Titolo: Black Friars. L'ordine della chiave
Autore: Virginia De Winter
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 18 €
N° di pagine: 454
Trama: Axel Vandemberg, giovane crede al trono del
regno più importante del Vecchio Continente, farebbe qualsiasi cosa per amore,
anche picchiare uno dei suoi migliori amici. Imprigionato nel carcere degli
studenti per una rissa, il suo unico, struggente pensiero è dedicato a Eloise
Weiss, la ragazza cui ha consacrato la vita fin dall'infanzia. Axel non sa che
il suo mondo sta per essere sconvolto dal fatale incontro con Belladore de
Lanchale, una cortigiana dal fascino oscuro che ben presto imprigiona il ragazzo
in una trama fitta di bugie e ricatti. Mentre Axel lotta contro la seduzione
del male, la città pare farsi specchio dei suoi tormenti, trasformandosi in uno
scenario di efferati delitti. Protetto dalla notte, tra i vicoli non ancora
illuminati dalla luce a gas di una città ammantata di atmosfere gotiche, un
assassino inafferrabile uccide giovani umane e bellissime vampire. Unica
traccia utile alla Magistratura incaricata delle indagini è il macabro e
accurato gioco dell'omicida, che ricompone i corpi delle vittime ispirandosi a
celebri fiabe: Raperonzolo strangolata dalle sue lunghe trecce, la Bella
Addormentata dilaniata dal morso del principe. Biancaneve avvelenata dalla
mela...
La
recensione:
C'è
qualcosa di assurdo nell'aggrapparsi al dolore per conservare ancora qualcosa
di colui che ci ha lasciato.
Rimasi
a lungo sdraiata sul mio morbido letto, fissando l'oscurità cavernosa che aveva
ammantato ogni cosa. Tra le strade della Vecchia Capitale dilagava, simile a un
mare sul quale aleggiava una leggera nebbia che via via andava a dissolversi
nel buio. Mi sentivo eccitata, euforica, come non mi sentivo da un pezzo.
Sapevo dove mi trovavo: nel piccolo harem di carta e parole della mia camera,
piccolo grande ambiente semplice in cui ho potuto trovarvi rifugio con un
bottino di libri e allungare la mente verso nuovi orizzonti, in pomeriggi pigri
e infiniti, quando il sole scompariva dietro le montagne con la sua luce
smorzata. Il cuore pulsante si dilatava e contraeva nella gabbia toracica con
battiti precisi e tesi. Qualsiasi cosa avevo visto qui dentro era stato molto
bello, misterioso, meraviglioso e così vicino alla mia anima, che più volte mi
ha fatto desiderare di sfiorarla con un dito. Un profumo inebriante di rose
candide, petali soffici e spessi come seta d'Oriente, mi resero vulnerabile ai
pensieri più desiderabili. Mi tornarono in mente tanti dettagli che credevo di
aver perduto per sempre, giovani donne addormentate nei propri letti ma depurate
da una qualche entità sconosciuta; l'indifferenza sulla quale una vampira di
bell'aspetto poté sganciare una schiera di cortigiane indomite su valorosi
cavalieri o profanare la loro anima semplice su una stanza dorata illuminata
dalla luce di qualche candela., senza neanche preoccuparsi di sapere quale
fosse la sua identità. Un processo disumano che ho visto impigliarsi in
grovigli di sentimenti, emozioni pure e semplici che combattevano nel petto
chiedendo ognuna una voce per esprimersi. Non occorreva vedessi il risultato
finale di tutto ciò: un tradimento privo di volontà. Inaspettato. Sbalorditivo,
come una parola formulata mentalmente. Mi era sembrato di non aver mai
abbandonato la Vecchia Capitale. Sentivo ogni cosa. Sangue fresco riverso sulla
nuda parete di un pavimento, il sapore dolce dei pensieri più privati, quando
di notte restavo sveglia a fissare il buio e le mani stringevano una
stilografica sulla pelle.
Quattro
giorni e mezzo di lettura appassionata, intensa, a pensare all'amore fra due giovani
innamorati il cui eco del loro desiderio furioso e insano aveva prevalso su una
tristezza mista a rimorso, che mi colpì dolcemente perché non provavo tutto
questo da alcuni anni. Penetrando nella mia carne debole come un bisogno
immenso, desideri folli di un amore disperato e ardente che ha raggiunto il mio
cuore con sollievo e gratitudine. Ho amato quello che mi hanno detto, e
l'istinto di abbracciarli per calmare i miei sussulti era irresistibile come
quello di un bacio. Mi è bastato far combaciare la mia anima con quella del
romanzo, è bastato il suo alito caldo sul mio corpo pur di essere trascinata a
fondo, annegare nell'acqua dolce e allo stesso tempo torrida di questa
splendida storia senza desiderare niente, né di svegliarmi, né di emergere da
questa pazzia folle che mi aveva annientato.
I
romanzi della De Winter, con i suoi vasti tesori di immaginazione visionaria,
di figure recise dal tempo che vagano come anime dannate sulla riva
dell'assurdo, li avevo letti per la prima volta quando ero una studentessa del
liceo. La sua storia mi aveva lasciato addosso una curiosità strisciante. Il
propagarsi di tanto amore, con tutti i pericoli impliciti per chi avrebbe
potuto considerarlo come un male per lo spirito, catena di piccoli fatti
assurdi o situazioni inverosimili, di coincidenze miracolose, di avvenimenti e
di persone che ritornano e poi svaniscono, è stato talmente contagioso che gli
oggetti inanimati sembravano dotati di una qualche magia. Poiché non esiste
alcuna differenza da ciò che è reale e ciò che non lo è, e chi legge si sente
legato a ogni cosa entro i limiti del possibile.
Eppure
il mio amore incommensurabile nei riguardi di questa storia è stato innegabile.
Come con altri romanzi, ho amato la saga dei Frati Neri prima ancora di averla
letta. Ho provato struggimento, dolore, sofferenza per l'amore di due anime
inquiete dalle aspirazioni trascendentali, basate inconsciamente sulla visione geocentrica
delle cose, contorta febbrilmente per la natura opprimente di un'emozione
gettata sui nostri cuori da una crudele legge naturale: un'emozione che ho
atteso, ho desiderato.
L'amore
fra Axel e Eloise ha ravvivato la fiamma che già bruciava nel mio cuore, e il
tormento o l'angoscia in cui sguazzavano impunemente è stato superiore alla
capacità di sopportazione. Dalla mia umile dimora, li ho visti avanzare
faticosamente fra montagne, colline e campi di grano, raggiungere la cima di
una scarpata, e contemplare un paesaggio del tutto diverso da quello osservato
sino a quel momento.
Solenne
e superstiziosa fantasia letteraria, caso fantasmagorico di voci e volti, di
vaghi e possenti fantasmi corporei apparsi nel minaccioso silenzioso della
notte, il romanzo della Winter è stata una delle prime letture inglesi che,
zeppa di distrazioni realistiche, tragiche e amorose che richiama alla mente le
tragiche commedie shakespeariane e altri grandi poemi della letteratura
settecentesca, è penetrato al punto tale d'immergermi in uno stato fra il
fascino e lo sconcerto. La storia d'amore estremamente realistica fra una
scolara e un conte, che la De Winter ha riesumato col suo tocco spiccatamente
realistico/drammatico e tragico in cui fantasia e realtà si sfiorano, anche
mentre il sole illumina le loro figure contro il verde delle siepi e le
facciate delle case, le cui descrizioni sono crudelmente sincere in quanto ciò
che è narrato è narrato attraverso gli strumenti della letteratura: l'essere
umano in bilico fra estasi e sogno. Il cui mondo che lo circonda è zeppo di meschinità,
ipocrisia, cattiveria, che rivelano l'intento dell'autrice di esaminare, con
profondità e un certo distacco, un tema piuttosto importante nella produzione
letteraria: il senso della vita.
Mi
incuriosiva rileggerlo e, sebbene il tempo scorra ininterrotto e, delle volte,
ci costringa a dimenticare cose che non vorremmo mai dimenticare - immagini,
episodi che rimangono intrappolati nella soffitta della nostra anima -, ho
riscontrato quella profonda e assurda drammaticità di cui è impregnato e di
cui, tre anni fa, come un meraviglioso compagno di viaggio, aveva disegnato la
sua orbita.
Ritratto
umano terribilmente realistico e coinvolgente di protagonisti intrappolati nel
lungo limbo delle convenzioni sociali, che incorrono esclusivamente l'ideale
dell'uomo forte, libero, capace di vedere la netta differenza fra verità locale
e verità universale, quella della De Winter è una complicata emozione che
custodisce gelosamente due amanti nella sfera insondabile dell'amore. Unico
moto perpetuo dell'universo, unica ragione accidentalmente intrufolabile,
creata apposta per impedire ai due amanti di consolidare il loro amore. Unica
dimensione in cui è semplicissimo riconoscersi, assistendo alla nascita di un
amore indescrivibile, illusorio e allo stesso tempo terrificante che se ne sta
sospesa nell'avverso universo come splendidi megaliti, e che scopre i due
amanti perdutamente insoddisfatti di ciò che li circonda e insaziabili dei
peccati tatuati sulla loro pelle. Devastati nell'anima e nel corpo. Creature
piene di poesia, poesie tradotte nella realtà, i cui cuori ardenti lottano
contro una sola povera coscienza, bramosi, inteneriti e un po' folli che
vegliano sulle sorti di uno sconosciuto che prima ignoravano spudoratamente, ma
che adesso rappresenta la vita.
Una
storia che è stata raccontata con la consapevolezza di recare sofferenza,
capace di logorare dall'interno lo spirito di chiunque. Suscita un empatia
naturale, risvegliando zone assopite nel fondo della coscienza, e che ci parla
di gesti sconsiderati e folli uniformemente negativi. Borghi che sembravano
immersi in sonni che parevano andare al di là della notte, una pace di
malinconica bellezza ravvivata dal rumore del vento perenne che spazza via le
piazze, agitando le piante lussureggianti oltre le recinzioni. Regno di
travestimenti le cui poche persone a volto scoperto hanno un aspetto
vulnerabile.
Smarrire
i pensieri è stato alquanto semplice, fra le vecchie mura di una piccola
locanda o fuori dal Presidio, che dilatarono il tempo fino a renderlo
un'eternità dalla bellezza quasi insostenibile.
Come
se richiamata dalle parole stesse, una storia che ha oscurato per un momento
inutili ansie e paure. Un dramma sentimentale, seducente e romantico che mi ha
resa prigioniera delle stesse colpe, degli stessi peccati dei protagonisti. Un
opera raffinata, delicata come un tulipano, che non lo fa sembrare un romanzo,
piuttosto una proiezione in cui si provano più sofferenze che gioie. Sciorina
continuamente descrizioni dettagliate che, spesso e volentieri, inducono al
tedio e alla noia, e cattura l'attenzione per il toccante e sano romanticismo
che si respira fra le sue pagine e in cui diviene sempre più forte l'esigenza
dell'autrice di esplorare la zona dei sentimenti.
Una
storia che, in una notte di fine settembre dall'aria fresca ma pulita, è emersa
dal passato come un'immagine definita nell'immediato. Con una voce apprezzabile,
matura, profonda, e i contorni simili a quelli degli antichi poemi omerici.
Valutazione
d'inchiostro: 4 e mezzo
Thank you! With pleasure ☺☺
RispondiEliminaThank you for your comment on my blog!
RispondiEliminaI follow you too! ;oD
xoxo Jacqueline
www.hokis1981.com
ciao! eccomi qui =) mi sono unita anch'io ai tuoi lettori fissi! Un'ottima recensione, mi hai incuriosito molto =)
RispondiEliminaGrazie mille, e benvenuta! :)
EliminaCiao Gresi! Quanti bei ricordi mi hai riportato alla mente con questa tua bellissima recensione! Io ho letto il primo libro di questa serie e sono rimasta incantata sia dalla storia che dallo stile dell'autrice. All'inizio ho avuto un po' di difficoltà nella lettura, ma poi è stato un crescendo di emozioni. Spero di poter continuare presto con L'Ordine della Chiave, non vedo l'ora :)
RispondiEliminaCiao, Maria! Anch'io ho letto questa saga proprio quando fun pubblicata. Ma dopo tanti anni, ho deciso di rileggerla. E infatti dopo questo ho deciso di leggere L'ordine della spada, e proseguire con i suoi seguiti ☺☺
EliminaNice review!
RispondiEliminaWould you like to following each other? Let me know
xoxo
ayu
Thank you! Sure with much pleasure :)
EliminaCiao Gresi.
RispondiEliminaPer quanto non sia proprio il mio genere, ammetto che questo libro ha il suo fascino non so se dipenda dalla copertina o dalla trama ma sembra proprio una bella storia
Se lo leggi poi mi dirai 😉
Eliminaè un libro che mi affascina molto *-*
RispondiEliminaSpero lo leggerai ☺☺
Eliminasono molto incuriosita da questa serie, che ultimamente sento nominare spesso soprattutto sul gruppo della challenge. Ora, dopo la tua recensione, sono ancora più curiosa di leggerla :D
RispondiEliminaTi auguro allora di avere l'opportunità di leggerla ☺☺
Eliminasecondo me questo libro va letto dopo la Spada. E, sempre a parer mio, è il più bello di tutta la saga anche se è sofferenza pura
RispondiEliminaChe parla di molta sofferenza è vero, ma a me è piaciuto maggiormente L'ordine della spada ☺☺
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