Tutto si era svolto in maniera del tutto
inaspettata, per cui di questo romanzo non sapevo cosa aspettarmi. La
situazione era semplice e banale; avrei dovuto leggere Leggere Lolita a Teheran, e passando mediante letteratura - o
meglio, necessità di sopravvivere in un mondo fittizio e pieno di false
promesse - ho letto questo romanzo come un qualcosa che mi ha fatto comprendere
come l'essere umano non è completamente solo.
Il lavoro della Nafisi è stato quel genere di
lettura che apparentemente non avrei dichiarato come lettura memorabile. Eppure
… eppure è stato in grado di aprirmi gli occhi, far conoscere sentimenti,
desideri repressi di una popolazione che non ha idea di cosa voglia dire essere
liberi. E, anche quando le divergenze politiche e caratteriali tendevano a
suddividere il popolo israeliano dalle diverse etnie, la letteratura è stata
quell'unica scialuppa di salvataggio dinanzi a un mare in tempesta. Perché la
magia che cela la parola scritta, salva da ogni cosa. Le parole sorvolano sui
cieli celesti di agosto, per poi ricadere su di noi come rugiada.
Titolo: Leggere Lolita a Teheran
Autore: Azar Nafisi
Prezzo: 12 €
Casa editrice: Adelphi
N° di pagine: 375
Trama: Nei
due decenni successivi alla rivoluzione di Khomeini, mentre le strade e i campus
di Teheran erano teatro di violenze tremende, Azar Nafisi ha dovuto cimentarsi
in un'impresa fra le più ardue, e cioè spiegare a ragazzi e ragazze esposti in
misura crescente alla catechesi islamica una delle più temibili incarnazioni
dell'Occidente: la sua letteratura. Il risultato è uno dei più toccanti atti
d'amore per la letteratura mai professati - e insieme una magnifica beffa
giocata a chiunque tenti di interdirla.
La
recensione:
Non
sminuire mai, in nessuna circostanza, un'opera letteraria cercando di
trasformarla in una copia della vita reale; ciò che cerchiamo nella letteratura
non è la realtà, ma un epifania della verità.
La
letteratura, la lettura in generale, sono il rimedio spirituale per molti
lettori. Nelle nostre vite c'è sempre troppo stress, troppa fatica, troppa
tensione. Il romanzo di quest'oggi è un urlo contro la società contemporanea,
un atto di ribellione che desidera ristabilire l'equilibrio fra i diversi
popoli, fra le diverse etnie, che tuttora ci inducono a suddividerlo in razze;
fisico, mentale, emotivo, spirituale. Ognuno di noi possiede una forza
spirituale di diversa natura. C'è chi trova forza operando su un corpo
dilaniato e sanguinante; chi nel dipingere una bianca e nuda tela; chi si siede
dinanzi a un vecchio e poco funzionante computer a riporre nero su bianco i
suoi sogni, i suoi desideri. Si tratta di qualcosa che è saldamente ancorato
alla nostra anima, in cui non vi è una spiegazione da dove o da cosa provenga,
metodo segreto per indurci alla felicità purché entri nella nostra vita.
Ovviamente,
pur di renderlo ancora più credibile di quel che sembra, per me, ma come
l'autrice di questo splendido saggio, Azar Nafisi, la letteratura è qualcosa di
potente di cui io non riesco proprio a farne a meno. E' un fondamento, un filo
conduttore che riconduce questo piccolo gesto a una pratica misteriosa e
bellissima. Una fonte di segreti da cui giorno dopo giorno attingo connessioni
basilari dei rapporti che si instaurano fra lettore e autore, influenzando la
visione tradizionale moderna, e soprattutto il legame fra individuo e
individuo. La professoressa di letteratura inglese, Nafisi, dovette subire un
enorme "trauma" che, chissà da dove e per quale motivo, la indusse a
redigere in meno di quattrocento pagine la vivida testimonianza di ciò che
nella sua terra è considerato illegale. Ci si illude non sia così, ma si
incorre in qualche delusione che poi impallidiscono alla luce sgargiante del
giorno. In mezzo a un caos che giunge inaspettato come un ospite inatteso e
poco gradito, un disordine martellante che annienta lo spirito, spazza via gli
esseri umani e li lascia sepolti sulla fredda terra.
Ogni
popolo ha una sua cultura. Quello raccontato dalla professoressa Nafisi è stato
sciorinato più o meno con le stesse parole in centinaia di romanzi che hanno
come tema primordiale quello della mancata libertà individuale, di pensiero e
razziale che oramai è usuale in tutto il mondo, visto che le tribolazioni che
incorrono nei paesi minori sono oramai diventate di gran moda e fra tutte
l'atto del leggere. La lettura come paradosso, discrepanza di una piccola
cerchia di individui che sberleffano la realtà, in mezzo a volti impauriti e
nascosti nei viali di una città che lentamente sta avviandosi alla miseria.
Questa
dunque la storia di Leggere Lolita a Teheran. Questa dunque la sfida che
l'autrice si è autoimposta insegnando ai suoi allievi a spiegare il motivo per
cui la lettura non ha ancora una sua voce. Il suo saper curare le innumerevoli
ferite inferte al nostro cuore, e, non avendo ancora alcuna risposta, decise
così di andare a cercare. Viaggiando con la fantasia nel passato, finendo
persino a casa sua o in qualche stanza ammuffita di un grigio edificio,
arrivando dritta dritta ai cuori di chi legge come una sfera di energia universale,
fonte di guarigione, di tutti i miracoli, gestita da anni di studi e letture
intense. Il metodo di chi ama leggere.
Fu
così che in un giorno qualunque, in una magnifica mattina di inizio agosto, si
mossero i protagonisti di questo bel romanzo o meglio, si mosse la sua autrice,
emigrata negli Stati Uniti con la sua famiglia, descrisse egregiamente gli incauti
sussulti di un cuore giovane e sensibile parlandoci di libri e letteratura come
un magia celata e ora estrapolata nel tempo. In uno spazio mai visto prima di adesso,
animato dal caos e dalla guerra, come un sogno bello e poco rassicurante,
gruppi di anime malate e dilaniate portano il peso di gravi e atroci
sofferenze. Trascinate dalla miseria, dalla solitudine, dimostrandoci quando
c'è di importante nell'essere liberi. La vulnerabilità, l'essere remissivi e
deboli sono una potente arma contro chi ci predomina, e la Nafisi ci parla di
tutto questo con eleganza e profondità.
Ci
parla dei libri, di quanto siano importanti per lei - con doveroso e profondo
rispetto -, ma anche come qualcosa che avrebbe ristabilito la pace. La sua pace.
La materia finita in uno spazio infinito, che porta la bandiera della grazia e
trasmette calore, generosità, perfezione. Quella bandiera che io, come tanti altri
lettori, ha seguito per migliaia di chilometri, in fiumi di parole, fino al
cruciale epilogo.
Leggere
questo romanzo, ma soprattutto, conoscere Azar Nafisi è stato come essere travolti
da qualcosa di potente, forte e inspiegabile. La brama lussuriosa della
conoscenza, la magica sensazione di vedere parole trasformarsi in immagini, la
divina imprudenza che induce a perdere completamente la volontà, con la sua
ingenuità emotiva, la sua prontezza di spirito, questa umile professoressa israeliana
ci parla dei romanzi, della letteratura come un arma di cui dovremmo servirci
per combattere gli assalti esterni. Fingere che non esista, fingere che i libri
non siano altro che mazzi di carte con dell'inchiostro rovesciato avrebbe
significato morire lentamente. Amare la lettura avrebbe dunque spalancato le
porte del Paradiso.
Mi
è stato raccontato tutto questo ignara che la sua autrice potesse colpirmi come
un pugno nello stomaco. Lei mi aveva ascoltato respirare, nel momento in cui mi
sono fatta avanti fra le sue pagine. Lei mi aveva sorpreso a guardarla a occhi aperti,
interessata e curiosa, quando mi parlava di qualcosa o qualcuno di cui non ne
conosco nemmeno l'esistenza. Lei mi aveva "protetto" da ciò che non sapevo
avrei visto, come sopravvivere alla guerra in mezzo a questo caos.
Sperimentando
qualcosa che tuttavia trascese qualsiasi limite d'età, qualunque reperibile saggio
visivo, Leggere Lolita a Teheran è un memoriale che si è espanso oltre le pagine,
al di là della realtà. E, emergo inaspettatamente dopo lunghi anni della sua
pubblicazione, è un odissea sensazionale e mozzafiato impossibile da dimenticare.
La letteratura come qualcosa che arriva in sordina, e poi colpisce. Un
sentimento che nasce e matura in fretta, appassionato e malato. Un opera che si
sprigiona nella semplicità di piccole testimonianze, in un giro di vite di
piccole e grandi comunità, che hanno visto diffondere il sapere come qualcosa
di universale. Figure belle, vecchie, carismatiche o di mezze età, profonde,
sornione e consolanti. La perfetta immagine della misteriosa saggezza orientale.
Il
mondo del romanzo è un mondo di vuoti rituali. Ogni atto è privo di sostanza e
di significato: persino la morte diventa
uno spettacolo, e per assistervi i bravi cittadini comprano il biglietto.
Valutazione
d'inchiostro 4
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