Ci sono romanzi che creano un prima e un dopo; un'interruzione netta
che somiglia a un taglio col coltello, prima triste e sentito, dopo un attimo
intriso di speranza. Ovunque tu sarai rientra in questa categoria e, racconto
di un amore che non ha una sua collocazione precisa, non trova confini, è una
scialuppa di salvataggio dinanzi a un mare in tempesta.
Lo disvelamento di una tenebra, e tutta la luce che ne è venuta fuori.
Titolo: Ovunque tu sarai
Autore: Fioly Bocca
Prezzo: 12,00 €
Casa editrice: Giunti
Trama: Anita vive da tanti anni a Torino ma è cresciuta sulle Dolomiti, dove il vento soffia sempre e l'aria è fresca, e dove di recente è costretta spesso a tornare per via della terribile malattia di sua mamma, che la sta portando via velocemente. Per farle sentire tutto il suo amore, Anita scrive ogni sera una email per augurarle la buonanotte, dove però non racconta la verità. Non le dice che il lavoro nell'agenzia letteraria non è entusiasmante come pensava, né che il suo fidanzato di lungo corso, Tancredi, è distratto, distante, stolido. Anzi, scrive che stanno programmando le nozze per dare il via a quella famiglia numerosa che Anita ha sempre desiderato. Durante uno dei viaggi in treno, Anita incontra Arun, un ragazzo italocambogiano, scrittore di libri per bambini, al quale basta guardarla negli occhi per leggere tutta la sua tristezza. Un incontro che la colpisce. Ma chi è Arun? Perché, anche se cerca di tenerlo lontano, qualcosa la riporta a lui? E' forse questo il regalo che le ha lasciato in eredità sua madre?
La recensione:
La vita alle volte ti tradisce, ti lascia nuda a
sperare, nella testa,
la parola fine. Senza
confessartelo, in silenzio. Poi però sa riscattarsi quando vuole. Bisogna
sempre darla una seconda
possibilità,
alla vita.
La cosa che più mi colpì fra le pagine di Ovunque tu sarai fu il
dolore. A priori pensai fosse semplicemente un espediente narrativo per colpire
dritto al cuore, un varco fra le parole che mi permettesse di andare lontano,
senza capirci più niente. Poi, la vidi chiaramente, sola e indifesa, guizzare
in un torrente limpido di montagna e mi resi conto che non solo era qualcosa di
vero e tangibile, ma che lui, in quel teatro artificiale di parole e manichini,
era grande come lo spazio freddo e silenzioso nel quale girano gli astri. A lui
era impossibile farci caso. Ad Anita erano rivolti i miei pensieri: fermi lì,
ai bordi dell' anima, ad inquinarmi il sorriso. Così famigliari, vicini, come
un tatuaggio indelebile, ma anche ossessivi.
La perdita di una persona cara che si ha per la prima volta è sempre
una sorpresa estremamente spiacevole e per me quella di Anita fu grande. Ero
arrivata in un posto imprecisato che, dopo tanto tempo trascorso nell'impasse,
mi ha permesso di tornare alla luce. Ma invece che in un luogo tranquillo, dove
avrei potuto far perdere volontariamente le mie tracce, annunciato dalla
monotonia del giorno, mi ritrovai in una sorta di drammatica parabola moderna
che, col desiderio irresistibile di avvicinarmi, semplicemente mi lasciai
consumare dal fuoco della solitudine. Attorno a me, una giovane donna che,
dinanzi agli occhi del mondo, si metteva a nudo, non risparmiandosi niente.
Offrendo vulnerabile la sua anima, osservando il paesaggio tetro della vita:
così nitido, drastico, triste. E, tutt'attorno, il silenzio. Il dolore descritto
come qualcosa di inevitabile. Una debole luce che diffonde il suo tenue
bagliore come resti di memorie lontane. Anita - lo capì quando mi si avvicinò -
era quel funambolo che avrebbe dovuto prendere la spinta per fare un balzo e
afferrare il prossimo appiglio. L'istante in cui si prepara al salto e non sa
cosa però farsene del volo. Poiché questa è la vita. La certezza della sua
esistenza. La prova messa in atto da un funambolo, pur di ritrovare
l'equilibrio. Lei, quella farfalla che non riesce a spiccare il volo.
Una leggera euforia? La dolcezza quieta dei pensieri? Parole che hanno
finalmente una sua forma? Promesse ad un'idea di libertà, nata dal desiderio
ardente di una ragazza infelice e insoddisfatta costruita sui sogni. Li
aspettavo, come la fatalità di una condanna.
A ridestarmi fu la realtà. Così crudele, viva. Il rumoroso insolito
spettacolo messo in scena dalla spuma dei sogni era finito e stava cominciando
quello, inquieto e quotidiano, offerto dall'arcobaleno inesauribile dei colori.
Da un concerto interminabile di rumori. Un mero spettacolo si levava oltre la
sommità di una barca che non avrebbe dovuto affondare, resistere alla corrente,
combattere alla deriva, riacquistando il controllo su tutto.
Ho
sempre pensato che una via di fuga ci fosse comunque, e invece è strano non
vedere nemmeno
un’uscita d’emergenza.
Ovunque tu sarai è un romanzo che, nella sua semplicità, potrebbe
apparire poco originale, ma che, al contrario, è una continua ricerca di amori
persi e poi ritrovati, sogni o desideri riesumati dalla risacca lenta del
tempo, punti di domande senza risposte.
Amarsi è anche imparare a non
pestarsi i piedi mentre si balla la stessa musica.
E' una storia che ha avuto l'utilità dello sfogo e dell'avvertimento di
un anima che vaga lungo la riva dell'insoddisfazione, e quello del dolore che
inzuppa la nostra anima come un terribile acquazzone. Nella sala d'aspetto
della vita, ho visto una donna che si crede forte, ma fragile che, lontana dal
peso del fantasma invisibile delle esperienze passate che tuttavia avvolgono il
suo animo come una coperta ingombrante, mi sussurrò alle orecchie parole che
ormai si sono perse nel tempo. Un eco impossibile da rievocare.
Quello della Bocca è un romanzo breve, ma profondo, triste, quasi
angosciante, poetico, appassionante capace di strappare il cuore. Fra le sue
pagine ho conosciuto un'autrice profonda, sensibile che, nonostante la brevità
della storia, lascia un segno sul cuore: un amore completo, che salva dal
niente.
Un quadro raffinato dipinto con una vastità di colori, un pezzo di vita
in cui tutti possono specchiarsi che, attraverso le parole, la fotografia,
coglie l'attimo che fluisce impertinente del tempo. Interpretandolo. Scrivendolo.
Ti ho amato come si ama la mano che ci salva dal
niente, come se oltre te non
esistesse
che il buio e l’ora del lupo.
I linguaggi, quasi sempre romanzati, e l'intreccio, non sempre limpido,
spedisce dritto fra le braccia di Anita, raccontando una storia semplice ma
toccante che ha del romantico, che sopravvive nella mente del lettore come
qualcosa di suo. E ci rende partecipi di qualcosa che, in un modo o nell'altro,
lascia un segno del nostro passaggio.
Fra lettere scritte dinanzi agli occhi del mondo, in una città
nebulosa, Ovunque tu sarai mi ha concesso di ascoltare la storia di una donna
che, dopo tanto, troverà la felicità. Un eroina del nostro tempo che coinvolge
nel suo abbraccio, che trascina in un cielo zeppo di nuvoloni neri e
ingombranti.
... ho sentito che sei mia, e che niente, nessuna
cosa ha più senso, senza te. Ti amo già di un
amore
completo, che non credevo possibile.
Valutazione d'inchiostro: 4
Quanto mi piacciono le tue recensioni! la tua scrittura ha un ritmo bellissimo...spero di leggere questo romanzo il prima possibile
RispondiEliminaGrazie, Franzes! Sei sempre gentilissima <3
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