martedì, aprile 30, 2019

Gocce d'inchiostro: L'enigma Matthew Alcott - Jd Hurt

Nel seguire a occhi chiusi la carriera prolifica di Elena, ho accolto questa sua ennesima opera provando l'illusione di ascoltar parlare il suo cuore recitare un poema romantico, seducente, bellico. L'enigma Matthew Alcott ci ricorda, sin dalla sinossi e dalla prefazione, che è il primo di due volumi apparentemente semplice e appartenente alla tradizione stilistica della Hurt. Il suo modo di parlare, il suo modo di porsi a chiunque, è sempre lo stesso: privo di qualsiasi garbo o faccettazione, ma non appena si comincia a leggere la sua voce acquista di colpo una forza e una ricchezza di sfumature sorprendenti. Questo uno dei tanti motivi per cui amo le sue storie, il suo essere e sentirsi guasta, in un mondo in cui forse non si sente nemmeno a suo agio, e le circostanze delle grandi gesta de L'enigma di Matthew Alcott mi hanno permesso di vivere nuovamente in modo molto vivido quegli innumerevoli pomeriggi, trascorsi a leggere, sulla mia poltrona preferita, storie che sono certa il tempo non scalfirà.
Questo ennesimo romanzo mi ha preso fra le sue braccia con impeto e irruenza, che mi ha piacevolmente sorpreso. Ed io, gettandomi nella mischia, ho incoraggiato quel Fato egoista e crudele a scovare una strada, anche quando non si aveva la certezza di trovarne una. Dubbiosa se restare semplicemente a guardare, che in un attimo ho immagazzinato nella memoria una certa dose d'informazioni visive.

Titolo: L'enigma Matthew Alcott
Autore: Jd Hurt
Casa editrice: Selph pubblishing
Prezzo ebook: 2, 99 €
N° di pagine: 214
Trama: Alle persone piace essere ricordate. E' per questo che si scrive un libro, si dipinge un quadro, si scopre la cura contro il cancro. Anch'io voglio essere ricordato. Nessuno deve dimenticare quello che mi è successo. In un certo senso scriverò il libro della vita, dipingerò il quadro dell'Apocalisse, curerò la malattia peggiore. Me stesso. E lo farò sorseggiando il vino più dolce. La vendetta. Contro chi? Non è importante il fine. Ciò che conta è il mezzo per raggiungere quel dannato fine. Il mio strumento ha un solo nome. Carrie Cockard.
Alle persone piace essere amate. E' per quello che cerchiamo di essere belli, o simpatici; oppure semplicemente mentiamo per sembrare più gradevoli. Abbiamo paura di essere abbandonati. Io sono stata abbandonata e amata in eguale misura. Poi ho perso tutto. Il bambino che, durante l'infanzia, mi ha fatta sentire speciale, è scomparso. E' stato come se mi strappassero il cuore per gettarlo lontano. Ma poi ho capito che si risale la china solo se si tocca il fondo. E la vita dovrà pure essere vissuta attraverso la dura lezione della memoria, ma può essere goduta solo lasciandosi dietro il dolore. Non è importante in quale maniera. Ciò che conta è che ho deciso. Finalmente voglio dimenticare il passato. Quel passato porta un solo nome.


La recensione:
Ho accolto questa ennesima tormentata storia d'amore, che Elena si porta dentro, seguendo lo stesso procedimento delle volte precedenti, sedendomi sulla mia poltrona preferita quasi come se la Hurt e i suoi personaggi avevano preso il sopravvento. Volevo avere la certezza che questo ennesimo elogio alla follia, queste relazioni umane che intercorrono fra personaggi comuni ma da un passato scabroso e inviolato, avvenisse nello stesso spazio, nel piccolo cantuccio che mi sono ritagliata il primo giorno che ho conosciuto Elena, sembrando così che questo potesse indicare l'esistenza di una connessione. Il legame che intercorre fra me e quello dell'autrice, che ignara delle mie continue peripezie letterarie con questa sua ennesima storia mi aveva posseduto nuovamente. L'enigma Matthew Alcott si concentra sugli aspetti che analizzano un certo episodio da diversi punti di vista.
Non è stata una lettura da cui se ne esce del tutto incolumi. Il mio inconscio mi indusse a vivere in una realtà molto simile alla nostra da cui tuttavia si perde completamente il senso del tempo. Ci si guarda attorno, ci si guarda dentro. Seduta sul freddo pavimento di una prigione sconosciuta, con la mente concentrata ad interpretare vari segni, frasi o gesti. Sembra strano trovarsi in un luogo sconosciuto senza sapere effettivamente il motivo. Sembra di camminare su questa landa deserta come un anima priva di vita. Eppure è stata la bravura di Elena, la sua diplomazia, il suo saper destreggiarsi fra gli antri nascosti di una storia nociva per l'anima dei più deboli, a sorprendermi come un acquazzone estivo. Quale migliore occasione per chiedere aiuto, per comprendere cosa mi abbia indotto qui e soprattutto chi, in compagnia di questi personaggi, non ha cessato per un istante di fissarmi. I miei dubbi si amplificarono.
In tutte le storie lanciate sulla sabbia del tempo da Elena, la procedura è sempre la stessa: un gruppo di ragazzi il cui passato, le proprie sorti, sono prostrati da un tiranno. Ragazzi e ragazze che si muovono sullo sfondo come diapositive di un film… Questa volta si tratta di Cassie e di Liam, due ragazzi "guasti" che ho preso a cuore e che alla fine mi hanno ricambiato. Perché, mentre la mia coscienza si faceva largo fra banchi di nebbia, polvere e resina, fui consapevole dei loschi motivi che resero entrambi combattenti, devastati nel corpo e nell'anima. Al tutto si aggiunse un insano e profondo senso di curiosità, che dovetti dosare con una certa cura.
L'enigma Matthew Alcott è qualcosa che non lo si semplifica completamente a un beneficio per la nostra anima, espansa alle sorti di abili lettori di anime che ignorano di saper abilmente giocare con i sentimenti degli esseri umani e rendono le loro opere disegni imprescindibili in cui resta saldamente ancorata una parte della nostra anima. Quello di Jd Hurt, infatti, è qualcosa di simile. Qualcosa da prendere seriamente, che prende vita nell'immediato, ci macchia di impurità e cattiverie, nella maggior parte con il desiderio impellente dei protagonisti nel credere in una rinascita.
A dispetto delle volte precedenti, con questo romanzo ho voluto mettere in pratica, sin da subito, le abilità di Elena persino con un genere di letteratura che ho visto sperimentare nei suoi romanzi poche volte. Ebbene, mi ha sorpresa a danzare con i personaggi, come due meravigliosi compagni di viaggi, ritrovandoci nella nostra solitudine, in cui le nostre anime vennero a contatto, levandoci nel cielo come invisibili particelle senza la possibilità di svanire. Le sue storie palpitano avventura, azione, ma tanto, tanto amore. E non rimanerne sedotti, specie dalle sue splendide copertine, soprattutto questa, è stato a dir poco impossibile. Veniamo rinchiusi dalla linfa vitale della carta, o nel contorno digitale del Kobo. Sorvoliamo per qualche giorno nei cieli di un paesaggio sconosciuto, misurandone i contorni, zeppo di crudeltà, tragicità, turbolenze, sesso e violenza. Risucchiati in un vortice di parole che non danno scampo e che sono una continua e ripida discesa verso un abisso di insoddisfazione e follia. Non a caso, la sua lettura, così come i precedenti romanzi dell'autrice, è un tentativo di ripercorrere a ritroso il cammino all'indietro di queste figure, come una preghiera disperata sussurrata dalla soglia della sua insoddisfazione morale nel labirinto di gallerie che forse qualche poeta romantico ha scavato per lei.
Il risultato è un ode bellicosa che è stata scritta con parole più mature di quanto mi sarei aspettata, che mi ha allontanata dal tedio e dalla monotonia di questi pomeriggi di fine aprile, riempiendo e dilaniando il mio cuore di colpe e crimini che non ho ma che in un certo senso mi sono appartenuti. Il primo volume di una duologia che involontariamente ti induce a tenere duro. Incapace di trovare conforto o speranza, che si lega alla voce limpida del nostro cuore e che scaraventa in un abisso scuro di angosce e crudeltà.
Valutazione d'inchiostro: 4

2 commenti:

  1. Lettura fuori dalla mia comfort zone, ma sicuramente interessante. Non conoscevo.

    PS. Trovi la recensione di Evelyn Hardcastle sul blog. :)

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