Mi rendo conto di
quanto sia stata ingiusta e incoerente nei riguardi di questa saga. Nel
trattare i particolari accidentati della vita che imperversa su Heap House,
come se fossero attributi essenziali. Ho amato questa storia così com’è, per la
sua anima semplice ma bizzarra, il suo sentirsi inadatta e inadeguata, la sua
esistenza soffocata da un aria continuamente inzuppata di marciume,
putrescenza, e meno che mai per i suoi semplici atti di fede.
Il risultato è
stato davvero bellissimo, entusiasmante. Influenzata dai lievi palpiti
dell’emozione e dall’impulso da cui è dipeso la mia felicità.
Titolo: I segreti
di Heap House
Autore: Edward
Carey
Casa editrice:
Bompiani
Prezzo: 18 €
N° di pagine: 352
Trama: Clod è un
Iremonger. Vive tra un mare di oggetti gettati via o smarriti che provengono da
tutti gli angoli di Londra. E al centro di questo mare c’è una casa. Heap
House, un insieme di tetti, torrette, comignoli, parti di case smantellate con
i loro misteri, raccolti per tutta la città e fusi in un labirinto vivo di
scale, saloni e angoli nascosti. Gli Iremonger hanno una caratteristica:
ciascun Iremonger è legato, sin dalla nascita, a un oggetto. Ma Clod Iremonger
ha una caratteristica ulteriore: lui può udire i sussurri degli oggetti. Il
primo di cui ha avvertito la voce è stato il suo oggetto natale: il tappo da
bagno universale James Henry che diceva proprio questo “James Hayward Henry”.
Ma un giorno su Heap House iniziano a radunarsi nubi di tempesta: gli Iremonger
sono sempre più irrequieti e le voci degli oggetti si fanno più forti; Clod
incontra Lucy Pennant, una ragazza appena arrivata a Heap House, e la sua vita
cambia. I segreti che tengono insieme la casa iniziano a dipanarsi rivelando
un’oscura verità, che minaccia di distruggere il mondo di Clod.
La recensione:
Il romanzo di
Edward Carey, una favola moderna sofisticata e bella, erge dall'altura di una
montagna di rifiuti, in un borgo depravato e lurido di Londra, alla fine
dell'800 e finí per sedurmi, come non aveva fatto in passato con molti altri
lettori; questa volta però dovetti fare i conti con un'altra faccenda, con la
lettura di un romanzo ampiamente diverso da quello che mi ero immaginata. Non
si trattava di qualcosa che doveva essere valutato diversamente. Un giovedì
d’inizio giugno mi trovai a vagare sola, sperduta, fra le mura fatiscenti,
luride e lerce di una vecchia ma dimora, quando a un tratto vidi un
ragazzino grassoccio, rotondetto, pallido, quasi emaciato, venire verso di me
con in mano una lunga catenina. O, meglio, ciò che ne restava.
Attraverso
l’esperienza compiuta con questo primo volume ho visto l’anima di queste figure
intrappolate in una zona remota, lontana milioni di chilometri, quasi
soffocandomi. A me tutto ciò ha sortito un certo fascino: Edward Carey è un
drammaturgo che ha realizzato ed estrapolato dal nulla rimasugli di anime
sgretolate, perdute, sparse, che si perdono per poi riscoprirsi con un bagaglio
di affetti o emozioni. Metafora di libertà, di evasione in un mondo sempre
uguale a sé stesso. Bizzarro e strambo che inevitabili aliena completamente da
qualunque forma o parvenza di normalità.
Malgrado la
spiacevole esperienza primordiale, l’approccio con questa lettura, risalente
oramai a ben 5 anni fa, rileggerlo mi ha ben disposta verso la curiosità, la
libertà, l’interesse a un genere letterario che non riservavo da qualche tempo,
ora che mi sono ambientata, curiosa di mettere alla prova Carey a seguirlo in
questo strambo marchingegno obsoleto e lontano che ha destato il mio fascino,
per scoprire se fossi in grado di ritagliarmi un posticino tutto mio.
Pervade un forte
odore di tempo trascurato, oggetti smarriti e poi ritrovati che denotano un
certo desiderio di poter lasciare un pezzo di sé stessi, un segno del nostro
passaggio su un mondo che forse non sa nemmeno della nostra esistenza, come
cimeli o oggetti di famiglia. Ed è qualcosa che lascia come un vuoto
incolmabile. Una voragine nel petto che ancora niente è nessuno riesce a
colmare, poiché parti integranti di un meccanismo complicato, feroce, che
bracca al punto di non concedere alcuna via d’uscita. Soffocante e stritolante
al punto in cui ci si domanda come facciano i suoi personaggi a svolazzare
tranquilli attorno, strisciando nel sentiero impervio della vita senza avere
alcuna dignità. Piccoli granelli di polvere dispersi come niente
nell’atmosfera.
Leggendo
attentamente si nota come I segreti di Heap House sono la mera parvenza, il
pallido riflesso di uno specchio; oggetti che testimoniano ed evidenziano
l’anima di chiunque, inzuppata da fasti e tragici eventi. Piccoli ma non
inutili elementi che non si notano tanto facilmente nelle classiche storie per
ragazzi, da quand’è che la mia coscienza si è arricchita notevolmente, mio
onnipresente alloggio.
Alla descrizione
dettagliata di questa fatiscente dimora seguì l’azione e l’ambizione di Jaq,
come allusione ad una lontana forma di ribellione. Ebbene si, perché sebbene i
personaggi careyani appaiono riservati, malinconici insoddisfatti, asociali,
atteggiando il volto a una mancata felicità che non dà alcuna via di scampo,
perseguiranno un unico obiettivo. Conoscere le proprie origini. Nota chiara in
un paesaggio mesto, oscuro, grigio, che induce a provare disagio, quasi
imbarazzo per qualunque cosa.
Sul finire di
questa lettura non ho potuto fare a meno di non tessere le lodi a questo abile
poeta dell’anima che, seppur in maniera alquanto semplice, ti costringe a
insegnare a tenersi stretti ogni cosa. Qualunque forma o significato essi
abbiano. Godendo così del favore di sentirli e avvertirli come tuoi,
allontanando gran parte dell’antica negligenza che domina Heap House da secoli
e secoli.
Valutazione
d’inchiostro: 4
Ultimamente continuo a trovarmi davanti questo libro sul web... Non riesco a capire se può fare per me. Per alcuni versi mi attira, per altri no ed ho talmente tanti libri da leggere che quando non sono convinta del tutto lascio perdere. Vedremo se in futuro cambierò idea...
RispondiElimina;)
Spero allora tu possa cambiare idea 😊😊
EliminaQuesta serie ce l'ho in wish list da un sacco di tempo, ma non mi decide mai a recuperarla. Il tuo punto di vista è molto interessante e va oltre l'idea originale di base.
RispondiEliminaGrazie, Beth! Ti dico solo, che ho ordinato il secondo volume. E che non vedo l'ora di leggerlo 😊😊
EliminaHo già tutti i volumi della saga ma non li ho ancora letti, perché attendo di finire le serie già iniziate. Mia sorella però ha letto e recensito il primo libro e, per quanto ne so, le è piaciuto molto.
RispondiEliminaLa capisco perché, come puoi vedere, è piaciuto tanto anche a me. E infatti non vedo l'ora di proseguire con il secondo volume 😊
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