Un
riflesso pervinca e argento ha sfiorato le strade, i parapetti lungo la senna,
le torri di Notre Dame, in uno scenario fantastico, quasi surreale, costellato
da momenti di angoscia, voci lente e rauche intonate da qualcosa di grosso e
potente. Parigi ha avuto in tutto questo uno scenario luminoso ma angosciante,
con i suoi profumi dolci, gli ippocastani in fiore, e nell'aria o nel silenzio
un angoscia tattile.
Un
posto in cui è stato possibile sentire palpitare l'anima di un paese che si affanna
a rincorrere la beatitudine eterna, rughe che ricordano uomini e donne che si affannano
ad amare sempre più il suolo con cui si è cresciuti. E in mezzo a tutto questo
il brivido religioso di un anima, la cui voce è sprigionata dalla solitudine, dalle
tenebre, che sovrasta ogni cosa e che con romanticismo e drammaticità condivide
ciò che la sua coscienza si portava addosso.
Titolo:
Suite francese
Autore:
Irene Nèmirovsky
Casa
editrice: Newton & Compton
Prezzo:
4, 90 €
N° di pagine:
415
Trama:
Nei mesi che precedettero il suo arresto e la deportazione ad Auschwitz, Irène
Nèmirovsky compose febbrilmente i primi due romanzi di una grande "sinfonia
in cinque movimenti" che doveva narrare, quasi in presa diretta, il
destino di una nazione, la Francia, sotto l'occupazione nazista.
Il male è visibile, brucia, fa mostra di sé e se ne compiace agli
occhi di tutti. Uno solo ha contato i sacrifici, misurato il sangue versato e
il pianto.
In una Parigi
addormentata, eccezionalmente morbosa e folle, in mezzo a una nebbia artificiale
che scende sulla città come pioggia di cenere, una berlina tirata a lucido è
ancora ferma davanti a un grande palazzo.
Nel cielo, le
prime stelle di primavera dal riflesso argentato, scintillano fulgide e
lucenti. Il profumo dolce degli ippocastani in fiore comincia a espandersi come
un pericolo crescente; nell'ombra, nell'aria e nel silenzio, si respira una
certa angoscia.
In questa confusa
e mortale apprensione, che non riescono a evitare persino le persone più
fredde, quelle più generalmente tranquille, unita a quella di queste figure
evanescenti che camminano sulla scena, la più bestiale prova di idiozia della
razza terreste, così silenziosa e ambiziosa, si fa strada con vigore e
intensità sull'asfalto polveroso di una terra così traboccante d'interesse.
La sua forza, così
efficace quanto un castigo inflitto, avanza nei cuori dei presenti attraverso
conturbamenti morali e previsioni di ogni sua mossa, gettando una certa
inquietudine fra masse di carni instabili e maldestre, entità create altrove..
nel momento in cui un viaggiatore decide di partire, a bordo di una nave la cui
meta è ancora sconosciuta.
Fra provocazioni
di crisi d'angoscia, distruzioni, esplosioni di odio o perfidia, brutali
incomprensioni, in una città circondata dall'incoerenza e dalla ripugnanza, con
gli stessi colori dell'inferno, un ambiziosa regista francese, col suo diario,
creò un montaggio di scene attraverso il quale ci fece conoscere il suo punto
di vista personale. Inoltrandoci in una sequela di fotogrammi, brevi e repentini,
sequenze d'immagini nitide e colorate che, come uno scrittore allestisce con le
parole i burattini del suo teatro letterario, da una parte muove i fili legando
gli interessi individuali, nell'altra gruppi di anime attorniate nel
palcoscenico artificiale della vita che combattono per amore, coraggio e fede,
evocando un lutto interiore, ribellioni famigliari - vecchie ruggini che io
ignoravo completamente. Il suo nome: Iréne Némirovski. Una coraggiosa ebrea
francese deportata ad Auschwitz. Una giovane combattente che, nelle sue
celeberrime opere, promulgò importanti temi quali: la libertà, il distacco
dalle masse e lo spirito comunitario.
In un paesaggio di
tranquilla apocalisse, disabitato anche se apparentemente intatto, come dopo il
passaggio di uno tsunami, come un diavolo tentatore e furbo, attira
involontariamente l'attenzione di chi legge, per la forza, la semplicità con
cui descrive la guerra come conseguenza della paura. La sconfitta o la pace
attuale, dettata dai francesi a compiere certe azioni come un attonito stupore
di quello che si prova dopo un brutto sogno. E il suo bisogno di comprendere
gli esseri umani: la morte che, con le sue enormi ali spiegate e lo sguardo
rapace dardeggiante, puntato su una lunga fila di insetti neri che strisciano
lungo la strada senza alcuna via di salvezza.
L'eco di ogni sua
parola attira l'attenzione proprio perché sollecita, e la sua operosità procede
con lo scandirsi dell'orologio della vita: il suo romanzo, macchiato di sangue
e polvere da sparo, ci parla di anime vagabonde che assistono allo spettacolo
ripugnate della guerra. Oppressi dalla volgarità e banalità del mondo
circostante. Impazienti di fuggire, intrattabili a sopportare questo disordine.
Infelici, vengono avvicinati con dolcezza, con volontà, ma
con moti di freddezza e ripugnanza - senza alcun impulso d'amore o un palpito
divino che persino i peccatori più abietti aspirano. Figli macchiati dal
peccato che non possiedono nemmeno la forza spirituale per elevarsi alla luce;
non la percepiscono, non la desiderano ne hanno alcuna nostalgia. Osservano una
tela dipinta d'azzurro mutarsi d'argento o grigio al colore della pioggia.
In un toccante
viaggio nella Francia nazista, col suo stile sentimentale e romantico, la
Némirovski non nasconde il forte risentimento nei riguardi dei suoi figli di
penna e, come un alacre studentessa che si appresta a raccogliere nozioni o
paradigmi, trattiene il lettore in una stretta ferrea. Sorvola nei tetti di
campagna, verso un piccolo paesino francese, a bordo di una vettura diretta in
un Paradiso mancato. Una zona dimenticata persino da Dio, illesa da simile
torture.
Così triste da non
riuscire a non provare altro sentimento, Suite
francese è una lettura logorante, la cui melodia mi ha permesso di
assistere all'avanzata di queste ombre verso l'oscuro baratro della
disperazione: la percezione della guerra, causa di molte conseguenze e
complesso di atrocità che appartennero solo a loro e a nessun altro.
Spietata e
inclemente, li ha spinti a pregare in un Dio che gli potesse donare la felicità
- senza aspettare la morte o la resurrezione. Con brutalità ha spalancato una
finestra che ha fatto luce su un mondo circondato da una pesante coltre nera.
La speranza, l'amore, la salvezza divengono parte dell'anima di uomini che non
hanno mai saputo cosa voglia dire vivere. Abbozzate in un diario, vergate con
una penna a sfera sul lucido legno di una scrivania.
Suite francese è quel
genere di storia che ho ascoltato con un certo fascino, constatando quanto ci
sia di terribile fra le sue pagine, che tuttavia resta solo sullo sfondo, ai
bordi dell'anima del romanzo. Un tributo oltraggiante e dannoso che rende quasi
ingiustificati a rinfacciare a denti stretti coloro che l'hanno offerto.
Tutte le lacrime del mondo sarebbero inutili. Ci saranno giorni
migliori, e dobbiamo vivere per vederli, prima di tutto dobbiamo vivere …
resistere.
Valutazione d'inchiostro: 4
Ciao Gresi, non ho letto il libro ma ho visto il film e ricordo che mi era piaciuto!
RispondiEliminaÈ una lettura alquanto particolare e difficile, ma a me è piaciuta molto. E sono dell'idea che almeno una volta nella vita la si dovrebbe leggere ☺☺
EliminaL'ho letto anche io, qualche tempo fa. Un libro particolare, che di sicuro ti lascia addosso molte perplessità. Il finale in particolare, che non è voluto, ma un caso che in tutti i sensi ti porta alla tragicità di quel preciso momento storico. Una vita, più che un libro, e una storia, che come hai detto tu, merita di esser letta. Un abbraccio :*
RispondiEliminaUn abbraccio 💋💋
EliminaQuesto è un libro che vorrei leggere tra non molto tempo, l'ho in wishlist già da un po' e mi incuriosisce tanto. Grazie per la tua recensione, così poetica e convincente! :)
RispondiEliminaGrazie mille, Katia! Ti auguro possa piacerti ☺☺
Eliminaquesto libro mi ha incuriosito quando l'ho scoperto all'uscita del film ma non l'ho ancora letto. Mi hai ulteriormente ispirata.
RispondiEliminaPS Ti ho nominata qui https://lalettricesullenuvole.blogspot.com/2018/10/book-tag-my-world-award-2018.html
Grazie mille, Chiara, per entrambe le cose! :)
EliminaIo ho letto solo Due di Irene Nèmirovsky e non mi era piaciuto tantissimo.
RispondiEliminaSono titubante, ho sentito parlare bene di suite francese ma dopo due ... devo pensarci su
Come si può dedurre dal mio voto, a me Suite francese è piaciuto. Due non l'ho ancora letto, ma mi piacerebbe leggerlo. E a questo proposito ti consiglierei di leggerlo :)
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