Romanzi su misura in carta e inchiostro:
Valutazione d’inchiostro: 4
Romanzi su misura in carta e inchiostro:
Non credo che certe letture, se disastrose
e irripetibili, siano da considerare memorabili. Eppure ci sono stati momenti,
durante il mio percorso di lettrice, in cui mi sono imbattuta nella lettura di
romanzi, checchè essi siano fantasy o classici da cui ho riscontrato solo
effetti negativi. Così pare, così si evince da recensioni lunghe e chilometriche,
in cui il mio disappunto di non poter accettare l’ennesima infarinatura
letteraria è più forte di qualsiasi altro istinto. Fu così che, in buona fede o
meno, vengono spedite in un angolo remoto della mia coscienza. Qualunque cosa
gli si voglia, trasmettono sempre emozioni. È questa la cosa più importante. Ed
ecco che, consapevole di chi sto parlando, rievoco quelle letture che disgraziatamente
non hanno soddisfatto appieno il mio spirito. Sulle prime mi avevano ricordato
una finta città antropomorfica e straordinaria, rivelatesi poi nient’altro che
cittadelle in cui ho potuto si perdermi ma anche desiderato di fuggire, il
prima possibile.
Fantascienza non è una parola che uso spesso. Anzi, è l’esatto contrario di ciò che mi piace, di ciò che mi attira. Fantascienza allude a ciò che è al di fuori dell’ordinario, e al piacere estatico, in cui i sensi cozzano con la realtà circostante, ed il flusso dei nostri pensieri agiscono con l’intensa calma dei fanatici religiosi. Qualche volta, è capitato di veder approdare, in questo salotto virtuale, romanzi che esulano dai miei gusti. Voglio dire, non disdegno la lettura di un buon libro, checchè si voglia dire. Certamente ci penso due volte se mi proponessero un giallo. Ma quasi sempre in questi casi è eseguita una sorta di cerimonia fra me e il mio spirito in cui sono gli stessi romanzi ad avvolgere le mie fragili membra con estrema cura, lasciando comunque un segno del loro passaggio. Fu così che capitò di imbattermi nella conoscenza di opere, romanzi che mi restarono impressi nella mente non quanto per il genere specifico cui abbracciano, quanto per le sensazioni che la loro lettura ha sortito così bene. Negativamente o positivamente, sono romanzi che ho letto e di cui serbo un certo ricordo. Un buon sbocco per chi non è avvezzo a girovagare in questo strambo mondo, un’occasione per valicare i cieli celesti di luoghi cui non avevamo ancora visto.
Come la prima parte, questa seconda parte sfila un numero discreto di letture che sono l’ennesima manifestazione contro la parola scritta, ma il massimo contributo possa dare per perpetuare il ricordo di romanzi che meritano di essere letti, ricordati. La prospettiva era quella di trascorrere altro tempo in loro compagnia, e, sorridendo, nel mentre ripongo queste poche righe, eccomi intraprendere per l’ennesima volta questo cammino all’ordine del giorno … e di letture programmate.
Questo romanzo ricordo si rivelò una lettura avvincente ma poco originale che scava le fondamenta di una storia che è stata costruita in maniera alquanto complessa. Negli anni non ho più letto niente dell’autrice. E di questo romanzo ricordo poco e niente… dovrei rimediare?
Isolata dal mondo, delle volte la letteratura regala molto più di quel che credo. L’accumulazione di parole, scene che forse avvengono esclusivamente nella mia testa, storie che non sono solo semplici storie ma racconti di vita che considero come miei, sono piccole miniature che nel complesso formano il cosidetto romanzo della vita. Della mia sicuramente, che nonostante ami leggere opere scritte da altri, mi ci rispecchio tantissimo. Mi guardo allo specchio per esaminare non solo il mio volto ma ogni parte della mia anima, completamente esposta, e giungo alla conclusione che questo è il mio pane quotidiano. L’unico mezzo in cui posso riconoscermi, in cui mi perdo e poi mi ritrovo, in un grumo d’inchiostro, polvere, parole e suoni che danzano sulla mia pelle, si pongono sopra la mia coscienza pilotandola quasi come dotata di una forza tutta sua.
1)
Romanzo letto mediante un
booktok o bookistangram
Questo romanzo, che a me è piaciuto molto. Nonostante ne riconosca i difetti.
Osservando le tre librerie che compongo
questo piccolo santuario magico in cui mi trovo, penso a come tutti questi
romanzi che mi circondano siano stati letti, vissuti e, disgraziatamente,
alcuni dimenticati in anni e anni di letture intense e fervide, momenti in cui
la mia anima semplice e appassionata si sia scontrata con quella di autori o
figure che hanno a modo loro lasciato una traccia del loro passaggio. Personalmente
credo che ogni lettura, checchè essa sia positiva o negativa, facilmente dimenticabile
o indimenticabile, rechi messaggi da cui dovremmo farne tesoro. Quante volte mi
sono intestardita a divorare pagine e pagine di storie che già dal principio
sembravano gigantesche ciofeche, non rispecchiandosi con il mio spirito. I motivi
spesso non sono stati palesi, quindi questo post nasce dal desiderio di
riesumare quei romanzi, quelle letture che hanno costellato sei intensissimi
anni, sei anni da quant’è che il mio blog è in vita, che in un certo senso
aderiscono a un bel niente, in parte, e a farmi comprendere quali romanzi
meritano di essere recuperati e quali no. Anche se avessi dovuto percorrere
chilometri e chilometri pur di averne una copia fra le mie mani.
Questo racconto, invece, non mi piacque molto. Frutto di un arte e di una fantasia così fertile e sontuosa il cui cuore pulsante è nascosto in molti ospiti, nido solitario, gelido, oscurato dalla bellezza e più perduto per continui abbandoni e allontanamenti. In cui prevalgono toni drammatici, concitati, emotivi e che come ogni romanzo storico che si rispetti non diviene espansione semplicistica e visionaria di un mondo che non ci appartiene per i continui e ripetuti sballottolamenti, che richiamano costantemente il passato.
Titolo: La casa degli spiriti
Le
tentazioni letterarie sono per noi lettori delle vere e proprie sciagure. Lasciano
un segno del loro passaggio, e pur quanto ci sia tanto libero arbitrio – un lettore
può scegliere di non cedere -, alla fine resistere è davvero impossibile. Rido,
sghignazzo fra me e me, perché forse sarò la prima a cedere queste tentazioni
:D è chiaro che anche io mi lascio sottomettere al potere del capitalismo, ma
il più delle volte sortisce effetti benefici per il mio spirito. Perché negare
una felicità così appurata? Perché non lasciarsi cullare dal profumo inebriante
di una nuova storia? Noi lettori siamo sempre tanto affamati, e sebbene ci si
alimenta in ogni modo possibile, ci si divora un romanzo dopo l’altro, una cura
effettiva non esiste; non esistono sbocchi per l’anima più belli di questi. Non
esiste piacere più straordinario di questo, con le mani ancora sporche d’inchiostro,
ed ogni cosa che urli letteratura.
Da un anno a questa parte, la mia vita ha preso una svolta decisiva. Valutando ogni possibilità, guardandomi dentro e riflettendo su ciò che avrebbe reso più efficace il mio benessere personale, incappai nella lettura di questi saggi. Due romanzi, anzi autobiografie di due autori americani, che fecero dei loro insuccessi i loro successi, rivalutando la loro vita, abbracciandola sotto diverse prospettive attinenti al loro spirito e ai loro bisogni. Ho scritto l’anno scorso non a caso, in quanto questi ultimi giorni di gennaio mi videro tornare fra le pagine di questi testi poiché desiderosa di essere nuovamente conquistata, rievocando la me del passato – quella del prima che conoscessi questi romanzi -, rispondendo completamente alla mia anima. E, in qualsiasi momento, destabilizzata ancora per la sorpresa incassata nel rievocare tutto ciò da cui ho sortito tante belle cose. Entusiasta di aver riabbracciato queste letture, ma soprattutto valutando ancor di più me stessa e o miei bisogni, due testi che consiglio a tutti quelli che desiderano rivoluzionare la propria vita. Mi ha indotto a ritrovarmi con i suoi autori e a far rinascere una nuova me stessa.
Rilettura di un romanzo che, quando lo lessi, si rivelò un’opea raffinata e
delicata. Curiosissima di rileggerlo e constatarne tutto ciò.
Scrivo per domare quel bisogno impellente di confidarmi
con qualcuno. Scrivo quando sono in balia di sensazioni altalenanti e
confusionarie. Scrivo semplicemente perché mi piace, sebbene impresa ardua e
impegnativa. Miss Mary Shelley ed io ci eravamo appena salutati, ma io avevo
ancora un compito da assolvere; dovevo urlare al mondo tutto quello che avevo
appreso. Dovevo dar sfogo a me stessa, ripercorrendo mentalmente il cammino
insidioso del cuore umano, entrando nel cielo di questa bella e graziosa
giovane e trovarlo pieno di nubi, nebbia. Trasportata dalla corrente del tempo,
desiderosa di esplorare una parte di un mondo che ho esplorato solo quest’anno,
tracciando i confini di un luogo dove già mucchi di lettori - anime accomunate
dalla mia stessa passione - hanno lasciato la sua impronta.
Vivendo nell'immaginazione la vita di una ragazza, a cui affida i suoi pensieri
alla carta, adoperando il linguaggio del cuore, che possa dar sfogo ed espressione
al bruciante ardore della sua anima, ho tentato di porre rimedio alla
limitatezza della mia esistenza, trovando un margine di libertà in cui spesso
vi ho cercato rifugio.
La brama di possedere qualcosa che è sempre stato mio danzava fra le pareti
stracolme della mia libreria, solleticando la mia pelle, dipingendo figure di
carta grigia nel vuoto. Mi sono affiancata a una ragazza i cui tentativi di
raddrizzare l'equilibrio cinico e distaccato del macchinoso ingranaggio del
tempo, come uno straordinario film, mi indusse a guardarmi dentro e comprendere
come non bisogna giudicare ma comprendere di ognuno di noi, non farsi
soppiantare dalle credenze e dalle vedute del secolo, che incautamente spingono
verso un abisso di voli pindarici.