Non ricordo a quando risale l'ultimo post riguardante una delle
rubriche più amate dalla sottoscritta; all'ultimo momento, l'altro pomeriggio,
fui folgorata come da un'illuminazione. Da quanto tempo non riesumavo dalle
soglie del tempo la rubrica Amori di
carta? A dire il vero, l'ultimo post non prevede un lasso di tempo così
lungo e indimenticabile. Avevo parlato di un autrice che, sebbene non più avvezza
a questo genere di letture, è un antidoto contro gli effetti repentini ma
devastanti della vita. Il suo nome? Laini Taylor, e, i suoi libri, una certezza
nel panorama letterario. Ho temuto un certo biasimo per non aver parlato di lei
e dei suoi libri prima del tempo, ma la curiosità e il mio amore per la
letteratura fu più forte di ogni altra cosa.
I miei lettori spero saranno contenti di sapere che fra non molto
la casa editrice Fazi pubblicherà il secondo volume delle vicende incentrate
sul bel Lasco, appassionato e fervido lettore. Per l'affetto che provo per la
Taylor e soprattutto per l'insana curiosità che nutro nei riguardi de La musa della notte, non posso non
tenere fede a questo sentimento e, qualche giorno dopo San Valentino,
accapparrarmi di una copia. Ma per il momento, desidero allietare questa mia presenza
con un post riguardante un altro autore che si annovera fra i miei preferiti:
Paullina Simmons.
I romanzi che ella scrive hanno sortito una certa notevole
diffidenza nel mondo in cui è stata accettata, dopo una lettura fervida e
forsennata di ogni suo libro. Nel mio bagaglio culturale, la saga de Il cavaliere d'inverno si annovera fra
le migliori saghe del momento, sebbene molte lettrici avranno avuto un'idea
alquanto diversa su ciò che più si ritiene sia l'amore, risaltandolo in ogni
sua forma o sfaccettatura.
Si, a onor del vero non ho mai dubitato della straordinaria abilità
dela Simmons del saperci parlare d'amore. Mi chiedo come ho fatto, in questi
anni, a non accorgermi subito della somiglianza fra le nostre anime. Così è
stato questo il segreto ad unirci.
Qui, su Sogni d'inchiostro,
non ero mai riuscita a confessarlo ai miei lettori più accaniti, ma all'ultimo
momento sono come stata folgorata: la Simmons è un autrice estremamente brava,
sebbene la sua prosa non la si può giudicare forbita o incomprensibile. E negli
anni il mio parere nei suoi riguardi è nettamente migliorato; il segreto era
oramai stato rivelato. Perché non lasciarmi andare a questa consapevolezza?
La storia di Tatiana e Alexander, ma anche degli altri
"compagni" letterari, è l'emblema di quei poemi romantici che a me
piace tantissimo leggere in cui il mio cuore non desidera altro che bearsi
della compagnia dei suoi protagonisti, constatando quanto siano divenuti indispensabili,
qualunque siano le colpe o i torti subiti. Combattenti in uno spazio mai visto
prima di adesso, animato dal caos e dalla guerra, come in un sogno bello e
rassicurante allietando il peso delle mie sofferenze. Trascinati dalla miseria,
dalla solitudine, dimostrando quanto d'importante ci sia nella vita. dando
sfogo alla vulnerabilità, alla dolcezza sedimentati nell'animo di chiunque.
Materie finite in uno spazio infinito che portano la bandiera della
pace, e conferiscono un certo calore e una certa generosità. Quella bandiera
che io ho seguito per molti anni, e che tutt'ora sento gli effetti devastanti
del mio brusco allontanamento. Ripescando così dalla memoria del tempo quelle
magiche sensazioni con cui mi era sembrato di cadere, travolta da qualcosa di
forte e inspiegabile.
I romanzi della Simmons, la stessa autrice, sono come delle
malattie che hanno cominciato a manifestarsi nell'immediato, dapprima in modo
quasi intenso, e poi con la fatalità di una condanna. In pagine che altro non
sono che un esaltazione alla vita, ai sentimenti, qualcosa di trascendentale,
sorprendente e inspiegabile in cui si trovano tutti i tipi di buona ragione per
aggrapparsi a una fede.
La supremazia, la violenza intaccano ogni cosa, appesantendo quelle
che apparentemente sembrano letture di svago, in cui si guarda in faccia la
morte nonostante la realtà sia ancora devastante più di quel che si crede.
Il senso di solidarietà, l'altruismo, il coraggio di dover
sacrificarsi per la persona amata, l'amore, l'amicizia, costituiscono un
messaggio piuttosto significativo su cui ruota lo stile dell'autrice. La
Simmons inconsapevolmente trascina in luoghi apparentemente semplici che non
impediscono al lettore d'instaurare un
certo legame con ogni personaggio. Con i dolorosi spasmi di entità
catastrofiche e devastanti che reclamano la nostra attenzione, mediante
racconti che trascendono alcun limite di età, qualunque febbrile tortura in
versi, che si espande oltre le pagine, al di là della realtà.
Ho provato a leggere giusto Il cavaliere di inverno, anni fa, ma non fa per me, nonostante la grande accuratezza del tutto. 😔
RispondiEliminaSi, in un certo senso è un autrice che o la si ama o la si odia. Io come puoi vedere la amo, ed ecco il motivo per cui è protagonista di questo ennesimo post ;)
EliminaCiao Gresi, non ho ancora letto "Il cavaliere d'inverno" ma ne sento parlare talmente bene che mi incuriosisce davvero tanto! Della Simmons in passato avevo letto un giallo ("La casa delle foglie rosse") e ricordo che mi era piaciuto :-)
RispondiEliminaA me invece La casa delle foglie rosse mi manca, ma presto lo leggerò :)
EliminaNon conosco nè una nell'altra, ed ammetto di essere poco attratta, in questa fase della mia vita, dalle storie incentrate sull'amore; specialmente da quelle culminanti nel lieto fine. Sarà l'etá, sarà una fase, sarà che mi sto tramutando in Malefica della Bella Addormentata ^_^, non lo so... so che al momento è una tipologia di libro a cui difficilmente mi accosto.
RispondiEliminaMa è sempre piacevole leggere i tuoi post, Gresi ^_^
Grazie mille, Letizia! :)
Elimina