Quando il tuo Paese è invaso da una pantemia, da qualcosa di così
terribile da impossibilitarti qualunque via d’uscita, qualunque posto di
reclusione se non le mura domestiche, i libri sono il miglior surrogato per
reagire. Per quanto dura sia restare lontano da tutto, dal mio ragazzo, dal
lavoro, dai miei amici, da famigliari, i libri sotterrano ogni gesto di follia
o tedio facendomi restare lucida, calma e tranquilla, facendomi così vincere impulsi di autodifesa. Oramai è trascorsa una settimana, e anche se le mie
prestazioni fisiche si limitano a svolgere mansioni casalinghe, la noia o il
tedio mi hanno sempre indirizzata a valicare mondi di straordinaria bellezza. Perciò
restare a casa, in questo periodo di quarantena, non mi sembra così terribile,
senza sformarmi più di tanto, ma il tempo adesso è così tanto a disposizione
che non mi piace sommergere chi mi legge di post o recensioni. Mi limito dunque
a rispondere ai miei impulsi letterari, ed eccomi pronta a parlarvi di due
<< letture >>, fra parentesi in quanto un romanzo in questione è
una graphicnovel, mediante piani di scrittura dettagliati ma estremamente emotivi che quasi sempre soddisfano le mie aspettative. Poco male. Ed ecco che
in questo giorno piatto ma soleggiato, campeggiano la recensione di due novelle
che ho amato particolarmente – il primo – e deluso in buona parte – il secondo
- . Due romanzi a sé stante fra loro, ma accomunati da temi ed epoche che
ignari di chi li legge o si imbatte fra le sue pagine mi hanno fatto sentire
orgogliosa di averli letti e conosciuti tanto da indurmi a dimostrare come
certe letture non hanno delle età definibili e che sebbene la semplicità sono
un buon analgesico per l’anima.
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Titolo: Il principe e la sarta
Autore: Jen Wang
Casa editrice: Bao Publishing
Prezzo: 21 €
N° di pagine: 296
Trama: Jen Wang racconta una storia deliziosa, ambientata all’inizio
del Ventesimo secolo, ma assolutamente senza tempo: il giovane principe del
Belgio è un cross dresser, e assume una giovane sarta perché gli cucia i
bellissimi vestiti femminili che lui stesso disegna. La sera girano i locali di
Parigi, e nessuno sa che sotto la parrucca di Lady Crystallia c’è una futura
testa coronata. Cosa può andare storto, giusto?
La recensione:
L’adolescente Frances aveva un'unica passione – che nel corso
degli anni è stata alimentata da progetti e ambizioni – e quando la sua autrice
– o meglio dire, disegnatrice – mi chiamò, un venerdi sera, dopo lo scoccare
della mezzanotte, qualche mese dopo che su bookistagram il romanzo aveva fatto
parlare particolarmente bene di sé, mi imbattei fra le sue pagine, fra i suoi
meravigliosi disegni, impreparata da ciò di cui mi sono imbattuta e una lettura
veloce, appassionata, infervorata fu una risposta alle innumerevoli assurdità
che mi ero posta in precedenza. La mia visita è stata più breve del solito, e
sebbene il romanzo non esula ad essere prettamente rivolto ad un pubblico
giovane, colpiscono al cuore, colpiscono, disarmano, prima lentamente poi
frettolosamente, stuporosa ritirata dal mondo della realtà, con quei colori
sgargianti, accesi, bellissimi, non sembrando nemmeno una graphic novel, a mia
completa disposizione mentre le mie viscere si consumavano da dentro, e poi perché
la sua anima era a dir poco originale e splendente. Perché mi fossi nascosta da
tutto ciò non ha una vera e propria spiegazione, con i miei dubbi e perplessità
che mi avevano impedito di poter andare a trovare la dolce Francis e il suo bel
principe. Che cosa terribile non aver potuto riconoscere l’importanza di certi
temi, e che saltarono all’occhio solo quando cominciai a leggere. Tutto sommato
non ho fatto male ad aspettare, e tale attesa è stata ripagata da un semplice
monito: ricordarci come ogni individuo è a sé stante conserva sogni o speranze
che potrebbero allontanarlo dalla massa ma non per questo discriminarlo. Ognuno
di noi deve sentirsi libero di fare ciò che più lo aggrava, e la bizzarra
predisposizione del principe Edmond è la prima che esplica perfettamente questo
concetto.
Fra quiete e sgomento, il cuore pulsante di amore e di affetto, un
addio in sordina a due giovani innamorati che rinasceranno nel momento in cui
si incontreranno, mentre i disegni prendevano vita ai miei occhi e le voci
nella mia testa si intensificavano, Jen Wang mi ha permesso di guardarmi dentro
e vedere che solo ancora in pochi comprendono certe nozioni di <<
diversità >> o << accettazione >>, per esempio un padre
severo e ligio alle regole, che sconcertato ripudierà per qualche momento il
figlio, ma che, nell’intervallo fra impetuosità e consapevolezza, lo abbraccerà
in una stretta tenera e dolce impressa a lungo nel tempo. Lo stretto abbraccio
col quale mi sono rifugiata.
Valutazione d’inchiostro: 4 e mezzo
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Titolo: Mary Poppins
Autore: Pamela L. Travers
Casa editrice: Bur
Prezzo: 12 €
N° di pagine: 200
Trama: Ha una borsa prodigiosa, arriva con il vento e fa cose
molto, molto strane: è Mary Poppins, la bambinaia più famosa di tutti i tempi.
La recensione:
L’istitutrice Mary Poppins arrivò sul Viale dei ciliegi quando
meno me lo aspettavo, proprio mentre stava per concludersi una settimana
lavorativa a metà, partecipai alla lettura condivisa indotta su Facebook con un
certo fervore, una cosa più intensa di quel che credevo e raccolto un tempo
ideale per volare nella Londra vittoriana di fine ottocento, stavolta senza
dubbi o perplessità accolsi la storia di Pamela L. Travers vedendo e associando
mentalmente le diapositive del film. Il film con Julie Andrews, targato Disney,
ci invita a guardarci dentro e riconoscere come, sebbene siamo individui
estremamente diversi fra noi, siamo masse finite in un universo infinito, e
dunque, nel primo capitolo, tra la presenzatazione dei bambini e l’avvento di
questo << ciclone tata >>, mi rallegrai nel pensare o nel credere
di poter abbracciare le medesime sensazioni riscontrate col film. Senza capire
il vero significato di questi miei sentimenti, né perché le mie aspettative
fossero così alte, sebbene mi sia sentita coinvolta in una storia non
propriamente sconosciuta, conferivo nel poter innamorarmi anche del personaggio
letterario. Le vicende ritratte da Pamela L. Travers non espugnano niente di
particolare o impressionistico da esigere qualcosa di più di un semplice
ritratto di una istitutrice, figura sospesa fra sogni, fiabe, filastrocche e
fantasie basati su principi piuttosto solidi, ma io non ho avuto la possibilità
di riconoscere la medesima persona che aveva impersonato la Andrew sul finire
degli anni ’50 perché non ho riconosciuto alcun legame. Pochissimi, a dire il
vero, ma che si discostano di gran lunga dalla donna vanesia ma comprensibile e
coinvolgente che conobbi. Le pagine di questo romanzo, infatti, mi hanno
permesso di vedere scenari completamente nuovi, dare maggior spessore a
personaggi o situazioni mai visti prima, ma si trattava anche di eventi che mi
hanno annoiato particolarmente, mi trascinò lungo un viaggio che sembrava
mozzafiato e brillante, ma di brillante possiede solo il simbolismo che si cela
dietro alla figura di Mary Poppins: le istitutrici erano le migliori medicine
possibili per famiglie che non hanno tempo o intenzione di badare ai propri
figli. E, pur quanto indomabili o dai modi animaleschi, sottomessi al volere di
una donna potenzialmente enigmatica e magnetica.
La sera in cui accadde tutto questo, la bella Mary venne a
trovarmi fiera e orgogliosa della sua presenza. Una manciata di pagine hanno in
parte distrutto l’antico rito affettivo, solidale, commemorativo che mi
trincerarono, come molti altri, dietro un mondo appartato, accogliente, magico,
nel quale avrei voluto viverci. Pur quanto semplice, carino, ma freddo e
altezzoso, il mio cuore non ha potuto vivere più di qualche giorno circoscritto
fra i meandri di un tesoro nascosto che scintillerà solo quando meno ce lo
aspettiamo. Sembra una soluzione o una frase fatta ma io definisco così il mio
rapporto con la Mary Poppins di carta. Lo suggello con la consapevolezza che mi
ha fatta sentire un po’ frustata per non aver visto ciò che già sapevo, ma, dal
punto di visto emotivo o letterario, inconsciamente e resistente ai dogmi
imposti dalla società, stranamente confortata dall’ostruzionismo di una neo
mamma, segno che forse il profeta del profitto è capace di contenere nel palmo
della sua mano sentimenti normali e umani sia perché si impara ad amare chi ci
dedica del tempo sia per il valore che attribuiamo a certe cose.
Valutazione d’inchiostro: 3
With pray and hope 😊
RispondiElimina❤️☺️
EliminaOttime recensioni, grazie, hai intenzione di leggere anche gli altri tre di Mary Poppins?
RispondiEliminaNo, non credo proprio ☺️☺️
EliminaQuesta graphic novel è stata lodata da molti, ma quando l'ho vista in libreria non mi ha convinta, infatti non mi sono approcciata ad essa. Non penso possa piacermi, o comunque non lo adorerei alla follia, come te. ☺️
RispondiEliminaSe dovessi cambiare idea, non te ne sconsiglio la sua lettura ☺️☺️
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