Fu in occasione
dell’avvento del Natale, dopo mesi di letture svariate ma intense, che per
accogliere questa festività che più amo con il giusto approccio, lasciai le mie
velleità alle parole o alle vicissitudini letterarie di autori che hanno
scritto romanzi incentrati sul Natale o ambientati in questo periodo
accogliendo il loro invito come un caldo abbraccio.
Mi ritrassi così in
me stessa, come se fossi stata colpita da una qualche sconosciuta ma potente
forza, che mi tentò a raggiungere e perseguire il mio obiettivo. Le letture che
popoleranno le pagine di questo blog in questi trenta giorni espugneranno
allegramente e con determinazione il mio intento di arricchire Sogni d’inchiostro
di episodi pregni di eventi principalmente natalizi. La leggenda della rosa di
Natale ne è un esempio, il primo che dà il via a questo mio folle e piccolo
progetto. Una lettura non propriamente necessaria che tuttavia ci tiene presente del
tempo che scorre, fiaba moralista e fatalista che mi ha dato la
sensazione di assorbirne la sua intera essenza. Le cose, il mondo circostante
hanno un suo andamento, un suo processo funzionale, e quello della Langerlof è
per l’appunto un tentativo spirituale a mio avviso ben riuscito, che con
semplicità e vigore getta una particolare luce sul ruolo che esercita l’individuo
e il suo relazionarsi col mondo.
Titolo: La leggenda
della rosa di Natale
Autore: Selma
Lagerlof
Casa editrice:
Iperborea
Prezzo: 15 €
N° di pagine:128
Trama: Una foresta
innevata che si trasforma a Natale in un meraviglioso giardino, impervie
montagne che rivelano miniere d’argento, schiere di anime perdute che penetrano
tra i ghiacci eterni, accudite da una vecchietta abbandonata che non si
rassegna alla solitudine: è la Svezia delle antiche fiabe che rivive in questi
racconti di Selma Lagerlof, quella dei miti e delle leggende, delle storie
tramandate al lume di candela nelle lunghe notti nordiche. Ma come nei suoi
grandi ronmanzi, lo sfondo fantastico serve a raccontare i desideri, le
passioni, le grandi domande morali. La fede nella bellezza di un vecchio abate
che fa nascere un fiore nel buio inverno del Nord, la giovane che perde il suo
amore in mare e trova nei sogni come riportarlo in vita, il violinista
presuntuoso che impara l’umiltà dalla musica di un ruscello. Dietro un’apparente
semplicità emerge una sottile indagine dell’animo umano: non c’è mai un “vissero
felici e contenti” nelle sue storie, ma il lieto fine è segnato da una
redenzione, l’accettazione di un limite, il superamento di una paura, una
ritrovata fiducia nella fantasia. E quasi sempre il “miracolo” avviene
attraverso un racconto nel racconto, quell’inesauribile potere dell’immaginazione
di far vedere la realtà con altri occhi o di ricrearla, di trasformare uno
scrigno nascosto nel tesoro dell’imperatrice Maria Teresa, e di insegnare a re
Gustavo come il valore degli uomini superi ogni ricchezza.
La
recensione:
Dicembre giunse e si stanziò
repentinamente, con l’irruenza e il fragore di innumerevoli eventi o progetti.
Qualche giorno prima, udì sussurrare dalle
stanze buie e polverose della mia coscienza, echi di voci intrappolate nella
clessidra del tempo. Io, che quest’anno ho impiegato il mio tempo nella
conoscenza di autori famosi o celeberrimi che conoscevo solo per sentito dire,
fui inchiodata dall’intento di popolare questa magnifica festa di personaggi,
figure di carta e inchiostro che, come avrei dovuto fare in passato,
enunceranno la notte più magica che conosca. Ho così aperto una finestra
invisibile su un mondo che mi ha permesso di attraversare una striscia di luce
evanescente, fulgida, che con un passo estrenamente prudente mi ha indotta ad
accaponirmi fra le pagine di diversi autori. Armata di penna sfera e del mio
bloc notes preferito, il primo impeto di gioia fu alimentato nello spazio vuoto
di un paesaggio innevato che in una manciata di ore ha raggiunto il mio cuore,
si fermò e mormorò con toni di indescrivibile tristezza..
Fu così che sotto questa influenza mi sono
come mossa in un sonno drammatico, arrivando a compiere l’impresa di completare
questa prima tappa, come ho fatto tante altre volte che ho deciso di
prefissarmi un progetto. Questa raccolta di racconti possiede non solo toni
moralisti che tuttavia non ammoniscono ne additano, ma sono piccole storie
dentro le storie che hanno un chè di trascendentale, luminoso con spiragli di
luce dalle tonalità più svariate. Si precipita, quasi inconsapevolmente,
approfittando della compagnia dell’autrice per deporre il mio zampino su un
manto di neve bianca e spessa… quel segno indelebile che col tempo imparerò ad
apprezzare maggiormente. Stretta con rinnovata fermezza da frammanti di fiabe
che scuotono verità sepolte ma che non si possono sopportare, metafora di
libertà da riconquistare e raddrizzare. Il cipiglio sottilmente e minuziosamente
evidenziato che si scava nell’animo umano non espugna alcuna prospettiva, alcun
buon esito, ma raddrizza o rinnova l’accettazione di limiti che sono stati
sorpassati, caratterizzato dal superamento della paura e da una certa ritrovata
fiducia nella fantasia.
Per come la vedo io, La leggenda della rosa di Natale è una raccolta di racconti che
omaggia le fiabe e le leggende svedesi, ma che non conferisce nulla di più di
ciò che garantisce la quarta di copertina, con le sue innumerevoli riflessioni
che hanno una certa importanza, il suo continuo desiderio di rinascere, scovare
la luce quando sembra impossibile, che prevalgono con una certa forza e
conferiscono quel tipo di magia che caratterizza il Natale.
Ci sono questioni su cui i miei pensieri si
sono soffermati come forme indistinte che nemmeno il tempo riesce a scalfire. La
magia, il surrealismo, l’aspetto trascendentale e realistico, intrisi di magia
che definiscono l’animo generoso ed estremamente profondo dell’autrice. E il
mio. Ritrovarsi, a questo proposito, è stato davvero bello. Inconsciamente la
mia coscienza violentemene è stata sbandata da piccoli frammenti di vita, che
sebbene un po’ irragionevoli, arricchiscono un volume che avrebbe potuto essere
scialbo e insulso. In atmosfere che trasudano surrealismo, magia, ho
riscontrato giovani uomini o donne legati alla paura di essere se stessi in un
mondo ombroso ma ricco di sentimentalismo, che mettono in gioco le coscienze di
ognuno di noi e il nostro modo di entrarci in relazione.
Valutazione
d’inchiostro: 3 e mezzo
Libro interessante, grazie per la recensione
RispondiElimina😊😊
EliminaCiao Gresi, non ho mai letto un romanzo di questa casa editrice, ma questo lo trovo una lettura perfetta per questo periodo :-)
RispondiEliminaEh già 😊😊 una perfetta lettura natalizia 😊😊
EliminaSembra carino, bella recensione.
RispondiEliminaGrazie mille ❤️
EliminaCredo sia una lettura perfetta per questo periodo!
RispondiEliminaGià, lo credo anche io :)
Elimina