I saggi non li considero il mio porto sicuro: sul campo della narrativa, che sia contemporanea o non, mi trovo egregiamente a mio agio, e allora cerco nella quotidianità qualcosa che possa appagarmi come desidero. Sperando che la lettura di Potere alle parole si rivelasse un’esperienza alquanto simile, questo fu l’inizio di un viaggio concitato ma emozionante, astruso ed interessante nel suo modo di condivisione, che rivela un certo amore per la sua autrice per la parola scritta ma anche un certo tipo di frustazione. Accontentarsi di qualcosa di meno grandioso dell’esilio che ci siamo imposti, remare su un isolotto con il quale ci siamo trincerati per tutto questo tempo, vivere modestamente nel proprio fallimento, è la dignitosa contamplazione di una tragedia. Da buona estimatrice delle parole, Potere alle parole conferisce alcune delle più importanti risposte che spesso, una lettrice attenta e curiosa come me, si è posta nel suo modo di affacciarsi nel mondo Ma la scelta di certe parole restituisce una certa identità, e senza identità non vi è carattere o passione. E affinando così lo sguardo su questo aspetto, la Gheno affina il suo sguardo nel senso della realtà di chi le adopera con una certa maestria. Obbligando chiunque, persino il meno istruito ad ascoltare. Impantanarsi in qualunque forma, struttura, significato che possa mettere a contatto le nostre anime.
Titolo: Potere alle parole. Perché usarle
meglio.
Autore: Vera Gheno
Casa editrice: Einaudi
Prezzo: 12 €
N° di pagine: 176
Trama: Che cosa penseremmo del proprietario
di una Maserati che la lasciasse sempre parcheggiata in garage pur avendo la
patente? E di una persona che, possedendo un enorme armadio di vestiti
bellissimi, indossasse per pigrizia sempre lo stesso completo? Queste
situazioni appaiono improbabili: eppure, sono esempi dell’atteggiamento che
molti hanno nei confronti della propria lingua: hanno accesso a un patrimonio
immenso, incalcolabile, che per indolenza, o paura, imperizia, usano in maniera
assolutamente parziale. Anche se l’italiano non ha bisogno di venire salvato, né
tantomeno preservato, è pur vero che dobremmo amarlo di più, perché è uno
strumento raffinatissimo, ed è un peccato limitarsi a una frequentazione
solamente superificale. Perché conoscerlo meglio può essere, prima di tutto, di
grande giovamento a noi stessi; più siamo competenti nel padroneggiare le
parole, più sarà completa e soddisfacente la nostra partecipazione alla società
in cui viviamo.
La recensione:
In
appena una manciata di ore sono accadute tante cose, o sembravano essere
accadute, così tante cose – perché in realtà non era accaduto nulla
d’importante – che invece di stanziare nella mia confort zone, cominciai a
gironzolare qua e là, fra le pagine di un saggio breve ma dal contenuto intenso
e significativo, dappriama come un sonnambulo, errando senza meta sul tappeto
bianco ma scintilante di parole che sono state messe di traverso. La Ghena, in
un certo senso, ci rivela i segreti più intimi pur di raddrizzarle, intorno al
mio piccolo satellite, poi tornando sui miei passi fino al punto da dove il
panorama bellissimo di Potere alle parole
potessi ammirare. Ho sentito in lontananza l’eco, la voce dolce e melodiosa
della sua autrice, che in un certo senso mi ha condotta in un giro di parole ma
fatto anche sprofondare nella piega della loro anima. Mi ci sono approcciata
stupefatta, orgogliosa di aver messo da parte qualunque remora, qualunque
indugio pur di trovarne una giusta giustificazione: il romanzo custodiva un
segreto. Questa raccolta di pensieri scritta secondo i piani emotivi più
credibili e coinvolgenti, questa forza nel trasmettere un messaggio sotto certi
aspetti ignorato, affinando le compenze utili pur di renderlo migliore, ha
nondimeno un gigantesco importantissimo significato. Come si arriva a questa
conclusione? Semplice, guardandosi attorno come antropologhi pronti a studiare
qualunque forma di vita. E il suo magnetismo sta proprio nel suo segreto.Nell’importanza
che si attribuiscono a queste pagine, per molti irrivelanti per altri forma di
gran respiro. Vuole essere un modo semplice per preservare la lingua, purchè le
parole abbiano un senso e possa attribuirgli un’identità. E dovrebbe essere
l’individuo a renderlo visibile, conforme ai suoi bisogni, che rinnega la
realtà circostante e non accetta il cambiamento.
Non
posso dire altro. Le pagine con cui sono state vergate Potere alle parole non hanno bisogno di dire altro. Ci sono, nel
suo insieme, un paio di momenti vuoti. C’è un momento vuoto in cui l’autrice si
dilunga perlopiù nell’esaminare “scientificamente” l’uso del linguaggio in un
contesto sociale in cui comunicazione e telespettatore etrano a contatto.
L’aria di essere un saggio serio, affidabile, un avversario ostinato con cui
guerragliare, se vogliamo osare …. Potere
alle parole è tutto questo. Con certezza non sapremo mai se, in realtà,
questo aspetto, questo nuovo modo di vedere sia basato su un concetto fondato o
solo sulla fantasiosa espressione di una giovane donna che fece della
scrittura, delle interpretazione delle parole uno stile di vita, un modo per
sopravvivere, ma certaente esplica perfettamente ciò che ha desiderato
ardentemente: comprendiamo quale sia il cemento che tiene salda ogni cosa. La
Gheno però si è limitata a raccontare la sua esperienza, sia di editor sia di
lettrice, e nel bene e nel male fa quello che fanno un po’ tutti quelli che
credono o desiderano ampliare il sapere. Immagino le motivazioni! Non riesco a
non immaginare. Si dà il caso che ho deciso di abbracciare la scrittura proprio
per interpretare meglio il mondo che mi circonda.
Quella
in cui sono sprofondata è una zona affascinante e molto molto vicina a dove mi
trovo, che mi costrinse a restarne ammaliata. Non una critica né un
componimento letterario, bensì una certa competenza trasversale che è stata
messa in pratica con coraggio e trasporto di cui la sua autrice ha trasgredito
alle regole della “normalità” ponendosi domande su cui dovremmo avere delle
risposte. Non sui suoi colleghi autori, bensì su qual è il significato intrinseco per l’autrice.
Come le parole stesse divengono masse di vita, beneficio per l’anima di uomini
o donne comuni, appassionati di letteratura e scrittura, e che fece di questo
saggio una constatazione, scritta con una certa frustazione e rassegnazione, di
qualcosa che è potente, continua, minacciosa, reale. Derivati da letture
frenetiche, appassionate, o da semplici osservazioni o riflessioni profonde,
dal magnetismo che esse esercitarono e che cozzarono col nostro essere.
Valutazione d’inchiostro: 4+
Interessante, diverso dal solito, grazie per la recensione
RispondiEliminaGrazie a te ☺️☺️
EliminaHi, I follow you # 195 , follow back?
RispondiEliminahttps://fashionisbiglove.blogspot.com/
Yes ☺️ thank you
EliminaNemmeno io leggo moltissimi saggi, ma questa dissertazione sul potere delle parole sembra estremamente interessante - e per di più parrebbe accordarsi perfettamente con la mia natura, le mie passioni e la mia personalità. Lo terrò in considerazione! ^^
RispondiEliminaBene! Attenderò allora aggiornamenti ☺️
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