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sabato, agosto 04, 2018

Gocce d'inchiostro: Leggere Lolita a Teheran - Azar Nafisi

Tutto si era svolto in maniera del tutto inaspettata, per cui di questo romanzo non sapevo cosa aspettarmi. La situazione era semplice e banale; avrei dovuto leggere Leggere Lolita a Teheran, e passando mediante letteratura - o meglio, necessità di sopravvivere in un mondo fittizio e pieno di false promesse - ho letto questo romanzo come un qualcosa che mi ha fatto comprendere come l'essere umano non è completamente solo.
Il lavoro della Nafisi è stato quel genere di lettura che apparentemente non avrei dichiarato come lettura memorabile. Eppure … eppure è stato in grado di aprirmi gli occhi, far conoscere sentimenti, desideri repressi di una popolazione che non ha idea di cosa voglia dire essere liberi. E, anche quando le divergenze politiche e caratteriali tendevano a suddividere il popolo israeliano dalle diverse etnie, la letteratura è stata quell'unica scialuppa di salvataggio dinanzi a un mare in tempesta. Perché la magia che cela la parola scritta, salva da ogni cosa. Le parole sorvolano sui cieli celesti di agosto, per poi ricadere su di noi come rugiada.

Titolo: Leggere Lolita a Teheran
Autore: Azar Nafisi
Prezzo: 12 €
Casa editrice: Adelphi
N° di pagine: 375
Trama: Nei due decenni successivi alla rivoluzione di Khomeini, mentre le strade e i campus di Teheran erano teatro di violenze tremende, Azar Nafisi ha dovuto cimentarsi in un'impresa fra le più ardue, e cioè spiegare a ragazzi e ragazze esposti in misura crescente alla catechesi islamica una delle più temibili incarnazioni dell'Occidente: la sua letteratura. Il risultato è uno dei più toccanti atti d'amore per la letteratura mai professati - e insieme una magnifica beffa giocata a chiunque tenti di interdirla.

La recensione:

Non sminuire mai, in nessuna circostanza, un'opera letteraria cercando di trasformarla in una copia della vita reale; ciò che cerchiamo nella letteratura non è la realtà, ma un epifania della verità.

La letteratura, la lettura in generale, sono il rimedio spirituale per molti lettori. Nelle nostre vite c'è sempre troppo stress, troppa fatica, troppa tensione. Il romanzo di quest'oggi è un urlo contro la società contemporanea, un atto di ribellione che desidera ristabilire l'equilibrio fra i diversi popoli, fra le diverse etnie, che tuttora ci inducono a suddividerlo in razze; fisico, mentale, emotivo, spirituale. Ognuno di noi possiede una forza spirituale di diversa natura. C'è chi trova forza operando su un corpo dilaniato e sanguinante; chi nel dipingere una bianca e nuda tela; chi si siede dinanzi a un vecchio e poco funzionante computer a riporre nero su bianco i suoi sogni, i suoi desideri. Si tratta di qualcosa che è saldamente ancorato alla nostra anima, in cui non vi è una spiegazione da dove o da cosa provenga, metodo segreto per indurci alla felicità purché entri nella nostra vita.
Ovviamente, pur di renderlo ancora più credibile di quel che sembra, per me, ma come l'autrice di questo splendido saggio, Azar Nafisi, la letteratura è qualcosa di potente di cui io non riesco proprio a farne a meno. E' un fondamento, un filo conduttore che riconduce questo piccolo gesto a una pratica misteriosa e bellissima. Una fonte di segreti da cui giorno dopo giorno attingo connessioni basilari dei rapporti che si instaurano fra lettore e autore, influenzando la visione tradizionale moderna, e soprattutto il legame fra individuo e individuo. La professoressa di letteratura inglese, Nafisi, dovette subire un enorme "trauma" che, chissà da dove e per quale motivo, la indusse a redigere in meno di quattrocento pagine la vivida testimonianza di ciò che nella sua terra è considerato illegale. Ci si illude non sia così, ma si incorre in qualche delusione che poi impallidiscono alla luce sgargiante del giorno. In mezzo a un caos che giunge inaspettato come un ospite inatteso e poco gradito, un disordine martellante che annienta lo spirito, spazza via gli esseri umani e li lascia sepolti sulla fredda terra.
Ogni popolo ha una sua cultura. Quello raccontato dalla professoressa Nafisi è stato sciorinato più o meno con le stesse parole in centinaia di romanzi che hanno come tema primordiale quello della mancata libertà individuale, di pensiero e razziale che oramai è usuale in tutto il mondo, visto che le tribolazioni che incorrono nei paesi minori sono oramai diventate di gran moda e fra tutte l'atto del leggere. La lettura come paradosso, discrepanza di una piccola cerchia di individui che sberleffano la realtà, in mezzo a volti impauriti e nascosti nei viali di una città che lentamente sta avviandosi alla miseria.
Questa dunque la storia di Leggere Lolita a Teheran. Questa dunque la sfida che l'autrice si è autoimposta insegnando ai suoi allievi a spiegare il motivo per cui la lettura non ha ancora una sua voce. Il suo saper curare le innumerevoli ferite inferte al nostro cuore, e, non avendo ancora alcuna risposta, decise così di andare a cercare. Viaggiando con la fantasia nel passato, finendo persino a casa sua o in qualche stanza ammuffita di un grigio edificio, arrivando dritta dritta ai cuori di chi legge come una sfera di energia universale, fonte di guarigione, di tutti i miracoli, gestita da anni di studi e letture intense. Il metodo di  chi ama leggere.
Fu così che in un giorno qualunque, in una magnifica mattina di inizio agosto, si mossero i protagonisti di questo bel romanzo o meglio, si mosse la sua autrice, emigrata negli Stati Uniti con la sua famiglia, descrisse egregiamente gli incauti sussulti di un cuore giovane e sensibile parlandoci di libri e letteratura come un magia celata e ora estrapolata nel tempo. In uno spazio mai visto prima di adesso, animato dal caos e dalla guerra, come un sogno bello e poco rassicurante, gruppi di anime malate e dilaniate portano il peso di gravi e atroci sofferenze. Trascinate dalla miseria, dalla solitudine, dimostrandoci quando c'è di importante nell'essere liberi. La vulnerabilità, l'essere remissivi e deboli sono una potente arma contro chi ci predomina, e la Nafisi ci parla di tutto questo con eleganza e profondità.
Ci parla dei libri, di quanto siano importanti per lei - con doveroso e profondo rispetto -, ma anche come qualcosa che avrebbe ristabilito la pace. La sua pace. La materia finita in uno spazio infinito, che porta la bandiera della grazia e trasmette calore, generosità, perfezione. Quella bandiera che io, come tanti altri lettori, ha seguito per migliaia di chilometri, in fiumi di parole, fino al cruciale epilogo.
Leggere questo romanzo, ma soprattutto, conoscere Azar Nafisi è stato come essere travolti da qualcosa di potente, forte e inspiegabile. La brama lussuriosa della conoscenza, la magica sensazione di vedere parole trasformarsi in immagini, la divina imprudenza che induce a perdere completamente la volontà, con la sua ingenuità emotiva, la sua prontezza di spirito, questa umile professoressa israeliana ci parla dei romanzi, della letteratura come un arma di cui dovremmo servirci per combattere gli assalti esterni. Fingere che non esista, fingere che i libri non siano altro che mazzi di carte con dell'inchiostro rovesciato avrebbe significato morire lentamente. Amare la lettura avrebbe dunque spalancato le porte del Paradiso.
Mi è stato raccontato tutto questo ignara che la sua autrice potesse colpirmi come un pugno nello stomaco. Lei mi aveva ascoltato respirare, nel momento in cui mi sono fatta avanti fra le sue pagine. Lei mi aveva sorpreso a guardarla a occhi aperti, interessata e curiosa, quando mi parlava di qualcosa o qualcuno di cui non ne conosco nemmeno l'esistenza. Lei mi aveva "protetto" da ciò che non sapevo avrei visto, come sopravvivere alla guerra in mezzo a questo caos.
Sperimentando qualcosa che tuttavia trascese qualsiasi limite d'età, qualunque reperibile saggio visivo, Leggere Lolita a Teheran è un memoriale che si è espanso oltre le pagine, al di là della realtà. E, emergo inaspettatamente dopo lunghi anni della sua pubblicazione, è un odissea sensazionale e mozzafiato impossibile da dimenticare. La letteratura come qualcosa che arriva in sordina, e poi colpisce. Un sentimento che nasce e matura in fretta, appassionato e malato. Un opera che si sprigiona nella semplicità di piccole testimonianze, in un giro di vite di piccole e grandi comunità, che hanno visto diffondere il sapere come qualcosa di universale. Figure belle, vecchie, carismatiche o di mezze età, profonde, sornione e consolanti. La perfetta immagine della misteriosa saggezza orientale.

Il mondo del romanzo è un mondo di vuoti rituali. Ogni atto è privo di sostanza e di significato: persino la morte  diventa uno spettacolo, e per assistervi i bravi cittadini comprano il biglietto.

Valutazione d'inchiostro 4

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