martedì, luglio 26, 2022

Gocce d'inchiostro: Moll Flanders - Daniel Defoe

Mi inoltrai cautamente fra le pagine di questo romanzo scoprendo una serie di vicende che mai avrei creduto di poter vivere con i miei occhi. Questa Moll Flanders, prima che io leggessi di lei, era per me una completa sconosciuta che, inconsapevolmente e non, aspirò ai limiti di una vita benestante e indipendente, il cui cuore avrebbe potuto risvegliarsi solo nel momento in cui sarebbe rinato. Pentirsi affinchè qualcosa sarebbe andato al suo posto. Come in Lady Roxana, questo romanzo presenta assetti vividi e prorompenti in cui il desiderio, il potere assoluto avrebbe indotto a raggiungere la felicità, condizione che stona con i toni gai, quasi allegri di queste pagine,  di cui la stessa Moll è una povera reietta che timorisce dalla solitudine della morte. Sbilanciarsi in forme cattive e sciagurate, forme istruttive e culturali avrebbe offerto una disamina attenta del secolo e del capitalismo. Cosa avrebbe inquietato a tal punto da dover compiere gesti così malvagi e impuri? Questo romanzo risponde solo in parte a queste domande, impossibilitati ad avere risposte corrette e coerenti, di cui ho letto queste pagine con estrema cura, assumendoli la responsabilità di ogni incomprensione subita. Naturalmente questo personaggio è il prototipo di quel personaggio femminile che, all’epoca, erano sottratti alcun diritto e dovere. Ma libera, forte e coraggiosa, la voce di Moll sovrasterà qualunque fragore politico e sociale soppiantando qualunque piccola e grande cosa, qualunque prospettiva di gioia e felicità, qualunque assetto tollerante cerimonioso e religioso.

Titolo: Moll Flanders
Autore: Daniel Defoe
Casa editrice: Feltrinelli
Prezzo: 9 €
N° di pagine: 410
Trama: Nata nel carcere di Newgate, orfana, sposa del fratello, piccola apprendista cucitrice, giovane gentildonna, femminista ante litteram, e più grande ladra del suo tempo. Questo, e altro, è Moll Flanders. E prima ancora è una maestra del travestimento e dell'inganno, al punto che neanche il suo stesso nome è certo, anche quello è una copertura, un velo che ci impedisce di conoscerne la vera identità. Nel 1722, meno di tre anni dopo aver scritto Robinson Crusoe, Daniel Defoe dà alle stampe Moll Flanders: uno dei frutti principali della straordinaria stagione creativa di cui fu protagonista. "Defoe si aggira dovunque a Londra," scriveva E.M. Forster. Se Robinson prende il largo e diventa il più famoso naufrago della storia letteraria. Moll ci accompagna per le strade e le campagne inglesi. Nel suo picaresco pellegrinaggio la seguiamo in luoghi d'ogni genere e compagnie d'ogni risma: con lei entriamo nelle case della borghesia in ascesa, dormiamo nei letti di mercanti e truffatori, lasciamo Londra per concederci una gita a Oxford e saliamo a bordo di diligenze dirette nel nord dell'Inghilterra, ci innamoriamo di un bandito irlandese e veniamo deportati come schiavi nelle colonie americane della Virginia. Questa nuova traduzione si propone di portare alla luce la creatività verbale e lo stile oraleggiante di Moll, inarrestabile e sensuale narratrice.

La recensione:

In principio c’era la curiosità. Più tardi avrei riso nel porre queste poche righe, e dopo ancora, osservato il romanzo posto nella libreria assieme ai suoi fratelli d’inchiostro, e poi accarezzarne il dorso con desiderio e nostalgia. Sono infatti questi sentimenti, talvolta forti, talvolta contrastanti, che mi hanno svezzato, mi hanno permesso di osservare la figura della donna francese del 1600 sotto diversi occhi, e quando iniziai e ne fui completamente travolta non ci pensai due volte a proseguire … dovevo sapere quale piega avrebbero preso queste vicende. È così che comincia: una fanciulla che emette il suo primo vagito in un luogo putrido e poco accogliente, sballottolata da una parte a un’altra, da un orfanotrofio ad un altro, trovatasi improvvisamente seduta sul pavimento di una lurida cella, in cui solo il tempo potrà testimoniare la sua essenza. Né le sue fattezze, quanto le vicissitudini che si districheranno fra generi individuali diversi. Ogni giorno mi recavo nella Francia di fine 600 e sedevo nella mia poltrona preferita aspettando che accadesse qualcosa. Qualcosa accadde, e aveva un chè di potente, magico, ammaliante. Ed io non potevo essere più felice di così.
Il caso sembrava avesse cospirato per me. Il mio obiettivo di smaltire la pila della vergogna costituiva, sino a qualche mese fa, una torre non indifferente di romanzi che, per consapevolezza e non, ho acquistato e lasciato languire per qualche tempo sugli scaffali della mia libreria. Ho desiderato ardentemente leggerli, ma altre letture prendevano il sopravvento. La curiosità per nuove pubblicazioni, nuove prospettive nel campo editoriale fantastico e non erano tentazioni così cocenti che non ci pensavo nemmeno a non rispondere alla loro chiamata. Ma realizzare un progetto, proseguire ambendo nient’altro che al raggiungimento del tuo obiettivo mi ha indotta a guardarmi dentro e scoprire una me più forte e decisa di quel che credevo. Testarda, ambiziosa lo sono sempre stata e questo progetto non sembrava procurarmi alcun impedimento da qualche altro raggiunto in passato, forse il sacrificio di non acquistare romanzi per qualche tempo. Un lettore ha bisogno di parole per sostenersi e vivere. Di parole ancora da leggere e << respirare>> ce ne sono, anche se sempre meno. Ma la meta è sempre più vicina, il mese di agosto, il mio compleanno, sempre più vicino ….perchè gettare adesso la spugna, ora che sono sempre più spedita e proiettata in questo mondo bellissimo e soddisfacente delle aspettative e del puro piacere della lettura?
Tutto questo per dire, che Moll Flanders faceva parte di questa suddetta pila, ragazza dalla bellezza straordinaria, ammaliante che fece del denaro una buona raccomandazione per conquistare ogni cosa, pur di non avvilirsi, non essere risucchiata dall’incontrollabile strisciare del mondo. Un mondo ricco di dettagli, di espressioni sentimentali che sciorinano forme di sopravvivenza che esplica svariati motivi per cui legarsi a qualcuno è una forma di pragmatismo e arroganza in cui ogni cosa giustifica il Male che sedimenta in lei. Moll Flanders mi suscitò una certa compassione, sin dal primo momento in cui la conobbi, perché sebbene i suoi siano gesti malvagi sono in realtà dettati da valori cristiani che avrebbero dovuto permetterle di raggiungere la pace, la prosperità. Dice di voler scoprire se stessa, evidenziare qualunque forma, assetto sociale che avrebbe dovuto farla spiccare nel bel mezzo di una società che non lascia adito ad alcun dubbio, alcuna forma di libertà. Tutto questo poi così strano, fino a nuove conoscenze e assetti di vita che avrebbero sconvolto il suo universo personale.
Moll Flanders sarebbe stata quella coinquilina che fece incetta di uomini, soldi, saggezza e potere per procurarsi i fondi, allontanarla da una vita ritirata e misera, così che un caldo pomeriggio di inizio luglio, indossò il suo corpetto, si incipriò il naso, mise un paio di scarpe lucide e col tacco e fece ingresso in un salotto di passioni nascoste, luridi stratagemmi, atti osceni in luoghi pubblici, che suonava così tanto da prostituta corrotta e ingannevole, che sulle prime pure io esitai a farvi parte. Voglio dire, avevo avvertito un chè di spigliato, vivace, avverso proiettato in un mondo avvulso in svariate e atipiche forme di malinconia e inquietudine. Domandarsi se sarebbe stato meglio poter morire o mantenere intatte le proprie virtù, la bontà di certi dogmi radicati per non farsi sopraffare dalla lussuria, dal denaro avrebbe equivalso conoscere se stessa, scovare quella strada che possa condurla alla redenzione. Allontanarla dal peccato, dalla corruzione, dalla miseria, da  qualunque forma possa condurla all’infelicità erano forme di sostentamento che solo il sesso, l’atto di concedersi ad altri come modo per salvarsi avrebbe equivalso a qualcosa.
Questa Moll Flanders ci andava giù duro e fece del suo servizio un itinerario completo che come un epidemia si diffonderà in tutta la Francia come una punizione esemplare a qualcuno, e poiché si avverte questo forte bisogno di rinascita l’autore mescola al sesso atti di generosità generato quasi sempre da spiriti animati da principi solidi, consolidanti. Si ipoteca così sulla fede e sulla religione, sulla coscienza, sul pudore pur di avere in cambio << un tozzo di pane >>, sorretto da principi morali in cui qualunque senso della modestia soffoca moniti di una coscienza che induce ad assistere a qualunque cosa. L’infelicità va a braccetto con l’impossibilità di soffocare le passioni, la vanità con la grandezza generate dalla povertà e dal bisogno di redenzione, ciò che è inarrestabile diviene illegittimo affinchè la coscienza divenga sorda persino per noi stessi.
Così contenta per come sono, anche con questo romanzo nutrì un piacere incommensurabile nel dare forma e spazio a pensieri inspiegabili.
La sua storia non era differente a quella di altre storie che popolano gli scaffali delle mie librerie, e anche se quella di Defoe è un romanzo realista di fine seicento, senza dubbio è una storia originalissima, ambiziosa e a tratti crudele che imbriglia chi legge in un progetto seducente e ricco di sentimentalismo che gli dà il vantaggio di essere molto più vicino nel tempo di quel che si crede ricordando bene, come Nabokov ed altri autori novecenteschi fecero successivamente, la donna non era esattamente considerata. Oltre alla condizione di miseria in cui dovettero adeguarsi, anche Moll Flanders ci impartisce una lezione simile su come ottenere una certa libertà, con elegante chiarezza, in ogni frase o gesto riportato, come un incantevole ninfa che suscita stupore e ammaliamento. E come non sentirsi coinvolti in tali vicende, che contraddicano le affermazioni del vigore della sua personalità, se non ascoltando ciò che imperversava nei suoi pensieri, anche quando sembrava impossibile potesse esserle riservata un minimo squarcio di felicità, giurando fedeltà all’unica persona che la facesse sentire viva?
Quella di Moll Flanders è una storia che rivaluta la donna e il suo sentirsi perennemente guasta in un mondo che di giusto non ha proprio niente, nel quale l’autore si spinge ad entrare nei particolari, scandagliando la sua personalità, il suo sentirsi donna, confessando ciò che agli occhi di molti era ermeticamente nascosto, abbattuta su milioni di spalle diverse senza aver mai provato moti di compassione, così tesa e spaventata di restare completamente sola. Ma l’umiliazione di essere usata come oggetto di desiderio, che rievoca le sue attività di spogliarellista, è certamente una delle umiliazioni più cocenti che una donna potesse subire. Eppure in questo modo Moll confessa i suoi “desideri anormali”, la sua attrazione per i maschi fedeli e non, violenti e spudorati, e poi se stessa, che prima di tutto era madre di innumerevoli adolescenti.
Un libro così potente e geniale, così impregnato di verità sul significato dell’essere vivi, liberi, rendono grazia a una delle opportunità più fluenti nel panorama letterario: una sfida personalissima nel dare voce a chi non aveva voce. Nel buio, nei cantucci languidi e puzzolenti, ho visto elogiare il corpo, le movenze, i gesti di una donna comune ma infelice che si innalzò su fiumi d’inchiostro che ancora bruciano sulla pelle, mediante << amori >> irruenti, segnati, feroci che spesso distruggono la vita di molti come una punizione eterna. Ho aperto silenziosamente queste pagine di diario macchiate di sangue, in cui sono stati riportati sprazzi di memorie di una vita lontana, passata che inducono a domandarci se proprio allora, nello scintillio di una Parigi ancora sonnacchiosa, abbia avuto origine quella crepa che percorse la vita della protagonista.

Valutazione d’inchiostro: 4+

4 commenti:

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