giovedì, dicembre 30, 2021

The Best Book of ..... 2021! Un anno pieno di parole: carta e inchiostro

La lettura, i romanzi in generale dominano la mia vita, la mia insulsa esistenza in maniera assolutamente straordinaria. Accolgo ogni nuovo anno con la sensazione di non saper cosa aspettarmi da quello che ci lasceremo poi alle spalle, ma premeditazioni e destino a parte vivo alla giornata esattamente come dovrebbe essere. Voglio dire, perché imporsi delle inutile aspettative, realizzare progetti che forse potrebbero andare in fumo? Anche se questa tendenza estremamente cinica stona con la mia anima organizzatrice e sempre sul pezzo. Puntualità e organizzazione sono pressochè sinonimi, per questo mi trovo qui a riporre queste poche righe ancor prima giunga Natale, ma è qualcosa che non riesco a tenere a bada. Nel momento in cui un pensiero invade la piccola cittadella della mia coscienza non c’è niente da fare; lì stanzia finchè non trova sfogo e rigore. Tutto questo per dire, che ho deciso di partecipare all’ennesimo recap annuale orgogliosissima di farvi ancora parte. Mi piace parlare di libri con chi ama i libri, e di libri quest’anno ne ho letto veramente tanti e come da tradizione ecco la mia classifica. Perlopiù scontata ma che pone dinanzi a un mondo fatto di gente varia, figure di carta e inchiostro che erano divenute persone, splendide e irreversibili nel cosmo letterario.

🌺🌺🌺🌺🌺

Miglior biografia:


Qualcosa che apparentemente sembra peggio di quel che si crede, che non conoscono a fondo l’amore affettivo, il desiderio, la comprensione o la compassione, ma restano intrappolati nella noiosa rispettabilità che lei stessa era fin troppo spazientita per non riportare su carta. Più raffinata di quel che credeva, appassionata, comprensiva, straordinaria che mise a tacere qualcosa dentro di lei, che nessuno aveva mai fatto prima.




martedì, dicembre 28, 2021

Gocce d'inchiostro: Tutti i figli di Dio danzano - Murakami Haruki

 Ormai è tanto tempo che ascolto Murakami Haruki. Mi sembra incredibile, ma da qualche tempo a questa parte lo considero un caro amico. Un legame ardente e indissolubile ci lega, poiché la sua prosa è l’unica che scaturisce una melodia che arriva dritto dritto al mio cuore. Adesso, storcio un po' il naso nel riporre queste poche righe, ma non perché ciò che scrivo sia falso. Assolutamente no! Semplicemente perché questa forma assolutistica e universale di un tempo non è più riservata all’autore giapponese, ma anche a tanti altri. Per citarne qualcuno, si pensi al mio amato Thomas Hardy. Eppure c’è sempre quel bell’impianto di sentimenti, sensazioni, emozioni che se li metto in ordine penso che non potrei non ascoltare opera più bella di questa per il resto della mia vita. E non mi riferisco solo a questa raccolta di racconti, a queste forme di << vita >>, ma alla produzione murakamiana che fa cenno ad essere guidata in silenzio, consapevolmente, con lo sguardo concentrato e dritto dritto a una meta. Niente di sconvolgente e che io non abbia mai visto, ma bruscamente proiettato in un paesaggio che genera inquietudine, malessere, insoddisfazione, desiderio di integrarsi nel mondo degli altri così lontana ma molto molto vicina.

 

Titolo: Tutti i figli di Dio danzano
Autore: Murakami Haruki
Prezzo: 12 €
Casa editrice: Einaudi
N° di pagine: 155
Trama: Sei incontri che possono cambiare il corso di un'esistenza, o che promettono una via d'uscita dal dolore, la cura di una ferita, la decifrazione di un mistero, o addirittura la salvezza di una città intera. Un uomo abbandonato dalla moglie parte per l'isola di Hokkaido per consegnare un pacchetto alla sorella di un collega. Cosa contiene il pacchetto? Forse il vuoto che sente dentro, quella "bolla d'aria" per cui la moglie lo ha lasciato. In una località di mare una ragazza stringe amicizia con un pittore la cui unica vera passione è accendere falò sulla spiaggia. Qual'è la forma del fuoco? Quale il modo di ottenere un fuoco veramente libero?

domenica, dicembre 26, 2021

Gocce d'inchiostro: Merrick la strega - Anne Rice

Anche questo volume, l’ennesimo di questa straordinaria e bellissima saga, venuto ad incalzare i miei ritmi, la mia vita come parte integrante della stessa, ebbe un netto cambiamento. Già Merrick la strega non mi conquistò esattamente come i suoi predecessori, me lo ha confermato la stessa strega. La situazione che è stata messa al bando vedeva di tanto strane forme di potere, vampirismo, che entrano e escono senza degnarsi di uno sguardo, fin quando non raggiungono l’apice. Il momento culminante. Niente di personale, ma Merrick la strega non ha scaturito ciò che desideravo. Il suo successore, invece, divenne quell’aria pura, fresca, << balsamica >> che invase il mio spirito e lì ci rimase. Dunque un’altalena di emozioni, sensazioni attraverso cui ho accettato di abitare in un posto, starci lì, confondendo la realtà con la finzione, erigendo un nuovo tempo altrove e il problema che alla sua conclusione avrebbero comportato la lettura fervida di altri tre libri… e dopo? Dopo cosa ci sarebbe stato? Ancora non so dirlo. La vita ci riserva sempre strane e strambe sorprese, e in un batter d’occhio ogni cosa era in subbuglio.

 Titolo: Merrick la strega
Autore: Anne Rice
Casa editrice: Tea
Prezzo: 8, 60 €
N° di pagine: 370
Trama: Chi potrebbe aiutare Louis De Point Du Lac a ritrovare la sua amata e perduta Claudia, se non una strega? La bellissima Merrick discende dalle “gens de couleur libres”, una potente casta legata al voodoo nella quale si congiunge il sangue degli africani e dei francesi di New Orleans. Sue antenate sono le grandi streghe Mayfai, delle quali lei non sa nulla, pur avendone ereditato il potere e il sapere magico. Ed è David Talbot, eroe, narratore, avventuriero e vampiro a narrare la fascinosa e inquietante storia di Merrick, detta la strega di Endor, che spazia dalla New Orleans passata e presente alle giungle del Guatamala, dalle rovine dei Maya fino ad antiche civiltà ancora inesplorate.

venerdì, dicembre 24, 2021

Gocce d'inchiostro: I fratelli Karamazov - Fedor Dostoevskij

Ci sono romanzi che ti rivolgono la parola in un momento imprecisato della tua vita. Vengono da lontano, sussurrano il tuo nome da una mensola fin troppo capiente, ti inducono ad aprirli e viverli trasmettendo sentimenti, emozioni conturbanti che non riesco a spiegare nemmeno io. Se c’è qualcosa da dire, se scrivo di questo, non posso fare nient’altro che riferirmi a I fratelli Karamazov, di cui ho accolto la loro chiamata senza che me ne accorgessi. In un certo senso, con la loro aura possente, la loro magnificenza, mi hanno donato tutta la protezione di cui hanno trasudato da queste pagine. La loro voce, così forte e baritonale avrebbe scalfito persino le più forti corazze, ma era qualcosa di trascendentale, quasi intoccabile. Per constatare la veridicità di ciò ho dovuto fare un esame speciale a questo bellissimo volume, suddiviso in due volumi in questa nuova edizione, dando un piacevole suono, entrando in stanze buie da cui vi ho posato lo sguardo a lungo. Per una manciata di giorni ho riempito la mia testa di parole, suoni attraverso cui ho osservato questo bellissimo mondo come osservandolo da una lente d’ingrandimento. Inizialmente con un breve cenno, poi con lo sguardo che perseguiva ogni mossa di questi algidi fratelli attraverso cui mi è stata consegnata una storia che ho custodito gelosamente come se fosse una preziosissima cosa. 


Titolo: I fratelli Karamazov
Autore: Fedor Dostoeviskij
Casa editrice: Einaudi
Prezzo: 32 €
N° di pagine: 1080
Trama: << I fratelli Karamazov sono il romanzo più grandioso che mai sia stato scritto, l’episodio del Grande Inquisitore è uno dei vertici della letteratura universale, un capitolo di bellezza inestimabile … non è certo un caso che tre capolavori di tutti i tempi trattino lo stesso tema, il parricidio: alludiamo all’Edipo re di Sofocle, all’Amleto di Shakespeare e ai Fratelli Karamazov di Dostoevskij. In tutte e tre le opere è messo a nudo anche il motivo del misfatto: la rivalità sessuale per il possesso della donna … >>

giovedì, dicembre 23, 2021

Slanci del cuore: i miei classici preferiti

Non c’è da meravigliarsi che i classici siano il mio pane quotidiano. Sia divenuto una delle argomentazioni più frequenti, da quant’è che Sogni d’inchiostro è in vita, quasi una consolazione dinanzi alla vita. Un segno che dentro questo vasto e spettacolare mondo c’è un artificio di umanità. Sul finire del percorso di studi, sempre in mezzo ai libri e alle parole, ai rumori, alla folla, mi sono sentità dubbiosa, animata da una serie di perplessità che sapevo che se non avrei trovato una spiegazione avrei dovuto scovare una cura. Credevo che la letteratura potesse essere non solo un semplice hobby ma, un giorno, divenire persino un lavoro, una sopravvivenza, ma la vita, l’esperienze mi hanno aperto gli occhi e mandato a scalare un altura meno ripida ma molto più gestibile. Ma ciò che quest’oggi ci tengo a parlarvi è di quei romanzi, quei classici per l’appunto, che in un certo periodo della mia vita hanno scandito attimi, momenti, visto dall’alto di una montagna sempre meno sacra opportunità per crescere, comprendere meglio me stessa. Leggere i romanzi delle sorelle Bronte, o di un autore controverso come Bulgakov, mi permetteva e mi permette tutt’ora di vivere, vivere per me stessa. Non esitare nemmeno per un secondo, a perseguire un sogno se qualcosa ti piace. Tornando ai libri, dunque, ecco un discreto numero di letture che nel percorso accidentato della vita, hanno aperto una finestra su un mondo che negli anni sono divenuti una sorta di scialuppa di salvataggio. Non immaginavo quanto utile potessero divenire un giorno. Arricchire il nostro bagaglio cultura, credo, dipenda in primis dalle basi, da ciò che la tua anima è più predisposta a leggere.
Il viaggio continua, il suo palpitante viaggio si immette in corsie di cui ancora non conosco la provenienza. Cosa chiedere di più, quando aprendo semplicemente un libro puoi riempierti i polmoni di aria fresca?


Primo di questa lista, fra i miei amati Jane Eyre e Cime tempestose, spicca un altro bellissimo romanzo di queste straordinarie sorelle inglesi, che cerca la pace nell’esilio, la felicità effimera nel piacere, la lettura come miglior surrogato per vivere e affrontarla al meglio. Relegata in piacevolissimi momenti in compagnia di una giovane che nonostante il temperamento malinconico, si è attenuata e trovato il coraggio per affrontare ogni cosa.


Titolo: Agnes Grey
Autore: Emily Bronte
Casa editrice: Oscar Mondadori
Prezzo: 9, 50 €
N° di pagine: 288
Trama: Basato in larga misura su esperienze dell’autrice, “Agnes Grey” narra la vicenda di una giovane istitutrice che lascia la casa paterna spinta, più che dalla necessità economica, dal desiderio di conoscere il mondo e di dar prova di sé: una figura che appare di sorprendente modernità nella sua piena consapevolezza, nella implacabile lucidità e nelle penetrante ironia con cui osserva il mondo che la circonda.

martedì, dicembre 21, 2021

Gocce d'inchiostro: Due occhi azzurri - Thomas Hardy

Non tutte le storie d’amore si concludono positivamente. Un lettore amante e avvezzo della prosa hardyana sa che, aperto un romanzo dello scrittore londinese, valicandone i confini, potrà uscirne guasto, quasi distrutto. Forse è esageratamente ridicolo scrivere questo, ma a qualche ora dalla conclusione dell’ennesimo capolavoro della letteratura inglese, un’esplosione chimica, causata da una grande assembramento di toni drammatici, malinconici in cui il lirismo, la poesia coincide con la bellissima esaltazione dei sentimenti, mi ritrovo a riporre queste poche righe col cuore stretto in una morsa. Mi sono affacciata sull’altura di un cottage svettante da una scogliera, e mi sono fatta contagiare dall’opulenza, dalla rispettabilità, da abitudini, piaceri di un’umanità scomiciata senza fare nient’altro che vagare in questa landa desolata. Che splendore! Il cuore si libera da questa morsa e sovrasta i cieli celesti mediante il dolce sguardo di due amanti che hanno scoperto cosa voglia dire amarsi non producendo nient’altro che cause ed effetti di artifici e orpelli che l’autore modifica leggermente a seconda del modo perpetuo della Natura, affinchè l’unico modo per << sopravvivere>> è di affannarsi e districarsi nel bel mezzo dell’esistenza. Ci si sforza di abbatterla, seppur gli innumerevoli tentativi, il temperamento bizzarro di alcuni assetti che confondono il cuore. Perché così come altre storie lette e vissute, anche questo romanzo si pone su aspetti in cui il Destino, crudele ed egoista, si contrappone a quello della Natura, delle Arti e della Bellezza, quasi una potenza cosmica, attiva, sferzante, bramosa di conquista.


Titolo: Due occhi azzurri
Autore: Thomas Hardy
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 18 €
N° di pagine: 420
Trama: La bellissima e volubile Elfride, orfana di madre e unica figlia del pastore Swancourt, si innamora di Stephen Smith, giovane architetto di Londra erroneamente ritenuto di nobili origini. Poi, quanso questi per poterla sposare accetta un incarico in India, Elfride conosce l’affascinante e maturo Henry Knight, antico mentore di Stephen; ben presto Knight, come già era accaduto al suo pupillo, perde la testa per la fanciulla. Elfride, divisa tra la promessa di fedeltà a Stephen e la nuova passione per Knight, infine accetta la proposta di matrimonio di quest’ultimo. Ma ancora una volta le cose non vanno come immaginato: una presenza oscura dal passato di Elfride insinua in Knight il tarlo del sospetto sull’onestà della sua futura sposa e il fidanzamento è sciolto. Smith e Knight si incontreranno casualmente qualche anno più tardi, entrambi si scopriranno ancora innamorati di Elfride, ma ormai sarà troppo tardi.

domenica, dicembre 19, 2021

Storie su misura: la letteratura come terapia

Nel riporre queste poche righe, sorrido come se avessi appena ascoltato una barzelletta. Un passante mi ha sussurrato all’orecchio una storia che ha dell’ironia. La genesi di questo post, a dire il vero, trae riferimento dall’ennesima rilettura di una delle mie saghe preferite. Quest’anno – le ho contate – è stata la sesta volta e, col mio immancabile bloc notes, ho girovagato nei foschi meandri de Il cimitero dei libri dimenticati guardandomi a lungo, nonostante ciò che avrei avuto davanti era parecchio prevedibile, entusiasta ad abbracciare l’ennesimo straordinario viaggio. Uno dei temi più cari a Carlos Ruiz Zafon è la biblioterapia, l’idea di considerare i libri come rimedi impellenti per l’anima di ogni lettore appassionato di lettere, musica e parole, che con grande cura esamina questo aspetto in una straordinaria avventura di cui sogno di vivere. Ed ecco che alla fine, facendo qualche calcolo, è nato dal nulla questo post, mi sono sottratta dalla monotonia, dai ritmi di una vita sempre uguale a se stessa maturando l’idea che anche io avrei potuto dilettarmi in questa nobile arte, e alla fine stabilire quale siano state le letture più belle che nel corso della mia vita hanno allietato il mio spirito. Non le ricordo semplicemente perché li vedo riposare silenziosamente sullo scaffale. Le vivo ogni giorno a seconda di ciò che la vita mi riserva. E, ogni tanto, mi ci immergo completamente. Nonostante la pila indifferente di romanzi ancora da leggere e vivere, nonostante il poco tempo a disposizione. Ma cosa farci, cosa farci se si è instillata in me questa << voglia di vivere >>? Cosa farci se il desiderio insopprimibile di riporre queste poche righe non si sarebbe attennuato se non quando qualcosa sarebbe andato al suo posto. Per cui ecco una sfilata di figure, amici di cui non mi stancherò mai di parlarvi che quando ero ragazzina hanno aperto una porta su un mondo in cui ogni tanto spalanco, non indugio nemmeno per un secondo.

 🌺🌺🌺🌺🌺

Primo di questa lista, l'imponente e carismatica figura della signora Mame, fioco suono in una cacafonia viruale che ha influenzato la vita dello stesso autore, si abbatè sulla mia vita con la violenza di un uragano. Amorevole e avvincente trattato realistico su una fetta di eventi che sconquassarono la vita dello stesso Dennis e della sua famiglia. Qualcosa di simile all'ignoranza delle masse di cui i personaggi non riescono ad abbandonare le loro crociate per inutili ipermodernismi. Nutrendosi esclusivamente del desiderio di poter farsi valere, in un modo prettamente maschile, spiccando e distinguendosi così dalla massa.

 

Titolo: Zia Mame
Autore: Patrick Dennis
Casa editrice: Adelphi
Prezzo: 12 €
N° di pagine: 380
Trama: Immaginate di essere un ragazzino di undici anni nell'America degli anni Venti. Immaginate che vostro padre vi dica che, in caso di sua morte, vi capiterà la peggiore delle disgrazie possibili, essere affidati a una zia che non conoscete. Immaginate che vostro padre - quel ricco, freddo bacchettone poco dopo effettivamente muoia, nella sauna del suo club. Immaginate di venire spediti a New York, di suonare all'indirizzo che la vostra balia ha con se, e di trovarvi di fronte una gran dama leggermente equivoca, e soprattutto giapponese. Ancora, immaginate che la gran dama vi dica "Ma Patrick, caro, sono tua zia Mamel!", e di scoprire così che il vostro tutore è una donna che cambia scene e costumi della sua vita a seconda delle mode, che regolarmente anticipa. A quel punto avete solo due scelte, o fuggire in cerca di tutori più accettabili, o affidarvi al personaggio più eccentrico, vitale e indimenticabile che uno scrittore moderno abbia mai concepito, e attraversare insieme a lei l'America dei tre decenni successivi in un foxtrot ilare e turbinoso di feste, amori, avventure, colpi di fortuna, cadute in disgrazia che non dà respiro - o dà solo il tempo, alla fine di ogni capitolo, di saltare virtualmente al collo di zia Mame e ringraziarla per il divertimento.

venerdì, dicembre 17, 2021

Gocce d'inchiostro: Armand il vampiro - Anne Rice

Quando ci si lascia contagiare dal tono, dall’hype che si cela dietro un romanzo, un film, una saga si insiste sul medesimo senza contare che dietro questo processo ci sia un lavoro arduo che nel momento in cui lo si realizza c’è anche un’importante componente sentimentale. Sia io che altri confermeranno nel dire o nel credere, che quando ci si innamora o appassiona a qualcosa o qualcuno sanno che la profilica e straordinaria tradizione di perpetuarne il processo di vita causa un certo magnetismo. Conferiscono orgoglio e forza a quella tradizione.
Sul finire del mese di ottobre, con l’approssimarsi di Halloween, Intervista col vampiro giunse nel mio Kobo come un moto perpetuo e bellissimo. Le grandi fondamenta poggiavano su aspetti in cui alla fine non resta nient’altro che lasciarsi andare fra le braccia di creature che in un mutuo incantensimo si lasciano travolgere da sensazioni vibranti, quasi una mappa miniaturizzata di circuiti elettrici luminosi dal suono lento. Quasi la linfa di tutta una vita.
Il mio progetto di leggere interamente questa saga prosegue imperterrito includendo certamente il desiderio di ridare un certo prestigio, quasi un caro omaggio al lavoro straordinario di una donna che è un’icona della letteratura gotica. Forse, come ogni cosa nella vita, era giusto giungesse anche per me questo momento: far mettere in luce alcuni aspetti salienti dell’individuo in cui arte, poesia, scrittura si unicoscono e decompongono in un unico straordinario miscuglio di sensazioni altalenanti a cui mi sono affidata completamente.

Titolo: Armand il vampiro
Autore: Anne Rice
Casa editrice: Tea
Prezzo: 6, 90 €
N° di pagine: 430
Trama: Morto carbonizzato sul sagrato della cattedrale di Saint Patrick, a New York: questa era la fine che tutti credevano avesse fatto il vampiro Armand. Invece Armand è sopravvissuto ed è pronto a raccontare al vampiro biografo David Talbot la sua vita, lunga oltre cinquecento anni. Bello come un angelo, Armand ha l’aspetto di un eterno adolescente; tuttavia, dietro quell’eterea sembianza, si celano una vicenda colma di violenze e un’anima tormentata e profondamente inquieta. Dalle steppe russe alla Venezia più misteriosa fino all’incontro con Marius, il Maestro, colui che gli offrirà la conoscenza e l’immortalità, colui che lo salverà dall’abisso e lo condannerà in eterno…

mercoledì, dicembre 15, 2021

Gocce d'inchiostro: Lo schiaccianoci - Ernst T A Hoffmann

Mi sono assuefatta della magia del Natale qualche settimana prima che fosse declamato sul mondo. Quest’anno, senza alcun sforzo ma come un processo volontario, l’impegno riservato al Natale è sorto spontaneo. Non che non sia stato così altri anni, ma senza una ragione questo 2021 mi ha sorpreso ad addobbare casa, le mie strapiene librerie prima del dovuto. Non c’è occasione migliore di questa nel cadere trappola delle casualità del destino, non dovevo fare assolutamente niente. Potevo concentrarmi e aspettare fosse il destino a chiamarmi e osservando ciò che mi circondava lasciando che i pensieri restassero tali, senza la necessità di tradurli in suoni, in parole, bastò che giungesse nel mio cerchio personale questo piccolo soldatino di legno. I primi giorni di dicembre, all’insegna di una settimana intensa che passò in un soffio, con i giorni tutti uguali scanditi da un preciso ritmo che, con la sua regolarità, non lasciò spazio all’ansia delle scelte. Tutto era previsto, organizzato. Perciò quando arrivò mi colse del tutto impreparata. Il rumore dei suoi passi leggiadri, la sua aura apparentemente minacciosa, orripilante che calò come un gigantesco sole, glorioso, dietro le montagne che d’improvviso calò nel buio e nel silenzio. Nello splendore di una città che si estende su un pascolo fertile e fiorito, questa storia ha scintillato nel mio cuore non tanto quanto per la figura dello stesso soldatino quanto della dolce malinconia che si deposita nel cuore di chi legge. Godendo dei fruscii e dei profumi che la brezza gelida della notte invernale mi regalò.


Titolo: Lo schiaccianoci
Autore: Ernst T A Hoffmann
Casa editrice: Bur Rizzoli
Prezzo: 15 €
N° di pagine: 135
Trama: Scritto nel 1816, ripreso da Dumas e trasformato in musica dal genio di Cajikovskij, “Lo Schiaccinoci” di Hoffmann da due secoli continua ad affascinare grandi e piccini. Fritz e Marie, come tutti i bambini, vivono con gioia i giorni del natale. Un amico di famiglia regala loro uno Schiaccianoci di legno: un oggetto all’apparenza innocuo, ma che darà via alle più incredibili avventure che i due fratelli abbiano mai vissuto. Durante la notte, in camera di Marie appare infatti lo spietato re dei topi, con sette teste e sette corone, alla guida di un esercito di roditori; Schiaccianoci prende vita e, divenuto generale dei soldatini, dei tamburini e dei pupazzi di marzapane, lo affronta. I due bambini vengono così trasportati in un mondo popolato da topi, fate, soldati principi e principesse, dove sogno e realtà si legano indissolubilmente.

lunedì, dicembre 13, 2021

Gocce d'inchiostro: Sasenka e L'amore ai tempi della neve - Simon Montefiore

Mi piacciono molto le storie che trasudano taciti misteri, che regnano in voluminosi o sottili volumi in pelle o dalla copertina rigida. Alcuni li considerano noiosi, con i loro continui andirivieni e la rigida presenza di un autore che se ne infischia delle buone maniere. Eppure, il fruscio leggero delle loro pagine, il loro profumo inebriante, tutto ciò ha da sempre sortito una sorta di fascino in me: qui riesco a riconoscermi nella mia pienezza, proveniente da una galassia ove vi regna la malinconia e l'insoddisfazione, in cui ci si ritrova in poche righe.
Non so di preciso da dove iniziare, ma se mi trovo qui è perché evidentemente c'è qualcosa che ronza nella mia testa. Avevo già letto di questa forte e coraggiosa donna, eppure mi trovo nuovamente qui, a parlare di lei e tutto ciò che ne conseguì, a qualche giorno di distanza dal Santo Natale. E mentre avanzo impettita fra le strade ghiacciate di una Mosca assediata dal regime stanliano, vi svelo i sentimenti che mi si agitarono dentro e ciò che mi venne in mente quando guardavo negli occhi la giovane Sasenka.
Penso che ogni romanzo necessiti di una rilettura, e dopo Sasenka sentì l’esigenza di proseguire imperterrita questo bellissimo percorso. In poche parole, divorai il secondo volume – che ingenuamente credevo fosse un continuo e non un volume a se – come compito che mi ero prefissata ad inizio anno. La fonte di tutta la saggezza che in un certo senso questo 2021 mi ha donato. Valendo non solo per questi due romanzi ma anche per tutti gli altri romanzi letti, che hanno mantenuto il loro spirito, la loro originalità, non facendosi sopraffare da alcunchè.

Titolo: Sasenka
Autore: Simon Montefiore
Casa editrice: Tea
Prezzo: 9, 80 €
N° di pagine: 623
Trama: San Pietroburgo, Inverno 1916. La rivoluzione è alle porte. Davanti all'istituto Smol'nyj per nobili fanciulle una governante inglese aspetta una ragazza, che però è attesa anche dalla polizia segreta dello zar; Sasenka Zejtlin ha solo sedici anni, un padre ricchissimo, una madre devota di Rasputin, e uno zio bolscevico che la converte alla causa rivoluzionaria. 1936. Sposata con un compagno che ha fatto carriera, madre di due figli e direttrice di un mensile, Sasenka conduce una vita agiata all'interno dell'èlite vicina a Stalin. Sopravvive alle purghe, ma alla vigilia della guerra commette un imperdonabile errore: per la prima volta in vita sua s'innamora veramente, con conseguenze impensabili per lei e per la sua famiglia.
1994. Più di mezzo secolo è trascorso, di Sasenka Zejtlin e dei suoi famigliari, dei colleghi e dei conoscenti, dello stesso Paese in cui hanno vissuto e si sono perse le tracce .. finché, Katinka, una giovane storica, viene incaricata di compiere una misteriosa ricerca. Destreggiandosi nei meandri degli archivi di partito, da poco aperti, Katinka mette insieme i pezzi di un puzzle drammatico che viene da un passato lontano e dimenticato, ma che riaffiora coinvolgendola ben più di quanto non avesse mai potuto immaginare…

sabato, dicembre 11, 2021

The End of Year Book Tag

L’aria fredda che mi investe mi fa prendere consapevolezza come l’anno stia lentamente per volgersi al termine. Era viziata proprio come quando è entrato l’inverno. Più o meno uguale agli altri anni, con quella luce plumbea che proiettandosi sulle pareti gli attribuivano un chè di minaccioso. Per smorzare la routine, il tedio di un weekend casalingo, girovagando sul web ho scovato questo booktag molto carino e divertente. I libri onnipresenti. I miei progetti, i miei obiettivi che stavano per trascinarne di nuovi. La vocina interiore della mia coscienza che impartisce ordini con un tono severo e imperioso. Ed ecco che, rinchiusi nella cella del tempo, ecco qualche curiosità su ciò che più mi grava sui libri e sul mio essere lettrice, che prende la letteratura come moto d’espressione. Si insinua in un piccolo angolo di Paradiso e lì sguazza nella felicità più assoluta.


1)     Quest’anno hai iniziato dei libri e li hai messi da parte?

No. Se inizio un libro debbo assolutamente portare a termine la sua lettura.

giovedì, dicembre 09, 2021

Gocce d'inchiostro: Memnoch il diavolo - Anne Rice

L’eternità di questi vampiri non scandaglia alcunchè di diverso da ciò che ho letto sino a oggi. Già cinque romanzi sono stati divorati uno a presso a un altro e non ho ancora ripensamenti – ne credo li avrò – per comprendere se il percorso intrapreso sia stato adatto o meno. Credo che ogni romanzo sia in attesa del suo momento, che se una storia la si legge in quel determinato momento è perché come gli aggiustatori chiamano una serie di esami intensi a me piace vivere avventure di questo tipo. Voglio dire, la vita è imprevedibile. È una giostra altalenante di gioie, sensazioni, felicità che possono prolungarsi molto più del dovuto o dileguarsi in una manciata di secondi. Questa saga però per me aveva il biglietto per innumerevoli giri di giostra, comportano una strana felicità dalla quale mi risveglio senza comprenderne i motivi di quel che comporta leggere questo tipo di letture. Per questo è indispensabile che sappia e conosca come andrà a finire. Di nuovo toccava a me scoprirlo.
Questo quinto volume comporta una strana anestesia dei sensi dalla quale mi sono risvegliata come se immersa in una realtà simile alla nostra ma parallela di cui ne sono oramai assuefatta. Lestat aveva ancora molto da dirmi, da scoprire e scoprirsi e affinchè il paesaggio mantenga una sua piacevole vista è necessario saper interpretarne certi meccanismi. Molti già evidenti in precedenza, qui ancora più salienti, in risalto divenuti simbolo di magia, estasi in mezzo ad altri vampiri e sconosciuti che giocano ad essere in grande intimità.


Titolo: Memnoch il diavolo
Autore: Anne Rice
Casa editrice: Tea
Prezzo: 6, 50 €
N° di pagine: 430
Trama: New York, inverno. Il vampiro Lestat è sulle tracce di Dora, la bella e carismatica figlia di un boss che lui ha ucciso. Combattuto tra l’istinto vampiresco e un forte slancio d’amore per la ragazza, Lestat si confronta con gli avversari più pericolosi che abbia mai conosciuto. Viene rapito dal misterioso Memnoch, che sostiene di essere il Diavolo, e che lo porterà fuori dal mondo per metterlo di fronte alla scelta più difficile.

martedì, dicembre 07, 2021

Gocce d'inchiostro: Finchè tutto resta nascosto in un cassetto - Olivia Ruiz

Non c’è da meravigliarsi se ogni tanto, in questo piccolo angolo di Paradiso, si parla di leggerezza. È vero: amo moltissimo i classici che forse inconsapevolmente mi attribuscono l’aggettivo di vecchia e noiosa lettrice di quartiere. Ma è pur vero che i classici, leggere, la letteratura con la L maiuscola mi ha da sempre donato sostentamento. Voglio dire, credo che imbattersi in romanzi la cui lettura lascia insoddisfatti o poco interessati sia una perdita di tempo. È quasi una condanna. Ci sto alla larga come la peste. Il mio intuito sa a cosa andare incontro e a cosa volgere le spalle. È un segno che l’esperienze vissute in passato hanno tracciato qualcosa nella sabbia del tempo.
Alla fine ho deciso di buttarmi, cogliere la palla al balzo, e immergermi in una lettura frivola, semplice che già solo dalla copertina mi sentivo addosso come un veleno di insoddisfazione e diniego a cui avrei dovuto presto trovare una cura. Il romanzo di Olivia Ruiz, sebbene in buona parte rispecchia queste categorie, è una lettura carina e veloce che nel bel mezzo di suoni, rumori, una folla recalcitrante di gente che vuole appropriarsi di ogni cosa – persino del tuo tempo – come un pellegrino ci induce a valicare le soglie di un’avventura che scrive il suo inizio nel passato. Nell’epoca fascista, che vista dalla mia posizione non desta più scalpore come un tempo. Questa però è la storia della nonna dell’autrice, credo perlopiù romanzata, ma in cui risiede un pizzico di tutti noi. Le nostre radici, i nostri ricordi, il nostro passato poiché troppo forte il desiderio di parlarne, troppo insopportabile ignorare l’ululato del vento o le fronde degli alberi che battevano sulle vetro delle finestre, guardando il mondo sotto un’altra prospettiva. Godendo del silenzio e di ogni briciolo di vita che ci è data.


Titolo: Finchè tutto resta nascosto in un cassetto
Autore: Olivia Ruiz
Casa editrice: Garzanti
Prezzo: 16 €
N° di pagine: 176
Trama: Il vecchio comò in legno, con i suoi dieci cassetti colorati, è lì, nel centro della stanza. La donna ne è affascinata da quando era una bambina, ma non ha mai avuto il permesso di toccarlo. Era l’unico segreto di nonna Rita, l’unica cosa che non condividevano. Eppure, ora che l’anziana non c’è più, è lei ad averlo ricevuto in eredità, senza un’apparente spiegazione. Per questo, quando si avvicina alle serrature, sente il coraggio venirle meno, come se qualcosa di speciale stesse per accadere. Ed è così. In ciascun cassetto si cela un oggetto. Un oggetto ordinario che racconta molto più di quello che è. Racconta una storia che le parla della nonna come non l’ha mai conosciuta. Ci sono una medaglietta del battesimo, una chiave, un quaderno di poesie, un atto di nascita, un sacchetto di semi, un foulard azzurro, un biglietto del treno, un barometro e una busta da lettere. Ogni oggetto nasconde una vita intera. Ogni oggetto custodisce un amore profondo, frantumato dalla furia franchista, una donna rimasta sola e incinta che vede la felicità sfuggire sempre più lontano, ma non per questo si arrende. Quella donna era Rita. Solo adesso, lei capisce il vero significato degli insegnamenti della nonna. Solo adesso sa che deve fare in modo che si trasformino in azioni per cambiare la sua vita. Solo adesso decide di avere un suo comò pieno di oggetti importanti, che svelino al mondo la donna che vuole diventare. Oerchè il monito di Rita abbia un’eco infinita.

domenica, dicembre 05, 2021

Le TBR richiami dell'anima 8°

Ci vuole sempre un po’ di tempo affinchè romanzi che languiscono sullo scaffale da qualche tempo acquisiscono un anima. Si apre un romanzo in un momento particolare della tua vita, e attendi quel momento in cui constati come nonostante tutto questo tempo, questo era il libro giusto per te. Smaltire una pila di libri traballante e svettante comunque è sempre motivo di grande soddisfazione. Da qualche mese a questa parte, poi, ho stilato una lista in un foglio di Word, e ogniqualvolta leggo un romanzo evidenziarlo con un pennarello azzurro mette insieme un meccanismo di soddisfazione e piacere. Voglio dire, leggere è un piacere ma smaltire e poi comprare nuovi libri è sempre motivo di grande piacere. Ma ecco che di libri ancora da smaltire ce ne sono, anche se non tantissimi, e fra promesse varie di non acquistare più libri – per qualche tempo – e letture in ebook il numero si riduce drasticamente. Immancabilmente i classici della letteratura inglese, che reclamano la mia attenzione da un po’. Ma, per salutare questo 2021, non saprei dire se compirò questo progetto, sebbene la prudenza e la determinazione sono tratti che mi contraddistinguono. E mentre ripongo queste poche righe, guardo incantata quegli amici d’inchiostro che ancora devono proferire, affacciarsi sul mondo, come se assistessi a una magia. Un tipo di magia che solo chi ama i libri può comprendere.


🌺🌺🌺🌺🌺

Titolo: L’amore ai tempi della neve
Autore: Simon Montefiore
Casa editrice: Corbaccio
Prezzo: 16, 60 €
N° di pagine: 463
Trama: Mosca 1945: mentre Stalin si appresta a festeggiare la vittoria sui nazisti insieme ai suoi più stretti collaboratori, poco distante risuonano due spari. Un ragazzo e una ragazza vengono trovati morti su un ponte: non sono persone qualsiasi, bensì appartengono a due delle famiglie più influenti e più vicine a Stalin e frequentano entrambi il collegio più esclusivo dove studia tutta la nuova èlite politica e intellettuale dell’Unione Sovietica. Si tratta di un omicidio? Di un doppio suicidio? Di una cospirazione contro lo Stato? Le indagini si svolgono sotto il diretto controllo di Stalin, che fa interrogare i compagni di scuola costringendoli a testimoniare contro i loro amici, i loro fratelli e i loro stessi genitori, in una terribile caccia alle streghe che porta alla luce amori illeciti e segreti famigliari e in cui il più piccolo sbaglio può significare una condanna a morte …

venerdì, dicembre 03, 2021

Gocce d'inchiostro: Il postino di Neruda - Antonio Skàrmeta

Quando ci si imbatte in un romanzo apparentemente romantico, sentimentale non è detto che il tono sia drammatico, drastico ai limiti dell’insopportabile. Ci si approccia a quella lettura senza sapere cosa aspettarsi, e quando le parole esprimono poi qualcosa di potente, qualcosa reso però in maniera semplice e canzonatoria la metafora di ogni cosa, accendono la vita. La mia e quella di chi scrive. Perlomeno questo è ciò che ho pensato, quando ho deciso di rileggere questo piccolo gioiellino, che dietro un cielo infuocato di un luogo impreciso ma molto molto simile al nostro è una melanconica canzone spagnola che rende omaggio alla poesia e a Pablo Neruda. Trasmessa con impatto, slancio su carta verso il mio cuore, annunciando il suo arrivo con nien’altro che una bicicletta e una sfilza di lettere ancora da spedire.

Titolo: Il postino di Neruda
Autore: Antonio Skàrmeta
Casa editrice: Einaudi
Prezzo: 10 €
N° di pagine: 103
Trama: Mario Jimènez, giovane pescatore cileno, perdutamente innamorato della bellissima e sensuale Beatriz Gonzàlez, un giorno decide di abbandonare il proprio lavoro e di diventare il postino di Isla Negra, un’isola dal fascino magico dove l’unica persona che riceve e invia corrispondenza è il grande poeta Pablo Neruda. Tra i due, lontani per cultura ed educazione, nasce a poco a poco un fortissimo legame d’amicizia umana e di complicità poetica, sullo sfondo di un Paese che si sta avvicinando a un tragico e drammatico destino.

mercoledì, dicembre 01, 2021

Romanzi su misura: Novembre

Mi rendo conto, che siamo giunti a dicembre e con l’avvento del Natale. È utile credere che, risucchiata da un vortice di sensazioni altalenanti, giorno dopo giorno, la vita ci scivola addosso senza nemmeno rendercene conto. Prendo e vivo giornate ricche di eventi a seconda degli eventi che mi si pongono dinanzi. Sta a me poi giudicare se buoni o cattivi, ma soprattutto come risollevarmi ma di una cosa sono sempre stata certa. Le letture, la letteratura con la L maiuscola, ha da sempre e per sempre arricchito il mio bagaglio culturale. E non importa se il numero è soddisfacente o esorbitante, se alcune recensioni dovranno essere pubblicate o scritte. Alla fine mi piace credere che la vita che io infondo a pagine e pagine di pensieri, frasi sparse non sono altro che moti di vita. È una di quelle migliori concezioni che mi potesse capitare. Quando ero adolescente come un semplice hobby, alla soglia dei trent’anni una vera e propria dipendenza. Ed ecco che, giunta con devozione ai piedi di una storia, non me ne distacco se non quando giungo al suo epilogo, che generalmente prevede un lasso di tempo limitato. Poiché alla fine non siamo nient’altro che lettori della nostra stessa anima. Interpretiamo la vita mediante colori e sfumature più accese. Perché non sono le tante letture che ti arricchiscono ma ciò che provi, che vivi o senti a migliorarti e renderti più felice.

Romanzi su misura in digitale:

 

Un mondo passivo in cui il fragore inarrestabile che mi tenne inchiodata alle pagine mi impedì di ragionare mentre le grida interminabili, mortali e immortali del mondo intero sovrastavano ogni cosa. Senza alcun motivo ne fondamento del modo in cui si esiste scegliendo come esistere, privo di logica e conformità che furono quegli ingredienti adatti per accrescere quella fiamma ardente di desiderio, curiosità e interesse che ancora mi domina e che non credo si smorzerà tanto facilmente.

Valutazione d’inchiostro: 4 e mezzo

lunedì, novembre 29, 2021

Gocce d'inchiostro: Le intermittenze della morte e Il Vangelo secondo Gesù Cristo - Josè Saramago

Ero in un posto imprecisato da appena qualche minuto e già ero rimasta affascinata da ciò che trapelano queste pagine … assieme ad altre migliaia di persone. Avevo questi due romanzi che riposavano silenziosamente sullo scaffale da oltre un anno, lasso di tempo che francamente è per me una vergogna, una mancanza di rispetto per non aver dedicato del tempo a un autore come Saramago, finchè il giorno fatidico in cui potei cibarmi di queste letture avvenne sul finire del mese di novembre con un meccanismo di simbolismi, sillogismi, elevazioni mentali con la voce gracchiante dell’autore alle orecchie, disponibile ad inoltrarci in questo labirinto di parole e frasi che non molti hanno potuto accedere. Ma questo era il momento.
Questo fu il momento in cui finalmente potei leggere questi due romanzi, diversissimi fra loro per trama ma non per temi, fra un’enorme folla che si aggira nel più rigido dogma. L’impossibilità della morte o l’avvento di un adolescente che si camuffa sotto le mentite spoglie di Gesù Cristo avrebbe generato la creazione di un movimento di cittadini fermamente convinti che grazie alla semplice azione della volontà sarà possibile vincere la morte e che la scomparsa di tante personeè provocata dall’avvento di questo presunto Messia e dalle sue volontarie azioni. Proclamare il più grande sogno dell’umanità è una delle cose più belle si possa aspirare. Morire, rinascere, vivere sono atti assolutamente importanti e necessario del regno di Dio dunque vivere nella credenza che non si tratti di blasfeme, assurdità o ridicolaggini. Poiché senza morte non ci sarebbe stata resurrezione, senza l’avvento del Messia non ci sarebbe stata l’evoluzione della stirpe umana poiché si vive costantemente nel passato e accogliamo ciò come l’avvento, la novità. Dalla vetta di una montagna ho visto presiedere la presenza di due forme di vita le cui strade sono parallele, due linee rette, con qualunque opportunità di azione e agire, nonché proiezioni o trionfo dell’uomo sulla natura.


Titolo: Le intermittenze della morte
Autore: Josè Saramago
Casa editrice: Feltrinelli
Prezzo: 9, 50 €
N° di pagine: 220
Trama: Un paese senza nome, 31 dicembre, scocca la mezzanotte. E arriva l’eternità, nella forma più semplice e quindi più inaspettata: nessuno muore più. La gioia è grande, la massima angoscia dell’umanità sembra sgominata per sempre. Ma non è tutto così semplice: chi sulla morte faceva affari per esempio perde la sua fonte di reddito. E cosa ne sarà della chiesa, ora che non c’è più uno spauracchio e non serve più nessuna resurrezione? I problemi come si vede, sono tanti e complessi. Ma la morte, con fattezze di donna, segue i suoi imprendibili ragionamenti: dopo sette mesi annuncia, con una lettera scritta a mano, affidata a una busta viola e diretta ai media, che sta per riprendere il suo usuale lavoro, fedele all’impegno di rinnovamento dell’umanità che la vede da sempre protagonista. Da lì in poi le lettere viola partono con cadenza regolare e raggiungono i loro sfortunati ( o fortunati? ) destinatari che tornano a morire come si conviene. Ma un violoncellista, dopo che la lettera a cui indirizzata è stata rinviata al mittente per tre volte, costringe la morte a bussare alla sua porta per consegnarla di persona.

sabato, novembre 27, 2021

Gocce d'inchiostro: La piccola Fadette - George Sand

Mi fece sorridere il fatto che anche questa lettura, in un periodo davvero ricco e appassionante per le letture, perché inaspettato ma bellissimo, non riuscì ad attirare prima la mia attenzione se non adesso, non sfuggendo all’arroganza, all’inerzia del tempo e a tutto ciò che esso avrebbe comportato. Che cosa ci sarebbe da dire, se non che mi pento per aver atteso così a lungo a leggere un romanzo come questo? Sebben accolsi l’anno con la lettura di un altro romanzo dell’autrice, Nanon, che mi piacque moltissimo e cui tutt’ora tesso ancora le lodi, mi avrebbe davvero irretito, appassionato, conquistato non chiedendo nient’altro che un briciolo del tuo tempo, della tua attenzione, interessata soprattutto agli eventi che avrebbero sconvolto la vita della sua protagonista, la piccola Fadette. Si, perché sebbene la cornice narrativa sia davvero interessante – proiettata all’alba delle prime rivoluzioni napoleoniche -  la mia anima non ha potuto non elevarsi al di sopra di tutto, fra armoniche benefattrici che pervadono lo spirito con un certo sollievo, con qualche segno di eloquenza, ma afflitti dall’impossibilità di essere liberi e amare la natura così com’è riposandoci fra le forti braccia della poesia. Respirare queste pagine, esserci mi ha davvero divertito, emozionato, interessata soprattutto all’assetto emotivo, naturalistico delle cose, che come la sua autrice traspare dalla piccola Fadette, che avrà certo svolto un ruolo essenziale, provato un’infinità di sensazioni, uno sbocco sul mondo che l’hanno resa la donna anticonformista che tutti conobbero. 

Titolo: La piccola Fadette
Autore: George Sand
Casa editrice: Neri Pozza
Prezzo: €12
N° di pagine: 240
Trama: Un’oscura credenza vuole che due fratelli gemelli non possano vivere insieme senza danneggiarsi a vicenda, e che spesso solo la morte di uno dei due possa garantire all’altro di crescere bene. Così, quando nella famiglia Barbeau nascono i gemelli Landry e Sylvinet, la levatrice non esita a mettere in guardia i genitori: occorrerà impedire che i due fratelli passino troppo tempo insieme, per far si che non si affezionino troppo l’uno all’altro e non diventino, emulandosi a vicenda, ancora più identici di quanto già non siano. Ma il consiglio viene presto accantonato e i gemelli, col tempo, diventano inseparabili e pressochè identici. Anni dopo, quando sono oramai adolescenti, il padre decide che Landry, il più forte e maturo dei due, dovrà andare a servizio presso la tenuta dei Caillaud, in un borgo vicino. Landry si rassegna all’idea di dover partire da casa. Sylvinet, il più fragile, non riesce tuttavia ad accettare che le loro vite debbano prendere strade diverse. Il suo affetto per Landry è così esclusivo e morboso che, quando il fratello lontano da casa si invaghisce della piccola Fadette, una ragazzina del borgo della Cosse. Sylvinet è divorato dalla gelosia. La Fadette è una piccola vagabonda che gli abitanti del borgo giudicano con un po' di disprezzo – la considerano brutta, sporca e dispettosa tanto da soprannominarla << il grillo >> - e un po' di timore, soprattutto per via di quelle voci che corrono sul conto della nonna, un’esperta guaritrice le cui pratiche sono viste come un incrocio di sapere e stregoneria. La ragazza, invece, benchè sia capace di rispondere per le rime a chi la provoca con malizia, ha un carattere mite e generoso: non avendo nulla, si accontenta di poco per essere felice, insegna ai suoi coetanei i rimedi per curare ferite e malanni e rispetta tutte le creature, soprattutto quelle che considera brutte come lei. Ecco allora dipanarsi i fili di una triplice educazione sentimentale in cui gli inquieti desideri di Landry, Sylvinet e della piccola Fadette si scontrano con i pregiudizi di un mondo in cui << quando due o tre persone ne perseguitano un’altra, tutti vogliono immischiarsi, scagliarle la pietra addosso e parlar male di quest’ultima senza nemmeno sapere il perché >>.

giovedì, novembre 25, 2021

The Gilmore girls booktag

Una commedia americana nei primi anni del 2000, dai tratti godibili e di facile introspezione, e storie più profonde del previsto, sciorinava la storia di due donne, una madre e una figlia, impelagate in una serie di situazioni in cui il dramma avrebbe fatto da connubio al sentimentalismo, all’estatico e al bello. Per molti versi il classico tipo di serie televisiva per tutta la famiglia, che quando fu trasmessa su Italia 1 ricordo non mi perdei nemmeno una puntata. Accompagnò serate fredde e miti, prima dello scoccare della mezzanotte, attratta specialmente dall’ennesima storia d’amore che Rory avrebbe vissuto col bello di turno. Più matura e più posata delle altre ragazze della sua età, ambiziosa e curiosa, di cui ben presto avrei scoperto che condividevamo l’amore per la letteratura e che le sue letture sarebbero state fonte di mia ispirazione. Sorrido mentre ripongo queste poche righe, perché nel pensare alle ragazze Gilmor fui come acceda da una scintilla di interesse. Non mi dispiacerebbe tornare a varcare i corridoi di Yale. E in una ricerca forsennata di consigli a tema, mi sono imbattuta in questo semplice booktag che svela qualcosa di più della mia personalità. Un piccolo passatempo per smorzare la routine che è un connubio di passioni, sensazioni, emozioni difficili da tenere a bada.


Lorelai. Un personaggio simpatico e sarcastico.



Come non citare un romanzo ironico e divertente come questo, la cui protagonista è una zia che tutti – forse non proprio tutti - desidererebbero avere?!? Un legame famigliare a cui ci si aggrappa con slancio e che dissipa qualunque forma di malessere.





martedì, novembre 23, 2021

Gocce d'inchiostro: Il fiume della colpa - Wilkie Collins

C’è chi è disperato nel vedere una pila di libri che compongono i tuoi scaffali da eoni ed eoni. C’è chi invece, come me, nel vedere così tanti libri ancora da leggere sorride poiché la mia insaziabile sete di curiosità mi mette sempre di buon umore. Mi porta a valicare sentieri, luoghi meravigliosi di cui avrei fatto presto perdere le mie tracce. E da grande appassionata della parola scritta, della letteratura vera  e propria credo fermamente che se un romanzo riposto nella tua strapiena libreria ti << chiami >> solo in quel preciso momento è perché era giusto così. Sono una credente, una romanticona, una ragazza obiettiva e determinata, e mi sembra di mancare di rispetto al suo autore o alla sua autrice quando tali opere si rivelano godibilissime, piacevolissime, sorprendenti. La procedura però è sempre la stessa: l’autore, la sua fama, i suoi romanzi, ma l’approccio fu diverso. Si perché di Wilkie Collins lessi qualcosa qualche tempo fa, recentemente desiderai rileggere La donna in bianco, e ora senza esitazioni abbracciai questa opera “minore” per usare un eufemismo il cui responso non fu poi così diverso. È una storia che mi ha letteralmente trascinata in un epoca classica poiché richiama costantemente il passato, desideroso di scovare la verità, qualunque forma di libertà che non ci incastri nel passato. La ruota della vita emergeva da un banco di nubi e oscurità, ponendoci dinanzi a ostacoli immaginari da cui sembra di uscire da un sogno. L’idea, la possibilità di scovare una via d’uscita, la scrittura sono solo alcuni di quelli aspetti che avrebbero messo a tacere quel mondo ideale che lentamente sta andando a pezzi. Questo romanzo tuttavia esplica come persino la cosa più insignificante è detentrice di sfumature che tuttavia non celano la possibilità possano recare malvagità. L’isolamento si contrappone a una condizione e dimensione famigliare implicita, analoga a quella di altri suoi romanzi ma più semplice la cui magnificenza troverà sfogo in luoghi che esaltano lo stato emotivo affidata alla sfera privata e sociale da cui non se ne torna liberamente.


Titolo: Il fiume della colpa
Autore: Wilkie Collins
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 17, 50 €
N° di pagine: 184
Trama: Dopo anni di forzata lontananza, in seguito alla morte del padre, Gerard Roylake fa ritorno alla residenza di famiglia per prendere possesso della casa e delle terre ereditate. Quella che ritrova è una contea avvolta da un groviglio di misteri. L’incontro con Cristel Toller, la bellissima figlia del mugnaio, ridesta in Gerard ricordi sopiti dal tempo dell’infanzia e fa sorgere in lui una passione fatale, ma lo porta anche a imbattersi in un uomo misterioso e affascinante: tutti lo conoscono come “l’inquilino”, un individuo sinistro che la sordità e l’isolamento dal mondo hanno reso insofferente nei confronti di quanti lo circondano. Questi, infatuato di Cristel, finirà inevitabilmente per vedere in Gerard un pericoloso rivale in amore. Un orribile delitto sta per avere luogo, oppure i timori dei protagonisti – e del lettore – sono infondati? E qual è il motivo della strana attrazione, che, in segreto, sembra spingere Cristel tra le braccia dell’inquilino?

domenica, novembre 21, 2021

Gocce d'inchiostro: La donna di Gilles - Madeleine Bourdouxhe

Ci sono libri che ti si pongono dinanzi senza alcun motivo. Li vedi brillare, adornati di quelle coste splendidi, luminose, scintillanti, già tanto che stringerai una copia e te la porterai a casa. E, poi, dopo averlo riposto sullo scaffale, quasi lo si dimentica. La coscienza, mi dice, mentre ripongo queste poche righe, che ci sono delle volte in cui siamo davvero davvero stupidi. E lo sono anche io, che di libri ne leggo a bizzeffe ma che quando mi imbatto dinanzi al capolavoro non ne capisco la parvenza. Non vedo la sua mirabile essenza. Ma nel momento in cui accade, una debole luce scende e attornia il mio animo. Ora diviene tutto chiaro. La bellezza di un sogno assopito dal tempo che si ridesta mediante la vocina interiore della mia coscienza, sussulta come Giles quando vede la sua bella Elisa, rammollita, stordita da un ondata di forte tenerezza. Così mi sono sentita nel leggere questo indimenticabile, bellissimo romanzo, immersa nel languore di una giornata banalissima e tranquillissima, in cui il desiderio palpabile, tattili mutano a seconda del tempo. Il silenzio tutt’attorno era così grave, pesante, penetrante, così intollerabile in cui ho visto srotolarsi il mondo famigliare, quello degli affetti di una ragazza la cui vita sarà rovesciata da un fatto indicibile e inaccettabile, la cui massa esile e invisibile scivola addosso come sabbia fine.
Come l’acqua di un rubinetto gocciolato in continuazione, con la prepotenza di una bufera che inevitabilmente si è abbattuta su di me.


Titolo: La donna di Gilles
Autore: Madeleine Bourdouxhe
Casa editrice: Adelphi
Prezzo: 11 €
N° di pagine: 148
Trama: Elisa vorrebbe solo una cosa: annullarsi in Gilles. Vivere per e attraverso Gilles, non essere altro che sua moglie. Preparargli la cena, guardarlo mangiare, guardare i suoi occhi, la sua bocca, i suoi capelli. Ma il giorno in cui Elisa capisce che Gilles, suo marito, è diventato l’amante di sua sorella, tutto crolla attorno a lei. Eppure sceglie di tacere, di sorridere, di sopportare in silenzio l’indifferenza di Gilles, perfino che Gilles le parli del suo amore per l’altra, della sua gelosia.

venerdì, novembre 19, 2021

Gocce d'inchiostro: Il ladro di corpi - Anne Rice

Altro giro, altra lettura. Il mio percorso con Anne Rice prosegue imperterrito verso una strada di cui francamente non ho idea di cosa aspettarmi, e sebbene anche questa lettura sia conclusa la << cerimonia >>era appena iniziata. Tornai nel santuario magico della mia camera e mi chiesi i motivi per cui questa storia fosse giunta adesso. Come l’ho scoperta? Per caso, ma tendenzialmente restia ad immergermi in uno scenario in cui da adolescente lessi, vissi, respirari innumerevoli volte. No, non potevo. Ma come ogni cosa nella vita, se io e la Rice non ci fossimo incontrate non ci sarebbe stato quel momento proprizio per sedersi qui, alla scrivani, e scrivere di lei e dei suoi figli della notte. Anche loro zeppi di segreti, inavvicinabili, intraprendenti, proiettati in un terreno sterile, macchiati di impurità attraverso cui ho osservato la luminescenza di una città che è l’essenza stessa del mondo moderno, così dimenticato e assolutamente terrificante, un grande vuoto in mezzo a vecchi edifici pittoreschi. Qualcosa di straordinario stava per accadere. Cosa, non avrei saputo dirlo, ed essere l’interprete di questi saggi barbari era divenuto qualcosa di assoluto, necessario.

Titolo: Il ladro di corpi
Autore: Anne Rice
Casa editrice: Tea
Prezzo: 6,90 €
N° di pagine: 479
Trama: È la solitudine ,la “maledizione” che si impradonisce di Lestat, il vampiro immortale, il principe incontrastato del tenebroso universo dei morti viventi. Lestat avverte dolorosamente la “maledizione” della sua solitudine e desidera rinascere come mortale liberandosi quindi del suo corpo di “non – morto “ e impadronendosi di un corpo “vivo”. Intraprende così un viaggio che lo porterà da Miami al deserto del Gobi, da Amsterdam alla giungla amazzonica, fino all’incontro cruciale con l’unico uomo che può soddisfare il suo desiderio, Raglan James, il Ladro di Corpi. Più sinistro e malvagio di un demone, il Ladro di Corpi si impadronisce con l’inganno del corpo vampiresco di Lestat.

mercoledì, novembre 17, 2021

Blogtour: L'oracolo dei mondi. L'origine - Annachiara Cairoli

E' cosa risaputa che ogni storia, opera, qualunque modo la si voglia chiamare, ha predestinato un incontro. E' un mito vecchio e alquanto usato. Dovuto dal fatto forse che ognuno di noi aspira a un’insano bisogno di conoscenza, a stringere un legame, un qualcosa che forse in cuor suo sa di non poter mai avere, troppo immerso nella piscina della vita, ma anche l'unico modo per accedere all'inaccessibile; che la teoria dell’accogliere nel proprio salotto virtuale – o riaccogliere, in questo caso – un’autore emergente non impedisca la felicità, la soddisfazione umana a qualunque cuore umano, e che i pochi che rischiano di avventurarsi tornano con dietro mirabilanti storie di grandi ricchezze e effetti benefici, è un innato bisogno. L'uomo ha un innato bisogno di pensare che da qualche parte esista un Paradiso mancato, un luogo in cui poter trovare e ottenere la beatitudine eterna e in cui ogni individuo è in pace con se stesso e dove, non più sottoposto a niente e nessuno, è libero da ogni cosa. Magari anche dalla morte. Il romanzo di Annachiara Cairoli fu una delle tante letture che abbracciai prima che si concludesse quel nefasto anno del 2020, il cui messaggio esplose in mille domande, frantume di pensieri, ognuno cha va davanti a sé, a questo proposito sa leggere nel cuore umano di chi ancora crede nella bellezza dei sogni, confida in un posto migliore e, soprattutto, nell'idea di poterci vivere.  Questa storia, la mia esperienza di leggerlo è stato davvero piacevole.E sono davvero contenta di aver preso parte a questo blogtour. Se la sua autrice non mi avesse chiamato, non credo avrei potuto dedicargli attenzione. Sarebbe stata parte di quel mucchio di fogli e inchiostro che ancora non hanno preso vita, parte di una vecchia iniziativa a cui mi sono piacevolmente adattata. Perché ogni lettore possa dedicare del tempo a questa autrice e a questo suo figlio letterario, insegnandoci tutto sommato come il cuore possa riscaldarsi anche con poco, con l'aiuto della mente o della vita stessa, invadendoci e ricoprendo qualunque strato del nostro corpo.

🌺🌺🌺🌺🌺



Titolo: L'oracolo dei mondi. L'origine
Autore: Annachiara Cairoli
Genere: Fantasy
Pagine: 250
Editore: Albatros
 
Link Amazon: https://amzn.to/2Vp4l2O
Link IBS: shorturl.at/DIW05
 
Il Destino, l'artefice inconsapevole della creazione dell'Universo, è alla ricerca dell'"armonia perfetta" raggiungibile solo tra l'equilibrio delle forze di Madre Natura. Ombra e Luce, Aria e Fuoco, Terra ed Acqua sono sei sorelle in eterna contrapposizione, si attraggono e nello stesso tempo si respingono. Varie sono le situazioni in cui si scontreranno, minando così quella stabilità di continuo ricercata, per poi riappacificarsi per il bene dell'Umanità. Le profezie della Fenice, la guerra contro gli Angeli e i Demoni per la liberazione della Terra porteranno le nostre protagoniste a vivere numerose avventure. L'autrice Annachiara Cairoli con maestria ed ottima capacità descrittiva, mostra una creazione del Cosmo tutta al femminile: il suo è un linguaggio pulito, dalle note divertenti e fantasiose.

L’Autrice Annachiara Cairoli con maestria ed ottima capacità descrittiva, mostra una creazione del Cosmo tutta al femminile: il suo è un linguaggio pulito, dalle note divertenti e fantasiose, in grado di offrire al lettore una piacevolissima lettura.

You can replace this text by going to "Layout" and then "Page Elements" section. Edit " About "
 

Sogni d'inchiostro Template by Ipietoon Cute Blog Design and Bukit Gambang