Durante la mia permanenza nel cottage di Wharton Park
mi è capitato di assistere a cose che mi hanno indotto a storcere un po' il naso.
Quando la scrittrice Julie, malinconica e triste, si sedette per narrarmi le
vicende della sua storia, o, per meglio dire, quelle della sua famiglia, c'erano
elementi che alla mia anima sognatrice e romantica avrebbero fatto impazzire.
Renderla invisibile da qualunque attacco esterno … Persino una brutta sorpresa,
come quella riscontrata fra queste pagine, in cui ho visto e sentito cose che
mi hanno fatto storcere un po' il naso. E pur quanto ami leggere e perdermi fra
i meandri di storie come queste, leggere 625 pagine non è stato per nulla
semplice.
Titolo: Il giardino degli incontri segreti
Autore: Lucinda Riley
Casa editrice: Giunti
Prezzo: 9, 90 €
N° di pagine: 624
Trama: Da bambina Julia Forrester ha trascorso ore
felici nell'incantevole tenuta di Wharton Park, dove suo nonno coltivava con passione
le specie più rare ed esotiche di fiori. Quando un terribile incidente
sconvolge la sua vita, Julia, ormai bella e affermata pianista, torna istintivamente
nei luoghi della sua infanzia, nella speranza che la aiutino a capire che
direzione prendere, come è avvenuto in passato. Da poco, la tenuta di Wharton Park
è stata rilevata dall'affascinante e ribelle Kit Crawford, che durante i lavori
di ristrutturazione ha trovato un diario datato 1940, forse appartenuto al
nonno di Julia. E mentre con l'avanzar dell'inverno la tensione tra Julia e Kit
cresce di ora in ora, Julia si rivolge alla nonna Elsie per scoprire quale
verità si nasconda dietro quelle pagine annotate. Ed è così che un terribile
segreto sepolto per anni viene alla luce, un segreto potente, che ha quasi
distrutto Wharton Park e che è destinato a cambiare per sempre anche la vita di
Julia.
La
recensione:
Lui
è il mio pianoforte. Il mio falò. E se non ci fosse più, mi getterei io in
mezzo al fuoco.
E'
possibile che alcune volte, mi dico sempre, si pensa che quel determinato romanzo
o quella determinata storia, in un periodo particolarmente complesso o nel
medesimo istante in cui si brama inconsapevolmente qualcosa che forse non avremo
mai, possieda quei giusti elementi che apparentemente ci inducono a giudicare
un romanzo positivamente.
Sto
cercando di mettere assieme del materiale per scrivere l'ennesima recensione
del mese, un ritratto del primo romanzo di Lucinda Riley che acquistai quando
ero ancora un adolescente, e la storia della sua Julia divenuta classica che
già da tale aggettivo sarebbe bastato per riassumerla.
Ero
sbarcata su una piccola isola dell'Inghilterra, ai piedi di un piccolo ma fatiscente
cottage inglese, provenendo da una cittadina soleggiata e piuttosto tranquilla,
libera da qualunque pensiero o incombenza, aperta a qualunque cosa per sognare
nuovamente ad occhi aperti. Per me questa fu l'occasione adatta per rispolverare
un romanzo la cui lettura risale a un tempo alquanto indefinito. Molti romanzi,
molte letture si sono susseguite nel tempo. Fui coinvolta in questo dramma di
queste donne apparentemente forti ma fragili, e finì vittima di un gioco amoroso
che per presentarsi sulla scena come storico vittoriano di storia possiede ben
poco. Il fatto che questo cottage inglese fosse avvolto da una bruma di
suspense e mistero, questa ragazza incline al pessimismo e all'afflizione, mi
intrigò non poco. Furono tuttavia la mancata analisi storica, le continue
pennellate di colori per i miei gusti furono troppo accesi, a condurmi alle soglie
di questa piccola dimora stanca e un tantino delusa.
Solo
Kate Morton, grazie alla sua passione per l'epoca vittoriana, che personalmente
alimenta giorno dopo giorno benissimo e riversa con una certa cura nei suoi romanzi,
lei, la donna vittoriana moderna, riuscì egregiamente a rubare il mio cuore. Ma
la Riley? Che cosa era accaduto? Dal luogo in cui lei proviene è naturale
vivere, ognuno per i fatti propri, nell'idea che l'amore sia l'unico motore che
azioni il meccanismo della vita. Da grande amante delle storie d'amori passionali
e struggenti mi ritrovo d'accordo … ma dopo un centinaio di pagine mi sono
sorpresa combattuta contro qualcosa che non è stata appropriata per i miei
gusti. La giovane Julia, il suo amore per la musica, la sua storia d'amore col
borioso Kitty non riuscirono a lasciare un segno del loro passaggio, in quei
continui e spericolati viaggi migratori che mi hanno sballottolata avanti e
indietro.
La
storia di Il giardino degli incontri
segreti è senza alcun dubbio una bella storia in cui si nasce e si vive in
mezzo a grumi di parole e spartiti, che, disgraziatamente per me, non hanno
sortito l'effetto desiderato, nessun vero tacito rapporto con i suoi originari
figli d'inchiostro. Trovando in questa storia innumerevoli pecche che, non solo
avrebbero potuto alleggerire la lettura, ma rendere il tutto molto più semplice
del previsto. La Riley, che già dai primi albori con la scrittura si sentiva autrice
a tutti gli effetti, non ha trasmesso un'idea chiara dove volesse andare a parare.
Non mi è stato del tutto chiaro. Non fra i meandri di Wharton Park ne fra i
cuoi pulsanti dei protagonisti, ancora impoveriti e aridi, in cui difficilmente
ho potuto riconoscermi.
Questa
storia, la storia di una giovane donna che dalla sua casa natale esplora i
luoghi della sua infanzia, l'avevo tutta qui: debole, lieve, poco attinente alla
mia idea di amore romantico, talvolta zuccheroso talvolta incomprensibile,
sempre pronto ad andare altrove e a impedirmi di seguire il suo passo. Affinché
garantisse una certa sicurezza, protezione, un certo interesse nei riguardi di
questa acclamata autrice americana.
La
costruzione narrativa di La ragazza delle
perle, lo stile, il flusso narrativo si avvicinarono molto più al soggetto
che mi interessava, al tipo di storia che avrei voluto leggere. Ebbene la Riley
inspiegabilmente continua ad avere una certa fama, e penso che la lettura di un
altro suo futuro romanzo il tempo mi aiuterà ad attribuirle o meno un certo
rispetto.
Ora
me ne rendo conto; al limite, se molti fan dell'autrice non mi fraintendano,
potrei dire che ci credo. Credo in un avvento. Nello stile della Riley c'è
custodita una certa magia di profondamente reale. Eppure è ancora in
superficie. E, disvelando un mondo che avrebbe potuto sortire un certo fascino,
fatto di credenze molto più forti e per questo molto vere, la lettura di questo
suo ennesimo romanzo ha sufficientemente trasmesso l'immagine di una generazione
che non è più la nostra. Disorientata da questo nuovo "modello", apparsa
ai miei occhi come quella strada che per qualche tempo non imboccherò.
Valutazione
d'inchiostro: 3
Ciao Gresi, a me la Riley è piaciuta molto ne "Il segreto della bambina sulla scogliera", questo romanzo non l'ho letto... peccato che non ti abbia convinta appieno!
RispondiEliminaCiao, Ariel! A me la Riley, all'inizio dell'anno, non mi era dispiaciuta con le sue Sette sorelle. Questo un pó meno, ma ciò non significa non gli darò una altra possibilità ☺
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