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mercoledì, febbraio 14, 2018

Due chiacchiere con l'autore: JD Hurt

Quest'oggi è un giorno speciale per gli innamorati. Per chi all'anagrafe è stato registrato con il nome Valentina/o, o semplicemente per chi la mattina si sveglia decidendo di festeggiare se stesso. Fiori, cioccolatini, cenette romantiche in riva al mare. Non mi ero accorta di tutto questo, presa dai conati e dal voltastomaco. Non mi ero accorta che la Hurt mi avesse seguita silenziosamente, persino in questo giorno così importante, in questo tentativo folle di prestargli la voce per un tempo più lungo del previsto. La potenza della sua penna, quel tratto sensuale, erano qualcosa di incredibile; può sembrare di parte questo mio giudizio, ma della Hurt io ne sono completamente rapita. Nessuno aveva scritto in questo modo una storia in cui mi sono trovata a mio agio, così intensamente da sembrare una pulsazione ritmica, come se ubbidisse a uno stimolo riflesso, come un battito cardiaco.
Quest'oggi, reduce da una brutta influenza, torno nuovamente ripescando un'altra rubrica che ho lasciato a languire fra le soglie del tempo. Con protagonista proprio la Hurt che, ignara dell'effetto che hanno su di me le sue storie, ospito con un certo entusiasmo ancora una volta nel mio salotto letterario. Confidando che l'ammaliamento che io le riservo ogniqualvolta mi chiede di leggere qualcosa di suo, possa contagiare anche voi J



1) Ciao, Elena! Sono contenta che hai accettato la mia richiesta di ospitarti qui, su Sogni d'inchiostro, ancora una volta. Stesa sulla mia poltrona preferita e sorseggiando una fumante tazza di caffè, ho immaginato che quest'ennesima nostra conversazione non avvenisse solo per via telematica. Ma che tu fossi qui, dinanzi a me, pronta a dedicarmi un po' del tuo prezioso tempo J
A qualche mese di distanza dalla lettura di American History 2 torni nuovamente con la pubblicazione di un romanzo in cui fa da sfondo la Manhattan luminosa e sfavillante di cui ci avevi già parlato nei volumi precedenti. Secondo te, nei romanzi pubblicati in passato c'è stato qualcosa che non hai narrato e che poi ti sei pentita per non averlo fatto?
Anzitutto ciao a te Gresi e ai lettori del blog, è bellissimo essere ancora qui con te...
Per quanto riguarda la Dark Necessities Series non ho grossi rimpianti, anche perché non essendo conclusa, ho ancora tempo per operare degli eventuali  cambiamenti o aggiunte allo svolgersi della trama. Ed effettivamente, in futuro,ho delle grosse sorprese in serbo per i lettori che riguarderanno qualche personaggio delle duologie precedenti (Stolen e American History).


2) Prima di scrivere Wishlist hai realizzato una scaletta, oppure la stesura del romanzo è avvenuta di getto?
Ebbene sì! Per la prima volta in vita mia ho steso una scaletta del romanzo. Devi capire che questo per me è un record assoluto; io sono una persona che non ha programmato neppure il proprio matrimonio. Mi lascio sempre trasportare dagli eventi! Ma questa volta la trama era talmente complicata che ho dovuto tracciare uno schema ben preciso.



3) C'è qualche altra storia che vorresti scrivere dopo la fine della Dark Series?
Effettivamente ho in mente una nuova serie composta da dark mafia romance. Forse la scriverò in contemporanea con la Dark Necessities Series che, a sua volta, non si concluderà con Ethan. Ti dico solo di tenere d’occhio la piccola Destiny ... ti riserverà 
molte sorprese.

4)Che cosa ti ha spinta ad cimentarti con questa tipologia di narrativa, temi principali della tua narrazione?
Non c’è stato un momento o una spinta precisa nel mio approccio alla scrittura; sono sempre stata una scrittrice, solo che non avevo il “coraggio” di pubblicare. Ho scritto il primo romanzo quando avevo sedici anni , si intitolava “Fidel ha scelto la non vita”, ed era darkissimo come trama e atmosfere. Questo per farti capire che non ho scelto di proposito delle tematiche cupe, piuttosto sono state loro a impadronirsi di me.

5) C'è mai stato un momento in cui te ne sei pentita?
Chissà! Forse sarebbe giusto pentirsi di una montagna di cose! Tutto è perfettibile, figurarsi i miei romanzi. Ma per carattere sono incosciente e non mi pento mai. Piuttosto guardo avanti e cerco di far meglio.

6) Qual è il tuo rapporto con i libri, in generale? Chi ti ha avvicinato al mondo d'inchiostro? 
Il mio rapporto con la letteratura è un misto di curiosità, rispetto, passione. I libri sono un tempio segreto nel quale vivere emozioni forti, un modo per uscire dal quotidiano o per sublimarlo a seconda di ciò che si legge. I libri sono il nutrimento dell’anima; senza questo prezioso cibo non sarei la stessa persona. Non c’è stato qualcuno che mi ha avvicinata alla lettura, so solo che appena ho imparato a leggere ho cominciato a divorare tutto quello che mi passava per le mani, dalle favolette di Esopo che ci raccontava la maestra per farci stare buoni alla letteratura per ragazzi. Ricordo che quando ho letto per la prima volta le avventure picaresche di Huckelberry Finn sono rimasta talmente colpita dalla sua vita pazzesca che volevo fuggire di casa e perdermi nel mondo.

7) Qual è il tuo consiglio per chi desidera diventare scrittore?
Non mi sento così brava da dare grossi consigli, a parte forse uno... il più ovvio. Mai cercare di ingannare i lettori rincorrendo le mode del momento, scrivendo ciò che si pensa potrebbe volere il pubblico. È il modo migliore per fallire; chi legge fiuta la falsità e le finte emozioni. Scrivere non è un’operazione di marketing.



8) Scrivi tutti i giorni? Secondo te la scrittura è una forma di dipendenza
Scrivo tutti i giorni e dappertutto. Se non ho il P.C con me, porto una sorta di agenda dove appunto ogni riflessione. E sì, scrivere è una dipendenza; io lo sono completamente.

9) C'è qualcosa di te nel personaggio di Kyle?
No, Kyle è lontanissimo dal mio modo di essere. Fortunatamente sono meno disperata e tormentata.












10) Fra i libri pubblicati, secondo te qual è il miglior libro che hai scritto fino ad ora?
Forse ho una piccola preferenza per Marcia e Steph; sono personaggi che mi sono entrati dentro e ho fatto molta fatica a lasciare andare. Non è stato facile metterli da parte.


11) Serbi qualche ricordo particolare, durante la stesura di Wishlist?
La storia di Wishlist è fortemente legata alla città di Vienna. È nata fra i musei rinascimentali e ha trovato compimento di fronte ad un quadro di Schiele. Ero al Castello del Belvedere di fronte alla “Morte e la Fanciulla” e ho avuto una sorta di “Sindrome di Stendhal”; sono rimasta folgorata. È stato come se quel quadro mi parlasse; sono dovuta correre al bar del museo per mettere nero su bianco le idee che mi si affollavano nella mente. I personaggi di Wishlist pretendevano la loro storia, sussurravano concetti oscuri e parole passionali.

12) Quale significato ha per te l'amore? E' un ossessione, o semplicemente un modo di essere?
Vivo l’amore con grande semplicità; è arrivato da me senza che lo cercassi, in maniera naturale. Lo vivo così: in modo altrettanto naturale. Anche perché ho accanto una persona davvero bella dentro che mi rende facilissimo amarla.


13) Pensi di avere più giovani lettori donne, o il tuo è un pubblico vasto
Penso di avere un pubblico maggiormente femminile, ma non so dirti a quale fascia di età appartenga. Ipotizzo fra i tenta e i quaranta, ma è solo un’ipotesi.

14) In generale, come inizia il tuo processo creativo?
Inizia in maniera repentina, quasi violenta. Posso essere a un concerto, oppure in viaggio o con la chitarra in mano e venire folgorata dall’idea di una trama o da un ipotetico personaggio. Allora, come a Vienna, devo tradurla sulla carta.

15) In poche ma salienti parole, ti andrebbe di raccontarci la tua giornata tipo?
Lavoro soprattutto la notte... la mia vera occupazione è la musica. Perciò mi sveglio tardi, il pomeriggio compongo oppure scrivo; non importa cosa. Può trattarsi delle canzoni,oppure dei romanzi o delle poesie.... scrivo sempre. La sera, se sono libera, esco con gli amici e Filippo, mio marito, che suona anche lui. Perciò è molto facile che il tutto finisca in una jam session. Se viaggio per lavoro, allora la mia vita si divide fra rock, poi rock e ancora rock con qualche incursione nei luoghi che visito per poterne conoscere la cultura e gli usi.

16) Quali sono i tuoi nuovi progetti? Vuoi darci qualche piccola anticipazione? ;)
Vorrei continuare la Dark Necessities Series col capitolo conclusivo di Wishlist, scrivere una duologia  che riguardi Destiny che si  intitolerà “False Patriots”, infine dedicare un ultimo volume a Sharon, la sorellastra di Shiloh . E poi iniziare la nuova serie composta da mafia romance. E, in generale, vivere alla giornata. Più di tutto essere felice.

Grazie, Elena! Non immagini quanto sia contenta ogniqualvolta di leggerti e di ospitarti nel mio blog J Grazie di cuore J
Grazie a te Gresi per la fiducia che mi accordi ogni volta ospitandomi sul tuo bellissimo blog, le parole splendide e profonde che spendi per i miei libri e in generale per l’impegno che metti in tutte le tue recensioni.

4 commenti: