James. Ho ricambiato la conoscenza stupita che questo nostro
momento fosse avvenuto solamente adesso, che sopraffatta dagli eventi avevo
messo tutto da parte. Parole nuove, mi parve di udire: sebbene in italiano, il
significato era diverso. E finalmente Cameron aveva estrapolato, da una
montagna di fogli, l'idea di una parabola ascedente verso un futuro pieno
d'insuccessi, domandandoci cosa ci abbia spinto ad imbarcarci in questa avventura, che nel suo
piccolo è un piccolo miracolo, un idiozia nel sentirsi così. Ingenui,
conformisti, sempre impegnati a lavorare per condurre un'esistenza tranquilla e
agiata, fissi nella lista delle anime che costituiscono un blocco terrestre.
Anche
guardando indietro con l'occhio benevolo di un osservatrice attenta, devo
ammettere che quella raccontata da Cameron è una storia affatto bella. Non è
affatto bello sentirsi "disturbati" in un mondo che di normalità
possiede ben poco e che invece giorno dopo giorno si rivela il posto più brutto
dell'Inferno. Scoprire come un ragazzo come tanti altri preferisce la
solitudine, il distaccarsi dalla massa in quanto inadatto, guasto alla realtà
circostante, che è emerso come un piccolo difetto di pronuncia non abbandonato
del tutto nell'infanzia.
Le
predisposizioni di James tuttavia sono state sin troppo evidenti sin
dall'inizio. Ha ereditato un carattere particolare, alquanto chiuso e riservato
e, poco incline al dialogo, alle amicizie, allo svago, James sembra un ragazzo
banalmente "normale". Eppure nulla contribuì, sebbene nemmeno in
parte, a spiegare questo silenzio perpetuo, questa diffidenza verso il mondo
esterno, questo suo sentirsi inadeguato. L'anima di un adulto apparentemente
adolescente, che pian piano si sveglia in una realtà cruda e inaccettabile.
Nel
giro di una decina di pagine avevo compreso l'anomalia di James e, al di là
delle apparenze, al di là del suo inspiegabile comportamento, non ho impiegato
molto purché fra me e questo atipico protagonista si costruisse un legame.
Qualcosa di profondo ma non potente, in un viaggio nell'anima di un ragazzo
attanagliato dal dolore, dalla solitudine, dall'incomprensione, che cela i
segreti del suo destino.
Così
come Jeffrey Eugenides, che nella prima metà di febbraio mi aveva impartito
lezioni private di sessualità e sentimenti, James Cameron invece ci parla di
coraggio. Di speranza, ma anche di timori, paure, incarnati in un ragazzo che
altri non è che l'alter ego dello stesso Cameron, che ha rivelato una
sensibilità capace di strappare dolcemente, a una a una, le sottili membrane
che avvolgono il cuore umano.
Peter
Cameron scrive una storia che getta una particolare luce sull'intimità
dell'individuo, sulla profondità dei suoi sentimenti e delle sue emozioni. E lo
dimostra con questo libriccino dalla mole piuttosto ridotta che, riavvolgendo
la pellicola della sua vita all'indietro come un nastro, percorre un percorso
formativo ed evolutivo, creando una sorta di relazione fra autore e lettore
fatta esclusivamente di parole, dialoghi asciutti. Esamina la crescita
interiore di James, combinando eventi biografici all'analisi dell'animo umano,
intrecciando dramma e realtà, cinismo e ingenuità, articolando un romanzo vivo,
pulsante, intenso come un esistenza stessa. Attraverso lo sguardo di James il
lettore vede e comprende sviluppi e riflessioni. Assiste a un lungo esame sulla
libertà individuale e d'espressione, ponderando quello che nei secoli passati
è sempre stato visto come una specie di tabù, riconosce la capacità del romanzo
di spiegare cosa significhi appartenere al terzo
sesso.
Intriso
di una sottilissima vena di drammaticità, un romanzo di un intensità disarmante:
un manipolo di pensieri, acute riflessioni che provengono dai posti più
sperduti del mondo. Splendido, particolare. Una lettura che resta bloccata
nell'eternità del tempo, ma resiste a qualunque idea di modernità.
Si fa del male
al mondo. Sono piccole cose così, come usare la lingua in modo corretto, che lo
fanno funzionare. Funzionare bene. Se ci lasciamo andare, sprofonda tutto nel caos.
Valutazione
d'inchiostro: 4
Ciao, recensione lunga ma bella! Complimenti <3
RispondiEliminaGrazie! :)
EliminaMi è sempre piaciuto tanto il titolo di questo libro, ma non ho mai approfondito. Non conoscevo neanche la trama. E ora devo dire che mi incuriosisce molto :)
RispondiEliminaSpero allora gli darai un'opportunità ;)
EliminaNaturalmente conosco questo libro per sentito dire ma la trama non mi ha mai attirato più di tanto. Dopo la tua recensione però lo sto rivalutando.
RispondiEliminaSpero allora lo leggerai 😉
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