A
volte mi capita di imbattermi in romanzi in cui sento che il legame che
instauro, durante il periodo della sua lettura, non è solo onorifico;
simbolizza anche quello fra me e l'autrice, i suoi personaggi, tra il mondo
della fantascienza e quello della realtà. Il lettore moderno beve di un certo
tipo di credenze, non rinnegando per nessun motivo ciò che sente ne che gli
appartiene. Cosa succede dunque quando per un momento questo filo, questa magia
che si respira nell'aria si spezza?
Devo
sedermi alla scrivania per scrivere tutto ciò che mi passa per la testa, se
voglio sopravvivere a questo brusco attacco; la Hughes ha scritto un romanzo
che, a mio avviso, avrebbe potuto essere annientante, pieno di rivelazioni
sconcertanti se, soprattutto, inzuppato d'amore; con La lettera l'autrice si affaccia nella narrativa contemporanea
giustificando e spiegando tutte le azioni che costrinsero Tina ad agire in un
certo qual modo. Intossicandoci dagli effetti imminenti della realtà, parlando
liberamente, a getto continuo, senza quel qualcosa di più che alla fine rende il romanzo semplicemente una bella e profonda lettura. Una trama che non
intimidisce come credevo, ma in cui il cuore prende una strada tutta sua.
Titolo:
La lettera
Autore:
Kathryn Hughes
Casa
editrice: Nord
Prezzo:
16, 60 €
N°
di pagine: 348
Trama:
Quanto può durare un ricordo? Tina se lo chiede ogni sabato, davanti ai vestiti
usati che vende per beneficienza. E se lo chiede quando, in una vecchia giacca,
trova una lettera che risale al settembre 1939. E che non è mai stata spedita.
Chi saranno mai Chrissie, la destinataria, e Billy, l'uomo che nella lettera
implora il suo perdono? Qual è la storia che li unisce? E che ne è stato di
loro? Inseguire quel ricordo ingiallito diventa ben presto per Tina una ragione
di vita, l'unico modo per sfuggire a un marito violento e a un'esistenza
annegata in un oceano di rimpianti. Con
una passione e un coraggio che non sapeva neppure di avere, Tina inizia
quindi a scavare nel passato, intrecciando ricordi arrossati dal sangue della
guerra e confusi dalle nebbie del tempo. Inizia a lottare per cambiare. Per
vivere, finalmente. Perché sa che aggrapparsi a quel ricordo significa non
arrendersi, sfidare il destino, scommettere sulla propria felicità. E che non è
mai troppo tardi per perdonare. Soprattutto se stessi.