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mercoledì, aprile 14, 2021

Una porta tra le parole: Wandavision

Il progetto cinematografico di impelagarmi nell’ennesima serie tv americana comportò una sferzata di novità. I primi giorni di aprile mi videro recarmi in un paesino del New Jersey, con personaggi conosciuti che francamente non conoscevo, e che inconsapevolmente mi indussero a ritrovare un pezzo di me, un po' di tranquillità in un periodo storico che di tranquillità concede poco e niente. Senza nemmeno me ne accorgessi, fui invitata a sedermi nella mia poltrona preferita, il computer posto sulle gambe a  mò di leggio, in una immersione totale nei meandri di una storia che generalmente non amo, ma che al termine mi ha fatto desiderare di vederla nuovamente, volendo credere alla forza del Caso, che mi vide recarmi in un posto di cui non avrei mai immaginato. Sarei tornata alla mia vecchia vita, nel momento in cui Wandavision avrebbe decretato la sua fine, muovendomi sciolta, a mio agio come se fosse qualcosa di vero e tangibile. Eppure quella narrata in Wandavision è una sitcom talmente bella e appassionante, che richiama costantemente il passato, annuncia un cambio di programmi televisivi da un epoca ad un altro, maledicendo quel momento in cui ci si sarebbe svegliati da uno strano torpore che avrebbe scombussolato il nostro corpo, le nostre viscere, qualunque rimasuglio della nostra anima.

Ma cosa potevo farci? Sono troppo diffidente per approcciarmi impulsivamente e con un certo slancio per essere artefice del Destino, e per il momento comanda questo mio forte istinto come una ragione pazza, nascosta nel mio inconscio. Come quando desidero tornare in qualche posto o luogo in cui vi sono stata tantissimo tempo fa; la luce che illumina quel cammino non mi appare più così debole, fievole. E quando è il Destino a bussare alla mia porta, sono quasi sempre molto fortunata, contenta a riscontrare effetti devastanti ma belli. Non tanto per ciò che narrano ma ciò di cui parlano, che se efficiente, divertente, intransigente, avventuroso, folle, romantico non ci avrei pensato due volte a partire, a buttare queste poche righe, sul finire di una giornata frenetica ed esasperante. Per cui che bello! Che bello imbattersi in certe sorprese, che coincise con la magia dell’aspettativa, del desiderio, del conforto.

Wanda e Vision mi mancheranno, come due vecchi amici di lunga data. Figuriamoci se il nostro legame fosse perpetuato per altro tempo; sarebbe stato difficilissimo separarsi! Ma ben o male accetto ciò che mi è stato donato. L’opportunità di vivere una settimana piena di emozioni, sensazioni che mi hanno scombussolato dentro, difficilmente non avrebbero intaccato l’anima dei più coriacei. Solo un periodo che a me è parso troppo breve che ha segnato il mio amore nei riguardi di questa saga o serie e da un nuovo tipo di solitudine. Il bello in tutto ciò, in questi casi è che, come con i romanzi, posso abbracciare nuovamente la storia quando mi pare e piace. Posso guadagnarmi il diritto di tornare nel New Jersey e stanziare nella bella casetta dei Vision, avvalendomi di una nuova libertà di cui intendo avvalermi in futuro il più possibile, perché la bella e furba Wanda è stata ideata così egregiamente, così astutamente da non poter assolutamente immaginare che alla fine sarebbe stata la << causa >> di ogni cosa. Ed è grazie a lei, al suo amore appassionato e intenso con Vision che mi ha fatto venire voglia di avere di più, di vivere in questo mondo che so non valica i confini dell’immaginazione, andando via quando sarebbe stato il momento più opportuno. Fermare ai margini di una storia che ha raggiunto sin dal principio il mio cuore, intonando un coro di urla e strepiti che avrebbero macinato una storia il cui ricordo perpetuerà per sempre.

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