Di Emmanuel Carrère
ho letto quasi tutto e da qualche tempo a questa parte la sua è divenuta una
presenza costante: quest’anno fa nuovamente la sua comparsa con un saggio, un
diario, un memoir, che ricostruisca la memoria delle sue azioni, delle sue
esperienze non volendo distruggere niente e nessuno se non se stesso. I suoi
romanzi sono squarci di vita, specchi in cui negli anni mi è parso spontaneo
riflettermi, specie nel silenzio delle mie riflessioni, qualunque sia il tema
trattato, qualunque parola o azione perpetuerà nel tempo. Carrère lo fotografa
mentalmente e poi lo riporta in un foglio bianco intrappolato in una finestra
virtuale, e a forza di seminare pezzi sparsi qua e là rimette assieme un
mosaico di vita che sono ancora impressi nella mia memoria con chiarezza e
nitidezza. Li redige in quelli che diventano poi dei bellissimi romanzi, quasi
sempre trascinata da una corrente di sensazioni altalenanti che anche io faccio
fatica a tenermi dentro. Ho letto questo piccolo saggio in una manciata di ore,
divorata da una curiosità disarmante, potente. Alberga in ognuno di noi diverse
versioni, l’anima è assediata da diverse nozioni di esistenza e lo stesso
autore si servì dell’arte della meditazione per trovare traccia di se, traccia
della sua esistenza. Ogni parola, frase, gesto sono gocce di sangue che a mio
avviso perpetueranno a lungo, che mediante il passaparola diverranno un buon
prodotto mediatico. Forse un buon modo per essere ricordato ai posteri, ma
palazzo d’oro e d’argento che lentamente è sorto all'incrocio del sentiero
della vita.
Titolo:
Yoga
Autore: Emmanuel Carrère
Casa editrice: Adelphi
Prezzo: 20 €
N° di pagine: 312
Trama: Una vita che è la sua, questa volta; trascorsa, in gran parte, a combattere contro “la volpe che gli divora le viscere” – quello che Baudelaire chiamava lo spleen. La vita che Emmanuel Carrère racconta, questa volta, è proprio la sua: trascorsa, in gran parte, a combattere contro quella che gli antichi chiamavano melanconia. C’è stato un momento in cui lo scrittore credeva di aver sconfitto i suoi demoni, di aver raggiunto << uno stato di meraviglia e serenità >>; allora ha deciso di buttare giù un libretto << arguto e accattivante >> sulle discipline che pratica da anni: lo yoga, la meditazione, il tai chi. Solo che quei demoni erano ancora in agguato, e quando meno se l’aspettava gli sono piombati addosso: e non sono bastati i farmaci, ci sono volute quattordici sedute di elettroshock per farlo uscire da quello che era stato diagnosticato come << disturbo bipolare di tipo II >>. Questo non è dunque il libretto << arguto e accattivante >> sullo yoga che Carrère intendeva offrirci: è molto di più. Vi si parla, certo, di che cos’è lo yoga e di come lo si pratica, e di un seminario di meditazione Vipassana che non era consentito abbandonare, e che eli abbandona senza esitazioni dopo aver appreso la morte di un amico nell’attentato a << Charlie Hebdo >>, ma anche di una relazione erotica intensissima e dei mesi terribili trascorsi al Sainte – Anne, l’ospedale psichiatrico di Parigi; del sorriso di Martha Argerich mentre suona la polacca Eroica di Chopin e di un soggiorno a Leros insieme ad alcuni ragazzi fuggiti dall’Afghanistan, di un’americana la cui sorella schizofrenica è scomparsa nel nulla e di come lui abbia smesso di battere a macchina con un solo dito – per finire, del suo lento ritorno alla vita, alla scrittura, all’amore.
Autore: Emmanuel Carrère
Casa editrice: Adelphi
Prezzo: 20 €
N° di pagine: 312
Trama: Una vita che è la sua, questa volta; trascorsa, in gran parte, a combattere contro “la volpe che gli divora le viscere” – quello che Baudelaire chiamava lo spleen. La vita che Emmanuel Carrère racconta, questa volta, è proprio la sua: trascorsa, in gran parte, a combattere contro quella che gli antichi chiamavano melanconia. C’è stato un momento in cui lo scrittore credeva di aver sconfitto i suoi demoni, di aver raggiunto << uno stato di meraviglia e serenità >>; allora ha deciso di buttare giù un libretto << arguto e accattivante >> sulle discipline che pratica da anni: lo yoga, la meditazione, il tai chi. Solo che quei demoni erano ancora in agguato, e quando meno se l’aspettava gli sono piombati addosso: e non sono bastati i farmaci, ci sono volute quattordici sedute di elettroshock per farlo uscire da quello che era stato diagnosticato come << disturbo bipolare di tipo II >>. Questo non è dunque il libretto << arguto e accattivante >> sullo yoga che Carrère intendeva offrirci: è molto di più. Vi si parla, certo, di che cos’è lo yoga e di come lo si pratica, e di un seminario di meditazione Vipassana che non era consentito abbandonare, e che eli abbandona senza esitazioni dopo aver appreso la morte di un amico nell’attentato a << Charlie Hebdo >>, ma anche di una relazione erotica intensissima e dei mesi terribili trascorsi al Sainte – Anne, l’ospedale psichiatrico di Parigi; del sorriso di Martha Argerich mentre suona la polacca Eroica di Chopin e di un soggiorno a Leros insieme ad alcuni ragazzi fuggiti dall’Afghanistan, di un’americana la cui sorella schizofrenica è scomparsa nel nulla e di come lui abbia smesso di battere a macchina con un solo dito – per finire, del suo lento ritorno alla vita, alla scrittura, all’amore.
La recensione:
Seguire la corrente senza lasciarsi travolgere. A forza di
farlo, è la vita stessa a cambiare. Sulle prime non ce ne rendiamo conto.
Mi è difficile immaginare
la vita di uno scrittore al di fuori della sua proiezione di autore. In quanto
tale non riesco a delineare quella linea di demarcazione che scissa il reale
dal possibile, avendo letto e vissuto storie che ho creduto reali. Quelle scritte
da Emmanuel Carrère sono infatti trattati realistici, sociali che
inevitabilmente ti inducono o ti trasportano dinanzi a una corrente di
sensazioni altalenanti, finendo con un sorriso compiaciuto stampato sulle
labbra che dimostra l’ennesimo appagamento con l’autore. Un certo bagaglio di
esperienze hanno reso l’autore celebre, specie le sue fitte inchieste ed
indagini di persone che hanno lasciato un segno indelebile nella sabbia del
tempo, e non c’è bisogno di tesserne le lodi, scrivere l’ennesima recensione
positiva e bella di un autore la cui concretezza non ha bisogno di parole per
essere testualizzata. Basta semplicemente sedersi, aprire un suo libro e
lasciarsi trasportare dalla voce suadente dell’autore. Ipnotici, sensuali,
carismatici, persuasivi, quasi con ammirazione e curiosità ho divorato Yoga,
che non lo si può definire un vero e proprio romanzo quanto un viaggio alla
scoperta di sé, della vita e di tutto ciò che essa ci riserva. E per parlarne,
sembra che l’autore si sia ritirato in un cantuccio personalissimo. Il lettore
leggendo di questo << manuale >> viola la barriera invisibile dell’impossibile,
insinuandosi in pensieri, frasi o parole che ad occhi chiusi mi trasportarono
in un altro mondo. Quello reale, concreto, certo, ma un mondo che io non ho mai
vissuto. Quello dell’autore e della sua esperienza come autore, quanto
scrittore. A occhi chiusi, con le gambe incrociate, meditanto, lasciando che la
mente valicasse qualunque confine, sentendo l’erba umida sfiorare i miei piedi,
poi, a occhi aperti, ad immaginare come sia stato abbandonarsi al cuore di un
uomo le cui << dimostrazioni >> si celano dietro gesti scontrosi e
sgarbati. In questi casi sarebbe meglio se l’autore mi avesse scelto, ma la
curiosità ha superato ogni confine.
La composizione utilizzata per concepire un saggio, un diario intimo come questo fu alquanto semplice. Bisognava far affacciare l’emozioni, osservare ciò che ci circonda, imparare a respirare, vivere. Scavando in profondità di se stesso, comprendendo la realtà circostante scoperchiando qualunque verità, svuotando la mente, liberandosi dal fardello dell’infelicità. L’infinita bellezza della vita talvolta ci induce a scoprire involontariamente una parte insita del nostro animo, compiere profonde riflessioni su tutto ciò che riguarda la vita, fra innumerevoli contrasti fra ciò che è vero e ciò che è falso, fra ciò che offusca e ciò che rischiara come prigionieri ognuno confinati nel proprio spazio, senza la possibilità di andare da nessun’altra parte.
Essere vuoti come un guscio, desiderosi di essere riempiti da qualcosa, in una realtà che è un grande tuffo, è davvero logorante. Viaggiare, dunque, identificarsi e stabilire dei rapporti col prossimo è la linfa vitale dell'anima. E' una rinascita di un nuovo sole, come quello della Creazione, mentre alcune forme oscure escono da un'oscurità cosmica per svanire completamente come per dare speranza, sulla soglia della vita e della morte.
Quella di Yoga è una storia ambiziosa, un esperienza sulla vita, che dà un senso alla vita in cui tutto ciò che è narrato è vero, e che proviene da un mondo in cui la ragione spiega tutto. Dove tutto è precario; la certezza e l'incertezza divengono enormi masse congenite.
Trasmette una lenta sofferenza capace di logorare dall'interno lo spirito delle persone. Suscita nel lettore un empatia naturale, risvegliando zone assopite nel fondo della sua coscienza. Trascina in un luogo meraviglioso facile da vedere, con la tangibilità di alcune immagini: decine di migliaia di persone rivolte all'acqua, ai piedi delle scalinate, dei templi, delle case o dei palazzi, in mezzo a canti, preghiere, suoni di campane. Il tutto e il niente, la luce e l'ombra, il suono e il silenzio. Con un viandante che diviene poi fiore. La sua anima cresce e dà frutti e i suoi vizi lavati via dalla fatica del viaggiare, che reclama la nostra attenzione. E che l’autore riesce magistralmente a descrivere e che vibra di potenzialità simbolica.
Da un altura di una montagna ha osservato quello che si lascerà alle spalle. Interprete di anime, scrittore di storie e parole di cui è possibile sentirne ancora l'eco, libero dai sensi di colpa, quasi felice, dipana silenzioso la storia dei suoi viaggi letterari e personali come una miriade di spiriti radunati che raccontano bisbigliando la loro storia, invocando l'arrivo di molti altri spiriti, molte altre storie. Un uomo pieno di desideri, amante della scrittura e della buona letteratura, che lentamente avanza verso il lungo abisso della distruzione. Radicato nella vita, ma sognatore, che pian piano galleggerà nell'aria come una piuma. La sua è una storia che ci parla di speranza e rivela segreti utili per capire il mondo e, strutturato alla maniera delle testate giornalistiche, fa sorgere le riflessioni più profonde dell'animo umano. Non guardare più il mondo circostante da un caleidoscopio - un piccolo gesto, ed ogni cosa appariva bianco -, mettere fine agli alti e bassi affinché ritorni tutto alla normalità o abbia un suo equilibrio sembra non bastare. Così quando vive il presente senza piani, senza troppe aspettative, ora dopo ora, giorno dopo giorno, mettere in ordine le emozioni, lo resero felice. Meditare diviene così qualcosa di fondamentale. Lo esaltò, lo rinvigorì, gli dette da pensare e, soprattutto, lo fece vivere. Giungere in un posto nuovo, in un paese sconosciuto, è un'esperienza irripetibile. Un'iniezione d'adrenalina, un innamoramento che riempie di emozioni. Dona felicità. Un mezzo di crescita spirituale, come un compagno di avventure tra le avverse stelle.
La composizione utilizzata per concepire un saggio, un diario intimo come questo fu alquanto semplice. Bisognava far affacciare l’emozioni, osservare ciò che ci circonda, imparare a respirare, vivere. Scavando in profondità di se stesso, comprendendo la realtà circostante scoperchiando qualunque verità, svuotando la mente, liberandosi dal fardello dell’infelicità. L’infinita bellezza della vita talvolta ci induce a scoprire involontariamente una parte insita del nostro animo, compiere profonde riflessioni su tutto ciò che riguarda la vita, fra innumerevoli contrasti fra ciò che è vero e ciò che è falso, fra ciò che offusca e ciò che rischiara come prigionieri ognuno confinati nel proprio spazio, senza la possibilità di andare da nessun’altra parte.
Essere vuoti come un guscio, desiderosi di essere riempiti da qualcosa, in una realtà che è un grande tuffo, è davvero logorante. Viaggiare, dunque, identificarsi e stabilire dei rapporti col prossimo è la linfa vitale dell'anima. E' una rinascita di un nuovo sole, come quello della Creazione, mentre alcune forme oscure escono da un'oscurità cosmica per svanire completamente come per dare speranza, sulla soglia della vita e della morte.
Quella di Yoga è una storia ambiziosa, un esperienza sulla vita, che dà un senso alla vita in cui tutto ciò che è narrato è vero, e che proviene da un mondo in cui la ragione spiega tutto. Dove tutto è precario; la certezza e l'incertezza divengono enormi masse congenite.
Trasmette una lenta sofferenza capace di logorare dall'interno lo spirito delle persone. Suscita nel lettore un empatia naturale, risvegliando zone assopite nel fondo della sua coscienza. Trascina in un luogo meraviglioso facile da vedere, con la tangibilità di alcune immagini: decine di migliaia di persone rivolte all'acqua, ai piedi delle scalinate, dei templi, delle case o dei palazzi, in mezzo a canti, preghiere, suoni di campane. Il tutto e il niente, la luce e l'ombra, il suono e il silenzio. Con un viandante che diviene poi fiore. La sua anima cresce e dà frutti e i suoi vizi lavati via dalla fatica del viaggiare, che reclama la nostra attenzione. E che l’autore riesce magistralmente a descrivere e che vibra di potenzialità simbolica.
Da un altura di una montagna ha osservato quello che si lascerà alle spalle. Interprete di anime, scrittore di storie e parole di cui è possibile sentirne ancora l'eco, libero dai sensi di colpa, quasi felice, dipana silenzioso la storia dei suoi viaggi letterari e personali come una miriade di spiriti radunati che raccontano bisbigliando la loro storia, invocando l'arrivo di molti altri spiriti, molte altre storie. Un uomo pieno di desideri, amante della scrittura e della buona letteratura, che lentamente avanza verso il lungo abisso della distruzione. Radicato nella vita, ma sognatore, che pian piano galleggerà nell'aria come una piuma. La sua è una storia che ci parla di speranza e rivela segreti utili per capire il mondo e, strutturato alla maniera delle testate giornalistiche, fa sorgere le riflessioni più profonde dell'animo umano. Non guardare più il mondo circostante da un caleidoscopio - un piccolo gesto, ed ogni cosa appariva bianco -, mettere fine agli alti e bassi affinché ritorni tutto alla normalità o abbia un suo equilibrio sembra non bastare. Così quando vive il presente senza piani, senza troppe aspettative, ora dopo ora, giorno dopo giorno, mettere in ordine le emozioni, lo resero felice. Meditare diviene così qualcosa di fondamentale. Lo esaltò, lo rinvigorì, gli dette da pensare e, soprattutto, lo fece vivere. Giungere in un posto nuovo, in un paese sconosciuto, è un'esperienza irripetibile. Un'iniezione d'adrenalina, un innamoramento che riempie di emozioni. Dona felicità. Un mezzo di crescita spirituale, come un compagno di avventure tra le avverse stelle.
Valutazione d’inchiostro: 4
Diverso dal solito; ottima recensione; grazie
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