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martedì, giugno 27, 2023

Solo un'illusione: romanzi soddisfacenti ma tristi

Com’è che i romanzi belli, quelli indimenticabili, sono sempre quelli più tristi? Com’è che alla fine mi ritrovo sempre con l’anima ridotta in minuscoli pezzettini? E anche questa volta fu così, in cui presento un discreto numero di pagine in cui mi sono persa, per un istante avevo confidato in qualcosa di straordinario che non sfociasse in tragedia. Ma non sarei la lettrice che sono adesso, se non amassi questo tipo di letteratura, no? Strizzando gli occhi a quei compagni fidati che mi hanno accompagnato per un certo periodo della mia vita, ecco come queste letture hanno avuto una voce tutta loro, e, nel mio cammino, penetrando a tal punto da non lasciarmi alcun via d’uscita. Alcuna impossibilità di giudicarli ciò che sono: meravigliosi sospiri dell’anima che allo stesso tempo la risucchiano completamente. 

Un posto semplice, accogliente il cui vero obiettivo o messaggio sta nell’interpretazione concreta che si dà alla vita, vestita di principi morali e filosofici che esulano da qualunque forma semplicistica di solo intrattenimento, lontanissima da tutto ciò che ho visto sino a ora, in uno stato fangoso in cui cresce un piccolo cigno senza però poter spiccare il volo. 

Titolo: La bella storia di Silas Marner
Autore: George Eliot
Casa editrice: Bur Rizzoli
Prezzo: 9 €
N° di pagine: 216
Trama: Abbandonato dagli amici, dalla fidanzata, e allontanato dalla comunità a cui apparteneva fin dalla nascita a causa di un'accusa ingiusta, a Silas Marner, povero tessitore e uomo semplice, non resta altro a cui attaccarsi se non il denaro. Un bel giorno, però, dopo essere stato derubato, e aver perso quindi ogni interesse per la vita, Silas si trova costretto a fare i conti con un'inattesa novità: davanti al suo caminetto, infatti, sola e tremante per il freddo, ecco spuntare una bimba di pochi anni...

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Ho contemplato questo romanzo sollevando un velo invisibile, con le sue oscillazioni, le sue preoccupazioni, i suoi gesti << arditi >>, che scritto con una certa genuità, mi ha indotto ad addentrarmi in massime di letteratura e nozioni di vita in cui sono stati scoperchiati lenzuoli intrisi di desiderio, affetto, lacrime per dimostrarci che il nostro soccorso immediato, la nostra partecipazione, avrebbe costituito un atto di solidarietà. Un vascello di soccorso dinanzi un mare in tempesta.


Titolo: Il professore
Autore: Charlotte Bronte
Casa editrice: Fazi
Prezzo:18 €
N° di pagine: 298
Trama: Il protagonista è William Crimsworth, primo e unico narratore maschile da lei utilizzato, il quale racconta in prima persona la sua storia: un uomo sensibile e colto, fugge da un lavoro pesante e competitivo nella zona industriale dello Yorkshire e si trasferisce in Belgio per insegnare presso un istituto femminile. Qui conosce Frances Henri, studentessa indigente e particolarmente dotata della quale poco alla volta si innamora, corrispoto. Ma la coppia non avrà vita facile: saranno infatti molte le avversità che i due dovranno affrontare – a cominciare dall’aperta ostilità dell’astuta direttrice della scuola – prima di riuscire a coronare il loro amore.

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Ritratto umano terribilmente realistico e coinvolgente di protagonisti intrappolati nel lungo limbo delle convenzioni sociali, che incorrono esclusivamente l'ideale dell'uomo forte, libero, capace di vedere la netta differenza fra verità locale e verità universale, quella della Gaskell è una complicata visione che custodisce gelosamente la visione di una giovane donna in relazione a sfere politiche e sociali. Moto perpetuo dell'universo, ragione accidentalmente intrufolabile, creata apposta per impedire che il Bene possa essere contrastato dal Male.
Titolo: Ruth
Autore: Elizabeth Gaskell
Casa editrice: Elliot
Prezzo: 22 €
N° di pagine: 476
Trama: Autrice di romanzi di successo, amica di Charlotte Brontë e di molti altri scrittori della sua epoca, Elizabeth Gaskell ha da sempre occupato un posto d'onore all'interno della letteratura femminile vittoriana. In questo romanzo, la scrittrice narra la vita di Ruth, una giovane orfana che lavora come sarta. Quando la ragazza conosce l'aristocratico Henry Bellingham, la sua vita cambia: da lavoratrice umile e onesta si trasforma, agli occhi della società, in una fallen woman, una donna perduta, sconveniente e compromessa, che qualche tempo dopo darà alla luce un figlio illegittimo, avuto proprio dalla relazione con Bellingham. Inizia così un percorso di espiazione e perdita, di difficoltà e rinunce, di fragilità e forza. Perché Ruth vuole dare a suo figlio una vita migliore e non si scoraggia, nonostante il passato la perseguiti ovunque vada. Ruth è un romanzo commovente e di grande impegno sociale, attraverso cui l'autrice di "Cranford. Il paese delle nobili signore" si confronta con i temi complessi della condizione femminile e della perdita di status, che costringeva molte donne a vivere ai margini della società. Introduzione di Francesco Marroni.

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Drammatico, moralista, richiamo costante alle paure, al senso di conforto e solidarietà che è insito in ognuno di noi, alla cooperazione affinchè sia possibile raggiungere ogni cosa, il titolo originale prevedeva il riferimento a fatti di cronaca realmente accaduti, dicotomia fra vecchio e nuovo, forte e debole, che si conserva nel tempo come modo, metodo per raggiungere la nostra anima.


Titolo: Uomini e topi
Autore: John Steinbeck
Casa editrice: Bompiani
Prezzo: 12 €
N° di pagine: 139
Trama: George Milton si occupa da sempre con ferma dolcezza di Lennie Small, un gigante con il cuore e la mente di un bambino. Il loro progetto, mentre vagano di ranch in ranch, è trovare un posto tutto per loro a Hill Country, odve la terra costa poco: un posto piccolo, giusto qualche acro da coltivare, e poi qualche pollo, maiali, conigli. Ma le loro speranze, come “ i migliori progetti predisposti da uomini e topi” ( è un verso di Burns), sono destinate a sbriciolarsi.

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Una lettura che fa trattenere il fiato, appassionante e un po' tesa e romantica che ha vasti richiami alla letteratura vittoriana. Un dramma inglese che arriva in sordina, e ci rende protagonisti di una vicenda sconvolgente come quella di Grace e Hannah. In un mare di ricordi che fluttuano nel tempo sempre più remoto.

Titolo: Ritorno a Riverton Maron
Autore: Kate Morton
Casa editrice: Sonzogno
Prezzo: 19, 90 €
N° di pagine: 484
Trama: Nella scena del suo film, la giovane regista Ursula Ryan immagina uno dei momenti più drammatici della storia letteraria inglese, uno scandalo da sempre circondata da un'aura di mistero, predizione e genio maledetto. Era l'estate del 1924 e i sopravvissuti alla carneficina della Grande Guerra si ritrovano a divorare la vita come se non ci fosse un futuro, come se dovessero rimanere per sempre giovani. Tra le feste alla Grande Gatsby, fiumi di alcol, amori che duravano lo spazio di una notte, quei ragazzi creavano il mito dei ruggenti anni Venti. Tra loro, era Lord Robert Hunter, astro nascente della poesia, ammirato e celebrato da tutti. Eppure, proprio quell'estate, proprio a una delle feste più belle, quella di Riverton Manor, Robert si allontanò da solo. E stringendo una pistola con mano tremante, si tolse la vita. Per Ursula, settantacinque anni dopo, quel poeta è diventato leggenda. Almeno fino a quando scopre che è rimasta una testimone degli eventi. E' Grace, custode quasi centenaria di un terribile segreto. Un segreto che ora non può più tenere per sé.


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A dispetto di altri romanzi, il senso di alienazione, il dramma che scandaglia attimi di vita comune, è stato davvero forte. Onnipresente, ossessivo, che racchiude un guazzabuglio di sentimenti straordinari. Il cuore così appassionato ma non ardente d’amore, che tuttavia coincide col desiderio incontrollato di attrarre e conquistare senza curarsi del male che si può recare a un uomo. La civiltà antica ha impedito di indulgere in sentimenti istintivi e incontrollati di giustizia e rettitudine in cui si agisce per convinzioni, acquisite e accettate dalla società e lasciare da parte la bontà dell’amore.
Titolo: Jude l’oscuro
Autore: Thomas Hardy
Casa editrice: Newton Compton
Prezzo: 4, 90 €
N° di pagine: 381
Trama: Pubblicato inizialmente a puntate e poi in volume nel 1895, "Jude l'oscuro" fu l'ultimo romanzo di Hardy e fu stroncato senza riserve dalla critica e dal pubblico vittoriano del tempo, a tal punto che Hardy ritenne conclusa la propria carriera di romanziere. Il libro, ribattezzato dalla critica "Jude the Obscene" (Jude l'Indecente), venne inoltre bruciato pubblicamente dal vescovo di Exeter lo stesso anno. Il protagonista della storia è Jude Fawley, un giovane uomo appartenente alla classe più umile della società, il cui sogno nella vita è divenire letterato. Altri due personaggi cruciali del racconto sono la volgare prima moglie di Jude, Arabella, e Sue, la cugina di cui si innamora perdutamente. Opera cupa e pessimista, ha avuto un'efficace trasposizione cinematografica nel 1996, per la regia di Michael Winterbottom, con Christopher Eccleston e Kate Winslet nei panni di Jude e Sue.

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Intriso di quella magia che confidavo di riscontrare e che niente e nessuno mi avrebbe impedito in questa mia lenta avanzata. Incontro obbligato con la letteratura medievale, squarci di vite lontane e passate che altri non sono che un concentrato di efficienza, sporcizia, disordine, il non essere più grande di quel che è già, che evidenziate in un maestoso e contorto insieme, mi hanno concessa l’opportunità di rifugiarmi per quasi due settimane, con vigore, coraggio, agilità e passione. Impossibilitata ad astenermi da questo viaggio, tenebroso e crudele la cui immagine brucerà come un cerchio nero che perseguita a lungo la vista dell’imprudente che ha fissato a lungo il sole.

Titolo: L’uomo che ride
Autore: Victor Hugo
Casa editrice: Oscar Mondadori
Prezzo: 13 €
N° di pagine: 684
Trama: Nell’Inghilterra di inizio Settecento un bizzarro vagabondo, Ursus, poeta e filosofo di strada, raccoglie due orfani e li educa all’avventurosa vita dei girovaghi. Insieme formano una compagnia di mimi e vanno alla scoperta della splendida e miserabile società inglese dell’epoca. Ma il ragazzo, deformato nel volto da un continuo ghigno, nasconde un segreto. E quando scopre per caso la sua vera opinione, vede il proprio destino incrinarsi.




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Una pietra preziosa, bellissima, realizzata su uno sfondo impressionistico, sudicio, che altri non è che un estrema conseguenza su quello che ha riservato il tempo a un uomo di lettere come William Stoner. Una gioia incontenibile e inspiegabile per la parola scritta che indica una mia predilezione, ogni qualvolta vedo Stoner siedere comodamente sul ripiano della mia libreria, che ha sprigionato una musica da cui ho letteralmente attinto dalla sua fonte. Mi sono accaparrata di quello che volevo e lasciarlo andare quando sarebbe arrivato il momento giusto.


Titolo: Stoner
Autore: John Williams
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 15 €
N° di pagine: 332
Trama: William Stoner ha una vita che sembra essere assai piatta e desolata. Non si allontana mai per più di centocinquanta chilometri da Booneville, il piccolo paese rurale in cui è nato, mantiene lo stesso lavoro per tutta la vita, per quasi quarant'anni è infelicemente sposato alla stessa donna, ha sporadici contatti con l'amata figlia e per i suoi genitori è un estraneo, per sua ammissione ha soltanto due amici, uno dei quali morto in gioventù.

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Una lettura che si divora in pochissimo tempo, che traccia il labile confine fra presente e passato, in una realtà in cui si instaura nell'immediato una certa intesa.

Titolo: Diario d'inverno
Autore: Paul Auster
Casa editrice: Einaudi
Prezzo: 12 €
N° di pagine: 184
Trama: << Piaceri fisici e dolori fisici. Ipiaceri del sesso innanzitutto, ma anche quelli del mangiare e del bere, di stare nudo in un bagno caldo, di grattarti un prurito, di starnutire e di scoreggiare, di stare a letto un'ora in più, di voltare la faccia verso il sole in un mite pomeriggio di tarda primavera o d'inizio estate a sentire il tepore posarsi sulla pelle >>. Quando sei perso, guardati intorno. Dubita di tutto e cancellalo. Hai una sola certezza: tu sei lì. Lo sei perché c'è il tuo corpo e tu sei il corpo. Il tuo corpo è lo spazio che hai attraversato, ma anche il tempo che ti ha reso ciò che sei. Il tempo te lo porti scritto addosso: le cicatrici sono parole ( questa racconta di quando bambino scivolasti così vicino a un chiodo da poterne rimanere cieco, quest'altra ti ricorda di quando quasi uccidesti tua moglie e tua figlia) e le parole sono cicatrici ( quelle che ti disse tua madre dopo che la sentisti parlare al telefono con un uomo che non era tua tuo padre ). Ma non c'è il solo dolore. C'è il piacere, tutto il piacere che hai vissuto, che ti ha travolto in questi sessantaquattro anni: da quello che provi guardando il collo di tua moglie al mattino, a quello che ti insegnerò una prostituita nel Quartiere Latino quando tu, ventenne solitario e senza un soldo a Parigi, l'ascoltasti sbalordito recita a memoria una poesia di Bodelauire. E infine il corpo da cui il tuo corpo ha iniziato a esistere, quello di tua madre. La sua storia e il tuo rapporto con lei sono il cuore pulsante di questo libro (una sorta di doppio, di gemello segreto del tuo L'invenzione della solitudine, dov'era il padre il fulcro dell'ossessione ). Hai capito dal silenzio con cui hai accolto la notizia della sua morte e dalla crisi di panico che ne è seguita - fu come sentire il tuo stesso corpo fuggire da te - che qualcosa era cambiato, che dovevi fermarti a ricapitolare. Che eri entrato nell'inverno della vita.

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Amico del sognante amore di cui lo stesso sogno di cui è impregnato costituisce un’immagine segreta ma un po' distorta alimentata dalla presenza di una figura inspiratoria. Romantico per natura, per lo spirito del tempo, aperto a tutto ciò che è bello, elevato all’anima pura e bella, meravigliosa riesposizione di ciò che è avvenuto per Puskin in questo Giardino dell’Eden.

Titolo: Eugenio Onegin
Autore: Aleksandr Puskin
Casa editrice: Bur Rizzoli
Prezzo: 11 €
N° di pagine: 640
Trama: Questa raccolta di capitoli multicolori è il frutto trasandato dei miei piaceri, delle mie insonnie, del facile estro, degli anni immaturi e di quelli appassiti, delle fredde osservazioni della ragione e delle note dolorose del cuore.” Così Puškin stesso spiega l’Eugenio Onegin, romanzo in versi che ha ispirato l’omonima opera lirica di Cajkovskij. Eugenio Onegin è un giovane istruito alle migliori scuole francesi, egoista e annoiato, che dopo aver ricevuto un’eredità si trasferisce da Pietroburgo in campagna. Lì inizia a frequentare la casa della signora Larin, che vive con le due figlie, Tatiana e Olga. Dal cinismo di Onegin, la tristezza di Tatiana e le frivolezze di Olga nascono giochi di ironia, cenni aforistici e ammiccamenti verbali che permeano di poesia il capolavoro di Puškin.

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Pieno di animosità, in sintonia col mio essere coraggioso, intraprendente ma introverso, che crede ancora di non aver letto abbastanza per conoscere la vita. Non aver vissuto pienamente quelle idee letterarie o artistiche indipendenti o rivoluzionarie, che sono parecchie diverse dalle mie ma che concretizzano la mia idea di passato. 

Titolo: Diari
Autore: Sylvia Plath
Casa editrice: Adelphi
Prezzo: 14 €
N° di pagine: 433
Ttrama: Quando si comincia a leggere questi diari si ha l’impressione di seguire le febbrili annotazioni di una bella ragazza americana che scopre l’Europa: tutto vibra, tutto sprizza energia, c’è un senso di attesa che si impone su tutto. Ma presto ci accorgiamo che le cose non stanno così. O meglio, non soltanto così. E ci immergiamo in una lettura sempre più appassionante e talvolta angosciosa: il giornale di bordo di una sensibilità acutissima, lacerata e drammatica, quella di una scrittrice che per i suoi versi e per il suo tragico destino è diventata un emblema, un vero culto, per molti lettori.

L’ennesimo toccante viaggio del cuore umano ma così dilaniante e logorante la cui melodia mi ha permesso di assistere all’avanzata di ombre che corrono verso la supremazia, la superiorità oscurando ogni cosa. Un’enorme quantità d’informazioni su ciò che fu più caro per l’autrice che lentamente si stanno fissando sempre più nel mio cuore, assetata di sapere e amore consapevole di quanto ancora non basti ciò che ho conosciuto.

Titolo: I cani e i lupi
Autore: Irène Nèmirovsky
Casa editrice: Adelphi
Prezzo: 10 €
N° di pagine: 240
Trama: Le basta vederlo una volta sola, quel bambino ricco, ben vestito, dai riccioli bruni, dai grandi occhi splendenti, che abita nella meravigliosa villa sulla collina e di cui dicono sia un suo lontano cugino, per essere certa che lo amerà per sempre, di un amore assoluto e immedicabile. A Kiev, la famiglia di Ada abita nella città bassa, quella degli ebrei poveri, e suo padre appartiene alla congrega dei maklers, gli intermediari, quegli umili e tenaci individui che si guadagnano da vivere comprando e vendendo di tutto, la seta come il carbone, il tè come le barbabietole. Fra le due città sembra non esserci nessun rapporto, se non il disprezzo degli uni e l’invidia degli altri. Eppure, quando il ragazzino Harry si troverà di fronte la bambina Ada, ne sarà al tempo stesso inorridito e attratto: “come un cagnolino ben nutrito e curato che senta nella foresta l’ululato famelico dei lupi, i suoi fratelli selvaggi”. Molti anni dopo il destino li farà rincontrare a Parigi: e Harry cederà a quella misteriosa attrazione del sangue che Ada esercita su di lui.

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Possessore di un’anima, di una sua voce, che ha gracchiato per qualche tempo prima che la ascoltassi completamente, trionfo di mente e cuore. Spiritualità ed emozioni, quasi atto d’eroismo che per alcuni si è rivelata come un’impresa titanica. Per me, una bellissima metafora concepita non da un grembo materno, quanto da un connubio di frasi che si sono avvicendate, lungo la corrente di un fiume,

Titolo: L’insostenibile leggerezza dell’essere
Autore: Milan Kundera
Casa editrice: Adelphi
Prezzo: 12 €
N° di pagine: 318
Trama: Protetto da un titolo enigmatico, che si imprime nella memoria come una frase musicale, questo romanzo obbedisce fedelmente al precetto di Hermann Broch: «Scoprire ciò che solo un romanzo permette di scoprire». Questa scoperta romanzesca non si limita all’evocazione di alcuni personaggi e delle loro complicate storie d’amore, anche se qui Tomáš, Teresa, Sabina, Franz esistono per noi subito, dopo pochi tocchi, con una concretezza irriducibile e quasi dolorosa. Dare vita a un personaggio significa per Kundera «andare sino in fondo a certe situazioni, a certi motivi, magari a certe parole, che sono la materia stessa di cui è fatto». Entra allora in scena un ulteriore personaggio: l’autore. Il suo volto è in ombra, al centro del quadrilatero amoroso formato dai protagonisti del romanzo: e quei quattro vertici cambiano continuamente le loro posizioni intorno a lui, allontanati e riuniti dal caso e dalle persecuzioni della storia, oscillanti fra un libertinismo freddo e quella specie di compassione che è «la capacità massima di immaginazione affettiva, l’arte della telepatia, delle emozioni». All’interno di quel quadrilatero si intreccia una molteplicità di fili: un filo è un dettaglio fisiologico, un altro è una questione metafisica, un filo è un atroce aneddoto storico, un filo è un’immagine. Tutto è variazione, incessante esplorazione del possibile. Con diderotiana leggerezza, Kundera riesce a schiudere, dietro i singoli fatti, altrettante domande penetranti e le compone poi come voci polifoniche, fino a darci una vertigine che ci riconduce alla nostra esperienza costante e muta. Ritroviamo così certe cose che hanno invaso la nostra vita e tendono a passare innominate dalla letteratura, schiacciata dal loro peso: la trasformazione del mondo intero in una immensa «trappola», la cancellazione dell’esistenza come in quelle fotografie ritoccate dove i sovietici fanno sparire le facce dei personaggi caduti in disgrazia.

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Sobrio, sano, equilibrato, chiaro il cui effetto è talmente forte che diviene un coro altisonante e distinto, La donna di Gilles è un piccolo grande capolavoro di crudeltà intima e passionale. Proiettato in un tempo possibile e facilmente riscontrabile di assetti di vita quotidiana, in cui vi ho respirato, curato le ferite inferte al mio cuore, così devastante e bellissimo la cui potenza di resistere a tale ammaliamento è davvero insopportabile.


Titolo: La donna di Gilles
Autore: Madeleine Bourdouxhe
Casa editrice: Adelphi
Prezzo: 11 €
N° di pagine: 148
Trama: Elisa vorrebbe solo una cosa: annullarsi in Gilles. Vivere per e attraverso Gilles, non essere altro che sua moglie. Preparargli la cena, guardarlo mangiare, guardare i suoi occhi, la sua bocca, i suoi capelli. Ma il giorno in cui Elisa capisce che Gilles, suo marito, è diventato l’amante di sua sorella, tutto crolla attorno a lei. Eppure sceglie di tacere, di sorridere, di sopportare in silenzio l’indifferenza di Gilles, perfino che Gilles le parli del suo amore per l’altra, della sua gelosia.


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Pervaso da quell'inconfondibile senso di trionfo che assale, quando ci si sente liberi. Quando ci si imbatte in questa tipologia di romanzi in cui, a fine lettura, ci sembra ancora di vedere i personaggi passeggiare per le strade, abbracciati, anonimi, fra la folla. Immortalati in una fotografia che la si vede con gli occhi del cuore, un attimo prima di andare. Fra lo sfarfallio di luci, l'animazione della città, come un palloncino che sale e volteggia nell'aria e nel cuore di chi legge.

Titolo: Borderlife
Autore: Dorit Rabinyan
Casa editrice: Tea
Prezzo: 10 €
N° di pagine: 373
Trama: E' autunno, a New York. Il secondo senza le Torri. Liat ha appena conosciuto Hilmi e gli cammina accanto nel pomeriggio che imbrunisce, mentre pensa: Non hai già abbastanza guai? Fermati, finché puoi! Ma fermarsi non può, perché, nonostante le ferite, la magia della Grande Mela è ancora intatta, e Hilmi ha gli occhi dolci e grandi, color cannella, riccioli neri e un sorriso infantile che spezza il cuore. Lei è di Tel Aviv, fa la traduttrice e si trova negli USA grazie v una borsa di studio. Ha servito nell'esercito e ama la sua famiglia.
Lui vive a Brooklyn e fa il pittore, e nei suoi quadri c'è sempre un bimbo che dorme e sogna il mare, quel mare di cui da ragazzo poteva cogliere appena un lembo, da lassù, al nono piano di un palazzo di Ramallah. Che quest'amore sia un isola nel tempo, si dice di lei. Un amore a cronometro, un amore a scadenza, la stessa indicata sul visto, la stessa impressa sul biglietto del volo di ritorno per Israele, verso la vita reale. Finché, mentre oscillano tra l'ebbrezza della libertà e il senso di colpa, scoprendosi accumunati dalla nostalgia per quello stesso sole e quello stesso cielo, la vita reale non bussa davvero alla loro porta … 

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