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domenica, marzo 31, 2024

Romanzi su misura: Marzo

Ogni lettore ha un suo modo di presentarsi, di farsi vedere al suo meglio. Questo il mio, nonchè culla e fonte d’inesauribile ispirazione. I libri, la letteratura, linfa vitale della mia esistenza, nonchè specchio in cui rifletto il mio spirito, la mia faccia imbellettata, la mia unica scialuppa di salvataggio dinanzi a un mare in tempesta. Chi mi legge arriva da ogni dove e in verità non avrebbe bisogno di stanziare qui, a sentire o leggere gli inutili sproloqui di una lettrice come tante, perchè ci sono tanti altri lettori, tante altre anime il cui amore per la letteratura è più netto. Io mi limito a scrivere chilometriche recensioni, ad essere più chiacchierona, sulla carta, e chi ha tutto questo tempo - tempo prezioso - da perdere? La mia efficienza, la mia costanza, il mio modo di leggere, così diverso dal prossimo, ha una sua identità e delle volte non tutti siamo così disponibili o grandi ascoltatori. Questa lunga e forse insensata riflessione per dire, che non mi importa di ciò che dice o pensa la gente: sono uno spirito libero, e come tale mi comporto. E, anche questo mese, con una bella piletta di romanzi letti, vissuti in soli trenta giorni che, date le tante cose che faccio e il mio modo di organizzarmi, a volte sembra più lungo. Ma con quei possibili limiti, quelle prospettive che mi avvicinano sempre più al raggiungimento dei miei obiettivi, dei miei sogni o desideri, in cui i romanzi, i libri sono un buon surrogato della realtà.

Romanzi su misura in digitale:

Un romanzo originale, una dichiarazione d’amore a Dickens e a Prine, nonchè plauso al genio creativo di questi due grandi artisti.

Valutazione d’inchiostro: 3







venerdì, marzo 29, 2024

Gocce d'inchiostro: La preda e David Golder - Irène Némirovsky

Il concetto di ambizione mi ha da sempre affascinata, spingendomi ad avanzare a testa alta. Fino adesso ho sempre vissuto combattendo a testa alta tutte le situazioni che avrebbero implicato da parte mia l’assunzione di diversi impegni e doveri da rispettare. Lavoro con dedizione, libera e serena, senza lasciarmi coinvolgere dalle implicazioni dei rapporti umani, evitando il più possibile di essere vincolato da regole e rifuggendo ogni dinamica basata sul dare – avere: ero questo lo stile di vita che continuo da qualche anno, e per raggiungere i miei scopi, sono sempre stata in grado di sopportare una buona dose di inconvenienti.

Per sfuggire alla monotonia generale che solitamente sorge da questo tipo di letture, nell’ultima settimana, ho concluso la lettura di due romanzi di una delle mie autrici preferite nel quale è evidente un certo talento a piccole dosi. La Nèmirovskij si astiene dall’esprimere opinioni personali, evitando di apparire in primo piano, rendendosi più trasparente del solito. Fin da piccola si era ritrovata nella situazione tale per la quale dovette sopravvivere facendo affidamente esclusivamente sulle proprie forze, senza dipendere da nessuno. Ma nel 1933 gli obiettivi erano alquanto differenti, e per non trascinarsi via, bisognava nascondersi nell’ombra aggrappandosi a qualunque cosa.

Si può dire che in questi due romanzi, altri tasselli che compongono il puzzle produttivo e letterario dell’autrice, le cose ai suoi figli di carta non sono andate propriamente bene. Sempre in preda ad attacchi violenti di responsabilità superfle o importanti. Hanno rinunciato alla carriera, ad un futuro prospero, che garantisse una discreta autonomia, trovato anime che li amassero e rispettassero con dovere e giudizio.

Questo duplice post, esplica la recensione di due romanzi che su Sogni d’inchiostro non avevano ancora visto la luce. E, devo dire, inutilmente. Letture in cui è difficile non poter vivere senza alcuna particolare preoccupazione, con un carosello di relazioni basate esclusivamente sull’amore, sia fisico sia morale. Entrambi bellissimi e indimenticabili, entrambi soffocati e prigionieri di una realtà opprimente e stabilizzante, che prepotentemente mi hanno trascinata in progetti che mi hanno scosso e coinvolto sul piano personale.


Titolo: La preda

Autore: Irène Nèmirovsky

Casa editrice: Adelphi

Prezzo: 10 €

N° di pagine: 212

Trama: << Un Julien Sorel all’epoca della crisi >>: così venne presentato, alla sua comparsa nelle librerie francesi, il protagonista di questo romanzo. Come l’eroe di Stendhal, Jean Luc Daguerne non ha che un desiderio: << afferrare il mondo a piene mani >>, di mentire, di adulare, di fare il doppio gioco, e persino di tradire il suo unico vero amico. Finchè scoprirà che il patto faustiano non è che una beffa: << Il successo, quando è lontano, ha la bellezza di un sogno, ma non appena si trasferisce su un piano di realtà appare sordido e meschino >>.

mercoledì, marzo 27, 2024

Slanci del cuore: romanzi della mia adolescenza che non ricordavo di aver letto ma che desidero rileggere parte 3

I romanzi sono sempre tanti, i miei interessi, i miei progetti infiniti… e ciò mi rende contenta, felice perché danno un senso alla mia vita. Donano felicità, tranquillità, ma soprattutto donano un senso alla mia esistenza. In un periodo in cui si rinvanga il passato, ecco che ho realizzato una piccola selezione di romanzi che reputo meritabili di essere ricordati, dato che il loro ricordo è oramai quasi del tutto sfocato. 

Questa, dunque, la terza parte e, se ce ne sarà una quarta, questo non so dirlo… sicuramente saprà confondermi ma soprattutto realizzare come da tutto questo, presto o tardi, potrò ricavarne qualcosa. Qualcosa di cui ancora non ho risposta, ma che, al presente, mi rende felice 😊


Titolo: Storia di Asta
Autore: Jón Kalman Stefánsson
Casa editrice: Iperborea
Prezzo: 19,5o €
N° di pagine: 480
Trama: Reykjavik, primi anni Cinquanta. In un piccolo appartamento seminterrato Sigvaldi e Helga toccano il cielo con un dito abbandonandosi alla loro giovane e travolgente passione e decidono di chiamare la figlia Asta. Asta come una grande eroina della letteratura nordica, Asta perché ast in islandese vuol dire amore. Sedici anni dopo Asta scopre il sentimento di cui porta il nome in una fattoria negli aspri Fiordi Occidentali dove trascorre l'estate. Lo impara a conoscere dalla storia tormentata tra un uomo e una donna uniti dalla solitudine e divisi dalla dura vita contadina; lo impara a capire dalla vecchia Kristin che ogni tanto, al mattino, si sveglia in un'altra epoca del suo passato e può così rimediare ai rimpianti che le ha lasciato la vita; lo vive sulla propria pelle insieme a Josef, il ragazzo che le cambierà l'esistenza. Eppure sono tutte promesse di felicità non mantenute ad avvicendarsi in questa impetuosa storia famigliare, segnata per sempre dal giorno in cui Helga si rivela uno spirito troppo libero e assetato di emozioni per non ribellarsi alla soffocante routine domestica e abbandonare marito e figlie, lasciando Asta con un'inquietudine, un'ansia di fuga, una paura di seguire fino in fondo i propri sogni.

lunedì, marzo 25, 2024

Gocce d'inchiostro: Tempesta in giugno - Irène Némirovsky

Ho letto quasi tutto di Irène Némirovsky, prolifica scrittrice francese il cui nome ha sempre avuto una certa importanza. Nella cittadella della mia coscienza è definita come quella potente luce che irradia ogni cosa. Questa luce naturalmente sprigionata da pagine e pagine non scritte con l’inchiostro quanto col sangue, facilmente riconducibili al respiro di una nazione mutata, stravolta da valori, dai valori della castità e del risparmio. Rinchiusa in una dimensione personalissima in cui la scrittura divenne forma di esplicazione, desiderio, segreti in cui l’anima di chi legge si allinea a quella di chi scrive. E il tutto rinchiuso in forme di straordinaria bellezza, che squarciano il velo dell’impossibile, donano un senso ad ogni cosa. Ebrea d’origine vinse, metaforicamente parlando, l’incessante lotta che appartenne a lei e lei soltanto, e anche questo ennesimo testo, opera postuma di Suite francese, dà ampio spazio alla costruzione di quel meccanismo magico in cui si poggiò ogni cosa. Diede respiro e forma a quella piccola sfera privata dell’autrice, in cui sono rinchiusi i respiri di un’intera generazione.

Titolo: Tempesta in giugno

Autore: Irène Némirovsky
Casa editrice: Adelphi
Prezzo: 20 € 

N° di pagine: 339

Trama: «Irène Némirovsky» ha scritto Pietro Citati «possedeva i doni del grande romanziere, come se Tolstoj, Dostoevskij, Balzac, Flaubert, Turgenev le fossero accanto e le guidassero la mano». Per tutti coloro che dal 2005 (anno della pubblicazione di Suite francese in Italia) hanno scoperto, e amato, le sue opere, questo libro sarà una sorpresa e un dono: perché potranno finalmente leggere la «seconda versione» – dattiloscritta dal marito, corretta a mano da lei e contenente quattro capitoli nuovi e molti altri profondamente rimaneggiati – del primo dei cinque movimenti di quella grande sinfonia, rimasta incompiuta, a cui stava lavorando nel luglio del 1942, quando fu arrestata, per poi essere deportata ad Auschwitz. Una versione inedita, e differente da quella, manoscritta, che le due figlie bambine si trascinarono dietro nella loro fuga attraverso la Francia occupata, e che molti anni dopo una delle due, Denise, avrebbe de­votamente decifrato. Qui, nel narrare l'esodo caotico del giugno 1940, e le vicende dei tanti personaggi di cui traccia il destino nel suo ambizioso affresco – piccoli e grandi borghesi, cortigiane di alto bordo, madri egoiste o eroiche, intellettuali vanesi, uomini politici, contadini, soldati –, Némirovsky elimina tutte le fioriture, asciuga e compatta; non solo: ricorrendo alla tecnica del montaggio cinematografico, limitandosi a «dipingere, descrivere», sopprimendo ogni riflessione e ogni giudizio, conferisce a questo allegro con brio un ritmo più sostenuto – e riesce a trattare la «lava incan­descente» che ne costituisce la materia con una pungente, amara comicità.

sabato, marzo 23, 2024

Nel giardino della letteratura: la primavera nei libri 4°

Da quant’è ho aperto questo profilo libroso, la mia passione per la lettura e per i libri in generale è stata alimentata anche dalla conoscenza di nuovi autori o opere. In particolare, ai libri mi piace accostare cose. Oggetti, altri libri, o fiori. Fiori, tulipani, rose, e la lettrice che ci sta dietro non possiede affatto il pollice verde. Eppure i fiori, la natura in generale, ha sempre funto da pilastro, sostegno, forma architettonica su cui ritrarre un particolare romanzo. Classici, romanzi di narrativa contemporanea, saggi, che letti su un piccolo Kobo o in cartaceo esplicano ciò che i libri e la letteratura fungono per me: la linfa vitale. La natura per gli individui in generale, la letteratura per me… cosa aggiungere? Cosa portarsi dietro, ora che la primavera è sempre più vicina?!? Nient’altro che conferire un’idea di sacro, magico a qualcosa di essenziale, inestimabile e ineguagliabile come la letteratura. La letteratura che, specialmente in questo periodo, fiorisce come splendide e preziose gemme.

Primo fra questa piccola carrellata, un testo ambientato in primavera e che ritrae la donna come figura alata, posta ai bordi di una storia che lentamente matura maggiormente.

Titolo: La signora di Wildfell Hall

Autore: Anne Bronte

Casa editrice: Neri Pozza

Prezzo: 16 

N° di pagine: 390

Trama: Chi è l'affascinate signora nerovestita che si è installata nella decrepita, isolata residenza di Wildfell Hall? Quella donna sola, che vive con un bambino e un'anziana domestica, sarà davvero la giovane vedova che dice di essere? Helen Graham è estremamente riservata e il suo passato è avvolto in un fitto mistero. Fa il possibile per ridurre al minimo i contatti con i suoi vicini, a costo di apparire scostante e ombrosa, e trascorre le giornate dipingendo e prendendosi cura - fin troppo amorevolmente, dice qualcuno - del piccolo Arthur. Ma Gilbert Markham, giovane gentiluomo di campagna tutto dedito ai suoi terreni e al corteggiamento di fanciulle tanto graziose quanto superficiali, è subito punto da una viva curiosità per quella donna che lo tratta con insolita freddezza. Il comportamento schivo di Helen suscita presto voci e pettegolezzi maligni e lo stesso Gilbert, che pure è riuscito a stringere una bella e intensa amicizia con lei, è portato a sospettare. Solo quando la donna gli consegnerà il proprio diario emergeranno i dettagli del disastroso passato che si è lasciata alle spalle. 

giovedì, marzo 21, 2024

Gocce d'inchiostro: La meccanica degli spiriti - A J West

In qualche modo ho voluto tentare di inoltrarmi fra le pagine di questo testo, con gli altri lettori che prima di me avevano constatato la bellezza, ne avevano tessuto le lodi, ma non per arroganza. Semplicemente perchè anche io mi sono lasciata contagiare dall’aura misteriosa, quasi magnetica che pullulava da queste pagine, poichè discostare una cortina di illusioni e inganni non fu semplice: non potei constatare la sua essenza ne farmi sentire parte integrante di questa famiglia. Onestamente avevo creduto di incappare in qualcos’altro, ed io non ero nessuno per giudicare. Quanto leggere ciò che mi stava propinando il suo autore, fra il silenzio delle mie riflessioni, e comunque con poche possibilità di poter vivere sulla pelle qualcos’altro. Questa sensazione che ha scandito una manciata di giorni in sua compagnia, lasciando un segno come un tatuaggio. La mancata storia di un classico vittoriano che non ha sortito l’effetto desiderato quanto solo intrattenuto con non pochi sbadigli, quanto lentezza e una certa angoscia.



Titolo: La meccanica degli spiriti

Autore: A J West

Casa editrice: Neri Pozza

Prezzo: 18 € 

N° di pagine: 368

Trama: Belfast, 1914. Finita l’era vittoriana, Inghilterra e Irlanda sono scosse dai cambiamenti. L’inaffondabile Titanic è affondato ormai da due anni, e la morte che ha portato con sé ha alimentato la passione – diffusa specialmente nella classe media – per occultismo e spirisimo. Uomo di scienza ma tribolato da infiniti problemi economici, William Jackson Crawford fa parte proprio di quella stessa classe in ascesa. Ingegnere, professore al Municipal Technical Institute di Belfast, è certo che non appena terminerà di scrivere il suo nuovo libro il successo giungerà e, con quello, la fine dei problemi. A interrompere la sua tranquilla vita familiare, tuttavia, giunge la tragedia: la morte dell’unico figlio maschio spinge prima la moglie e poi William stesso nelle spire del circolo di Kathleen Goligher, giovane medium dagli straordinari poteri che impazza in città. Da uomo di scienza qual è, William non può mettere da parte lo scetticismo e la razionalità che accompagnano da sempre la sua esistenza, eppure non può neanche negare ciò che vede e sente: durante le seance, voci dall’oltretomba raccontano segreti mai svelati, riportando a galla traumi di un passato forse non così ben sepolto. Ben presto, dunque, la sua unica missione diventa provare la scientificità del soprannaturale: William Jackson Crawford diventerà l’ingegnere degli spiriti e il suo nome sarà ricordato per sempre. Quello che William non sa, però, è che sta per entrare in un gioco dove ingannati e ingannatori si scambiano continuamente di ruolo, fino a giungere a quella che potrebbe essere la fine… o forse solo un ultimo esperimento.

martedì, marzo 19, 2024

Slanci del cuore: romanzi della mia adolescenza che non ricordavo di aver letto ma che desidero rileggere parte 2

Adesso che ho preso di petto questo ennesimo viaggio libroso comprendo come volli semplicemente allontanarmi dal pozzo oscuro dell’oblio, dei pregiudizi ma seppur non mi riguardano sono saldamente legate al mio spirito. 

Lasciarsi alle spalle certe cose, farsi scivolare di dosso cose che potrebbero rendere sin dal principio di poco conto è un bene non solo per la nostra sfera emotiva, privata ma anche per le relazioni che stringiamo col prossimo. Per vivere meglio infatti non dovremmo lasciarci andare, quanto porsi delle domande, guardarsi attorno con saggezza e umiltà, squarciando il velo del possibile, riflettendo, confrontarsi affinché qualcosa si prenda inevitabilmente una parte del nostro essere. E, riesumando queste letture, a modo mio, consolidando la loro importanza.


Titolo: Dannazione
Autore: Chuck Palahniuk
Casa editrice: Mondadori
N° di pagine: 230
Trama: Madison - la protagonista di queste pagine - ha tredici anni ed è una ragazzina come tante. Bé, insomma, più o meno … Figlia di una star del cinema parecchio narcisista e di un miliardario, viene, tra le altre cose, dimenticata per le vacanze di Natale nel suo collegio di iperlusso in Svizzera dai genitori, in giro per il mondo a caccia di orfani da adottare davanti ai media. Durante una notte degli Oscar, Madison riesce nella non facile impresa di morire per una overdose di marijuana, e all'improvviso si trova in una situazione assolutamente diversa da quella della maggioranza delle sue coetanee. Per dirla tutta, Madison non solo scopre di essere morta ma per giunta di essere finita all'Inferno, con la esaltante prospettiva di dover trascorrere un bel po' di tempo ( a occhio e croce l'eternità ) tra le fiamme e quei tormenti che lo hanno reso tristemente famoso. Insomma, è innegabile che sia difficile pensare positivo, ma Madison è una ragazza pratica e cerca da subito di rendere meno terribili le sue prospettive: prima di tutto deve farsi degli amici, poi deve scoprire come funzionano le cose all'Inferno. Infine ( e questo è un obiettivo mica da ridere ), deve cercare di farselo piacere. In poco tempo diventa amica di un gruppetto di coetanei: una cheerleader, un secchione, un punkrocker e un giocatore di football con cui attraverserà il Deserto di forfora e valicherà Colline di unghie tagliate, per arrivare alla città fortificata dove vive Satana …

domenica, marzo 17, 2024

Gocce d'inchiostro: Ritratto di signora - Henry James

Ho nutrito un certo fascino, mista a una buona dose di curiosità per la signorina Isabel Archer; le mie previsioni si sono rivelate esatte, e la persona di cui ho dato importanza in questi giorni è stata proprio lei. Un'eroina della letteratura americana (o inglese ) che ha vagato ai bordi dell'anima di questa storia come una barca senza timone alla deriva di una corrente piena di scogli, o seduta in una poltrona forse un po' troppo grande per lei, con le lunghe gambe distese, la fronte aggrottata e gli occhi che seguivano febbrilmente i caratteri stampati.

Immaginazione, fascino; niente mi era piaciuto meno. Che ci posso fare, che cosa posso dire? Se anche Isabel possedeva questo << dono >>, che agli occhi di molti la faceva apparire come "irrecuperabile", potevo fingere che la cosa mi piaceva per questo? Per non parlare delle bellissime storie d'amore di cui sarà inevitabilmente protagonista? Assolutamente no! Altrimenti non si spiegherebbe il lasso di tempo trascorso per cui il mio soggiorno ha avuto una durata alquanto vasta. Attimi di vita, sospesi in un pulviscolo d'oro, con ombre che si allungano appena e nella luce, nell'aria, nel paesaggio, una divina delicatezza che pervade ogni cosa.




Titolo: Ritratto di signora

Autore: Henry James

Casa editrice: Bur

Prezzo: 12 €

N° di pagine: 535

Trama: Il ritratto di una Nuova Ragazza Americana, ricca di speranze e desiderosa di indipendenza, imprigionata nelle reti di un'Europa seducente e pericolosa. Dall'apparente dolcezza dei giardini inglesi agli intrighi dei salotti fiorentini e allo splendore non più consolatorio di una Roma ostile, Isabel compie la sua parabola alla rovescia, verso il sacrificio e la rinuncia, mentre intorno e dentro di lei si disgrega per sempre il romanzo tradizionale, dalle cui ceneri nascono i turbamenti del moderno.

venerdì, marzo 15, 2024

Parole incastonate nel tempo parte 1

C’è tanto materiale, tanta ispirazione, tante idee da ricavare dalla lettura dei romanzi. La letteratura, in un certo senso, ha sempre funto da espediente per acculturarmi ma anche per colmare il mio spirito: la mia anima si  bea di certe cose. Sprigiona una luce tutta sua. E c’è da capire che, esageratamente, io vivo per questa luce. Per meglio dire, tento in tutti i modi purchè la sua luce splendida non svanisca ma sia alimentata, giorno dopo giorno, dalla conoscenza di altri testi e autori. Perciò, nel mentre rileggevo quel grande capolavoro de Il grande Gatsby, ho pensato al Tempo. A come possa essere spietato e poco comprensivo, delle volte, ma anche generoso e sensibile, delle altre. Ma, nell’insieme, comprendere come e cosa comporti la sua influenza in relazione a certe storie. Ed ecco la formula sacra, scritta da nessuno in particolare, ma che da anni, secoli o qualche giorno, rievochi una certa importanza. Quale? Sta a noi scoprirlo….

Una struttura a specchio è la testimonianza diretta delle problematiche che attanagliano l’individuo in relazione con altri individui.

Titolo: Il golem

Autore: Gustav Meyrinch

Casa editrice: Bompiani

Prezzo: 12 €

N° di pagine: 320

Trama: Un uomo scambia il suo cappello, nel Duomo di Praga, con quello di un certo Athanasius Pernath, e rivive come in un sogno l’esistenza di costui. A questo inizio casuale si aggancia la vicenda del Golem, il robot avanti lettera cui una parola infilata tra i denti conferisce una vita provvisoria, tanto più violenta perché in lui si concentra una forza che ha solo poche ore per scatenarsi.

mercoledì, marzo 13, 2024

Gocce d'inchiostro: Charles Dickens - Peter Ackroyd

A me Charles Dickens piace un sacco, e il mio amore profondo nei suoi riguardi quest’anno, per la precisione nel settembre del 2023, si è intensificato dopo la bellissima e intensa lettura de La bottega dell’antiquario, in cui vicende di vita quotidiana si intrecciavano a momenti di puri e nefasti compassionevoli. Senza il risvolto di una trama intavolata esclusivamente per suscitare moti di affetto o denigrazione, Charles Dickens divenne icona mondiale. Pensate, sono trascorsi più di centocinquant’anni dalla sua prematura scomparsa, eppure il suo eco, le sue storie rimbomano ancora nell’anima di molti lettori. Sicuramente, una di questi, sono io, che prendendo in considerazione l’idea di leggere ogni suo romanzo, si è avvicinata a questa biografia col semplice desiderio di conoscerlo …. più da vicino. E ci sono riuscita? Assolutamente si! Parabola di vita di un uomo narrata egregiamente, che non sembra una biografia quanto la storia di un uomo - narrata dallo stesso Dickens - che sembra prendere viva. respirare letterarlmente.

Titolo: Charles Dickens

Autore: Peter Ackroyd

Casa editrice: Neri Pozza
Prezzo: 25 €

N° di pagine: 587
Trama: Il 9 giugno 1870 Charles Dickens muore a cinquantotto anni a Gads Hill, la sua casa a Higham, nel Kent. La notizia del suo decesso fa subito il giro del mondo. Negli Stati Uniti, Longfellow, il poeta più famoso del secondo Ottocento americano, dichiara di non aver mai assistito a un cordoglio tanto diffuso per la morte di un autore, con «il Paese intero colpito dal lutto». Il giorno successivo alla sua dipartita, il Daily News sentenzia: «È stato senza dubbio il romanziere di quest’epoca». In Inghilterra l’opprimente senso di perdita attraversa tutte le classi sociali, in primo luogo la classe lavoratrice che si è sentita ampiamente rappresentata nelle sue opere. La percezione generale è che l’anima stessa del popolo inglese, il suo umorismo e la sua malinconia, la sua baldanza e la sua ironia, abbiano trovato una piena espressione nei romanzi di Dickens. Scrivendo questa imponente biografia dell’autore di Grandi speranze e di altri capolavori della letteratura mondiale, Peter Ackroyd non soltanto non si sottrae alla percezione dei contemporanei di Dickens, ma mostra come la sua morte, per tutti i vittoriani, sia stata la testimonianza di un’enorme transizione. Più della stessa regina Vittoria, Charles Dickens appare, in queste pagine, il rappresentante illustre di un’epoca non perché ce ne restituisce semplicemente la testimonianza, ma perché percepisce, saggia, proclama, nella sua narrativa, le svolte e i passaggi fondamentali di un secolo, sino al punto che la sua stessa vita si trasforma in «un simbolo di quel periodo».

lunedì, marzo 11, 2024

Slanci del cuore: romanzi della mia adolescenza che non ricordavo di aver letto ma che desidero rileggere parte 1

Certe storie costruiscono un tetto, una dimora in cui presiedare per qualche tempo. Durante il corso della mia carriera di lettrice vi sono state letture che, nel bene e nel male, hanno lasciato un segno del loro passaggio. 

Altri, invece, che sono scomparsi come folate di vento. Disgraziatamente i romanzi di cui vi parlo quest’oggi fanno parte di questa categoria, ed ergendo false storie o falsi miti, si stagliano contro un cielo carico di fuliggine. Il mio compito dunque quello di allontanarli da questo grigiore e riesumare ciò per cui io considero necessario.

Titolo: Delirium
Autore: Lauren Oliver
Casa editrice: Piemme
Prezzo: 20 €
N° di pagine: 855
Trama: Nel futuro in cui vive Lena, l'amore è una malattia, causa presunta di guerre, follia e ribellione. È per questo che gli scienziati sottopongono tutti coloro che compiono diciotto anni a un'operazione che li priva della possibilità di innamorarsi. Lena non vede l'ora di essere "curata", smettendo così di temere di ammalarsi e cominciare la vita serena che è stata decisa per lei. Ma mancano novantacinque giorni all'operazione e, mentre viene sottoposta a tutti gli esami necessari, a Lena capita l'impensabile. Si infetta: si innamora di Alex. E questo sentimento è come ritornare a vivere. In una società di automi che non conosce passione, ma nemmeno affetto e comprensione, Lena sta per scoprire l'importanza di scegliere chi si vuole diventare e cosa si vuole fare della propria vita.

sabato, marzo 09, 2024

Gocce d'inchiostro: Il richiamo del corno - Sarban

Non conoscevo Sarban e leggere questo suo unico romanzo sarebbe stata una buona opportunità per conoscerlo. Così mi parve quel pomeriggio in cui, ancora in vigore gli sconti Adelphi, acquistai questo romanzo mediante il parere entusiasta di una ragazza che seguo sui social. Era come avvertire il lontano eco di una storia che proveniva dal passato. Io avrei dovuto semplicemente fare un passo: acquisatre il romanzo. Una volta in mia possesso, portarlo a casa, aprirlo e…. scomparire! Per meglio dire, questa è stata la sensazione avvertita in queste pagine. Era come se grazie a questa storia messa in scena, alla magia, al magnetismo che trasmettono le sue pagine, al secolo narrato, alle luci cupe e ombrose, forse anche a questo stato allucinogeno cui fui protagonista, fossi riuscita a sollevare dai miei occhi il velo che mi impediva di vedere << il resto >>, varcando la soglia di un’altra dimensione e entrando nel mondo di un’altra realtà. Il richiamo del corno, quindi, mancava di far parte degli scaffali della mia libreria, e nonostante tutto, nonostante non mi abbia appagato completamente mi ha reso felice di essere lì. A non poter staccarmi. Attratta da una musica particolare che proveniva da un luogo sconosciuto. Forse dall’anima del protagonista o del suo stesso autore… chi può dirlo?!? Ma accompagnata da un’intonazione che ha avuto un che di struggente.


Titolo: Il richiamo del corno

Autore: Sarban

Casa editrice: Adelphi

Prezzo: 12 €

N° di pagine: 191

Trama: Quando Alan Querdilion, un ufficiale della Marina britannica, si risveglia nel letto di uno strano ospedale sono passati centodue anni, il mondo non è più lo stesso e lui si ritrova imprigionato in un incubo. I nazisti hanno vinto la seconda guerra mondiale e regnano incontrastati. I prigionieri-schiavi vengono allevati e trasformati nella selvaggina di un feroce sovrano. Un terrore remoto e indicibile si impossessa lentamente di Alan: è "il terrore che si prova ad essere cacciati". Qualcosa di notte si muove nella foresta e brama sangue. Lo sente avvicinarsi da lontano, preceduto dal suono di un corno. Sono note isolate, appena avvertibili, separate da lunghi intervalli, "ognuna così solitaria nel buio e nel silenzio assoluto, come un'unica vela su un vasto oceano". Poco dopo la fine della guerra, e ben prima che il genere distopico infuriasse fra i lettori di tutto il mondo, un diplomatico inglese estremamente discreto, che passava da una sede all'altra del Medio Oriente, scriveva questo piccolo romanzo, che fa pensare a un racconto di Wells, e dove all'immagine di un futuro alternativo governato dai nazisti si sovrappone ben presto la terrificante visione di un mondo capovolto e arcaico, regolato dalla caccia fine a se stessa. Ossessione ricorrente da varie migliaia di anni fino a oggi, e forse oggi più che mai. Con una nota di Matteo Codignola.

giovedì, marzo 07, 2024

Una scrittura femminile dai colori sgargianti: la letteratura femminile 2°

L’otto marzo, sin da quando ho memoria, ho sempre ricevuto una mimosa. Perché proprio una mimosa? Perchè nel linguaggio floreale rappresenta la donna, le sue virtù e, in particolare sottolinea l’importanza della lotta per i diritti, soprattutto la loro emancipazione ricordando le conquiste sociali, economiche, politiche e portando l'attenzione su questioni come l'uguaglianza di genere, i diritti riproduttivi, le discriminazioni e le violenze contro le donne. Viene associata alla Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, e in numerosi settori, riflette questo archetipo di affinché nel mondo si possa raggiungere una effettiva parità di genere. In letteratura, così come nel cinema e nella vita in generale, di donne, di libertà se ne parla o discute ampiamente. Ed io, leggendo tanto, mi domando se l’ennesimo post che associa queste figure ai libri possa essere d’interesse per qualcuno o solo per me stessa…

Ma non importa! La mia anima si bea di certe cose, e naturalmente, il vasto pozzo della letteratura fornisce innumerevoli spunti da cui attingere. Così, sebbene parli di donne un giorno prima, i libri sono innumerevoli da non poterli riassumere in un unico post. Perciò quest’oggi parlerò di donne, ma solo di alcune. Le altre, di cui però ho parlato ampiamente in passato, in altri post, dovranno stare buone. E dar voce a chi, se lo vogliate o meno, hanno funto una certa importanza non solo per me ma anche nel periodo storico di cui furono protagoniste. Fra idiomi culturali e assetti politici o economici in cui ci si attacca alle proprie consapevolezze, capaci di tirare avanti con nient’altro le proprie forze.

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Romanzo << minore >> di un’autrice straordinaria, un’autrice con la a maiuscola, di cui questo romanzo è prototipo di orme, voci, suoni e immagini che prendono vita, la cui donna sembra dotata di forza e determinazione.

Titolo: Juvenila
Autore: Jane Austen
Casa editrice: Elliot
Prezzo: 18, 50 €
N° di pagine: 306
Trama: Scritti da Jane Austen tra i dodici e i diciotto anni, gli Juvenilia comprendono una produzione eterogenea per genere e lunghezza. Frammenti di racconti, romanzi brevi, brani teatrali, versi, tutti rilucenti della vivace fantasia di un'autrice precoce che gioca con le proprie letture e, ben lungi dall'emularle, le interpreta ironicamente. Le eroine languide e i principi azzurri, gli scambi nella culla e le parentele ritrovate di cui la biblioteca paterna abbondava diventano lo spunto per metterne in luce i lati ridicoli ed esagerati, con un gusto per la parodia che avrebbe contraddistinto Jane Austen nelle opere della maturità. Gli Juvenilia sono poi una raccolta preziosa, oltre che divertente, perché ci conducono in quella miniera nascosta da cui l'autrice ha estratto il materiale grezzo di suggestioni e personaggi che avrebbe poi ripreso e trasformato nelle gemme dei suoi romanzi.

martedì, marzo 05, 2024

Gocce d'inchiostro: Fuga di morte - Keyi Sheng

Mi è stato fatto notare, che di questo romanzo avevo sentito parlare, qualche tempo fa, più precisamente quando fu pubblicato, e che io lo ignorai impunemente. Quella di Fuga di morte sembrava quel genere di storia a me più adatta, ma, in quel periodo non suscitò poi così tanto la mia attenzione né mi preoccupai di conoscerne la sua genesi, nè perchè quest’opera in patria fosse stato censurato e visse tranquillamente relegato nello scaffale virtuale del mio Kobo. Un’accozzaglia di antiche idee orientali, vecchie poesie che affondano le radici nella seconda guerra mondiale, lingua yeddish, il Gulag e tanta prostrazione. Nulla che non avessi visto o letto in passato, ma non così vistoso da considerarlo importante. Era come se l’anima di questa storia mi avesse chiamato.


Titolo: Fuga di morte

Autore: Keyi Sheng

Casa editrice: Fazi

Prezzo: 18, 50 €

N° di pagine: 429

Trama: Sulla piazza principale di Beiping, capitale dello Stato di Dayang, un giorno compare un enorme escremento a forma di pagoda: un atto dissacrante, che fa esplodere le gravi tensioni sociali latenti da tempo, innescando un movimento di protesta guidato da poeti e intellettuali. Yuan Mengliu, giovane e rispettato poeta, vive però una crisi profonda. Da un lato si dimostra incapace di sopportare la violenza della rivolta e della sua repressione da parte del governo, dall'altro non riesce ad abbracciare gli ideali rivoluzionari della sua compagna Qi Zi, la quale si afferma invece come leader della protesta. Quando la ragazza scomparirà in circostanze misteriose, Yuan Mengliu, ormai abbandonata la poesia e diventato un chirurgo, si metterà alla sua ricerca. Dopo anni di viaggi, si ritroverà in un luogo sperduto chiamato Valle dei Cigni: un mondo utopico apparentemente perfetto che si rivelerà invece sottoposto a imposizioni ferree dall'alto, dove ogni aspetto della vita è regolamentato ai fini del benessere dello Stato, con tragiche conseguenze.

domenica, marzo 03, 2024

Le TBR: richiami dell'anima 35 °

Ogni mese, prima che finisca, mi siedo alla scrivania, prendo in mano carta e penna e stilo infinite liste. Le liste mi sono sempre piaciute e ho sempre innumerevoli idee, in serbo, per mettere in atto qualcuna. Quella delle Tbr è una di queste, poichè leggo tanto e mi piace essere organizzata, E nonostante siano temute e odiate da molti, io invece le amo. Le amo perchè, liberamente, mi aiutano a scegliere cosa possa o fare a meno per me. Capaci di sorprendermi, anche quando è stata intavolata una trama, a occhi chiusi, lasciandosi trasportare dal lento dondolio delle sue onde. Ed ecco che, anche in questo terzo mese dell’anno, ho meditato su cosa avrei voluto o vorrò orientarmi in questo terzo mese dell’anno, lasciando che siano i libri stessi ad orientarmi, parlarmi, abbandonata al cuore pulsante di storie che forse non hanno un senso per il mondo circostante, ma, sicuramente, per me stessa.

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Primo fra tutti, romanzo che ho amato e stramato, ma che desidero rileggere da un pò. Il suo grido celeste penetra nella mia coscienza e, ripudiarlo, credo sia completamente inutile.

Titolo: L’ombra del vento

Autore: Carlos Ruiz Zafon

Casa editrice: Mondadori

Prezzo: € 13

N° di pagine: 439

Trama: “Una mattina del 1945 il proprietario di un modesto negozio di libri usati conduce il figlio undicenne, Daniel, nel cuore della città vecchia di Barcellona al Cimitero dei Libri Dimenticati, un luogo in cui migliaia di libri di cui il tempo ha cancellato il ricordo, vengono sottratti all'oblio. Qui Daniel entra in possesso del libro "maledetto" che cambierà il corso della sua vita, introducendolo in un labirinto di intrighi legati alla figura del suo autore e da tempo sepolti nell'anima oscura della città. Un romanzo in cui i bagliori di un passato inquietante si riverberano sul presente del giovane protagonista, in una Barcellona dalla duplice identità: quella ricca ed elegante degli ultimi splendori del Modernismo e quella cupa del dopoguerra.”

venerdì, marzo 01, 2024

Gocce d'inchiostro: La foresta della notte - Djuna Barnes

Così anche per me giunse il momento di conoscere Djuna Barnes, scrittrice non propriamente prolifica ma particolarmente amata dalla mia altrettanto amata Anais Nin, che non appena seppi della sua esistenza, della sua verve così carismatica in cui sin da subito non concede un attimo di respiro quanto induce ad inalare attimi di vita quotidiana malsana, ossessiva, nefasta che hanno deturpato anche l’anima dei più puri. Avulsa da forme di rivolta dovute esclusivamente dal respiro dell’ausilio di una donna che, sin dal primo momento in cui emise il primo vagito sul mondo, camminò inconsapevolmente lungo la riva dell’assurdo, della distruzione. Alenando invece alla salvezza, alla beatitudine eterna. Fra creatore e creato, genio creativo e realtà, fra chi vede e ciò che è stato visto, fra se stessa e Dio, non accorgendosi che anche ciò che nel nostro secolo potrebbe apparire << normale >>, cento anni fa appariva come esistenza abnegante, separata, inviolabile, da esacerbare assolutamente affinchè sarebbe stato possibile prendere coscienza e consapevolezza della propria perfetta unità di un tutto. Un tipo di individualità che, all’epoca, definì la Barnes come una creatura peccaminosa, indegna di appartenere a questo mondo, costringendola a condurre così una vita dissoluta, dedica all’alcol e al fumo, segregata da tutto e tutti affinché qualcuno, qualche spirito celeste l’avrebbe accolta nel suo piccolo grembo.

Titolo: La foresta della notte
Autore: Djuna Barnes

Casa editrice: Adelphi
Prezzo: 12 €

N° di pagine: 176

Trama: Al centro della Foresta della Notte dorme la Bella Schizofrenica, in un letto dell'Hotel Récamier. T.S. Eliot, accompagnando questo libro alla sua uscita, scrisse che vi trovava «una qualità di orrore e di fato strettamente imparentata con quella della tragedia elisabettiana». E presto il romanzo sarebbe diventato una leggenda. La foresta della notte è del 1936.