venerdì, aprile 11, 2025

Anime alla deriva: la malattia in letteratura 1°

Quando si parla di malattia ci sarebbe da fare un discorso un po più ampio. Non mi riferisco, naturalmente, a qualcosa che inevitabilmente si contrae, in un dato momento della nostra vita, quanto a una specie di condizione o condanna a cui ci si lascia andare, oppure tentiamo di domare o cavalcare come un’onda, che si fa strada nella nostra coscienza.

Non mi vergogno a dirlo, ma quando si parla di malattia io sono una di quelle pazienti meno avvezze a lamentarsi. Silenziosa e riservata per natura, mi lascio andare ad inutili piagnistei e lamenti solo quando necessari, solo quando sopraggiungono o toccano il limite, e in letteratura, nei romanzi che leggo e che mi piace leggere, non poche volte mi è capitato di incontrare figure, dilaniate dal passato o da un presente peccaminoso che, in un dato momento della loro vita, contraggono malattie incurabili a cui ci si lascia andare con rammarico o, con, rassegnazione, fin quando non sopraggiunge la morte. Nel bene o nel male, alla fine, queste storie, tracciano un segno del loro passaggio da cui io stessa posso osservare tante cose. Faccio testo di nozioni, paradigmi, vivo esperienze, altre vite, altre coscienze, che effettivamente non mi appartengono ma sono il fulcro della mia intere esistenza. Suddiviso quindi in due parti, ecco questo primo post in cui la malattia è al centro di certe narrazioni, certi classici, che, nel tempo, ho compreso, amato, lambiccato il cervello affinché qualcosa, quel qualcosa di malato che pulsava all’interno del loro piccolo cuore, non solo mi aveva fagocitato ma espulso una cura mediante cui ho interpretato il mondo.

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La piccola Ruth, la protagonista di queste pagine, vivrà stuazioni talmente rischiose in cui mi sono trovata invischiata, che lascia poco spazio all’immaginazione, specie per la ricerca spirituale. La letteratura, i libri, nel tempo, diverranno medicina per l’anima. Non solo per la sua, ma anche di chi legge.


Titolo: Storia della pioggia

Autore: Niall Williams

Casa editrice: Neri Pozza

Prezzo: 9,00 €

N° di pagine: 367

Trama: Ruth Swain, viso affilato, labbra sottili, pelle pallida incapace di abbronzarsi, lettrice di quasi tutti i romanzi del diciannovesimo secolo, figlia di poeta giace a letto, in una mansarda sotto la pioggia, "al margine tra questo e l'altro mondo". Un giorno è svenuta al college, e da allora, malata, trascorre le sue ore in compagnia dei libri ereditati dal padre. Romanzi, racconti e versi attraverso i quali si avventura su sentieri sconosciuti, apprende cose che pochi sanno: che Dickens, ad esempio, soffriva d'insonnia e di notte passeggiava per i cimiteri; o, ancora, che da giovane Stevenson aveva attraversato la Francia dormendo sotto le stelle, in compagnia di un'asina. Mentre la pioggia batte sul tetto della mansarda, Ruth rovista così tra i libri e legge e raduna attorno a sé tutto quello che può: la vecchia edizione arancione di Moby Dick della Penguin, la copia di Ragione e sentimento con il ritratto di Jane con la cuffietta in testa, le memorie del Reverendo, il bisnonno che nella sua mente assomiglia al vecchio Gruffandgrim di Grandi speranze, gli appunti di Abraham, il nonno, che anziché abbracciare la chiamata del Signore abbracciò quella della pesca al salmone, i quaderni da bambino su cui Virgil, figlio di Abraham e suo amato genitore, annotava con la matita le sue poesie. Storie che, come tutte le storie, si raccontano e si leggono per scacciare il male di vivere o, come nel caso di Ruth, per mantenersi ancora "al margine tra questo e l'altro mondo".

mercoledì, aprile 09, 2025

Gocce d'inchiostro: Guanciale d'erba - Natsume Soseki

Essere vuoti come un guscio, desiderosi di essere riempiti da qualcosa, in una realtà che è un grande tuffo nel vuoto, è davvero logorante. Viaggiare, dunque, identificarsi e stabilire dei rapporti col prossimo è la linfa vitale dell'anima. Rinascita di un nuovo sole, come quello della Creazione, mentre alcune forme oscure escono da un'oscurità cosmica per svanire completamente come per dare speranza, sulla soglia della vita e della morte. Pur quanto possedeva ogni ingrediente, in questo ricettacolo acceso della vita, quella di Guanciale d’erba non fu quel genere di storia che, come tanti altri romanzi di questo tipo, ha istigato delle nozioni, mi ha impartito delle lezioni da cui ne sono uscita diversa,  un piccole lentamente sboccerà maggiormente. Ma proveniente da un mondo in cui la ragione spiega tutto e la solitudine è l’unica forma concreta per comprendere noi stessi. Dove ogni cosa è precaria, la certezza e l'incertezza divengono enormi masse congenite. In compagnia di un viandante che, a tentoni, diverrà poi fiore. La sua anima cresce e dà frutti e i suoi vizi lavati via dalla fatica del viaggiare, che reclama la nostra attenzione. Ma che in forme sofisticate e anonime di insoddisfazione, come aggregati di un universo nell’immensità del cosmo, non sortisce l’effetto desiderato.


Titolo: Guanciale d’erba

Autore: Natsume Soseki

Casa editrice: Beat

Prezzo: 9 €

N° di pagine: 173

Trama: Un giovane artista, pittore e poeta, si avventura per un ameno sentiero di montagna di un piccolo villaggio giapponese. Lungo il cammino, in un'atmosfera incantata, incontra viandanti solitari, contadini, paesani, nobili a cavallo e ogni specie d'umanità, finché, sorpreso della pioggia, si rifugia in una piccola casa da tè tra i monti. Qui, dalla dolce voce della vecchia tenutaria, apprende la storia della fanciulla di Nakoi, che ebbe la sfortuna di essere desiderata da due uomini e di andare in sposa a quello che lei non amava. Il giorno in cui partì, il suo cavallo si arrestò sotto il ciliegio davanti alla casa del tè e dei fiori caddero come macchie sul suo candido vestito.

lunedì, aprile 07, 2025

Nel folto della macchia: gli animali in letteratura

Ed eccoci qui, a parlare di animali in letteratura! Ve lo aspettavate, da una che legge così tanto, divora romanzi, uno dopo l’altro, come se fossero Nutella?!? Forse si, se avrete imparato a conoscermi, in così tanti momenti in cui, mediante letteratura, mi metto a nudo, mostro ogni parte del mio spirito, oramai completamente libero di vagare dove mi pare e piace. Eppure, ora che ci penso, di animali in letteratura, sino ad ora, non ne avevo mai parlato… Buffo, dato che uno dei miei tanti autori preferiti, Murakami Haruki, tanto per cambiare, nei suoi romanzi li osanna. Sono onnipresenti, immancabili, legati a mondi a dir poco surreali e onirici… Ma non è ugualmente bello creare questo post, in cui i principali protagonisti sono gli animali in letteratura? La maggior parte, figure presenti, in carne e ossa, in altri, invece, riferiti alle azioni o ai gesti che spesso l’uomo, essere rozzo e primitivo, induce a compiere. Gesti che macchiano la sua anima di azioni e gesti da cui sembra non esserci alcuna cura. Ma, nell’insieme, conferendo un quadro forse un po ' stucchevole di queste creature, non sempre amabili e comprensive.

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Una miriade di situazioni forti, passionali, che trascinano in un turbinio di emozioni inspiegabili, attraverso una sorta di monologo interiore che mette a nudo l'anima dei protagonisti. Un harem fatto di lettere che tuttavia prende vita, ci divora da dentro anche solo per poco tempo, pochi secondi. Impressi nella nostra anima, e già conoscerlo a memoria.


Titolo: Il delta di Venere

Autore: Anaïs Nin

Prezzo: 12, 00 €

Casa editrice: Bompiani

Trama: Un misterioso collezionista di libri nel 1940 offrì a Henry Miller cento dollari al mese per scrivere dei racconti erotici. Miller cominciò entusiasta, ma si stancò presto e passò l'incarico all'amica Anais Nin che aveva bisogno di soldi. "Cominciai a scrivere ironicamente, divenendo così improbabile, bizzarra ed esagerata che pensai che il vecchio si sarebbe accorto che stavo facendo una caricatura della sessualità" ricorda Anais Nin. "Passavo giorni in biblioteca a studiare il Kama Sutra, ascoltavo le avventure più spinte degli amici.. Tutte le mattine, dopo colazione, mi sedevo a scrivere la mia dose di pornografia..." Solo ogni tanto riceveva una telefonata dal mandante. Una voce diceva: "Va bene. Ma lasci perdere la poesia e le descrizioni di tutto quello che non è sesso. Si concentri sul sesso." Nacquero così questi racconti erotici che si possono meritatamente annoverare tra le opere della letteratura erotica di maggior successo.

sabato, aprile 05, 2025

Gocce d'inchiostro: La ragazza che leggeva nei cuori - Teri Brown

La tradizione prevede che, ad ogni romanzo letto e vissuto, se ne sussegua un processo di analisi, ricerca e scrittura. Una grande composizione che nel tempo si è intensificata mediante la lettura di testi che, nel Bene e nel Male, mi hanno arricchita, culturalmente e spiritualmente parlando. Ho intrapreso e appreso delle nozioni, che qualche anno fa ignoravo impunemente, e che con la lettura di svariati saggi, testi di critica letteraria, hanno diradato quella fitta nebbia dello sconosciuto e dell’ignoranza. La lettura di questo testo e ciò che hanno trapelato le loro pagine, durata una manciata di giorni, era stata ancor più divertente della volta precedente, con una me ingenua e imberbe nel panorama della critica letteraria, nella valutazione di un testo, specie se ci fosse un confronto o un giudizio in cui i valori sociali sfornassero un sistema sociale e culturale mediante cui la conoscenza, la mia, potesse essere diffusa. Quando decido di leggere questa tipologia di testi, tuttavia, di diffusione conoscitiva a dire il vero se ne diffonde molto poco, dato che trattasi di testi innocui, di poco conto che possono definirsi << fortunati >> di essere letti semplicemente perché possessori di qualcosa, elementi o tematiche che stuzzicano la mia curiosità, altrimenti incuneati nel dimenticatoio, nell’inutilità di aprire un libro datato, consapevole che la sua storia avrebbe sortito non pochi effetti benefici. Eppure, a volte, mediante certi periodi che si vivono, certe letture si rivelano adatte, salvifiche. specialmente se reduci da un’immersione letteraria come quella donchisciottiana, e la fortuna incastonata fra me e questo testo fu quella relativa al nostro incontro. Un Incontro non destabilizzante, ma gradevole, lieto, come fu quello di scovare anche la bella America degli anni 20, che tuttavia mi ha permesso di sopravvivere, dinanzi al incontrollabile strisciare del mondo.


Titolo: La ragazza che leggeva nei cuori

Autore: Teri Brown

Casa editrice: Corbaccio

Prezzo: 14, 90 €

N° di pagine: 320

Trama: 

New York, anni Venti, i famosi Roaring Twenties: Anna ha sedici anni e fin da bambina aiuta la madre, una famosa medium, negli spettacoli. Ma, contrariamente a sua madre che è un’abile attrice, Anna ha veramente il dono di «sentire» le emozioni altrui e di predire il futuro. E in questo futuro vede sua madre in pericolo: le sue visioni si fanno sempre più intense e spaventose, al punto che Anna decide esplorare fino in fondo questa parte di sé che aveva sempre negato. Così, quando Cole, un ragazzo misterioso, si trasferisce in un appartamento vicino e introduce Anna a una società segreta che studia proprio persone come lei, Anna si trova costretta a confrontarsi con il suo passato e con le certezze della sua vita. Ma Anna è anche una sedicenne come tante altre, con i suoi istinti ribelli, i suoi capricci e la sua rabbia esplosiva. E, come tutte le ragazze della sua età, anche lei è alla ricerca dell’amore dellʼaffermazione di se stessa. Riusciranno le sue abilità a districare la rete di intrighi in cui, suo malgrado, è caduta? E, soprattutto, la sua sensibilità sarà in grado di farle individuare qual è il suo vero destino? Riuscirà Anna lʼillusionista, brava a liberarsi da quasi tutto, a liberarsi dei condizionamenti e a seguire il suo cuore?

giovedì, aprile 03, 2025

Le TBR: richiami dell'anima 48°

Di romanzi da leggere, di pile gigantesche e svattanti giungere fino al soffitto, questo profilo, questo salotto letterario, non ne sarà mai privo, arido. Nel mio salotto o santuario magico, come mi piace definire questo mio piccolo angolino, i romanzi fungono una parte essenziale del mio spirito. Sono slanci di un cuore avido di storie, passione, magia i cui versi, le cui strofe, riassumono l’intera visione di vite che, affollandosi nella lotteria della vita, tentano di carpire l’anima. Io carpisco la loro, e viceversa.

In un mese di letture di svariato tipo, possono accadere tante cose. Le TBR, immancabili da qualche tempo a questa parte, non rivelano niente che non sia stato già detto, ma semplificano e rendono meno accidentato quel percorso che intrapresi tantissimo tempo fa, e che, nel Bene e nel Male, mi conduce sempre lontano. Anche questa volta, dinanzi ad un’unica e sola verità: la Verità, il sapere non può essere racchiuso o rinchiuso in una manciata di giorni, in trenta giorni, ma perlomeno si tenta di farlo. E questa ennesima pila, forma di manifestazione di felicità perenne, che solo la parola scritta, quella che vibra di significato, può trasmettere, è la mia pienezza che si manifesta come agitazione.

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Si, lo so cosa state pensando... Potrei anche farne a meno di leggere nuovamente Hardy, no?!? Beh, non è detto che ci riesca, ma... speriamo XD


Titolo: Due occhi azzurri

Autore: Thomas Hardy

Casa editrice: Fazi

Prezzo: 18 €

N° di pagine: 420

Trama: La bellissima e volubile Elfride, orfana di madre e unica figlia del pastore Swancourt, si innamora di Stephen Smith, giovane architetto di Londra erroneamente ritenuto di nobili origini. Poi, quanso questi per poterla sposare accetta un incarico in India, Elfride conosce l’affascinante e maturo Henry Knight, antico mentore di Stephen; ben presto Knight, come già era accaduto al suo pupillo, perde la testa per la fanciulla. Elfride, divisa tra la promessa di fedeltà a Stephen e la nuova passione per Knight, infine accetta la proposta di matrimonio di quest’ultimo. Ma ancora una volta le cose non vanno come immaginato: una presenza oscura dal passato di Elfride insinua in Knight il tarlo del sospetto sull’onestà della sua futura sposa e il fidanzamento è sciolto. Smith e Knight si incontreranno casualmente qualche anno più tardi, entrambi si scopriranno ancora innamorati di Elfride, ma ormai sarà troppo tardi.

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martedì, aprile 01, 2025

Gocce d'incchiostro: Il giovane Holden - J. D. Salinger

Davanti a me un ragazzino introverso, solo e alquanto eccentrico che, pian piano lo conoscevo, si fece più forte, ribelle, e suggerì di rivolgergli completamente la mia attenzione. Stava penetrando nella mia mente, l'atmosfera attorno sembrava alquanto famigliare… Ero tornata nella mia splendida Tokyo murakamiana?
So perfettamente come comportarmi quando mi imbatto in romanzi di questo tipo. E so perfettamente quali sono le mie considerazioni al riguardo, a fine lettura. Se una storia non lascia particolarmente una traccia del suo passaggio, ma solo un impronta, ciò non vuole dire che la melodia sprigionata sia stata rumorosa o stridula. Tutt'altro!
Quella de Il giovane Holden è quel genere di romanzo che io ho ricevuto forse troppo "tardi". Tardi, si intende, prima di conoscere Murakami Haruki, pungendomi e colpendomi come non mai. Holden e la sua turbolenta storia sarebbero stati inevitabili, e dopo tante letture e tante vicende, volgergli le spalle sarebbe stato una specie di insulto.
Con ancora in testa la voce gracchiante del giovane Holden, ho così raggiunto anch'io questo bel posto di cui ci parla Salinger. E venendo incontro a una carrellata di personaggi che non avevo mai incontrato, mi ha concesso una bella opportunità. Una bella occasione di aver finalmente conosciuto Holden e i suoi amici.

Titolo: Il giovane Holden
Autore: J. D. Salinger
Casa editrice: Einaudi
Prezzo: 12 €
N° di pagine: 248
Trama: Sono passati cinquant'anni da quando è stato scritto, ma continuiamo a vederlo, Holden Caufield, con quell'aria scocciata, insofferente alle ipocrisie e al conformismo, lui e la sua "infanzia schifa" e le "cose da matti che gli sono capitate sotto Natale", dal giorno in cui lasciò l'Istituto Pencey con una bocciatura in tasca e nessuna voglia di farlo sapere ai suoi.
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