Non poter perdersi completamente nella pianura infinita di parole e
inchiostro che per qualche giorno mi hanno tenuta prigioniera, in un luogo così
vicino al nostro ma così lontano dalla landa deserta in cui solitamente
sprofondo e che adorna la mia vita, si è rivelato un gesto più romantico che
utile, e una volta terminato questo volume decisi che oramai era giunto il
momento di indirizzare i miei interessi su altro.
Eppure, se decidessi di prolungare nel mondo di Berenjena la mia
permanenza per qualche altro minuto, il tempo necessario per chiarire le idee e
scrivere una recensione di senso compiuto, bussando con energia raddoppiata
alle porte del mio animo, ho raccolto strane ed inquietanti consapevolezze.
Il mondo aveva acquisito una struttura irreale, le cose
cominciavano ad acquisire significato, tutto mi sembrava allo stesso tempo
famigliare e irriconoscibile. La magia galleggiava nell'aria e la fantasia che
abita nei libri era solo la mera trascrizione di fatti vissuti in un secolo che
non è più il nostro. Mi venne in mente, dunque, che questa mole detta realtà -
così ostile e sgradevole a mostrarsi - non mi aveva dato un attimo di tregua, e
che un rosario di ostacoli aveva condotto Berenjena in un luogo straordinario,
fra le vecchie grigia mura di un istituto logoro. Piccola grande combattente,
determinata a non essere trascinata da un'esistenza scandalosamente banale.
Titolo: La notte dell’ultimo bacio
Autore: Cristina Lopez Barrio
Casa editrice: Sperling & Kupfer
Prezzo: 18, 60 €
N° di pagine: 480
Trama: Toledo, 1625. Davanti al più feroce dei tribunali la
giovane e misteriosa Barbara deve difendersi dall’accusa di eresia. I testimoni
che si susseguono, però, sembrano descrivere due persone diverse: una donna
perfida che getta maledizioni e l’altra santa che guarisce e consola. Qual è la
verità? Solo Berenjena, la lavandaia dell’Orfanotrofio della Santa Soledad,
conosce tutta la storia della ragazza e la racconta fin dal suo inizio, nella
torrida estate di ventisei anni prima a Madrid. A quel tempo, la neonata
Barbara viene abbandonata nell’orfanotrofio. E’ avvolta in uno scialle azzurro
dai misteriosi ricami e ha le manine tanto calde da sembrare brucianti. Le
suore la accolgono e la mettono a riposare accanto al piccolo malato Diego. Che
durante la notte, inspiegabilmente, guarisce. Da quel momento niente può
separarli. Né il passato misterioso di Barbara, figlia di una passione
proibita, né l’amore impossibile di Tomàs che la vuole solo per sé, né le
persecuzioni di chi la crede maledetta, perché il tocco delle sue mani può
guarire o uccidere. La vicenda del processo diventa allora una tragica storia
d’amore, ricca di segreti, passione, morte, orgoglio e peccato.