La metà di un mese particolare e fervido, la mia cara e amica Jane
venne a trovarmi, dopo tantissimi anni dalla sua ultima visita. Sempre inquieta,
dal viso sfilato, il fisico snello come un giunco, un energia pericolosa, l’animo
ribelle, si mosse in mezzo ad acque fangose e torbide, combattendo dinanzi a
tutto e niente pur di guadagnarsi continuamente il bene altrui. Lei che non ha
mai osato adempiere a qualunque dovere, è stata istitutrice di svariate dottrine scolastiche, giunta dinanzi alla mia porta nel momento in
cui meno me lo sarei aspettata. Sfociata nella sorprendente doppia confessione
delle sue più celate paure, dei suoi più reconditi segreti, il suo ardente
desiderio di ricongiungersi alla persona amata ma che sotto certi aspetti si è
rivelata << guasta >>, ed in tal caso la sua presenza ha spalancato
la porta dei ricordi affinchè potessi scorgere uno spiraglio della mia vita
passata. La mia e quella di Jane Eyre, nella quale mi sono vista così
chiaramente che l’ho sempre considerata come una cara amica. Un amica in carne
e ossa.
È stato bello, dunque, ritrovarsi, così spontaneo, travolgente,
destabilizzante, intenso, così piacevole stare in sua compagnia che
ha avuto gli stessi propositi, le stesse predisposizioni d’animo che io covavo
alla sua età, una me ingenua e insicura, ed ora accolti nel mio cantuccio
personale con un certo affetto. Tenerezza, sensibilità, amore, che mi hanno
indotta a studiare Jane e il suo personalissimo mondo guardandola proprio
dentro, convincendomi sempre più della nostra unione, della nostra affinità,
che non svanirà mai, perché felice di preservarne il ricordo che io ho e
ripongo a queste pagine. Il diario di un personaggio a dir poco affascinante,
una compagna fedele e vitale, le cui vicende sono squarci di
comprensione individuale proiettati su uno spazio apparentemente illusorio ma
oscuro.
Titolo: Jane Eyre
Autore: Charlotte Bronte
Casa editrice: Feltrinell
Prezzo: 11 €
N° di pagine: 596
Trama: Jane Eyre racconta la storia dell’educazione sentimentale
di una giovane istitutrice inglese, orfana e di umili origini, che ottiene alla
fine, dopo molte peripezie, la felicità in amore unendosi all’ardente,
impetuoso Edward Rochester, suo padrone; con questa si intreccia una precedente
e tragica storia d’amore e follia che ha avuto per protagonisti Edward e
Bertha, la donna strappata alla sua terra caraibica e relegata come pazza in
una soffitta nella grande magione di Rochester.Thornfield Hall.
La recensione:
Vi sono delle macchie sulla
faccia dei pianeti più luminosi: e dagli occhi come quelli della sua signorina
possono vedere soltanto questi difetti minuscoli, e sono ciechi a tutto lo splendore dell’astro!
Non tutte le sorprese sono spiacevoli! Una galante di situazioni
non premeditate come me spesso odia compiere gesti che potrebbero rivelarsi
spiacevoli, situazioni improvvise alle quali spesso partecipo fervidamente e
incuriosita dalle quale, il più delle volte, riscontro solo effetti negativi. Letture
fervide, apparentemente intriganti, sfociano poi quasi sempre in tristi buchi
nell’acqua. Un’edizione bellissima e revisionata di uno dei classici più amati
negli ultimi tempi, soprattutto dalla sottoscritta, opera che negli anni ho
conosciuto e apprezzato intensamente, mi indusse a rileggere uno dei miei
classici preferiti mettendo fine a questo inconsueto < rito > che
banalmente si abbatte sui miei propositi come un fulmine a ciel sereno. E quando
presi consapevolezza di ciò che stava accadendo non ebbi più dubbi di chi avrei
affiancato in questi soleggiati giorni di maggio. Se la lettura di un romanzo
può conferire questo e tanto altro, scrivere che Jane Eyre fece questo al mio
cuore è a dir poco riduttivo. Alla mente e ai miei sentimenti più profondi su
di lei e sul suo mondo, leggere la sua storia è stata senz’altro la cosa
migliore che potessi fare. In un momento di inquietudine e nervosismo Jane Eyre
mi ha insegnato, ancora una volta, che le storie inventate – quanto di vero c’è
dietro a queste parole? – possono andare ben oltre il semplice divertimento e
lo svago, possono rivoltarsi come calzini spaiati e scoperchiati il cuore, il
cervello, ogni minimo lembo di pelle completamente esposta, scottandoti,
gelandoti, mettendoti completamente a nudo e scaraventandoti tra i venti
furiosi dell’universo e da quel momento in poi, dopo aver annaspato in pozzi
integri di fango e marciume, abbandonata allo spirito di visioni che
sovrastano, fanno vibrare il cuore di una melodia o un tipo di esaltazione che
turba, non tornando mai sulle sue decisioni, nemmeno quando gli sembrava di
stare per cadere dai confini della terra. Jane è quell’eroina inglese in cui
tutti possono riconoscersi, e la rilettura di questo romanzo è stato un modo
per onorarla nuovamente, nella buona e nella cattiva sorte, per tutta la vita.
Il progetto di cibarmi nuovamente di un romanzo mastodontico come
questo non naufragò nemmeno per un istante. Nel giro di una settimana mi ero
ritrovata a percorrere campi verdognoli e soleggiati di una brughiera inglese,
posta sull’altura di svariate colline, monitorando ogni sua mossa. Senza alcuna
remora o indugio, ho così letto il romanzo della Bronte come una specie di full
immersion a tutto tondo, nel quale mi sono fatta contagiare dalla bontà d’animo,
dalla forza e dal coraggio di una istitutrice inglese che, sul finire dell’ottocento,
fece del suo temperamento ribelle una specie di gabbia da cui rifugiarsi da
qualunque assalto esterno. La donna era indicata esclusivamente come colei che
doveva rassettare o badare al marito. Jane Eyre, tuttavia, ci insegna come
tante donne all’epoca consideravano questa un’idea malsana e che certe
disuguaglianze non dovevano esserci. Sotto certi aspetti, la piccola Jane è
stata “ fortunata “ a concepire certi concetti, ad abbattere qualunque barriera
mentale, non tanto perché era un peccato quanto perché era impensabile che alla
donna dovesse spettare un simile << trattamento >>.
Jane mi sarebbe mancata, perché i giorni trascorsi in sua
compagnia sono stati a dir poco memorabili. E il seguito di essi mi sono parsi
vuoti, vani, un lungo periodo sospeso dall’afa e dalla solitudine. Da lettrice,
non dimenticherò mai le volte in cui provai moti di compassione per qualcuno
che non sia fatto di pelle e ossa, trascinata dalla corrente lontana di qualche
passante, nel timore che la nave con cui dovrà salpare è destinata ad una vita
irraggiungibile, ostacolata da molti scogli sulla via di transito. Il fascino,
la curiosità, addolciscono questa sensazione, e il tepore della speranza
riscalda il mio animo. Nel momento in cui ho saluto Jane, ancora una volta, il
senso di malessere e sconforto ha volteggiato nell’aria come minuscole
particelle, offuscando i sensi, aggravando sulle mie spalle come un fardello
troppo pesante. Desiderosa di donare conforto, amore, porgere una spalla su cui
piangere a una giovane che rimpiange di non essere bella, sola e infelice, confidando
in segreto di poter essere più alta, elegante, che non la faccia sembrare una
quacchera. La sua inquietudine, che la tormenta dolorosamente il suo spirito,
logora l’anima di chi legge e lo condanna a ricordare questo sentimento perché a
quel punto è già perduto e la sua anima ha un prezzo.
Anche con la lettura di Jane Eyre accade medesima cosa, in una
serata di metà maggio, in cui il dolore per la piccola Jane si diffuse nel mio corpo come un virus infetto. Cercando
la pace nell’esilio, una felicità effimera nel piacere. Lettura bellissima e
indimenticabile che ha corroso il mio animo in maniera impressionante,
coinvolto profondamente, regalato piacevolissimi momenti in sua compagnia,
nonostante la malinconia, il dolore che, come una condizione incerta, si è
attenuta ma non svanita completamente.
Lo straordinario, intenso, dolce romanticismo di una donna
eccezionale, con un’educazione superiore ma priva di una posizione sociale,
protagonista di un amore romantico e appassionato. Lo disvelamento di un animo
offuscato dalle tenebre e la luce che ne è venuta fuori, l’insoddisfazione
morale che brucia una parte della sua anima senza perdere umanità, un anima
errante e vagabonda spinta ad opporsi alle convenzioni imposte dalla sua
posizione sociale, Jane Eyre è un po’ di tutto questo. La promessa di un
risveglio intimo e sopito nel tempo che persevera nella sua produttività. Il racconto
di una giovane istitutrice e del suo cavaliere. La storia di una libertà
repressa, inviolata, in cui il tempo non riesce a leccare le ferite del
passato.
Un quadro prettamente realistico della letteratura vittoriana in
cui l’amore è visto in tutta la sua meravigliosa essenza, e, in parte, un
sogno. Gli incauti sussulti del cuore, l’atto d’amare, la dignità, il
significato della vita coincidono con questa. Le donne divengono così succubi
dei propri padroni e, camuffati sotto una scorza dura e impenetrabile, nel
profondo di se stessi, sono privi di speranza. Piuttosto, bramosi dell’affermazione
di se stessi e della libertà d’espressione.
Si avverte un'angoscia interiore, un vuoto, che si prova pian
piano nell'anima della povera Jane - avvertita da quest'ultima in una
bellissima ostentazione del nulla - e, estremamente fedele agli episodi imposti
dalle convenzioni del secolo, la sua capacità d'osservazione è davvero
straordinaria. Insolita, priva di calore, montata nel vuoto, in quel
palcoscenico illuminato artificialmente della vita.
Un romanzo realista/sentimentale in cui la sua protagonista
avverte l'esigenza di essere confortata, consolata e che percepisce la presenza
di una realtà che l'avrebbe presto resa partecipe. Una realtà che sarebbe
presto diventata sua e a cui deve adattarsi il più in fretta possibile, in cui
tutto quello che la circonda appare più o meno crudele. Involontariamente l'ha
costretta ad adempiere alle regole e alle convenzioni del secolo, inducendola
ad adottare il punto di vista di molti giovani: liberi e indipendenti, senza
fare caso l'uno all'altro. Piccole marionette senza fili, spaventati dalla
vita, che non hanno idea di cosa voglia dire poter vivere. Una dinastia
destinata al baratro in cui non si riesce a scorgere nemmeno il fondo. Il
racconto di un amore estremamente illusorio ed intenso che conduce all'apice
del sentimentalismo, che si è insinuato attraverso una piccola fessura tentando
di riempire il vuoto che c'era dentro di lei. Leggere di Jane, infatti, di
questa giovane ragazza sana di campagna, - circondata da una cappa di
malinconia, ostilità e involontariamente sprofondata nell'abisso invalicabile
della sua posizione sociale -, e del suo amato Rochester, è stato quasi come un
sogno inquieto, emozionante, palpitante che mi ha spinta fra le braccia di
questi due amanti ribelli e inappagati in una lussuosa residenza, a consumarsi
di tormenti e amore. Tra luce e oscurità, innocenza ed esperienza, scambiando
baci e carezze, nel tepore e nell'accettazione del loro amore reciproco.
In pagine che sono state scritte col sangue, in un viaggio
appassionante ma sofferente, Jane Eyre è un romanzo meraviglioso che ci parla
di anime inquiete e insoddisfatte che entrano nella lotteria della vita quasi
inconsapevolmente. Una storia d'amore profonda e indimenticabile, la cui
bellezza confonde il cuore. Infervora l'animo per la sua contemplazione.
Pensavo a lui, perché il mio
sentimento non era come il vapore che la luce del sole poteva dissolvere, né
come una traccia sulla sabbia che il mare poteva cancellare. Era un nome
scolpito sul marmo, destinato a durare quanto il marmo su cui era stato inciso.
Valutazione d’inchiostro: 5
Teşekkürler güzel paylaşım için 😊
RispondiElimina☺️♥️
EliminaCiao Gresi, anch'io adoro "Jane Eyre" e proprio questa sera trasmetteranno il celebre film diretto da Zeffirelli :-)
RispondiEliminaMa veramente?!? Non lo sapevo ☺️♥️
EliminaTra i miei preferiti in assoluto!
RispondiEliminaAnche tra i miei ♥️☺️
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