lunedì, ottobre 20, 2025

Nella baia delle parole: sapori letterari

Quando ci si imbatte in questo tipo di letture buttare giù qualche frase è davvero difficile. Per quanto incauti e travolgenti siano stati i battiti del mio cuore, che sotterrano qualunque forma di negatività o diniego, capì che mi sono lasciata contagiare dal tono melodrammatico, quasi vittimistico, di giovani donne o uomini che, attanagliati dai rimorsi di una coscienza inquieta, si scoprono impegnati in una rinascita. Spiccare il volo come un bellissimo gabbiano.

Oramai sono una lettrice assidua, e di romanzi di questo tipo ne ho letto un discreto numero, perché storie che danno vita ad altre storie, prendono strade, imboccano vie che assestano quasi sempre il mio spirito, rifocillano ed stringono la mia anima con estrema cura. E senza sforzarmi più di tanto, medesima cosa accadde con i romanzi di questi autori, che in un certo senso hanno evidenziato le loro doti naturali senza però sforzarsi più di tanto, sfornando romanzi apparentemente semplici ma impegnativi, in cui l’arte del semplice gesto di sorseggiare una tazza di caffè ancora fumante o qualunque genere di alimento, sono risposte a quella coniugazione intrinseca che nasce fra lettore e autore, senza dilungarsi troppo per assimilare quelle nozioni astruse.

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In una visione priva di fronzoli, franca, fondamentalista dell’America, invito al mondo poiché fonte inesauribile di riflessioni e meraviglia. Testimonianza diretta, quasi ricordo pescato dalla nostra coscienza, di un paese che lentamente si avviò lungo la distruzione,  e a cui si lasciano andare, inevitabilmente.


Titolo: La ballata del caffè triste

Autore: Carson McCulllers

Casa editrice: Einaudi

Prezzo: 13 €

N° di pagine: 155
Trama: In uno sperduto villaggio del profondo Sud degli Stati Uniti, Miss Amelia, una donna matura e indipendente, dai tratti spigolosi e mascolini, si guadagna da vivere con il suo emporio ma soprattutto producendo e vendendo liquore di contrabbando. La sua esistenza cambia con l'arrivo del cugino Lymon, un nano capace di ingraziarsi l'intero paese, e di convincere Amelia a trasformare l'emporio in uno scalcinato caffè, punto di ritrovo per la comunità. La felicità di Amelia è però di breve durata: il ritorno dell'ex marito Marvin, cacciato di casa per ragioni non chiare la prima notte di nozze, e ora appena uscito di prigione, innesca una spirale di conflitti e violenze che cambierà la vita della donna e dello stesso villaggio.

sabato, ottobre 18, 2025

Cinque gocce in cinque giorni: romanzi vissuti in poco tempo 2°

L'ombra di una nuova storia è sempre un grande sollievo, l'intrico armonioso e non sempre semplice della trama mi pare incantevole. Superati gli scaffali della mia strapiena libreria - dove sfoglio pagine ricche di nomi, mistero e amori inconfessabili - ho aperto porte su mondi che, in poche righe di brutale neutralità, hanno riassunto tante vite. In questo mondo ci sono eroine coraggiose e dalla forza sovraumana, uomini imperscrutabili e misteriosi, ragazzini boriosi e potenti. Niente però che rivelasse se questo genere di personaggi avesse una particolare predisposizione, quali fossero i loro sogni o desideri, quale forma di paura turbasse i loro sogni quando, la sera, il loro alito caldo soffiava su una candela.

Queste innocue <<stupidaggini >>, di gran lunga preferibili al rumore assordante di una sitcom americana, mi permisero di ritirarmi dietro una maschera di attenzione incuriosita. La fronte aggrottata, gli occhi che seguivano febbrilmente i caratteri stampati, piccoli dettagli che non escludono l'immagine della mia presenza sul campo visivo. La mia presenza in un mondo straordinario e visionario che ha avuto un grande impatto su di me; catapultata in posti non propriamente indimenticabili ma la maggiormente mi hanno fatto perdere le mie tracce. In cima alla vetta c'era una lieve fame letteraria, accumulata nelle settimane d'inizio autunno. Da quando il mio tempo libero a disposizione scarseggia, la mia vita si è come paralizzata, e un forte impulso come questo mi rese intrepida, affamata, quasi smaniosa. La mia eccitazione aveva raggiunto livelli quasi dolorosi ed ero esaltata dall'urgenza di sapere: ogni autore di questi test mi aveva regalato qualcosa che custodirò gelosamente. Estranei e lontani, conosciuto da pochissimo tempo e davvero in gamba - la storia dei loro figli di carta hanno lasciato un segno del loro passaggio.


Titolo: Riviera

Autore: Valentino Ronchi

Casa editrice: Fazi

Prezzo: 17 €

N° di pagine: 159

Trama: Marianna Delfini nasce nel 1970 nella periferia di Milano. Non in una periferia qualunque, però, ma in Riviera: un angolo defilato, sotto la tangenziale, dove lungo l’argine del canale sorge una fila di ordinate villette che osservano placide lo scorrere delle stagioni. In modo tranquillo e defilato scorre anche la vita di Marianna, una bambina quieta e dolce che cresce nella casa di famiglia insieme ai genitori e ai nonni materni. La famiglia Delfini ha vissuto per generazioni lungo questa pittoresca sponda e, mentre Marianna cresce facendo i conti con le piccole gioie e gli inevitabili dolori di una vita, il passato ogni tanto si riaffaccia per ricordare anche agli adulti come è stato crescere e formare una famiglia. La migliore amica, la zia girovaga, la scuola, il primo amore, ma anche l’amara ingiustizia del lutto: la vita della bella Marianna, insieme a quella di chi le sta attorno, è scandita e ricomposta come i riflessi della Riviera sulle acque del canale, attraverso una narrazione estremamente sensibile e delicata che si sofferma con abilità sui momenti essenziali di una vita come tante e quindi proprio per questo unica e irripetibile.

giovedì, ottobre 16, 2025

Nella baia delle parole: la letteratura islamica

Leggo tanto, me ne rendo conto. Ma è mediante la lettura, letteratura che riesco a prendermi cura dell’anima. A lenire il mio spirito, da qualunque assalto esterno, e, soprattutto, a valicare mondi che nemmeno il genere umano sognerebbe di poter visitare, osservare. I cosiddetti viaggi di poltrona.. Chi non li ha mai vissuto? Chi non ha mai intrapreso il proposito di viaggiare con la mente, affinché qualcosa dentro di lui o lei andasse al suo posto? Di viaggi da poltrona, nella mia carriera di lettrice, ne ho fatto e vissuti tantissimi. Alcuni, che si sono protratti per una manciata di giorni, altri per qualche ora. E, nell’insieme, donato ciò che cercavo: la << magia >> di conoscere e scoprire terre che destano da sempre il mio fascino. Una di queste, l’Islam, terra arida di malessere e povertà, ma anche culla di giovani scrittori che fecero di questa terra un harem segreto di lettere e parole, suoni e voci che si conformarono non solo alla loro mente ma anche al loro spirito.

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Travolti da qualcosa di potente, forte e inspiegabile. La brama lussuriosa della conoscenza, la magica sensazione di vedere parole trasformarsi in immagini, la divina imprudenza che induce a perdere completamente la volontà, con la sua ingenuità emotiva, la sua prontezza di spirito, questa umile professoressa israeliana ci parla dei romanzi, della letteratura come un arma di cui dovremmo servirci per combattere gli assalti esterni. Fingere che non esista, fingere che i libri non siano altro che mazzi di carte con dell'inchiostro rovesciato avrebbe significato morire lentamente. Amare la lettura avrebbe dunque spalancato le porte del Paradiso.


Titolo: Leggere Lolita a Teheran

Autore: Azar Nafisi

Prezzo: 12 €

Casa editrice: Adelphi

N° di pagine: 375

Trama: Nei due decenni successivi alla rivoluzione di Khomeini, mentre le strade e i campus di Teheran erano teatro di violenze tremende, Azar Nafisi ha dovuto cimentarsi in un'impresa fra le più ardue, e cioè spiegare a ragazzi e ragazze esposti in misura crescente alla catechesi islamica una delle più temibili incarnazioni dell'Occidente: la sua letteratura. Il risultato è uno dei più toccanti atti d'amore per la letteratura mai professati - e insieme una magnifica beffa giocata a chiunque tenti di interdirla.

martedì, ottobre 14, 2025

Gocce d'inchiostro: Se per un anno una lettrice - Nina Sankovitcz

 Quando cominciai a leggere la storia di Nina, oramai qualche mese fa, alle nove di sera, la sua anima non era sola; al suo fianco sedeva invisibile una giovane sognatrice messinese. Quasi sempre mi capita di affiancare personaggi dall'animo tormentato o contrito. Ogni volta arrivo insieme al protagonista o alla protagonista senza preavviso, nel più assoluto silenzio, e prima di accomiatarsi la mia anima dialoga con la loro per qualche giorno delle "sorprese" che talvolta ci riserva la vita.

Non riesco a spiegare i miei sentimenti, a non far trapelare emozioni che si agitano dentro e per cui questo pomeriggio riporto in queste poche righe, attraverso quel contenitore imperfetto che è la scrittura, nell'espletare il mio entusiasmo nei riguardi di questa storia. Nella sala d'aspetto della vita ho visto un mucchio di scrittori cercando di indovinare le loro storie: ho riconosciuto quelli che si sono affacciati sul mondo per la prima volta, ancora attaccati al mondo di fuori e che si comportavano come se fossero "lì" per sbaglio; quelli che all'inizio di un percorso ancora "impauriti", e quelli già abituati alle negazioni; quelli già arresi e quelli da cui si intuisce che il loro è un percorso appena iniziato. Ma qual è stata la vera ragione che mi ha portato, per vie traverse, al loro cospetto? Forse c'era qualcosa che avevamo in comune? In un certo senso una vera ragione esiste … e le storie che ho letto, si, le ho vissute con orgoglio, gioia, serenità, curiosità.

La storia di Se per un anno una lettrice romanzo d'esordio ma anche biografico di una giovane scrittrice americana da tenere sott'occhio, è stato quel genere di romanzo - semplice, ma toccante - che in una sfilata di figure pubbliche che fanno parte di una miscela confusa e disomogenea che crea confusione e smarrimento, ha portato alla luce la storia che l'autrice si tiene dentro. Quasi sempre adoperando parole semplici per raccontarmela, e quasi sempre componendo una melodia conosciuta ma particolare che è scivolata nei ricordi luminosi della mia anima. Su uno spazio conosciuto, in una schiera di anime perdute che entrano nella lotteria della vita, in un dipinto dai colori accesi e sgargianti. Fra i segreti di un cuore giovane e impuro che hanno destato il mio fascino, e che mi hanno trasmesso un piacevole senso di famigliarità.

Titolo: Se per un anno una lettrice

Autore: Nina Sankovitch

Casa editrice: Bur Rizzoli

Prezzo: 9, 90 €

N° di pagine: 274

Trama:"Decisi di dare inizio al mio progetto di lettura quotidiana il giorno del mio quarantaseiesimo compleanno. Tutti i libri sarebbero stati quelli che avrei condiviso con Anne-Marie, se avessi potuto. Il mio anno di intensa lettura sarebbe stato il mio progetto personale di fuga dentro la vita." Per Nina Sankovitch è l'inizio di una folle impresa: concedersi - con quattro figli e un marito in giro per casa, tra liste della spesa, panni da lavare, merende da preparare e cene da cucinare - una pausa forzata dal mondo e dai suoi ritmi concitati. Ma soprattutto dal dolore della perdita, esploso dentro di lei con la violenza di un uragano alla morte di sua sorella Anne-Marie. Un dolore troppo profondo per limitarsi ad aggirarlo nella speranza di lasciarselo alle spalle. Dai libri Nina si aspetta di ricevere consigli e insegnamenti, distrazione ed entusiasmo, serenità e giusto distacco. Nei libri troverà molto di più. Questo è il racconto del viaggio che, iniziato tra pagine di carta, l'ha portata a ripercorrere le storie della sua famiglia e i ricordi di un'intera vita, alla ricerca della chiave capace di far scattare la serratura della felicità.

domenica, ottobre 12, 2025

Nella baia delle parole: romanzi surreali

Per me, leggere è un processo naturale. Un istinto da cui non potrei farne a meno, come respirare e vivere. Se non siete lettori di passaggio, saprete quanto esse mi diano alla testa. Popolano la cittadella del mio personalissimo mondo, e, se messe di traverso, a volte, producono qualcosa. Questo qualcosa ha poi a che fare con il luogo, quasi come un personalissimo paradiso, in cui ci si ritrova, ci si riconosce con gli occhi di un altro, o con i tuoi, ma che, nell’insieme, producono quei piccoli atomi sparsi nell’atmosfera che creano una specie di atmosfera idilliaca. In questa atmosfera io posso perdermi, e ritrovarmi, costretta ad interpretare le parole di un cantastorie. Eppure, a volte, tali parole non sono così semplici: è davvero un’impresa doverle concepire, pensate voi a dargli una forma. E poggiando sulla nostra testa come un fardello troppo pesante, ecco come lo sguardo può spaziare. La letteratura sa donare tantissimo, ma togliere altrettanto. Quest’oggi però, da questa profonda riflessione, questo post, che prevede perlopiù quei romanzi surreali in cui la parola scritta ha un chè di magico. Che cosa esattamente? Beh, vi invito a scoprirlo leggendo questi romanzi che vi consiglio e magari, perchè no, ad accrescere il numero infinito di libri ancora da leggere e vivere, mediante scambio reciproco.

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Un romanzo profondo, delicato, intenso, ma che risulta un po' insoddisfacente. A tratti carente, per i continui sensi di colpa che attanagliano l'anima del protagonista. Una penombra naturale, improvvisa e sconosciuta, che si alterna periodicamente a un'oscurità sconfinata.


Titolo: L'incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio

Autore: Murakami Haruki

Prezzo: 12€

Casa editrice: Einaudi

N° di pagine: 260

Trama: A Nagoya abitano cinque ragazzi, tre maschi e due femmine, che tra i sedici e i vent'anni vivono la più perfetta e pura delle amicizie. Almeno fino al secondo anno di università, quando uno di loro, Tazaki Tsukuru, riceve una telefonata dagli altri: non deve più cercarli. Da quel giorno, senza nessuna spiegazione, non li vedrà mai più: non ci saranno mai più ore e ore passate a parlare di tutto e a confidarsi ogni cosa, mai più pomeriggi ad ascoltare la splendida Shiro suonare Liszt, mai più Tsukuru avrà qualcuno di cui potersi fidare. Il dolore è cosi lacerante che nel cuore del ragazzo si spalanca un abisso che solo il desiderio di morire è in grado di colmare. Dopo sei mesi trascorsi praticamente senza mangiare né uscire di casa, nelle tenebre di un'infelicità senza desideri, Tzukuru torna faticosamente alla vita ma scopre di essere cambiato. Non solo nel fisico - più magro, dai lineamenti più duri e taglienti - ma anche, soprattutto, nell'animo. Ancora oggi, quando ormai ha trentasei anni, continua a vivere con l'ombra di quel rifiuto che lo accompagna sempre, come una musica che resta sospesa nell'aria anche quando non c'è più nessuno a suonarla. L'incontro con Sara, che intuisce l'inquietudine nascosta dietro l'apparente ordinarietà di Tsukuru, sarà l'occasione per rispondere a quelle domande che per sedici anni l'hanno ossessionato ma che non ha mai avuto il coraggio di affrontare.

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