In una manciata di minuti mi sono trovata
davanti a due racconti brevi che fanno parte della produzione letteraria
nèmirovskiana, che sfogliando le sue pagine mi accorgo che hanno urtato la mia
sensibilità. Penso che ogni romanzo di questa autrice contenga messaggi
criptati, un barlume di verità che potrebbe cambiare le cose. Ma poi,
ripensandoci, comprendo come non si tratti nient’altro che di semplici
coincidenze: ciò che l’autrice ritrae nei suoi romanzi sono frammenti di un'anima romantica, semplice ma perennemente tormentata. E meditando su questa
cosa, il mio amore per Irène Nèmirovskij con gli anni è cresciuto a dismisura.
Decidendo così di cibarmi di qualunque sua opera scritta e pubblicata. Potrà
sembrare azzardato ma è così che mi sono imbattuta, ancora una volta, in questa
splendida avventura che fornisce diversi indizi su ciò che più mi piace.
Il ballo e Come le mosche in autunno, quest’oggi
con una recensione condensata in un unico post, sono piccoli indizi di segreti
che sono sempre alla ricerca di un disegno. Così onesti, forse fin troppo pur
di creare delle illusioni, e che ci rende consapevole come quanto è accaduto è
qualcosa che non si potrà dimenticare.
Titolo: Il ballo
Autore: Irène Nèmirovskij
Casa editrice: Adelphi
Prezzo: 9 €
N° di pagine: 83
Trama: La quattordicenne Antoinette decide di
gettare nella Senna tutti gli inviti che la madre, volgare e arcigna parvenue,
ha stilato per il ballo destinato a segnare il suo ingresso nella brillante
società parigina. E’ una vendetta, che la ragazza consuma nei confronti della
madre.
Titolo: Come le mosche d’autunno
Autore: Irène Nèmirovskij
Casa editrice: Adelphi
Prezzo: 10 €
N° di pagine: 99
Trama: E’ lei, Tat’jana Ivanovna, la vecchia
nutrice, a preparare i bagagli di Jurij e di Kirill, i ragazzi che partono per
la guerra; ed è lei a tracciare il segno della croce sopra la slitta che li
porterà via nella notte gelata. Sarà ancora lei a rimanere di guardia alla
grande tenuta dei Karin allorchè la famiglia dovrà, come tantiu, rifugiarsi a
Odessa e ad accogliere Jurij quando tornerà, sfinito, braccato. Né si perderà d’animo,
la vecchia nutrice, quando dovrà camminare tre mesi per raggiungere i padroni e
consegnare loro i diamanti che ha cucito a uno a uno nell’orlo della gonna. Grazie
a quelli potranno pagarsi il viaggio fino a Marsiglia, e proseguire poi per Parigi.
Nel piccolo appartamento buio che hanno preso in affitto Tat’jana vede i Karin
girare in tondo, dalla mattina alla sera, come fanno le mosche in autunno. Lei,
che è stata testimone del loro splendore, che li ha visti crescere, che li ha
curati e amati per due generazioni con fedeltà inesausta, li vedrà adesso
vendere le posate, i pizzi, perfino le icone che hanno portato con sé. Sembra
che nessuno di loro voglia ricordare ciò che è stato; solo lei. Tat’jana
Ivanovna, ricorda: così una notte, quella della vigilia di Natale, mentre tutti
sono fuori a festeggiare, si avvia da sola, avvolta nel suo scialle, verso la
Senna.
La recensione:
Man
mano che il mio percorso con la Nèmirovskij prosegue, senza guardarmi alle
spalle, il mio inclinamento interiore, il mio amore nei suoi riguardi si
tramuta in ossessione, possessione, straziante e irrazionale fonte d’ispirazione.
Un bellissimo modello da seguire. Ma queste parole non esplicano perfettamente
come mi sento, ogni qualvolta mi imbatto fra le sue pagine. Perché la
Nèmirovskij non fa nemmeno un accenno a cosa scrisse. Che piacere leggerla!
Cominciano sempre così le mie recensioni, e anche questa non fa eccezione. Sembrerebbe
un caso importante, serio, devo dire la verità: ne sento la mancanza. In sua
compagnia si che sto bene: apro un suo libro, mi ci immergo a capofitto e via,
fra innumerevoli lotte del cuore umano. Passo del tempo con personaggi
immaginari che, dopo una manciata di minuti, divengono persone in carne e ossa,
e mi rannicchio nel mio cantuccio segreto.
Come
il resto dei suoi romanzi, anche questi due racconti o romanzi brevi proseguono
su quello stesso tono intimistico, provato e sentimentale che sfiora certi
oggetti d’angoscia e tormentosi della vita di ognuno di noi. Che ci si senta
traditi dall’individui che ci sovrastano o vulnerabili è alquanto frustante, e
quando finisco di leggere è vuoto, non c’è nient’altro che semplici momenti di
tensione. Sono sola, è vero. La lettura è un hobby, una passione solitaria, a
cui non ci si può rivolgere a nessuno in particolare. Eppure, gli innumerevoli
momenti di sconforto, autocommiserazione, ma anche di gioia di felicità
distorta che scalda il cuore, alla fine, mi fanno riemergere dalle tenebre: perché
ho un temperamento solido, intaccabile, meno tetro di quel che sembra, sebbene
in certi momenti abbia pensato che il mondo sia uno schifo, e per quale motivo
noi povere creature siamo state così sfortunate? La vita però mi ha permesso di
comprendere come bisogna ridere, persino nei momenti in cui non c’è nulla di
divertente, e che bisogna vedere il lato positivo nelle cose. Questo è uno dei
maggiori aspetti del mio carattere che si conforma perfettamente a quello della
Nèmirovskij: disperata, certo, ma non brutale. Che si tratti di fede o
speranza, dopotutto il male non viene per nuocere. E che inevitabilmente ti
fanno crescere, ti inducono ad interrogarti e darti delle risposte.
Ispirata
da certi approcci, o, ancor più, certi aspetti biografici, l’autrice scopre di
aver trovato finalmente il coraggio di estrarre il male che imperversava nel
suo animo mediante la scrittura. E quando prendeva in mano una penna e la
faceva danzare su un piccolo taccuino, il mondo si immobilizzava. Un processo
di scrittura bellissimo, che ho da sempre immaginato in questo modo, e che fra
me e me dona forza e coraggio.
Romanzi
dopo romanzi mi sento in armonia con l’autrice, oggi ancor meglio di prima. In
altri termini, la situazione banalissima di divorare questi due brevi romanzi mi
conferì una certa libertà. Una certa soddisfazione personale, che a
invischiarmi non fu tanto il coinvolgimento emotivo ma l’anima che vi è
racchiusa in ognuno di loro: perché la mia sembra avvicinarsi sempre più a
qualcosa di forte e indefinito che esplica persino una certa parvenza di vita
indipendente. I romanzi nèmirovskijani sono infatti opere indipendenti ma sentimentali,
romantici e seducenti che non concedono momenti audaci o maggior momenti di
trionfo in cui il genio esercita un certo potere sul bello, sull’esteticità. Piuttosto
uscire camminando, percorrendo un sentiero completamente diverso da quello
prefissato che conferisce una certa libertà, una libertà che a me francamente
riempie sempre di gioia. Felice di essere viva come non mai.
Questa
volta la mia permanenza nel mondo dell’autrice è stata alquanto breve, ma
inorgoglita nell’aver contemplato monumenti individuali che frantumano
pezzettini dell’anima di chi legge. Molto belli entrambi, ma diversisssimi per
alcune tematiche, ennesima prova in cui vi è rappresentato l’individuo come
vittima prostata ad implorare perdono o ad ottenere libertà. Che spicca da
bassorilievi talvolta grotteschi, da cui è davvero impossibile non potersi
sentire coinvolti, fremente da certi pensieri pregni di dignità umana.
Valutazione d’inchiostro: 4 +
Ho letto solo Il ballo, che avevo adorato. :)
RispondiEliminaAnche Come le mosche d'autunno devo dire si è rivelata una gran bella lettura ;)
EliminaNon ho letto niente di quest'autrice, ottima recensione, grazie
RispondiEliminaGrazie mille a te! Spero allora la leggerai il prima possibile 😊😊
EliminaIl ballo è stato il testo con cui mi sono approcciata alla scrittura della Nèmirovskiy, e non potrei essere più contenta di averlo fatto!
RispondiEliminaAnche io 😊😊 amo la Nemirowski, e pian pianino sto recuperamdo tutti i suoi romanzi 😊😊📖☺️
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