Pages

giovedì, aprile 08, 2021

Gocce d'inchiostro: Espiazione - Ian McEwan

Chi, come me, ama intensamente la scrittura e la buona letteratura, è consapevole che non esiste nulla che resti ermeticamente chiuso nel cuore di una persona. Quando si pongono delle speranze, il cuore prende una strada tutta sua. E quando le speranze non vengono tradite, ci si sente sereni, soddisfatti. L'animo si bea di certe cose, e il solo fatto di estasiarci ci rende felici.
Con Espiazione è accaduto esattamente questo e, sparigliando le carte della mia logica e ricompensando una serie infinita di opere - condensate in un turbinio di immagini e parole - sovrapponendola ancor più a suoni e rumori, creazioni artistiche e realtà, leggerlo è stato come arrivare a una quasi elusività del senso. Rifuggiandomi in un mondo in cui non sono riuscita a sfuggire, percorrendo un territorio d'infinita coerenza, godendo di una libertà senza limiti.




Titolo: Espiazione
Autore: Ian McEwan
Casa editrice: Einaudi
Prezzo: 13 €
N° di pagine: 381
Trama: All'età di tredici anni, in un caldo giorno d'estate del 1935, Briony Tallis sente di essere diventata una scrittrice. La sera stessa, accusando di un crimine odioso un innocente, commette l'errore che la segnerà per tutta la vita. Eppure la giornata era iniziata sotto i migliori auspici. C'era la commedia da mettere in scena, i cugini arrivati dal nord per trascorrere qualche tempo in casa Tallis, e da Londra era atteso l'amatissimo fratello Leon con un amico, industriale della cioccolata. Soltanto la sorella maggiore Cecilia impensieriva Briony, con quel suo misterioso rapporto che la legava a Robbie Turner, il figlio della loro donna di servizio.
Tutti i personaggi entrano in scena ma, nella commedia della vita, non ci sono prove prima della recita e ogni gesto assume un carattere definitivo. Presto, sarà troppo tardi per fermare la macchina dell'ingiustizia e la guerra arriverà a spazzare via il vecchio mondo con le sue raffinate ipocrisie.


La recensione:

 

Si sarebbero gettati insieme. Adesso era con lui, a guardare nell'abisso, e insieme videro che la pietraia si tuffava in una distesa di nuvole. Mano nella mano si sarebbero lanciati all'indietro.

 

E' difficile pungolare continuamente la nostra coscienza senza che si delinei una storia. Quando ci smarriamo tra le pieghe di un'idea irresistibile, osserviamo come il filo bianco che si srotola dalla punta di una semplice piuma d'oca  si avvolge in parole. Ne siamo assorbiti e meramente soddisfatti, e sebbene agli occhi del mondo il nostro potrebbe apparire come un "tentativo" folle e privo di significato, rendiamo giustizia al brusio insopportabile delle nostre ansie  o paure ai cambiamenti che ci avevano fatto dubitare di noi stessi.
Briony ricorda questo momento come il bruciore di una ferita non ancora rimarginata. Aveva trovato il ramo sottile di un racconto, e l'aveva pulito per bene. Rifinendolo in ogni sfaccettatura, mettendo per iscritto il desiderio, e potervi creare un mondo: competere ai massimi livelli accettando sfide continue. Dopotutto, ci si misura rapportandosi agli altri; non esiste alternativa! Di quando in quando, in modo assolutamente involontario, arriva qualcuno e ti insegna qualcosa sul tuo conto. Tessendo un filo indissolubile e crescendo all'ombra della nostra completa incoscienza; quella benedetta ignoranza che ci aveva fatto ritenere Briony un angelo biondo disceso in terra. Col desiderio insopprimibile di rendere giustizia a coloro che l'avevano fatta dubitare sulle sue sorti di scrittrice, col disgusto misto a incanto che provava, una sfilza di sogni infranti con  esperienze terribili.
La complessità stessa dei suoi sentimenti consolidò in lei la certezza di trovarsi sulla soglia di un teatro fantasmagorico di emozioni adulte e di segreti dai quali la scrittura non poteva che trarre vantaggio. Quale romanzo avrebbe mai potuto contenere altrettanti termini di contraddizioni? Scrivere, in fin dei conti, non era come librarsi in cielo, sperimentando una forma possibile di volo, di fantasia, di immaginazione?
Una curiosità ardente e selvaggia mi aveva strappata dalla monotonia del giorno per fiondarmi fra le pagine di un caso editoriale affascinante, emozionante, che introduce un elemento essenziale. Un principio di tenebra. L'espiazione. La redenzione. E sebbene la violenza del messaggio mi scagionasse completamente, ciò non mi impedì di sentirmi afflitta. Era sbagliato tutto questo; tutto sommato è giusto, anzi più che naturale, che mi sentissi così. Rivedere Briony, Cecilia, Robbie era stata una gioia, ma non potevo negare di aver esagerato con l'entusiasmo per evitare la spada di Damocle che gravava sulla testa dei protagonisti. E solo a lettura terminata mi ero spinta oltre l'immaginazione. Avevo ignorato la voce della piccola Briony e, sprigionando lo sguardo lungo il vialetto, fra le vecchie mura di una dimora fatiscente, nei cuori di due giovani innamorati ma disillusi, mi accorsi che era tutto piuttosto gradevole. L'immaginazione mi stava offrendo una serenità immutabile e senza tempo che più di ogni altra cosa confermò l'idea della mia permanenza.
Tutto questo: Briony e le sue colpe, Cecilia e Robbie, la raffinata storia d'amore e di colpa che celano i loro cuori caldi, le geometrie amorose ed emotive, le pulsazioni che via via aumentavano nelle mie orecchie, tutto questo mi procurò il piacere di assistere alla metamorfosi di una famiglia in deliziosa estraneità.
Come fossi capitata nuovamente in un caldo giorno d'estate del 1935, come fossi entrata silenziosamente negli animi dei protagonisti, non so dirlo. Il romanzo aveva forse un barlume di vita propria? Il mistero era sigillato un attimo prima dall'emozione, dall'istante che avrebbe separato la quiete dell'anima dal cuore, quando i sentimenti bussavano alla porta? Come lo scontro fra due satelliti, che tuttavia restano nettamente separati.
Esisteva soltanto il presente e il futuro. Non c'erano segni di creazione, linee di congiunzione, eppure sapevo che al di là di questa patina trasparente che ricopriva ogni cosa - ogni battito, ogni respiro - si trovava la vera essenza di questa storia. L'anima del romanzo, e quella della piccola Briony dalla quale dipesero le sorti di un destino oscuro e incerto. Rimescolando gli elementi, non riuscendo più a ripristinare l'ordine.
La mia visita inaspettata aveva mosso un po' le acque: avevo svolto il ruolo di osservatrice, dalla naturale lucentezza della mia camera, e ogni cosa mi era apparso come un continente inquieto e vastamente popolato dalla cui scarsità di elementi in conflitto fra loro avanzavano contrastanti pretese alla mia trepida sensibilità. Non mi ero fatta alcun progetto: il passato, offuscato da questa patina appiccicosa, ammesso che avrebbe bussato alla mia porta, tendeva a trasmettermi una visione degli eventi incompleti ed eccessivamente vaghi. Fu in grado di attanagliare le mie membra, eppure potei ricavarne quel giusto materiale utile per raggiungere il futuro. Raggruppando cose che non hanno solo un battito, ma anche una voce. Aspettano sotto l'ombra di essere chiamate ed evocate, prima che il fuoco della vita se le prenda e le ammutolisca.
Col tempo avrei ricordato i personaggi di Espiazione come figure che, in un centinaio di pagine, avevano lasciato uno spazio vuoto che aveva la forma di una persona. Al percorso spesso accidentato che dovettero imboccare, e che si era congiunto alla strada dove questa curvava verso i loro cuori e i loro segreti.
L'intensità di una manciata di giornate luminose in loro compagnia raccolse piacevoli, immediate e molteplici sensazioni: la furia devastatrice della guerra, la dolcezza che aleggia nell'aria immobile e calda, l'abbandono di due corpi ardenti e sudati fra i meandri di una gigantesca libreria. La sensazione di trepidazione e fascino che provai all'idea di vederli tenersi per mano mi procurò anche un soffuso piacere sensuale avvolto da un generale senso di ebbrezza: era qualcosa di intenso, quasi irritante, che mi aveva procurato il piacere di scoprire cosa volesse dire essere innamorati. Così emozionante e travolgente; così dolce come l'aria della sera. Chiacchiere che mi avvolsero e mi penetrarono intensamente, evocando l'immagine di un mondo fatto di cattive intenzioni e tristi finali.
Brividi crescenti della dimenticanza; suono di due cuori che si cercano in ogni battito, mentre le anime si osservano dalla soglia di un'inquietudine sensuale e incessante, questo è per me Espiazione. Una forma possibile di volo, di immaginazione. Una grande partecipazione ai pensieri altrui, assumendosi un ruolo dominante mentre si conduce per mano il destino di qualcun altro. La capacità di penetrare all'interno di una mente e mostrarne il lavoro e tutte le trame interiori. Il pensiero, la percezione, la coscienza che fluisce come un fiume nel tempo, in cui è possibile cogliere il senso di un grande cambiamento.
Un mondo conchiuso disegnato con la chiarezza di parole non sempre semplici, ma perfette. Snaturato dagli scarabocchi di altre menti, altri bisogni, in cui persino il tempo - così facile da stabilire e segmentare ad intervalli regolari - nel romanzo gocciola a poco a poco in modo incontrollabile. Una fonte di segretezza che rievoca il piacere della miniaturizzazione e della scrittura; quest'ultima, intesa nel romanzo come una pratica incerta, vulnerabile e imbarazzante.
 
Lui l'aveva vista, e sarebbe stato in grado di rivederla in ogni momento, anche quando il ricordo si fosse ridotto a un semplice aneddoto da pub con gli amici.

 

Valutazione d'inchiostro: 4 e mezzo 

4 commenti:

  1. Libro interessante che non conosco, ottima recensione

    RispondiElimina
  2. Di McEwan ho letto "Lo scarafaggio" e la tua bella recensione mi ha permesso di conoscere un romanzo che mi incuriosisce molto. Amo le storie dove la psicologia dei personaggi è al centro degli eventi, conoscere le loro vite, segnate dalle conseguenze delle loro azioni, offre sicuramente spunti di riflessione :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie mille! Se ti va, quando lo leggerai, fammi sapere come la pensi :)

      Elimina