Di questa lettura conoscevo solo la sua imminente pubblicazione, e
la proposta che mi fu offerta per ospitare la sua autrice mi persuase a sedermi
sul sofà e cominciare a leggere. Pensavo che il flusso dei pensieri della protagonista,
Sabrina, avrebbe potuto svegliare zone sopite del mio animo e segretamente
confidavo potesse riuscirci; ma la natura troppo semplice, ma fredda, quasi
distaccata della storia furono tali che mi delusero in buona parte.
Non ci volle molto purchè il nostro semplice incontro confermasse i
miei pensieri al riguardo. Ho capito che l'autrice, sebbene ci parla di un
importante icona del cinema degli anni' 50, e trasmette un messaggio piuttosto positivo, non si discosta molto dai canoni
del già visto, ne conferisce alla sua storia anima e sostanza.
La ragazza che amava Audrey Hepburn, alla fine, si conferma ciò che più temevo potesse essere: una lettura semplice, carina, ma niente di più. Una storia in cui la protagonista sembra svegliarsi da un sonno profondo, come un annientamento, e, come un Sansone che si riscuote, prendere possesso della sua vita, conferendo un'idea piuttosto vaga in situazioni che hanno mosso congetture che non si sono sposate disgraziatamente con i miei pensieri.
La ragazza che amava Audrey Hepburn, alla fine, si conferma ciò che più temevo potesse essere: una lettura semplice, carina, ma niente di più. Una storia in cui la protagonista sembra svegliarsi da un sonno profondo, come un annientamento, e, come un Sansone che si riscuote, prendere possesso della sua vita, conferendo un'idea piuttosto vaga in situazioni che hanno mosso congetture che non si sono sposate disgraziatamente con i miei pensieri.
Titolo: La ragazza che amava Audrey Hepburn
Autore: Rebecca Serle
Casa editrice: D&A
Prezzo: 16 €
N° di pagine: 256
Trama: Sabrina non ha ancora vent'anni quando, per gioco, si ritrova a stilare la lista dei cinque invitati alla sua cena ideale; il fidanzato, la sua migliore amica, un carismatico professore, l'estraneo che non riesce a chiamare papà e … Audrey Hepburn. La sua attrice preferita; l'icona a cui deve il nome e alla cui grazia e talento si ispira. Le stesse cinque persone che, dieci anni dopo, a sorpresa si presentano alla festa per i suoi trent'anni. Mentre gli antipasti vengono serviti, il vino versato e la conversazione attorno al tavolo prende quota, a poco a poco diventa chiaro che c'è una ragione precisa se ognuno di loro si trova lì. Una ragione terribilmente reale che Sabrina non sa accettare. Solo riavvolgendo il filo dei ricordi e di una grande storia d'amore rimasta senza finale, potrà trovare il senso di quello che è stato e da comparsa diventare finalmente protagonista della sua vita.
Casa editrice: D&A
Prezzo: 16 €
N° di pagine: 256
Trama: Sabrina non ha ancora vent'anni quando, per gioco, si ritrova a stilare la lista dei cinque invitati alla sua cena ideale; il fidanzato, la sua migliore amica, un carismatico professore, l'estraneo che non riesce a chiamare papà e … Audrey Hepburn. La sua attrice preferita; l'icona a cui deve il nome e alla cui grazia e talento si ispira. Le stesse cinque persone che, dieci anni dopo, a sorpresa si presentano alla festa per i suoi trent'anni. Mentre gli antipasti vengono serviti, il vino versato e la conversazione attorno al tavolo prende quota, a poco a poco diventa chiaro che c'è una ragione precisa se ognuno di loro si trova lì. Una ragione terribilmente reale che Sabrina non sa accettare. Solo riavvolgendo il filo dei ricordi e di una grande storia d'amore rimasta senza finale, potrà trovare il senso di quello che è stato e da comparsa diventare finalmente protagonista della sua vita.
La recensione:
Il semplice fatto
di assumersi un rischio, di cambiare, è per definizione un atto di evoluzione.
E quando eludiamo, cresciamo.
Ho
indugiato nell'attesa di immergermi fra le pagine di questa storia; sapevo che
qualsiasi intenzione dell'autrice, conclusasi il pomeriggio precedente, che non
si è dileguata alla luce debole della notte, non avrebbe avuto la stessa validità
di un'intenzione scaturita da una lettura coinvolgente, sebbene a suggerirla è
stata una lettura di gruppo, e che essendo rivolta a un pubblico di giovani ragazze
mi sono fidata. E' stato così che nella pallida luce di un mattino di fine gennaio
ho contemplato la risoluzione di leggere la storia che la Serle si porta
dentro, non come un violento moto dettato dal cuore umano, ma spogliata del
fervore che spesso e volentieri mi rendono avida, insoddisfatta di letture di
cui non vorrei mai leggere la fine. Quella della Slerne purtroppo non rientra
in questa categoria; se dovessi riassumerla, si potrebbe dire che altri non è
che lo scheletro, ma non per questo poco realistico, di un sogno d'amore che
non va mai a piena maturazione. Sin dal primo momento in cui mi avvicinai notai
un certo distacco, una certa freddezza che si è insinuata dentro il mio animo
come un ombra, poiché l'universo ci aveva fatto incontrare da lati opposti in
modo che potessi camminare fianco a fianco, senza però mai sfiorarci. In modo
evidente mi è stato mostrato, in maniera piuttosto evidente, lo sforzo
compiuto, ha mostrato una tenerezza che ha compromesso la natura semplice della
storia.
Secondo
me, avrei potuto sapere qualcosa di più di questa fantomatica attrice americana
e della sua piccola fan. Il titolo, la bellissima copertina, inusuale o atipica,
come un vecchio sogno ripescato dal nulla come una vecchia cartolina di tanti anni
fa, fra gli scaffali di una strapiena libreria, sarebbe un bellissimo oggetto
d'arte o di esposizione. Ma La ragazza
che amava Audrey Hepburn, sebbene dalle mille sfaccettature, non ha lasciato
in me alcun segno del suo passaggio. Una lettura carina, semplice, ma niente di
più la cui storia, il cui cuore pulsante ruota sulle vicende della ventenne Sabrina
e sui suoi mali d'amore: il bello di turno, o il professore dannato e
prepotente?
L'esordio
di questa giovane scrittrice americana, con la sua bellissima copertina dai
colori accesi e sgargianti, cascate di parole riversate su un foglio bianco,
risiede nella mia coscienza come un ricordo gradevole, di facile intrattenimento
pur di trascorrere qualche ora in piacevole compagnia. Immagino che la Serle aspirasse
a scrivere una storia incentrata sulla Hepburn già da qualche tempo. Quel che
non potevo immaginarmi fu tuttavia che nel posto in cui tutto ciò accadde avrei
fatto dell'intero romanzo un luogo dove trascorrere qualche ora in piacevole tranquillità,
niente di più.
Il
primo episodio, se così si può dire, fu la conoscenza. Sabrina e i suoi
problemi di cuore. Una scrittura semplice, ma fredda e distaccata mi avrebbe in
seguito condotta fra le vecchie mura di una casa americana, e, successivamente,
nei cuori degli algidi protagonisti. Come una viaggiatrice ho così intrapreso
questo viaggio, ancora diffidente dopo i primi capitoli, tutta inorgoglita da
questa nuova esperienza, che adesso posso definire piacevole indirizzata verso
un paradiso terrestre mancato.
Quello
di Rebecca Serle è un tentativo narrativo a mio parere riuscito solo in parte,
in quanto si presenta splendido e indimenticabile ma che alla fine ci impedisce
di avvertire quel calore che certi tipi di storie promettono. Ogni cosa avrebbe
potuto trasudare un certo fascino; l'icona di un attrice famosissima americana
come la Hepburn avrebbe potuto essere un trampolino di lancio per scandagliare
le antiche porte del passato. Il cuore pompava sangue, ma alcun avvertimento
che scaturisse anche solo qualche piccolo brividino.
Tardi
mi sono resa conto che la storia che ho letto fra le pagine di questo romanzo è
stata bella ma poco emozionante, seppur alquanto semplice. Io mi ero fatta una
certa idea di questa storia, e l'autrice se n'era fatta una alquanto diversa.
Un'idea carina, ma poco convincente in quanto non ho potuto sentirmi coinvolta,
appassionata, unanime con i suoi protagonisti.
Bellino.
Ma cosa posso farci io se questo tipo di storie sortiscono semplicemente noia?
Cosa posso farci se la mia coscienza, col tempo, ha acquisito un certo tipo di
maturazione?
In
una dimensione usuale ma realistica, in cui le giornate sono scandite da un
regolare tic tac, la storia dell'ingenua Sabrina si srotolerà come uno spettacolo
intriso di sofferenze, incertezze e paure, nella vana speranza che il lettore
possa rivivere gli orribili momenti di solitudine della sua protagonista.
Rebecca Serle firma un esordio che proprina confidenze, incertezze, ci rivela
poche cose, si impantana in dettagli poco rivelanti, e realizza qualcosa che
non mi ha permesso di vestire i panni di una ragazza semplice, appassionata di
scrittura e dei film vecchio stampo, inconsapevole di essere entrata in un
nuovo cielo di persecuzione.
Una
storia semplice e un po' banalotta che purtroppo non riesce a lasciare un segno
del suo passaggio, personaggi il cui animo ancora sonnecchia, silenzioso come la
solitudine intrisa nell'animo della protagonista, il bello della sua lettura sta
nella bellezza di una figura per me ancora sconosciuta, la Hepburn. Elemento
rivelante di una storia che ha avuto una sua importanza, ma che nonostante
tutto mi ha impedito di connettermi a un livello così intimo da esserne travolta.
Non c'è bene
senza male. Sono come le eliche del DNA. Irrimediabilmente e inestricabilmente
collegati. A volte vincono i buoni, altre volte i cattivi. Non combattiamo perché
il bene trionfi sempre, ma per mantenere l'equilibrio.
Valutazione
d'inchiostro: 3
Ciao cara. Sono passata a leggere la tua review. Mi spiace un pò che il romanzo non ti sia piaciuto, come invece è accaduto a me. I gusti sono gusti. Ciò non toglie che spero tu possa trovare la prossima lettura più interessante. Baci, e alla prossima.
RispondiEliminaCiao, Angi! Grazie per l'opportunità concessami ☺☺ nonostante il romanzo non sia stato di mio gradimento, parteciperò con piacere a qualche altra iniziativa ☺☺
Eliminapeccato, aveva del potenziale
RispondiEliminaGià, Chiara, ma se ti incuriosisce non te lo sconsiglio 😉
EliminaIo non credo che non ti sia piaciuto il romanzo: hai fatto un'analisi molto precisa di ció che hai letto e dai l'impressione di aver avuto delle aspettative che non sono state esaudite fino in fondo. Di tutte questa è la rec in cui mi ritrovo di più e ti faccio i complimenti per aver espresso il tuo giudizio senza paura di essere la voce fuori dal coro.
RispondiEliminaGrazie mille, Silvia! ☺ Il romanzo, è vero, non l'ho trovata una lettura malvagia. La scrittura è bella, se non fosse che non mi ha travolto come credevo. La figura della Hepburn è ed resterà avvolta in una cortina di mistero... Come ho scritto, una lettura carina ma niente di più ☺
EliminaCiao Gresi, ho notato questo romanzo tra le nuove uscite ma, sinceramente, non mi ispirava nemmeno prima di leggere la tua recensione...
RispondiEliminaNon è propriamente una lettura malvagia, Ariel, ma, secondo me, c'è di meglio ☺
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