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mercoledì, gennaio 22, 2020

Gocce d'inchiostro: Potere alle parole. Perchè usarle meglio - Vera Gheno

Nel piccolo santuario dove amo rifugiarmi, dove riposano beatamente amici di carta e inchiostro vissuti e non, sul finire del mese di gennaio ho trovato un piccolo ma interessantissimo volume, che si stanziò dinanzi a me in un momento di grande incertezza. Si trattava di una nuova pubblicazione sfornata dalla casa editrice Einaudi, di un saggio interessantissimo sul potere che si attribuisce al linguaggio e al suo essere funzionale in un mondo che lentamente sta regredendo sempre più.
I saggi non li considero il mio porto sicuro: sul campo della narrativa, che sia contemporanea o non, mi trovo egregiamente a mio agio, e allora cerco nella quotidianità qualcosa che possa appagarmi come desidero. Sperando che la lettura di Potere alle parole si rivelasse un’esperienza alquanto simile, questo fu l’inizio di un viaggio concitato ma emozionante, astruso ed interessante nel suo modo di condivisione, che rivela un certo amore per la sua autrice per la parola scritta ma anche un certo tipo di frustazione. Accontentarsi di qualcosa di meno grandioso dell’esilio che ci siamo imposti, remare su un isolotto con il quale ci siamo trincerati per tutto questo tempo, vivere modestamente nel proprio fallimento, è la dignitosa contamplazione di una tragedia. Da buona estimatrice delle parole, Potere alle parole conferisce alcune delle più importanti risposte che spesso, una lettrice attenta e curiosa come me, si è posta nel suo modo di affacciarsi nel mondo Ma la scelta di certe parole restituisce una certa identità, e senza identità non vi è carattere o passione. E affinando così lo sguardo su questo aspetto, la Gheno affina il suo sguardo nel senso della realtà di chi le adopera con una certa maestria. Obbligando chiunque, persino il meno istruito ad ascoltare. Impantanarsi in qualunque forma, struttura, significato che possa mettere a contatto le nostre anime.


Titolo: Potere alle parole. Perché usarle meglio.
Autore: Vera Gheno
Casa editrice: Einaudi
Prezzo: 12 €
N° di pagine: 176
Trama: Che cosa penseremmo del proprietario di una Maserati che la lasciasse sempre parcheggiata in garage pur avendo la patente? E di una persona che, possedendo un enorme armadio di vestiti bellissimi, indossasse per pigrizia sempre lo stesso completo? Queste situazioni appaiono improbabili: eppure, sono esempi dell’atteggiamento che molti hanno nei confronti della propria lingua: hanno accesso a un patrimonio immenso, incalcolabile, che per indolenza, o paura, imperizia, usano in maniera assolutamente parziale. Anche se l’italiano non ha bisogno di venire salvato, né tantomeno preservato, è pur vero che dobremmo amarlo di più, perché è uno strumento raffinatissimo, ed è un peccato limitarsi a una frequentazione solamente superificale. Perché conoscerlo meglio può essere, prima di tutto, di grande giovamento a noi stessi; più siamo competenti nel padroneggiare le parole, più sarà completa e soddisfacente la nostra partecipazione alla società in cui viviamo.

La recensione:

In appena una manciata di ore sono accadute tante cose, o sembravano essere accadute, così tante cose – perché in realtà non era accaduto nulla d’importante – che invece di stanziare nella mia confort zone, cominciai a gironzolare qua e là, fra le pagine di un saggio breve ma dal contenuto intenso e significativo, dappriama come un sonnambulo, errando senza meta sul tappeto bianco ma scintilante di parole che sono state messe di traverso. La Ghena, in un certo senso, ci rivela i segreti più intimi pur di raddrizzarle, intorno al mio piccolo satellite, poi tornando sui miei passi fino al punto da dove il panorama bellissimo di Potere alle parole potessi ammirare. Ho sentito in lontananza l’eco, la voce dolce e melodiosa della sua autrice, che in un certo senso mi ha condotta in un giro di parole ma fatto anche sprofondare nella piega della loro anima. Mi ci sono approcciata stupefatta, orgogliosa di aver messo da parte qualunque remora, qualunque indugio pur di trovarne una giusta giustificazione: il romanzo custodiva un segreto. Questa raccolta di pensieri scritta secondo i piani emotivi più credibili e coinvolgenti, questa forza nel trasmettere un messaggio sotto certi aspetti ignorato, affinando le compenze utili pur di renderlo migliore, ha nondimeno un gigantesco importantissimo significato. Come si arriva a questa conclusione? Semplice, guardandosi attorno come antropologhi pronti a studiare qualunque forma di vita. E il suo magnetismo sta proprio nel suo segreto.Nell’importanza che si attribuiscono a queste pagine, per molti irrivelanti per altri forma di gran respiro. Vuole essere un modo semplice per preservare la lingua, purchè le parole abbiano un senso e possa attribuirgli un’identità. E dovrebbe essere l’individuo a renderlo visibile, conforme ai suoi bisogni, che rinnega la realtà circostante e non accetta il cambiamento.
Non posso dire altro. Le pagine con cui sono state vergate Potere alle parole non hanno bisogno di dire altro. Ci sono, nel suo insieme, un paio di momenti vuoti. C’è un momento vuoto in cui l’autrice si dilunga perlopiù nell’esaminare “scientificamente” l’uso del linguaggio in un contesto sociale in cui comunicazione e telespettatore etrano a contatto. L’aria di essere un saggio serio, affidabile, un avversario ostinato con cui guerragliare, se vogliamo osare …. Potere alle parole è tutto questo. Con certezza non sapremo mai se, in realtà, questo aspetto, questo nuovo modo di vedere sia basato su un concetto fondato o solo sulla fantasiosa espressione di una giovane donna che fece della scrittura, delle interpretazione delle parole uno stile di vita, un modo per sopravvivere, ma certaente esplica perfettamente ciò che ha desiderato ardentemente: comprendiamo quale sia il cemento che tiene salda ogni cosa. La Gheno però si è limitata a raccontare la sua esperienza, sia di editor sia di lettrice, e nel bene e nel male fa quello che fanno un po’ tutti quelli che credono o desiderano ampliare il sapere. Immagino le motivazioni! Non riesco a non immaginare. Si dà il caso che ho deciso di abbracciare la scrittura proprio per interpretare meglio il mondo che mi circonda.
Quella in cui sono sprofondata è una zona affascinante e molto molto vicina a dove mi trovo, che mi costrinse a restarne ammaliata. Non una critica né un componimento letterario, bensì una certa competenza trasversale che è stata messa in pratica con coraggio e trasporto di cui la sua autrice ha trasgredito alle regole della “normalità” ponendosi domande su cui dovremmo avere delle risposte. Non sui suoi colleghi autori, bensì su  qual è il significato intrinseco per l’autrice. Come le parole stesse divengono masse di vita, beneficio per l’anima di uomini o donne comuni, appassionati di letteratura e scrittura, e che fece di questo saggio una constatazione, scritta con una certa frustazione e rassegnazione, di qualcosa che è potente, continua, minacciosa, reale. Derivati da letture frenetiche, appassionate, o da semplici osservazioni o riflessioni profonde, dal magnetismo che esse esercitarono e che cozzarono col nostro essere.

Valutazione d’inchiostro: 4+

6 commenti:

  1. Interessante, diverso dal solito, grazie per la recensione

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  3. Nemmeno io leggo moltissimi saggi, ma questa dissertazione sul potere delle parole sembra estremamente interessante - e per di più parrebbe accordarsi perfettamente con la mia natura, le mie passioni e la mia personalità. Lo terrò in considerazione! ^^

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