Ogni tanto mi capita di imbattermi in
romanzi in cui divengo protagonista di strani eventi. Eventi in cui ogni minima
parte della mia anima diviene soggetta a svariate sensazioni, in cui riesco a sentirmi
esaltata per aver "visto" cose o persone che prima ignoravo
volontariamente in maniera completamente diversa.
Talvolta è terribilmente difficile
restare impassibili a una bella storia, che sia stata concepita in prosa o
sottoforma di racconto, quando la luce che rischiara i cuori scaturita da una
melodia dolce e toccante è troppo luminosa persino per i nostri occhi deboli.
E' terribilmente difficile ignorarne persino il tono, soprattutto se si
sprofonda in una landa deserta e buia di cui i sentimenti sono la vera matrice
del tutto. Tessuti da un cuore giovane, come fibra di malesseri e dolori, in
mezzo a un giardino incantato in cui si cerca di ritrovare il senno.
A qualche giorno di distanza dalla
santa Pasqua, ho abbracciato l'opera dell'esordiente Stefano Labbia con un
certo entusiasmo. Come un arcobaleno variopinto di colori che inevitabilmente
si è addensato sul mio destino. Tramando alle mie spalle, crescendo all'ombra
della mia completa incoscienza, quella benedetta ignoranza che mi aveva fatto
credere che leggere poesie non è altro che una perdita di tempo.
I giardini incantati tuttavia mi hanno dimostrato il contrario, quanto di sbagliato ci fosse
in frammenti di vita di un anima comune. E corroso il mio animo in un modo non
del tutto normale, è una lettura che infervora con sentimento per le
sfavillanti emozioni che la sua lettura ha sortito così bene.
Titolo: I giardini incantati
Autore: Stefano Labbia
Casa editrice: Talos Edizioni
N° di pagine: 59
Trama: Seconda silloge poetica del
giovane autore romano Stefano Labbia: i versi di questa nuova raccolta, più
maturi ed importanti, rispetto ai precedenti, ci trascinano in un giardino
incantato fatto di sfumature vivaci e tinte forti: l'autore ci mette di fronte
ad un afflato piuttosto originale, tanto che sembra coraggiosamente poco
curarsi della lezione ermetica e avanguardista del Novecento rifacendosi forse
ai crepuscolari ( Corazzi, Gozzano, Govoni, ecc. ) e recuperando l'intimismo e
la "semplicità" a fronte del modernismo a tutti i costi. Versi,
quelli presenti ne "I Giardini Incantati" che sono frutto di varie
esperienze di vita e di rapporti umani contrastanti, fra sentimenti e
risentimenti, amarezze e dolcezze, comuni a tutti noi esseri umani, figli dei
tempi antichi e moderni. Per cui la poesia del Labbia è, come ella stessa dice
della vita, "severa e ilare al tempo stesso".
La recensione:
Il respiro è pesante,
Il cuore geme,
la bocca è dischiusa.
Dieci minuti,
un quarto d'ora,
nel buio più completo.
Lingue d'amanti clandestini,
bocche senza fiato,
capelli sopra il petto,
corrente d'aria gelida.
Lenzuola bianche di cotone,
gettate all'aria
da movimenti repentini.
Scatti,
e contorcersi,
piegarsi,
amarsi.
(Tratto da Amor rubato)
Non riesco a spiegarmi
il perché, ma in questi ultimi giorni non ho fatto altro che pensare a Stefano
Labbia. A dir la verità fino a ora ho nutrito così tanta curiosità nei riguardi
di un autore raramente. Forse un bagaglio di emozioni altalenanti aveva distorto
la mia anima, ma ricordo con nitidezza quegli strani e forse per molti irrilevanti
"dettagli" che a me hanno dato molto più di quel che credevo. Per
esempio che dietro a una prosa asciutta, semplice si nasconde un abile lettore
di anime. Un poeta, un cantautore che mediante versi si è avvicinato alle cose,
sottolineandole nel modo più accurato possibile. Questi pensieri resuscitano in
maniera incoerente soprattutto quando alla fine del romanzo non c'era più
niente, il vuoto di una pagina bianca. Intenta a fissare la sua anima,
racchiusa nei limiti del possibile, in un viaggio di cui resta poco ma tutto,
in cui il tempo sembra scorrere con ordine. Va e viene in qua e in là come gli
pare e piace.
Lontana centinaia di
chilometri da tutto e da tutti, che sono al buio o inondata dal bagliore
accecante di un mattino soleggiato, senza prospettive in qualunque direzioni
guardi, durante la lettura de I giardini
incantati sono stata colpita da sentimenti così forti e intensi che ho
avuto voglia di mettermi a urlare al mondo intero. E' mai successo? In questi
momenti mi piace pensare che la mia persona è connessa a quella dell'anima
dell'autore, a un certo numero di cose, e nella mia testa ne compilo una lista
scrupolosa. Naturalmente fra queste c'è stato anche l'autore di questa
bellissima raccolta. Ed Angela, Gli amori rubati, Candide gioventù, Mille bugie
ed errori. Ci sono anche le innumerevoli gioie o fugaci momenti di
esaltazione che ha confezionato così bene nel mio cuore con le sue mani. Anche
ricordi di un uomo che si è sottratto ad una valle di fuoco, ha vissuto dentro
feroci tempeste, vagato come uno spettro nella valle oscura del sentimento.
Così con l'aiuto di
tutte queste cose insignificanti ( si fa per dire, naturalmente, quello che ha
scritto Stefano Labbia non è affatto insignificante ) poco per volta sono
riuscita a tornare da questa parte. In questi momenti mi è capitato di
rimpiangere di non essermi lasciata vedere e sentire dall'autore. Pensare che
quando lo conobbi, sentì parlare di lui, mi dicevo cosa sarebbe accaduto se il
Caso non avesse permesso questo nostro breve incontro.
Tra me e l'anima
dell'autore si è creata una buona intesa fin dall'inizio. Non si trattava di
quell'attrazione intensa e irresistibile, quel cortocircuito che a volte si genera
tra due persone che si incontrano per la prima volta, ma un sentimento molto
più dolce e quieto. Come due piccole luci che avanzino parallele attraverso uno
spazio buio, e a poco a poco vadano avvicinandosi impercettibilmente. A mano a
mano che mi avvicinavo, senza che me ne accorgessi queste mie visite
inaspettate nel cuore del fervido protagonista divenivano qualcosa di gradevole
e necessario. Quando me ne resi conto, provai una sensazione ancora più strana.
Non mi sembrava cioè di aver incontrato una persona nuova, qualcuno che
possedesse poteri o capacità paranormali, ma quasi di aver ritrovato qualcuno
la cui anima coincise con la mia.
Chissà cosa penserà
lui di me, dopo aver letto questa recensione? Chissà se un giorno avrò la
fortuna di poter parlare un po' con lui in qualche altro posto, dove si
potrebbe avere solo brevi scambi di parole tra una domanda e l'altra.
….
<< Mi pento,
mi dolgo, Signore! >>
se la sciagura stessa
son io?!
…
<< Mi pento e mi dolgo,
d'esser umani! >>
( Tratto da Mi pento e mi dolgo )
I giardini incantati sancisce il primo incontro fra me e la poesia. Qualcosa di
molto semplice, custodito come un gioiello con un tocco completamente
personale, in una maniera a dir poco originale, è stato trasformato in qualcosa
di fantastico. Suppongo che questo sia un particolare talento dell'autore. In
più ha trattato questi pochi versi con cura, con amore direi. E ogni volta che
lo incontravo, camminavo di fianco a lui guardavo ammirata la sua anima
congiungersi alla mia. Tutte cose che ho potuto verificare con i miei occhi nel
breve periodo della mia permanenza.
Accovacciandomi in
questa sferzata di colori, come un brusco colpo di scure che ha fatto cadere a
terra una pesante coltre nera, ho volato nel cielo di marzo, immaginando di
essere diventata una scrittrice di anime. Mi fermavo su un grande giardino e mi
guardavo attorno contemplando le meraviglie. Se Stefano Labbia aveva fatto
così, evidentemente questo era il modo giusto per farlo. In un delicato
meccanismo, in un accozzaglia di parole che come pietre messe di traverso nella
corrente di un fiume, mi hanno permessa di arrivare dall'altra parte.
Ma chiedo a me,
e chiedo a te,
il motivo
per cui non si possa stare assieme in
egual modo.
…
unisci me a te.
Te a me.
In un lungo scambio
di emozioni.
molto molto interessante:) mi piacerebbe leggerlo :)
RispondiEliminaTi seguo e mi farebbe piacere se anche tu lo facessi :)
http://lucia2506.blogspot.it
Grazie, Lucia! Con piacere 😊
EliminaCiao Gresi =), sicuramente è un libro da leggere e da come ne parli, deve essere molto bello, sicuramente lo leggerò =)!
RispondiEliminaGrazie, Ella! Spero vivamente possa piacerti :)
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