L'entusiasmo con cui ho accolto l'opera di
questa talentuosa autrice ungherese, naturalizzata italiana, si è ormai smorzato.
Eppure non vi è stata ombra di ostilità, alcuna malizia a farmi vedere La
ragazza con la Leica sotto certi punti di vista. Quella di Gerda Taro
è senza alcun dubbio una storia davvero interessante di cui Helena Janecez
estrapolò dal nulla mediante una parabola, che non coinvolge emotivamente ma
politicamente, figura agile e tossicante per il sesso forte, affezionata a modo
suo alla sua piccola amica. La Leica. La sua morte a un età ancora piuttosto
acerba, fu senza alcun dubbio motivo di discussione.
Robert Capra, Ruth, il dottor George, nel
romanzo narratori coprotagonisti a tutti gli effetti i cui avvenimenti narrati
si dipaneranno se non grazie a loro, non possono non testimoniare o manifestare
la realtà: Gerda Taro fu quella donna sincera, diversa dalle altre che, in uno
spazio comune e gigantesco come quello narrato dall'autrice, fu ricordata e
accolta calorosamente dall'autrice proprio perché chiunque, persino la stessa
autrice, aveva perso il cuore per lei. Furono contagiate dalla sua natura onesta,
determinata e diretta, dalla forza contro cui combattè tutto e tutti pur di
aggrapparsi alla vita come una zattera nel bel mezzo di una tempesta.
Titolo: La ragazza con la Leica
Autore: Helena Janeczek
Casa editrice: Guanda
Prezzo: 18 €
N° di pagine: 320
Trama: Il 1° agosto 1937 una sfilata piena di bandiere rosse attraversa Parigi. E' il corteo funebre per Gerda Taro, la prima fotografa caduta su un campo di battaglia. Proprio quel giorno avrebbe compiuto ventisette anni. Robert Capa, in prima fila, è distrutto: erano stati felici insieme, lui le aveva insegnato a usare la Leica e poi erano partiti tutti e due per la Guerra di Spagna. Nella folla seguono altri che sono legati a Gerda da molto prima che diventasse la ragazza di Capa; Ruth Cerf, l'amica di Lipsia, con cui ha vissuto i tempi più duri a Parigi dopo la fuga dalla Germania; Willy Chardack, che si è accontentato del ruolo di cavalier servente da quando l'irresistibile ragazza gli ha preferito Georg Kuritzkes, impegnato a combattere nelle Brigate Internazionali. Per tutti Gerda rimarrà una presenza più forte e viva della celebrata eroina antifascista: Gerda li ha spesso delusi e feriti, ma la sua gioia di vivere, la sua sete di libertà sono scintille capaci di riaccendersi anche a distanza di decenni. Basta una telefonata intercontinentale tra Willy e Georg, che si sentono per tutt'altro motivo, a dare l'avvio a un romanzo caleidoscopio, costruito sulle fonti originali, del quale Gerda è il cuore pulsante. E' il suo battito a tenere insieme un flusso che allaccia epoche e luoghi lontani, restituendo vita alle istantanee di questi ragazzi degli anni Trenta alle prese con la crisi economica, l'ascesa del nazismo, l'ostilità verso i rifugiati che in Francia colpiva soprattutto chi era ebreo e di sinistra, come loro. Ma per chi l'ha amata, quella giovinezza resta il tempo in cui, finchè Gerda è vissuta, tutto sembrava ancora possibile.
Casa editrice: Guanda
Prezzo: 18 €
N° di pagine: 320
Trama: Il 1° agosto 1937 una sfilata piena di bandiere rosse attraversa Parigi. E' il corteo funebre per Gerda Taro, la prima fotografa caduta su un campo di battaglia. Proprio quel giorno avrebbe compiuto ventisette anni. Robert Capa, in prima fila, è distrutto: erano stati felici insieme, lui le aveva insegnato a usare la Leica e poi erano partiti tutti e due per la Guerra di Spagna. Nella folla seguono altri che sono legati a Gerda da molto prima che diventasse la ragazza di Capa; Ruth Cerf, l'amica di Lipsia, con cui ha vissuto i tempi più duri a Parigi dopo la fuga dalla Germania; Willy Chardack, che si è accontentato del ruolo di cavalier servente da quando l'irresistibile ragazza gli ha preferito Georg Kuritzkes, impegnato a combattere nelle Brigate Internazionali. Per tutti Gerda rimarrà una presenza più forte e viva della celebrata eroina antifascista: Gerda li ha spesso delusi e feriti, ma la sua gioia di vivere, la sua sete di libertà sono scintille capaci di riaccendersi anche a distanza di decenni. Basta una telefonata intercontinentale tra Willy e Georg, che si sentono per tutt'altro motivo, a dare l'avvio a un romanzo caleidoscopio, costruito sulle fonti originali, del quale Gerda è il cuore pulsante. E' il suo battito a tenere insieme un flusso che allaccia epoche e luoghi lontani, restituendo vita alle istantanee di questi ragazzi degli anni Trenta alle prese con la crisi economica, l'ascesa del nazismo, l'ostilità verso i rifugiati che in Francia colpiva soprattutto chi era ebreo e di sinistra, come loro. Ma per chi l'ha amata, quella giovinezza resta il tempo in cui, finchè Gerda è vissuta, tutto sembrava ancora possibile.
La recensione:
Qualunque
siano le scelte che compiamo, qualsiasi ragione di lotta perseguiamo o finiremo
per abbandonare d'ora in avanti non ci saranno che modalità diverse per
salvarsi, ognuno secondo le sue possibilità e i suoi bisogni.
Certi
romanzi ti aiutano a riflettere. Non si smette mai di pensarci, di riflettere
sulla natura piuttosto ortodossa della storia, ai suoi innumerevoli personaggi,
alle inclinazioni o perturbazioni che potrebbero avere su di noi, divorandoci
da dentro, a furia di pensare, condannandoci ad abbandonare la nostra monotona
vita, piatta e sempre uguale a se stessa. Spesso quando mi imbatto in letture
proprio come questa mi dico: " Che cosa si deve fare … da che cosa partire
per cogliere l'anima di questo romanzo?" Ogni tanto mi sembra di avere una
risposta, altre volte invece no. Questo solitamente mi spinge a frantumare il
riserbo per certe letture, e, recentemente, con la lettura di un romanzo che
quasi un anno fa vinse il premio Strega del 2018 le cui perplessità, titubanze mi
avevano prevalso a cincischiare sino a questo momento.
Credo
che Gerda Taro, se avesse avuto possibilità di vivere un esistenza più lunga,
dispetto a quella destinata, non avrebbe esitato a rivelarci il suo entusiasmo
per cui un autrice ungherese quasi un anno fa le dedicò un opera in cui riuscì
a mantenere intatta la sua figura eterea.
Le
parole a questo proposito servono molto poco. Non si può rivivere un periodo
storico come quello Fascista in cui il tempo scorre ininterrottamente avanti e
indietro, in cui si va incontro a cose impreviste, inaspettate, e in cui
qualunque cosa si provi lo si vive con disprezzo, paura, quasi sconforto. Come
si poteva vivere liberamente mentre la minaccia perennemente presente del Terzo
Reich era ancora viva? Si cerca di essere più vicini nella quotidianità, più
temerari nei sogni da inseguire nel futuro affinchè la libertà d'espressione,
di agire possa essere riconosciuta…. perché dovrebbe essere riconosciuta. Non
c'è testo o documento storico in cui qualcuno parli positivamente delle nobili
gesta di Adolf Hitler. Se si pensa solamente a quei poveri infelici, frutto
della nostra carne e del nostro sangue, figlie e fratelli di Dio, si muovono
sotto un'ingiuria di cui gradualmente giungeranno dinanzi alla brusca consapevolezza
che non vi è alcuna prospettiva. Alcuna via d'uscita.
Helena
Janeckzek, invitandoci a rispondere a questi quesiti, ci invita a spingerci a
pensare così intensamente, portandoci lontano, rimanendo saldamente legati alle
nobili gesta di una giovane donna la cui vita fu recisa dagli effetti della
guerra, da un'idea di fedeltà tanto bislacca quanto coerente. La natura
sincera, temeraria di Gerda Taro, lo si vedrà andando avanti con la lettura, è
una figura così tenace, ostinata da rinvigorirsi nella segreta visione di un
intimità domestica rievocata continuamente e freddamente. Tossicante per molti
uomini, così fresca e dissetante come pochi, mossa e dilatatasi in uno spazio
comune ma gigantesco che rivela pienamente il periodo storico di cui l'autrice
ci parla. Ma fallire è stato l'errore fatale che la uccisse. Letteralmente.
Immortalare innumerevoli istantanee che portano appresso la memoria viva della
figura di una donna come Gerda ha frantumato quelle speranze di non riuscire ad
estinguere la vivida speranza di salvezza.
Questa
nuova argomentazione, nuova per me che di Gerda e della sua complicata storia
non ne sapeva proprio niente, espone un chiaro e raffinato quadro di un gruppo
di narratori co - potragonisti che danno vita al romanzo proprio grazie agli
avvenimenti storici che essi vivono, come se il romanzo prendesse vita mediante
i loro <<movimenti >>. In un certo senso, è stato così. La figura
di questa misteriosa ma avvenente fotografa resta ai margini, diviene mito o
pretesto storico a cui Robert, Ruth, George furono sedotti senza alcuna
volontà. Io, in verità, non mi ero mai imbattuta nella lettura di romanzi in
cui il lucido quadro politico e bellicoso ci presenta la sua
"protagonista" come colei da cui dipenderanno le sorti di altri
personaggi, quasi si trattasse di una condanna cui molti devono scontare sino
in fondo. Questa esperienza di lettura mi ha insegnato che in determinate
circostanze non bisogna farsi condurre dai personaggi ma dal suo creatore,
risparmiadoci inutili propositi o congetture, qualunque essi siano. Come pochi
lettori che hanno saputo cogliere la sua importanza, udire l'urlo della
ribellione, ho colto nelle parole della Janeckzek una condanna nel Fascismo,
mediante la figura affascinante di una giovane paparazza, rivolta a tutti
quelli che le barricarono la strada.
Sostenendo
le innumerevoli argomentazioni dell'autrice, ho così letto questa storia con
l'unico proposito di conoscere Gerda Tarco. Alcune risposte le ho avute, nel
momento in cui si sono affacciate alla mente degli stessi co - protagonisti,
che si fondano sull'eccezionale natura della fotografa. Ed io, come quei pochi
lettori, ho accettato questa atipica dichiarazione come se fosse inevitabile.
Leggere La ragazza con la Leica, in
un certo senso, mi ha condotta dove desideravo essere. Ho intuito i pensieri
che vorticavano nella mente di Gerda, conoscendo la sua amarezza, i suoi
paradigmi, indirizzati al lettore mediante la voce dei suoi << amici
>>. Fariginoso sino all'inattuabilità, per certi versi la presenza
evanescente della Tarco è qualcosa di poco attraente, inusuale nel filone
narrativo moderno. Ma è stata proprio quest'ultima a creare una presenza ideale
che ai miei occhi ha omesso i difetti. La figura di Gerda non perora le cause,
il suo ruolo fra questi avvenimenti, diversa da quel tipo di energie di cui mi
ero immaginata. Tuttavia è stata proprio questa tattica letteraria a suscitare
il mio interesse.
Ricamandoci
su, nel momento in cui dovetti separarmi, il mio dispiacere è stato piuttosto
evidente. Presto o tardi sarebbe giunto questo momento, ed io non avrei potuto agire
diversamente. Un gesto impulsivo, dettato dal cuore, bello in ogni sua sfumatura,
mi ha affascinato e abbagliato sin dal primo sguardo.
Istantanee
che si portano appresso la memoria viva di una donna che è stata pilastro di un
periodo fondamentale come quello del Fascismo, realistico e denso, solenne, quasi
aulico, è per me La ragazza con la Leica.
Opera ove una semplice macchina fotografica funge da movente che avrebbe annullato
completamente la vita di Gerda Taro, trascinandomi completamente fuori dal mio
spazio personale, catapultandomi in una squallida stanza d'ospedale o in una
fumosa reception nel cuore della città. L'arte dello scattare fotografie,
dell'immortalare svariati momenti di vita, la danza vivace dei polpastrelli, il
loro delizioso pulsare sui tasti, tutto questo ha avuto un chè di affascinante.
Intriso di una massiccia dose di mistero, che per certi versi rallentano e appesantiscono
l'andamento della lettura, rievocazione perfetta degli anni ruggenti di una
delle più belle epoche del secolo. Una storia che, a parer mio, ognuno di noi
dovrebbe leggere, almeno una volta nella vita, che vanta un eroina letteraria davvero
indimenticabile e sorprendente.
Valutazione
d'inchiostro: 4
Good review 😊 thanks for your sharing 😊
RispondiEliminaThank you! ☺
EliminaNonostante la vittoria e la tua promozione, dispetto sia troppo cronachistico per i miei gusti.
RispondiEliminaLo è, Mr Ink. Ma non è una lettura malvagia; a me ha affascinato sin dalla prima pagina ☺ fammi sapere se cambi idea ☺☺
Eliminaquesto libro, questa cover, le tue parole. io h voglia di leggere questo libro e spero di farlo quanto prima
RispondiEliminaSpero allora mi farai sapere presto come la pensi 😉
Eliminale tue parole mi fanno ricredere sulla decisione di non leggere questo libro
RispondiEliminaA me è piaciuto, nonostante i difetti. Se ti incuriosisce non te lo sconsiglio, ma purtroppo non nascondo è una lettura semplice 😕
Elimina