sabato, novembre 29, 2025

Romanzi su misura: Novembre

I romanzi che ho letto hanno goduto di grande attenzione. Vulnerabili agli attacchi inesorabili del tempo e priva di scelte, ho dovuto rimandare la lettura di certi testi a data da destinarsi. Mi affannavo a recuperare tempo prezioso in vista del Natale. Il lavoro mi aveva reso stanca e poco disponibile. Ora tuttavia ripongo queste poche righe concentrandomi su ciò che i loro autori mi avevano sussurrato questa volta. Tutto ciò che mi aveva trascinato fra le sue pagine era stato qualcosa di inspiegabile, foss'anche una certa smania di curiosità, l'elemento primordiale di ciò che mi ha indotta a divorarne le pagine come se animate di volontà propria. Se ci penso, la miscela disomogenea fra passato e presente, le vicende di personaggi che si intersecano, la "bellezza" di un potere che rende vittima di pregiudizi e fanatismi, e il ricordo del mio lasso di tempo fra le loro pagine, prese gran parte del merito per cui ho considerato queste letture non memorabile, alcuni intramontabili, altri semplici e di facile lettura. La solidarietà mista a una buona dose di comprensione e senso di conforto - si stanziavano come una sentinella all'orizzonte. Conosco a menadito certi passaggi di certi romanzi, quali strade imboccheranno i personaggi, i pregiudizi e le offese che vagano sull'atmosfera come invisibili volute di fumo. Ho rivisitato questo periodo grazie all'ennesima bella opportunità concessami dal Fato, risentendo il dolore di qualche ferita non ancora rimarginata durante la quale si facevano strada le vicende di svariati personaggi. Tutto questo mi ha sostenuto durante il corso della lettura, ma non senza una certa facilità. Troppo spesso mi hanno richiamato alla memoria altri romanzi e i luoghi dove mi trovai quando li evocai. Hanno giaciuto nel fondo di un vasto spartiacque nel tempo, non meno significativo di qualche evento storico. 

Era un disegno creato su tela con alcune screziature. E tutto ciò che ho fatto è stato quello di restare semplicemente ferma lì, a guardare ammaliata fino a quando le palpebre si fecero pesanti, gli occhi ne seguirono febbrilmente i contorni, voci concitate di ogni singola stanza, di queste storie, che mi si attorcigliarono addosso per richiamare la mia attenzione e io non feci nulla per oppormi in cui è possibile trovare un'enormità di cose provenienti da luoghi lontani o appartenenti ad altre vite.

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Romanzi su misura in carta e inchiostro:

Una storia romantica, bellissima che, accumulata in qualche zona segreta del nostro cuore, in una specie di limbo della memoria, è un urgenza imprescindibile della sete di coinvolgere ogni centimetro del nostro corpo. Un fiume che va nel mare, un satellite lungo la sua orbita che ci catapulta in un unico e indimenticabile viaggio.

Valutazione d’inchiostro: 4 e mezzo

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giovedì, novembre 27, 2025

Gocce d'inchiostro: A sud del confine, a ovest del sole - Murakami Haruki

Non volevo iniziare questa recensione così. Non ho ancora le idee chiare e volevo aspettare qualche altro minuto per buttare giù qualche parola. Ma ora che ho terminato questo bel romanzo da una manciata di minuti non ha alcun senso aspettare. La prima sorpresa riguarda il fatto che Murakami Haruki, ancora una volta, ha lasciato un segno, una traccia del suo passaggio. E ciò non desta scalpore nè tantomeno sorprende, perchè tornare ancora una volta fra le sue pagine è stato davvero molto bello. Mi immagino l'autore che siede alla scrivania a scrivere un nuovo romanzo. Del resto è quello che penso faccia qualunque autore. E Murakami Haruki, a questo proposito, è un lettore di anime che coglie l’anima di chiunque. Ogni cosa.

Fra le braccia di figure che non sono altro che soggetti dall'ambizione snodata e vacui e penitenti, che scavano nel cuore della gente per riempirla di illusorie aspettative, mascherando e allontanando ciò che è importante nella loro vita. Qui sono stati depositati tutti i sentimenti negativi che hanno coltivato per tanto tempo e che hanno nutrito con rabbia e invidia. Viaggiatori lasciati soli nell'immensità di un cosmo forse un po' troppo grande persino per loro, in una trama segmentata che scivola nei recessi della psiche umana, ergendo un muro di dubbi, paure e perplessità che inquinano lo spirito.

Titolo: A sud del confine, a ovest del sole

Autore: Murakami Haruki

Casa editrice: Einaudi

Prezzo: 13€

N° di pagine: 204

Trama: Fino ad allora Hajime aveva vissuto in un universo abitato solo da lui: figlio unico quando, nel Giappone degli anni Cinquanta, era rarissimo non avere fratelli o sorelle, aveva fatto della propria eccezionalità una fortezza in cui nascondersi, un modo per zittire quella sensazione costante di non essere mai lì dove si vorrebbe veramente. Invece un giorno scopre che la solitudine è solo un'abitudine, non un destino: lo capisce quando, a dodici anni, stringe la mano di Shimamoto, una compagna di classe sola quanto lui, forse di più: a distinguerla non c'è solo la condizione di figlia unica, ma anche il suo incedere zoppicante, come se in quel passo faticoso e incerto ci fosse tutta la sua difficoltà a essere una creatura di questo mondo. Quando capisci che non sei destinato alla solitudine, che il tuo posto nel mondo è solo là dove è lei, capisci anche un'altra cosa: che sei innamorato. Ma Hajime se ne rende conto troppo tardi - è uno di quegli insegnamenti che si imparano solo con l'esperienza - quando ormai la vita l'ha separato da lei. Come il dolore di un arto fantasma, come una leggera zoppia esistenziale, Hajime diventerà uomo e accumulerà amori, esperienze, dolori, errori, ma sempre con la consapevolezza che la vita, la vita vera, non è quella che sta dissipando, ma quell'altra, quella che sarebbe potuta essere con Shimamoto, quella in un altrove indefinito, a sud del confine, a ovest del sole. Una vita che forse, venticinque anni dopo, quando lei riappare dal nulla, diventerà realtà.

martedì, novembre 25, 2025

Danzando su carta: 36°

Isolata dagli altri, dal mondo esterno e circostante, mi sono mossa con regolarità, quasi meccanicamente, fra forme avvolte in un sudario di paure e oppressioni, l'aspetto penoso di creature prostrata dal dolore, dalle maldicenze, che a un osservatore più attento avrebbe dovuto proporre un'idea piuttosto corretta di ciò che è stato rappresentato. Questo era l’ennesimo, piccolo bottino di romanzi acquistati che, quasi inconsapevolmente, con una me avvolta in un’aura luminosa ed evanescente, senza pensare al futuro - o forse proprio perché studiato già precedentemente -, fui condotta in un posto che, a quanto sembrava, mi avrebbe tenuta impegnata per un bel po'.

Mi avrebbe allontanato da tutto e da tutti, in un luogo in cui in un modo o nell'altro ho fatto perdere volontariamente le mie tracce. 

Forse queste tracce erano facilmente riconducibili fra le pagine che ho scelto, gli autori che desidero affiancare, con i quali plasmare la mia anima, con estrema cura.


Titolo: Il codice da Vinci

Autore: Dan Brown

Casa editrice: Mondadori

Prezzo: 16 €

N° di pagine: 516

Trama: Un delitto inspiegabile. Un messaggio nascosto nei secoli. Un segreto capace di riscrivere la storia. Quando il curatore del Louvre, Jacques Saunière, viene assassinato, l’ultimo enigma che lascia dietro di sé conduce a un nome: Robert Langdon. Il celebre professore di simbologia di Harvard viene convocato sulla scena del crimine, ma ben presto si rende conto di essere il principale sospettato. Affiancato dalla crittologa Sophie Neveu, nipote della vittima, Langdon inizia una disperata corsa contro il tempo tra Parigi e Londra. Il loro viaggio si snoda attraverso codici nascosti nelle opere di Leonardo da Vinci, antiche società segrete e un mistero legato al Santo Graal, capace di sconvolgere la storia del Cristianesimo. Ogni scoperta li avvicina alla verità, ma li espone a pericoli mortali.

domenica, novembre 23, 2025

Gocce d'inchiostro: Le farfalle di Sarayevo - Priscilla Morris

Qualche volta un autore esordiente soggiorna per qualche tempo nel mio salotto letterario. Per qualche giorno mi affianco alle loro creature, e poi ci salutiamo dandoci un arrivederci. Anche con Priscilla Morris è stato così. E il nostro non è stato un arrivederci solo perché di lei e dei suoi figli di carta non ne voglio sapere più niente, ma, semplicemente perché il suo visto di alloggio era scaduto. Zora e la sua storia sono usciti di scena troppo presto. Così, per evitare mi lasci prendere dalla malinconia, non darò importanza a questa cosa. Piuttosto su quello che mi è stato confessato. Anche se non vorrei che si pensasse che per me ha contato poco. Affezionarsi a lei e alla sua triste storia, nonostante il suo temperamento freddo e distaccato, non è stato difficile, e continuo a sorridere se penso a quante barriere si sia circondato pur di combattere gli attacchi esterni.


Titolo: Le farfalle di Sarajevo

Autore: Priscilla Morris

Casa editrice: Neri Pozza

Prezzo: 18 €

N° di pagine: 240

Trama: Sarajevo, 1992. Ogni notte bande di ultranazionalisti con la faccia coperta da calze nere trascinano in strada i mobili presi dalle case abbandonate ed erigono barricate che tagliano la città in enclave etniche. Ogni mattina, gli abitanti – musulmani, croati, serbi – rimuovono quelle barriere e affrontano la giornata fingendo di non vedere ciò che si addensa all’orizzonte. Tuttavia, inevitabilmente, arriva il giorno in cui la tragedia che incombe sulla città non può più essere ignorata, e Zora Kočović, pittrice e insegnante, decide che è giunto il momento di mandare suo marito e l’anziana madre fuori dal paese, al sicuro. Lei, invece, non lascerà Sarajevo, il suo studio sotto i tetti della Vijećnica, i ragazzi che si aggrappano ai suoi corsi di arte come all’ultimo brandello di normalità, i suoi quadri che raffigurano i tanti ponti, simbolo della città della convivenza. Le ostilità non potranno durare più di qualche settimana, la tempesta passerà. Ma la tempesta non passa e l’assedio chiude Sarajevo in una morsa. I suoi abitanti rimangono senza comunicazioni, senza luce, senz’acqua, senza medicine: dalle colline attorno la città viene bombardata, spazzata dai cecchini, martoriata. Muoiono a migliaia; le lapidi, bianche, sottili, riempiono ogni angolo, prato, cortile. Spariscono giorno dopo giorno gli alberi e gli uccelli. Nel palazzo squarciato dalle esplosioni in cui Zora vive ormai sola, si è formata una vera e propria comunità di fratelli e sorelle d’anima che si appoggiano gli uni agli altri, affrontano insieme il loro mondo che si sta disintegrando, si reinventano di nuovo e poi ancora, nel tentativo di non perdere la propria umanità. Tutto ciò che Zora e i suoi amici hanno di più caro viene distrutto, esposto allo scempio dalla crescente violenza degli assalitori: al posto delle rondini nel cielo di Sarajevo volteggia la cenere, uno sciame di farfalle nere. Eppure, dopo che si è perso tutto, lì, può esserci ancora straordinaria bellezza.

venerdì, novembre 21, 2025

Slanci del cuore: Romanzi ambientati nei paesi o nei borghi 2°

Mi sono trovata, persa, e poi ritrovata, in luoghi così belli, magici, quasi luminescenti, ma differenti da quelli vissuti in passato, in cui ho avuto modo di cadervi come la pioggia torrenziale di questi ultimi giorni di novembre, nel cuore di storie che hanno imperversato nettamente come il vento ululante, sferzandomi come schegge di vetro, fin quando ne fui completamente zuppa. Non avevo capito fino a quel momento che l’aura lucente di queste nuove parole provenisse dal luogo in cui erano confinate. Piccoli paesi, borghi, villaggi che, basta poco, un dettaglio, un dialogo fin troppo prolisso, una scena di sesso troppo spinta o volgare, per definirsi pregni di vita propria. Respirando e sussultando ad ogni battito del mio cuore. E vederne i loro abitanti prendere vita, muoversi sullo sfondo come silhoutte, prima in punta di piedi poi frettolosamente, richiese una notevole dose di attenzione e risorse. 

Alla fine, era rimasto tutto così estremamente reale che ogni cosa, persino la più insulsa, mi si incollò addosso quasi soffocandomi, passando tutto il tempo a rievocare il passato, a rimpiangere ciò che avevo vissuto solo in quel determinato momento, e non prima. Ma quasi sempre proiettati verso una certa luce,

il luccicchio della speranza a pochi chilometri da ansie, sogni, aspettative di personaggi soli, tristi e folli, di cui si nutre un certo riverente interesse. Operando così due forze: una volontà essenziale di sopravvivere e una volontà contingente che si oppone. Offrendoci così quello che è più di un semplice scorcio. E le opere di questi illustri autori, proiettati in questo tipo di scenario, si sbarazzano di inutili dettagli, rivelano il rivelante, maneggiano nel suo grembo i cuori caldi dei suoi protagonisti come se privi di vie d'uscita. 

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Titolo: Tsugumi

Autore: Banana Yoshimoto

Casa editrice: Feltrinelli

Prezzo: 7 €

N° di pagine: 158

Trama: È la storia di due ragazze, Maria (che narra in prima persona) e Tsugumi. A diciannove anni Maria lascia il piccolo paese sul mare per trasferirsi a Tokyo e iscriversi all'università. Anni dopo, decide di tornare al paese per le vacanze, dove ritrova Tsugumi, l'eroina del romanzo, bellissima e dispotica ragazza. Tutti tentano di essere indulgenti con lei, sperando di renderle migliore la vita che le resta. Infatti le è stata diagnosticata dalla nascita una malattia incurabile. Terminate le vacanze, Maria sta per tornare a Tokyo ma le condizioni di Tsugumi peggiorano e pare non ci sia più niente da fare. All'ultimo momento Tsugumi si salva, sentendosi vicina alla morte però aveva scritto a Maria una lettera-testamento e con questa si chiude il romanzo.

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