Mi fece sorridere il fatto che anche questa lettura, in un
periodo davvero ricco e appassionante per le letture, perché inaspettato ma
bellissimo, non riuscì ad attirare prima la mia attenzione se non adesso, non sfuggendo
all’arroganza, all’inerzia del tempo e a tutto ciò che esso avrebbe comportato.
Che cosa ci sarebbe da dire, se non che mi pento per aver atteso così a lungo a
leggere un romanzo come questo? Sebben accolsi l’anno con la lettura di un
altro romanzo dell’autrice, Nanon, che mi piacque moltissimo e cui tutt’ora
tesso ancora le lodi, mi avrebbe davvero irretito, appassionato, conquistato
non chiedendo nient’altro che un briciolo del tuo tempo, della tua attenzione,
interessata soprattutto agli eventi che avrebbero sconvolto la vita della sua
protagonista, la piccola Fadette. Si, perché sebbene la cornice narrativa sia
davvero interessante – proiettata all’alba delle prime rivoluzioni napoleoniche
- la mia anima non ha potuto non
elevarsi al di sopra di tutto, fra armoniche benefattrici che pervadono lo
spirito con un certo sollievo, con qualche segno di eloquenza, ma afflitti dall’impossibilità
di essere liberi e amare la natura così com’è riposandoci fra le forti braccia
della poesia. Respirare queste pagine, esserci mi ha davvero divertito,
emozionato, interessata soprattutto all’assetto emotivo, naturalistico delle
cose, che come la sua autrice traspare dalla piccola Fadette, che avrà certo svolto
un ruolo essenziale, provato un’infinità di sensazioni, uno sbocco sul mondo
che l’hanno resa la donna anticonformista che tutti conobbero.
Titolo: La piccola Fadette
Autore: George Sand
Casa editrice: Neri Pozza
Prezzo: €12
N° di pagine: 240
Trama: Un’oscura credenza vuole che due fratelli gemelli non
possano vivere insieme senza danneggiarsi a vicenda, e che spesso solo la morte
di uno dei due possa garantire all’altro di crescere bene. Così, quando nella
famiglia Barbeau nascono i gemelli Landry e Sylvinet, la levatrice non esita a
mettere in guardia i genitori: occorrerà impedire che i due fratelli passino
troppo tempo insieme, per far si che non si affezionino troppo l’uno all’altro
e non diventino, emulandosi a vicenda, ancora più identici di quanto già non
siano. Ma il consiglio viene presto accantonato e i gemelli, col tempo,
diventano inseparabili e pressochè identici. Anni dopo, quando sono oramai adolescenti,
il padre decide che Landry, il più forte e maturo dei due, dovrà andare a
servizio presso la tenuta dei Caillaud, in un borgo vicino. Landry si rassegna
all’idea di dover partire da casa. Sylvinet, il più fragile, non riesce tuttavia
ad accettare che le loro vite debbano prendere strade diverse. Il suo affetto
per Landry è così esclusivo e morboso che, quando il fratello lontano da casa
si invaghisce della piccola Fadette, una ragazzina del borgo della Cosse.
Sylvinet è divorato dalla gelosia. La Fadette è una piccola vagabonda che gli
abitanti del borgo giudicano con un po' di disprezzo – la considerano brutta,
sporca e dispettosa tanto da soprannominarla << il grillo >> - e un
po' di timore, soprattutto per via di quelle voci che corrono sul conto della
nonna, un’esperta guaritrice le cui pratiche sono viste come un incrocio di sapere
e stregoneria. La ragazza, invece, benchè sia capace di rispondere per le rime
a chi la provoca con malizia, ha un carattere mite e generoso: non avendo
nulla, si accontenta di poco per essere felice, insegna ai suoi coetanei i
rimedi per curare ferite e malanni e rispetta tutte le creature, soprattutto quelle
che considera brutte come lei. Ecco allora dipanarsi i fili di una triplice
educazione sentimentale in cui gli inquieti desideri di Landry, Sylvinet e
della piccola Fadette si scontrano con i pregiudizi di un mondo in cui <<
quando due o tre persone ne perseguitano un’altra, tutti vogliono immischiarsi,
scagliarle la pietra addosso e parlar male di quest’ultima senza nemmeno sapere
il perché >>.