Questo
ennesimo romanzo mi ha preso fra le sue braccia con impeto e irruenza, che mi ha
piacevolmente sorpreso. Ed io, gettandomi nella mischia, ho incoraggiato quel Fato
egoista e crudele a scovare una strada, anche quando non si aveva la certezza
di trovarne una. Dubbiosa se restare semplicemente a guardare, che in un attimo
ho immagazzinato nella memoria una certa dose d'informazioni visive.
Titolo: L'enigma Matthew Alcott
Autore: Jd Hurt
Casa editrice: Selph pubblishing
Prezzo ebook: 2, 99 €
N° di pagine: 214
Trama: Alle persone piace essere ricordate. E' per questo che si
scrive un libro, si dipinge un quadro, si scopre la cura contro il cancro. Anch'io
voglio essere ricordato. Nessuno deve dimenticare quello che mi è successo. In
un certo senso scriverò il libro della vita, dipingerò il quadro dell'Apocalisse,
curerò la malattia peggiore. Me stesso. E lo farò sorseggiando il vino più
dolce. La vendetta. Contro chi? Non è importante il fine. Ciò che conta è il
mezzo per raggiungere quel dannato fine. Il mio strumento ha un solo nome. Carrie
Cockard.
Alle persone piace essere amate. E' per quello che cerchiamo di
essere belli, o simpatici; oppure semplicemente mentiamo per sembrare più gradevoli.
Abbiamo paura di essere abbandonati. Io sono stata abbandonata e amata in eguale
misura. Poi ho perso tutto. Il bambino che, durante l'infanzia, mi ha fatta
sentire speciale, è scomparso. E' stato come se mi strappassero il cuore per
gettarlo lontano. Ma poi ho capito che si risale la china solo se si tocca il
fondo. E la vita dovrà pure essere vissuta attraverso la dura lezione della
memoria, ma può essere goduta solo lasciandosi dietro il dolore. Non è importante
in quale maniera. Ciò che conta è che ho deciso. Finalmente voglio dimenticare
il passato. Quel passato porta un solo nome.
La recensione:
Ho
accolto questa ennesima tormentata storia d'amore, che Elena si porta dentro,
seguendo lo stesso procedimento delle volte precedenti, sedendomi sulla mia
poltrona preferita quasi come se la Hurt e i suoi personaggi avevano preso il
sopravvento. Volevo avere la certezza che questo ennesimo elogio alla follia,
queste relazioni umane che intercorrono fra personaggi comuni ma da un passato
scabroso e inviolato, avvenisse nello stesso spazio, nel piccolo cantuccio che
mi sono ritagliata il primo giorno che ho conosciuto Elena, sembrando così che
questo potesse indicare l'esistenza di una connessione. Il legame che
intercorre fra me e quello dell'autrice, che ignara delle mie continue
peripezie letterarie con questa sua ennesima storia mi aveva posseduto nuovamente.
L'enigma Matthew Alcott si concentra
sugli aspetti che analizzano un certo episodio da diversi punti di vista.
Non
è stata una lettura da cui se ne esce del tutto incolumi. Il mio inconscio mi
indusse a vivere in una realtà molto simile alla nostra da cui tuttavia si
perde completamente il senso del tempo. Ci si guarda attorno, ci si guarda
dentro. Seduta sul freddo pavimento di una prigione sconosciuta, con la mente
concentrata ad interpretare vari segni, frasi o gesti. Sembra strano trovarsi in
un luogo sconosciuto senza sapere effettivamente il motivo. Sembra di camminare
su questa landa deserta come un anima priva di vita. Eppure è stata la bravura
di Elena, la sua diplomazia, il suo saper destreggiarsi fra gli antri nascosti
di una storia nociva per l'anima dei più deboli, a sorprendermi come un acquazzone
estivo. Quale migliore occasione per chiedere aiuto, per comprendere cosa mi abbia
indotto qui e soprattutto chi, in compagnia di questi personaggi, non ha cessato
per un istante di fissarmi. I miei dubbi si amplificarono.
In
tutte le storie lanciate sulla sabbia del tempo da Elena, la procedura è sempre
la stessa: un gruppo di ragazzi il cui passato, le proprie sorti, sono prostrati
da un tiranno. Ragazzi e ragazze che si muovono sullo sfondo come diapositive
di un film… Questa volta si tratta di Cassie e di Liam, due ragazzi "guasti"
che ho preso a cuore e che alla fine mi hanno ricambiato. Perché, mentre la mia
coscienza si faceva largo fra banchi di nebbia, polvere e resina, fui consapevole
dei loschi motivi che resero entrambi combattenti, devastati nel corpo e nell'anima.
Al tutto si aggiunse un insano e profondo senso di curiosità, che dovetti dosare
con una certa cura.
L'enigma Matthew Alcott è qualcosa
che non lo si semplifica completamente a un beneficio per la nostra anima, espansa
alle sorti di abili lettori di anime che ignorano di saper abilmente giocare
con i sentimenti degli esseri umani e rendono le loro opere disegni
imprescindibili in cui resta saldamente ancorata una parte della nostra anima.
Quello di Jd Hurt, infatti, è qualcosa di simile. Qualcosa da prendere seriamente,
che prende vita nell'immediato, ci macchia di impurità e cattiverie, nella maggior
parte con il desiderio impellente dei protagonisti nel credere in una rinascita.
A
dispetto delle volte precedenti, con questo romanzo ho voluto mettere in pratica,
sin da subito, le abilità di Elena persino con un genere di letteratura che ho
visto sperimentare nei suoi romanzi poche volte. Ebbene, mi ha sorpresa a danzare
con i personaggi, come due meravigliosi compagni di viaggi, ritrovandoci nella
nostra solitudine, in cui le nostre anime vennero a contatto, levandoci nel
cielo come invisibili particelle senza la possibilità di svanire. Le sue storie
palpitano avventura, azione, ma tanto, tanto amore. E non rimanerne sedotti,
specie dalle sue splendide copertine, soprattutto questa, è stato a dir poco
impossibile. Veniamo rinchiusi dalla linfa vitale della carta, o nel contorno
digitale del Kobo. Sorvoliamo per qualche giorno nei cieli di un paesaggio
sconosciuto, misurandone i contorni, zeppo di crudeltà, tragicità, turbolenze,
sesso e violenza. Risucchiati in un vortice di parole che non danno scampo e
che sono una continua e ripida discesa verso un abisso di insoddisfazione e
follia. Non a caso, la sua lettura, così come i precedenti romanzi dell'autrice,
è un tentativo di ripercorrere a ritroso il cammino all'indietro di queste
figure, come una preghiera disperata sussurrata dalla soglia della sua
insoddisfazione morale nel labirinto di gallerie che forse qualche poeta romantico
ha scavato per lei.
Il
risultato è un ode bellicosa che è stata scritta con parole più mature di quanto
mi sarei aspettata, che mi ha allontanata dal tedio e dalla monotonia di questi
pomeriggi di fine aprile, riempiendo e dilaniando il mio cuore di colpe e
crimini che non ho ma che in un certo senso mi sono appartenuti. Il primo
volume di una duologia che involontariamente ti induce a tenere duro. Incapace
di trovare conforto o speranza, che si lega alla voce limpida del nostro cuore
e che scaraventa in un abisso scuro di angosce e crudeltà.
Valutazione
d'inchiostro: 4
Lettura fuori dalla mia comfort zone, ma sicuramente interessante. Non conoscevo.
RispondiEliminaPS. Trovi la recensione di Evelyn Hardcastle sul blog. :)
Grazie 😊 passo subito 😉
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