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mercoledì, aprile 10, 2019

Gocce d'inchiostro: Le braci - Sàndor Màrai

Sono trascorse alcune settimane prima che mi approcciassi a un autore ungherese, acclamato da critica e pubblico, come Sàndor Màrai. Terminato l'ultimo romanzo che mi aveva tenuto compagnia per una manciata di ore, decisi di leggere Le braci accettando l'invito che un generale ungherese, onesto, sensibile e galante mi aveva deliberatamente concesso. Tuttavia non mi illudevo che dietro a questa offerta ci fosse molto più di quel che credevo. Una certa concretezza, una certa passione, un certo sentimento, riversate in pagine che apparentemente non possiedono niente di speciale ma in cui serpeggia la perpetua sensazione che si nasconde qualcosa. Nelle ossa, nel sangue, nella carta, nel mistero del tempo e della vita, qualcosa che non si può comunicare agli altri e non si può tradurre in alcun modo: segreti che le parole non sono in grado di sostenere.






Titolo: Le braci
Autore: Sàndor Màrai
Casa editrice: Adelphi
Prezzo: 13 €
N° di pagine: 181
Trama: Dopo quarantun anni, due uomini, che da giovani sono stati inseparabili, tornano a incontrarsi in un castello ai piedi dei Carpazi. Uno ha passato quei decenni in Estremo Oriente, l'altro non si è mosso dalla sua proprietà. Ma entrambi hanno vissuto in attesa di quel momento. Null'altro contava per loro. Perché? Perché condividono un segreto che possiede una forza singolare: " una forza che brucia il tessuto della vita come una radiazione maligna, ma al tempo stesso dà calore alla vita e la mantiene in tensione". Tutto converge verso un "duello senza spade" ma ben più crudele. Tra loro, nell'ombra, il fantasma di una donna.

La recensione:



<< Il mondo non significa niente. I fatti importanti non si dimenticano mai. Di questo mi sono reso conto più tardi, a mano a mano che mi avvicinavo alla vecchiaia. Ma i fatti marginali non esistono, li rimuoviamo come i sogni. >>

La visibilità di questo romanzo è scarsa a causa dei segreti, dei misteri, dei rumori sinistri che sprigionano queste pagine, ed io ho faticato ad aspettare ed interpretare cosa effettivamente fosse successo fra le vecchie ma fatiscenti mura di un meraviglioso castello, al suo enigmatico proprietario, contemplando il tutto come se stessi guardando qualcosa per la prima volta. Le case basse abitate da uomini di razza, un paesaggio triste, solitario e malinconico che tuttavia traccia il cuore in un modo che non era mai successo prima. La bellezza di una storia dolce ma appassionante si stava aprendo ai miei occhi, ed io non ho potuto fare a meno di avvertire questo luogo come se fosse avvolto in una patina zeppa di crudeltà e fatalità. Persino la scrittura, a questo proposito, non è servita poi a molto: il giorno resta buio, e attraverso gli occhi di un avvenente generale sono approdata in una patria alquanto estranea per me in cui imperversava una sorta di battaglia silenziosa dove si cerca di interpretare ogni cosa. Sebbene le parole abbiano divampato come un incendio, il mio cuore si riempiva di una melodia tutta sua, volteggiando come se la vita fosse una specie di cerimonia disperata, di festa tragica e solenne a conclusione della quale l'autore avrebbe fatto squillare, a uno dei suoi tanti trombettieri, il suo strumento, pur di annunciare la sua venuta a un lettore ancora stordito da un così impressionante spettacolo.
Ammaliata da un intreccio denso di metafore, giochi di parole, e una prosa semplice ma poetica e a tratti filosofica, ho letto Le braci interpretandone ogni suo terribile mistero. Ora che il tempo mi aveva concesso questa splendida opportunità, un pomeriggio di metà aprile mi condusse dritta dritta fra le braccia del suo autore. Soffermandomi non tanto sui gesti che i personaggi avevano compiuto, piuttosto sulla loro essenza. Sulla loro anima. E l'anima di Le braci è racchiusa in uno splendido e fatiscente castello che, ergendosi sulla cima di un monte, è un mondo a sé stante in cui si dissolvono intere generazioni di donne e uomini vissuti in altri tempi. Reliquia di segreti, misteri che racchiudono la memoria - la memoria di chi resta e di chi invece non esiste più - che si annida nei recessi più occulti, come il tremito di una mano, l'accellerazione di un battito improvviso, l'emozione dell'attimo in cui essa esiste e precipita nella sua continuità.
Fra le storie principali che trattano di segreti e amori lontani ma indomiti, c'è stato qualcosa fra queste pagine che mi ha colpito al punto tale che, ultimata la lettura, non riuscivo a pensare ad altro. Pare che l'autore, con questa concezione del castello, indicasse quel luogo in cui tutto ciò che è caotico e superfluo nella vita sia stato messo in ordine e sistemato. Non resta che l'immobilità, il sentirsi vulnerabili. L'uomo, infatti, durante il corso della sua esistenza, si prepara a vivere una condizione ineffabile, movimentata, colmo di responsabilità, serietà in cui lo svago o il diletto stonano con la natura artificiosa dei personaggi.
Pur essendomi prodigata a risolvere l'arcano, la sua lettura ha dissolto ogni cosa, abolendo per qualche istante le leggi della natura: nel momento in cui leggevo non ero una semplice lettrice, ma un personaggio della medesima storia. Tutto ciò che consideravo irrilevante, di poco conto, sepolto da tempo nel mio piccolo cuore, finalmente aveva preso a vivere, come se Sàmor Màrai avesse voluto donarmi il suo cuore e tutto ciò che ne derivò, emettendo impulsi la cui forza ha una natura sconosciuta.

Alle domande più importanti si finisce sempre per rispondere con l'intera esistenza. Non ha importanza quello che si dice nel frattempo, in quali termini e con quali argomenti ci si difende. Alla fine, alla fine di tutto, è con i fatti della propria vita che si risponde agli interrogativi che il mondo ci rivolge con tanta insistenza.

Per me, che amo i romanzi in cui il sentimento amoroso è realizzato non per stordire ma per toccare le passioni e i rimorsi degli uomini, facendo sorgere le riflessioni più profonde del cuore umano e nelle coscienze il senso di una vita più concreta, Le braci è divenuto una vera e propria ossessione. Ha uno sguardo così tormentato, profondo e supplichevole che non ho potuto staccare gli occhi dalla sua aura lucente. Una storia dal profumo antico che rincorre una realtà alquanto simile alla nostra in cui le cose hanno un loro ordine, procedono secondo un loro meccanismo, dettato tuttavia dall'uomo come padrone e creatore. Nelle strade e negli animi serpeggia un'atmosfera di benevolenza e cordialità, come se la pace fra gli uomini fosse destinata a durare in eterno, ed il lettore, profondamente colpito e scosso, se potesse abbandonerebbe di corsa il proprio ruolo per dare una mano a questi due uomini.
Non sono molte le storie cosi, penso. Se avessi saputo cosa celavano prima queste pagine non avrei atteso così a lungo.
Un comportamento forse incomprensibile per molti, ma che a me ha giovato per lezione e reso Le braci quella storia di cui serberò per sempre un ricordo speciale. Un perfetto sogno romantico, che poi tanto romantico non sembra, personale, empatico e sensibile che rifiuta un mondo in cui l'amicizia, il Fato prende il sopravvento, anche se forse il corso del tempo non ci dà altra scelta. Una storia in cui ci si pone in una condizione in cui si è disposti a sacrificare la propria vita e la propria felicità per il prossimo, soprattutto per la persona amata, cercando di cogliere quella voce interiore che ci dica cosa sia giusto e cosa sia sbagliato, e il mondo comincia ad acquisire una certa importanza perché solo in questo modo è possibile comprenderla appieno. Come se d'improvviso avesse acquisito un senso, come se volesse dimostrarci che ogni cosa possiede un suo significato, un significato però relativo esclusivamente all'individuo poiché parte integrante del suo destino e delle sue azioni.

<< Gli uomini contribuiscono al loro destino, a determinare certi eventi. Invocano il loro destino, lo stringono a sé e non se ne separano più. Agiscono così pur sapendo fin dall'inizio che il loro modo di agire porterà a risultati nefasti. L'uomo e il suo destino si realizzano reciprocamente modellandosi l'uno sull'altro. >>

Valutazione d'inchiostro: 5

4 commenti:

  1. Sono molto contenta che ti sia piaciuto così taqnto perché io ho Le braci in libreria da un bel po' e devo ancora leggerlo. Dell'autore ho letto solo L'eredità di Eszter che mi era comunque piaciuto molto.

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    1. Io invece ho letto al momento solo questo, e devo dire che ne sono parecchio entusiasta. Penso proprio leggerò altro di questo autore :)

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  2. Assolutamente devo leggere questo libro, è da troppo tempo nella mia WL!

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