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domenica, febbraio 16, 2020

Gocce d'inchiostro: La ferrovia sotterranea - Colson Whitehead

Adesso comprendo i motivi per cui ho desiderato leggerlo. Era questo il luogo che avrei voluto esplorare e da dove nacque il mio puro interesse, senza il quale non credo sarei giunta qui. Quando La ferrovia sotterranea vinse il premio Pulitzer, oramai due anni fa, ero una lettrice che si cibava esclusivamente di romanzi di narrativa senza aver le giuste doti per comprendere affondo la realtà che mi circondava. La vita però ti porta dinanzi a scelte che in un certo senso ti cambiano.E ogni volta che mi guardo indietro, i pensieri che tartassavano i miei pensieri non avevano la stessa natura di adesso. Ma questo fu molto tempo fa. E, crescendo, ho preso direzioni diverse. In parte, mi sono allontanata da certi porti sicuri che credevo solidi. E da ciò mi ha permesso di conoscere Colson Whitehead ed interpretare la sua anima. Ciò che racchiudono le pagine di questo romanzo è un tema che non avevo mai approfondito, e sapevo di doverlo fare, prima o poi. E il momento giunse nel momento in cui meno me lo sarei mai aspettata, crudo, forte e senza preamboli.








Titolo: La ferrovia sotterranea
Autore: Colson Whitehead
Casa editrice: Bigsur
Prezzo: 20 €
N° di pagine: 376
Trama: << La ferrovia sotterranea >> è il nome con cui si indica, nella storia degli Stati Uniti, la rete clandestina di militanti antischiavisti che nell’Ottocento aiutava i neri a fuggire dal Sud agli stati liberi del Nord. Nel suo romanzo storico dalle sfumature fantastiche, Colson Whitehead la trasforma in una vera e propria linea ferroviaria operante in segreto, nel sottosuolo, grazie a macchinisti e capistazione abolizionisti. E’ a bordo di questi treni che Cora, una giovane schiava nera fuggita dagli orrori di una piantagione della Georgia, si imbarca in un arduo viaggio verso la libertà, facendo tappa in vari stati del Sud dove la persecuzione dei neri prende forme diverse e altrettanto raccapriccianti. Aiutata da improbabili alleati e inseguita da uno spietato cacciatore di taglie, riuscirà a guadagnarsi la salvezza?


La recensione:

Ogni stato è diverso. Ciascuno è uno stato di possibilità con le proprie usanze e un certo modo di fare le cose.

Molto difficile recensire certi romanzi, specie nei momenti in cui attanagliano le mie viscere. E quando ho decifrato le parole con cui sono state scritte queste pagine, scoprì che era valsa la pena attendere così tanto. Sono state raccolte frammenti di storia Americana, isolate nelle vicende di una giovane donna, Cora, priva di valore ma esaminata con cura, che con una certa forza e un certo vigore sfiorò la mia anima con estrema cura. Queste annotazioni si sono rivelate perfette per creare una storia realistica, politico o sociale il cui obiettivo consistette nella costruzione  simbolica di una ferrovia, che concedesse la concretezza, la validità di certi valori che si credevano perduti. Colson Whitehead parte da una base limitata di fatti: la formazione del popolo di una razza completamente diversa dalla nostra, ma non da quella dell’autore, la reclusione della sua figlia di carta, il suo sentirsi inadatta e prigioniera, una trama che prometteva una narrazione dallo stile aulico ed importante che tuttavia non ha mancato nel scovare una via d’uscita. Vicende in cui il presente è perfettamente attinente al passato, e che mi hanno particolarmente colpito. Avevo sempre immaginato che la chiave di una buona storia, che producesse un buon lavoro, fosse l’osservazione ravvicinata di certi particolari. Più accurato il rivelamento, più positivi i risultati. La premessa era che il comportamento individuale talvolta è incomprensibile, e per certi atti d’incomprensione, dietro l’infinita facciata di gesti, ci siano coerenza, ordini, moventi. Nel caso de La ferrovia sotterranea si lotta affinchè possano essere portati a galla certi elementi che sembravano quasi scomparsi, e il suo autore evidenzia tutto ciò non potendo non sentirsi più vicino di quando mi misi sotto le spoglie di Cora. Ho vissuto la vita di questa forte e coraggiosa donna di colore, camminando al suo passo, vedendo quello che lei vedeva, e la sola cosa che provai nei suoi riguardi fu empatia. Invece di diminuire la distanza tra me e lei, avevo visto come le nostre anime si fossero incontrate a vista d’occhio.
Quello di Colson Whitehead è un piccolo segno, tracciato nelle pagine bianche della letteratura contemporanea, che rintraccia quei bruschi comportamenti compiuti nel corso della sua esistenza dall’individuo, con un registro completo dei movimenti di una giovane donna cui è stato davvero difficile non poter rispecchiarsi. Il risultato fu, che sebbene la mancata emotività di certi fatti descritti, l’autore ha vagliato i confini di un territorio non propriamente sconosciuto ma in cui ci si avventura con una certo slancio. Il disegno ritratto assomiglia a molti stati immaginari che rappresentano il viavai, l’emigrazione di certi poveri contadini, schiavi o latifondisti, che nella loro imperfezione fanno parte di una certa totalità, una certa universalità. Un disegno da cui è davvero impossibile non concepire riflessioni forti o spietate, forme astratte collegate da un minuscolo ponticello gettato dall’autore nell’atto di costruire una ferrovia che rifletta ciò che più si desidera. Uno scarabocchio senza senso?
In atti sovversivi che non tralasciano alcun dubbio su ciò che successe in America, La ferrovia sotterranea è un romanzo di rivolta, una perpetua conquista alla fuga o alla libertà che mi rammarico non aver scoperto prima, non tanto per l’importanza del tema trattato quanto per l’anima che vi è racchiusa in questa storia. Un anima semplice, devastata, svezzata che rifacendosi al passato si proietta in avanti. E giunge alla fine solo dopo aver intuito il principio.
La cosa più logica, naturalmente, era di continuare a proseguire nel sentiero che avevo imboccato. Il rischio era alto, ma dedicare del tempo prezioso a Colson Whitehead ha alimentato una scintilla che inizialmente credevo si affievolisse. Ultimo bacio di un condananto, il commiato a una via di redenzione o libertà, che mi ha resa un piccolo involucro trasparente senza peso, senza anima, soffiata come una canula dal primo vento, da certi tipi di letture si imparano inevitabilmente tante cose. E, uno fra tutti, quanto i gesti impuri sono talvolta atti di oscenità.
Valutazione d’inchiostro: 4 

2 commenti: