Quando ci si imbatte
in questo tipo di letture buttare giù qualche frase è davvero difficile. Per
quanto incauti e travolgenti siano stati i battiti del mio cuore, che
sotterrano qualunque forma di negatività o diniego, capì che mi sono lasciata
contagiare dal tono melodrammatico, quasi vittimistico, di una giovane donna
che, attanagliata dai rimorsi di una coscienza inquieta, si scoprì impegnata in
una rinascita. Spiccare il volo come un bellissimo gabbiano.
Oramai sono una
lettrice assidua, e di romanzi di questo tipo ne ho letto un discreto numero, perché
storie che danno vita ad altre storie, prendono strade, imboccano vie che
assestano quasi sempre il mio spirito, rifocillano ed stringono la mia anima con estrema cura. E senza sforzarmi più di tanto, medesima
cosa accadde col romanzo di questa talentuosa autrice italiana, che in un certo
senso ha evidenziato le sue doti naturali senza però sforzarsi più di tanto,
sfornando un romanzo apparentemente semplice ma impegnativo, di cui non ha però
risposto a tutte le domande che mi sono posta, durante il corso della lettura,
sulla coniugazione intrinseca che nasce fra un genitore e un figlio, senza
dilungarsi troppo per assimilare quelle nozioni astruse. Ho così letto questo
romanzo immaginando me stessa, immedesimandomi a tal punto da sentire come mie
le vicende della piccola Arianna, un piano narrativo assolutamente naturale e
realistico, completamente conforme a questa storia. Il mio giudizio non può non
essere positivo, ha soddisfatto le mie aspettative, sebbene non proprio nei
tempi che avevo previsto. Contenta per essermi imbattuta fra le sue pagine,
orgogliosa che il mio piccolo salotto virtuale ospiti giovani e talentuosi voci
italiane proprio come Liz Chester Brown.
Titolo:
Io sono una famiglia. Il gabbiano
Autore: Liz Chester Brown
Casa editrice: StreetLib
Prezzo: 10 €
N° di pagine: 240
Trama: Sullo sfondo di una Liguria arroccata tra cielo e mare, le vicende di Arianna, dall’infanzia all’età matura, raccontate con sereno distacco e un pizzico di ironia. Un dramma familiare moderno che, con la leggerezza di un battito d’ali, non volge mai in tragedia grazie all’incrollabile forza dell’amore. La protagonista, nata e cresciuta senza l’amore materno, riuscirà infatti a uscire dal suo labirinto tirando fuori tutta l’energia positiva e costruttiva trasmessale dal padre e tenuta soffocata dalla malattia della madre. Un vibrante racconto che rimanda per anologie di contenuto e di impalcatura narrativa, al Notturno di Fryderyk Chopin.
Autore: Liz Chester Brown
Casa editrice: StreetLib
Prezzo: 10 €
N° di pagine: 240
Trama: Sullo sfondo di una Liguria arroccata tra cielo e mare, le vicende di Arianna, dall’infanzia all’età matura, raccontate con sereno distacco e un pizzico di ironia. Un dramma familiare moderno che, con la leggerezza di un battito d’ali, non volge mai in tragedia grazie all’incrollabile forza dell’amore. La protagonista, nata e cresciuta senza l’amore materno, riuscirà infatti a uscire dal suo labirinto tirando fuori tutta l’energia positiva e costruttiva trasmessale dal padre e tenuta soffocata dalla malattia della madre. Un vibrante racconto che rimanda per anologie di contenuto e di impalcatura narrativa, al Notturno di Fryderyk Chopin.
La recensione:
I pensieri che hanno
vorticato nella mia testa, durante il corso della lettura, sono stati
discordanti. Si scrive per raccontarsi, raccontare. Si scrive perché ci si
sente soffocati dalla monotonia, da una vita quasi sempre uguale a se stessa, e
non è bene tenersi tutto dentro. È a mio avviso un comportamento inutile,
autodistruttivo e crudele verso noi stessi, la nostra anima che conta quasi
sempre di confidarsi o aprirsi a qualcuno, specialmente se ciò che tieni
saldamente celato è frutto di qualcosa che non hai il potere di cambiare.
Ciò che sto cercando di
dire, è una sottilissima allusione all’eruzione vulcanica della giovane
Arianna - piccola e fragile anima
costretta a vagare nel mondo come un anima in pena – che prenderà atto di ciò
che gli ha riservato la vita non vedendo più quella cerchia di possibilità,
certezze come unico mezzo di salvezza. Scialuppa di salvataggio in mezzo a un
mare in tempesta, bensì sotto una nuova luce. Di cambiamenti, la vita, ce ne
serva anche fin troppo. Col tempo il carattere può subire miglioramenti o
peggioramenti, a seconda dei casi. I rapporti si spezzano o si incrementano, l’esperienze
ci trasformano in uomini migliori o peggiori a seconda dei casi. Più calmi e
felici, impulsivi e sprezzanti.
La storia della giovane
Arianna mi stette a cuore, sin dal primo
momento in cui mi ci imbattei fra le sue pagine. La musica è quel frammento di
vita che l’autrice ha estrapolato dalle stanze remote della memoria per
comporre una melodia che parla di vita, un concerto sofisticato e un poì
crudele che si è rivelato piacevole per il rapporto intrinseco che si cela fra
uomo e natura, nel romanzo evidenziato come decisioni prese frettolosamente e
in buona fede che si rivelano poi sbagliate.
Quella di Io sono una
famiglia è stata una delle esperienze letterarie che di certo un lettore
attento e scupoloso dovrebbe serbare gelosamente nel cuore, interrotto soltanto
dalle imposizioni della vita. La musica è motivo di grande orgoglio, atto
simbolico che significa molte cose. È, prima di tutto, un alimento poetico per
l’anima: arduo in certe occasioni, evocativa per altre, altri romanzi, altri
autori. È la componente fondamentale che contraddistinguono queste pagine,
segno di individualità la cui tonalità si è prefissata diversa a dispetto di
quella imboccata da altri autori.
Per far si che la realtà non
ci soffochi, l’autrice ha sfornato una storia in cui non è bastato catturare il
pensiero astratto, ma inghiottendo una buona dose di realtà, con una certa
passione ha ritratto la storia della giovane Arianna come un qualcosa di
sofisticato e bello, che lascia interdetti, e poi ti fa cadere a pezzi o si
frantuma nell’aria, nel bel mezzo di una litigata con i genitori o un confronto
con il suo psichiatra. Ho letto questo romanzo come se stessi indossando
qualcosa di originale, qualcosa che inconsapevolmente ho bramato di possedere e
leggere, in cui ho fatto risiedere la mia anima su un luogo situato in Liguria
in mezzo a un immaginaria oasi o a un ghetto, isolandomi da tutto e da tutti,
cibandomi esclusivamente di carte e parole come se fossero la linfa vitale che
mi sostiene. In un mondo crudele e implacabile, dove non ci sono più
sconosciuti che vagano lungo le strade senza trovare alcuna meta, dove non si
giudica mai il prossimo ma semplicemnte si conosce, questo romanzo mi è balzato
agli occhi con la promessa di instantanee affinità. Con il suo ricco bagaglio
di ricordi, emozioni strapolate dinanzi agli occhi del mondo, che sconfina
qualunque barriera, qualunque cosa ciascuno di noi avrebbe potuto immaginare,
più importante delle nostre stesse anime, dei nostri corpi, così atemporale,
atipica, che implora di essere tenuta in vita e risvegliata dal suo sonno
dormiente. Un modo per mantenere un certo contatto con una strana alchimia che
ha dato vita a una storia dolce,coinvolgente, in cui si riesce a guardarsi
dentro con gli occhi di un altro al di là di qualsiasi condizione.
Un orizzonte circolare come
la terra, senza un inizio da cui partire, che si è sovrapposto a giornate
fredde e monotone. Mi sono trovata in un posto dell’Italia che ancora non ho
avuto piacere di visitare, c’ero arrivata per caso ed ero in compagnia di una
donna indifesa, vulnerabile a qualunque emozione, entrata nel mio piccolo
mondo, sebbene anche il suo piccolo mondo mi aveva chiesto di farla entrare,
accoglerla, in modo che poi potessi tornarci quando mi pare e piace. Il tutto
reso in maniera così sensibile, romantico, quasi seducente, con una finta
motivazione che oltrepassa i limiti dell’impossibile.
Iinconsapevolmente Arianna
aveva posato le sue labbra vicino al mio orecchio. E dalla sua voce gentile e
delicata, ho ascoltato una storia molto intensa, profonda, drammatica e
veritiera che ha funto da balsamo per la mia anima giovane e romantica. Sospinta
al largo, fra virgole di luce che trasmettono euforia e smarrimento, in una
città da cui si è diffusa una melodia fluida, animata da volontà propria. Una sferzata
di luce che ha illuminato l’oscurità come un fulmine, mescolando elementi,
oltrepassando confini dello spazio e del tempo.
Nella tempesta impetuosa
della vita, Arianna e la sua storia hanno persistito con una certa malinconia. Un
forte e insano senso di malessere, in quanto di lei e della sua storia non ho potuto
non lasciarmi contagiare. Nutrita da un certo tipo di tristezza distorta, alla
mancata libertà d’szione, ai gioni in cui ho avvertito intensamente il peso
delle aspettative di qualcun altro che effettivamente non mi appartenevano. Rendendo
però ai miei occhi questa lettura, un racconto di vita dolce e profondo, che mi
ha soddisfatta come desideravo, un bel affresco sulla solitudine, sul desiderio
di essere intregrati nel mondo degli altri. Proiettato in quella landa deserta
che è la vita, sola e incompresa, che come un magico tramonto emana una luce
intensa. Cattura il cuore in una stretta ferrea non lasciandolo più.
Valutazione d’inchiostro: 4
Bom dia. Obrigado pela dica e a capa do livro é maravilhosa.
RispondiElimina🤗🤗
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