mercoledì, dicembre 31, 2025

The Best Book of .... 2025! Un anno pieno di parole: carta e inchiostro

Ho compreso solo scrivendo il mio ruolo con la scrittura. Avendo così tanti romanzi, avendo letto così tanti autori, la ragazza sognatrice e romantica doveva trovare un posto tutto suo per esprimersi, un dialogo senza falsità.

Quando giunge l’ultimo giorno dell’anno, ricordo con immenso piacere un percorso che mi ha affiancata per 365 giorni Talvolta non mi sembra possibile che i mesi trascorrono così in fretta, ed io senza fretta mi preparo a parlarvi di quegli autori e quei romanzi che, dopo averli scoperti, mi hanno indotta ad abbandonare tutte le altre letture che mi ero prefissata per dedicarmi a loro e loro soltanto. Ma è un tipo di venerazione che io dedico a quei romanzi che reputo fondamentali, tracce indelebili d’inchiostro che ancora bruciano sulla mia pelle.

La mia vita è stata completamente travolta nell'essermi affidata a grandi artisti, condotti in svariati posti del mondo e dinanzi a una realtà dura e scabrosa. Vivendo l'eternità chiusa in un sarcofago di gesso e ferro, in un sudario di putride infezioni e sangue rappreso che non si rimargineranno più. Immaginando seduta in giardino, con quell'aria tenera, viva e indifesa, presa gioco del mio cuore e, le loro storie, oggetto di enorme fascino.

Un anno ricco di emozioni, travagliate e turbolente. Immagini poste ancora ai bordi della mia anima. Una mano invisibile mi spinge a cibarmi di libri e letteratura e a combattere la recuperabilità di certi attimi, stringere fra le mani una penna stilografica e un taccuino e ritrarre tutto ciò che mi circondò. Creature comuni che hanno cercato di sembrare intellettuali, frantumeranno sogni in minuscoli pezzettini, le conferirono una certa raffinatezza ma anche tanta infelicità.

Ogni personaggio di questi testi, ogni creatura è stata assimilata, ha preso vita propria di nascosto, inaspettatamente. E questo post è un tentativo per rievocarli impunemente, avvicinandomi, facendo sentire il mio respiro sulla loro pelle. In maniera diversificata, ma dotati di una bellezza che si è concentrata maggiormente sulle emozioni suscitate, negli così profondi da dare un senso di smarrimento e vertigine, stringendomi da ogni parte, così salda e ferrea da impedirmi alcuna via di fuga. Rendendoli ai miei occhi forti, carismatici, in cui ci si può rispecchiare o vivere come la bellezza di un sogno ineffabile e profondo.

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lunedì, dicembre 29, 2025

Gocce d'inchiostro: La casa dell'uva fragola - Pier Vittorio Buffa

Il Natale, la sua splendida magia, i momenti conciliabili fra amici, parenti, regali o gesti conferiti con amore e slancio, prevede quasi sempre una sensazione di benessere. Perlomeno io, quando giunge dicembre, mi sento bene. Contenta, entusiasta a poter conciliare questo magico momento con ogni cosa: lavoro, vita, benessere. E, a dispetto di quel che si crede, il Natale è davvero uno stato d’animo. Mediante al modo per cui lo si vive diviene magico, importante, eterno, come una melodia che perdura nel nostro cuore più di quel che immaginiamo. E anche quest’anno, letteralmente volato, concilio la mia più grande passione, i libri, con questo splendido e magico momento. Natale e libri. Che meraviglia! Ancor più bello, però, se ne ricevessimo di libri, a quantità industriale…. Ma si affronta la vita per come si può, in qualunque modo la si sia vissuta, ed è più che naturale che il periodo natalizio faccia prevalere, porti su a galla certi desideri, certi slanci del cuore. Ma la letteratura dà vita, ed ecco come quella cortina di bianco abbia offuscato il nero, conferendo così tutt’altra sensazione. La magia di certi gesti che perpetuano nel tempo, il potere delle parole, rintanato nelle trincee di piccoli corpi, e, alle orecchie, i fischi incessanti di chi osserva il mondo da diverse sfumature… Il Natale non cancella ogni gesto, non lava ogni bruttura, non fa svanire qualunque brutto pensiero, ma li accantona, li rende più confortevoli, più accettabili. E, se poi si concilia l’amore per la letteratura, la scrittura, la cenere di questa sigaretta si sparge sulle dita come chiudendosi in se stessa, non distogliendo lo sguardo sul mondo esterno, quanto osservandolo da una prospettiva diversa. Rivivendo, mediante i miei consigli letterari, quelle parti più belle.


Titolo: La casa dell’uva fragola

Autore: Pier Vittorio Buffa

Casa editrice: Rizzoli

Prezzo: 18, 90 €

N° di pagine: 284

Trama: Tra Varese e il lago Maggiore, a Castello Cabiaglio, che una volta si chiamava soltanto Cabiaglio, c'è un grande portone verde, il portone della Casa dell'uva fragola. Ernesta,Francesca ed Ezechiella sono le donne che hanno vissuto nelle sue stanze e nel suo giardino. Quadri, mobili, fiori, alberi raccontano le loro storie. Quella di Francesca innamorata di un uomo che è stato al fianco di Garibaldi. Quella di Ezechiella che sposa Giovanni per amore, anche se forse non lo ha mai confessato nemmeno a se stessa, mette al mondo sette figli e guarda Ernesto, il suo primogenito, partire volontario per la Grande Guerra. E, prima di tutte, Ernesta, forte e volitiva, che nella casa ha lasciato un'impronta che durerà nei secoli. La Casa dell'uva fragola, dove tutto sembra iniziare e tutto finire, ha molto da narrare e molte nuove vite da veder sbocciare. Per salvare quella dimora e i tanti ricordi che contiene, si sarà disposti a tutto. Pier Vittorio Buffa racconta la storia di una famiglia tra le guerre d'Indipendenza e la Seconda guerra mondiale, con intensità e precisione. Da un lato la vita al fronte, vista con lo sguardo disincantato di chi di guerra ha già scritto e studiato tanto, dall'altro la lunga attesa di chi resta a casa, scruta la porta aspettando notizie, trema per l'arrivo del postino. Di chi ha, comunque, un disperato bisogno di amore. Poi le feste e la mondanità, le nascite e i matrimoni che si alternano a scelte decisive e coraggiose, a momenti drammatici che segneranno per sempre la famiglia. Mentre la pianta dell'uva fragola è sempre lì, con la sua vitalità, i suoi colori, i suoi profumi.

sabato, dicembre 27, 2025

Nella baia delle parole: romanzi sfidanti. Le peggiori letture

Quando ci apprestiamo a salutare un altro anno, e accoglierne un’altro, tento quasi sempre di porre delle riflessioni attente su ciò che ho vissuto e su ciò che vorrò vivere. Rimettersi in sesto, in poche parole, in quel fatidico momento dell’anno in cui bisogna tirare le somme, e tentare di gestire la mia vita senza pormi alcun problema. Eppure, arriva anche questo momento, quello cioè a cui per le letture bisogna dedicare qualche brutto momento: rievocare quelle che, in questi 365 giorni, mi hanno delusa, insoddisfatta. Fortunatamente - tento sempre di vedere il bicchiere mezzo pieno - il numero di queste letture è ridotto, quasi di poco conto, ma soggetti o protagonisti di aspre critiche che, per qualche momento, hanno rovesciato il mio universo personale.

Non mi aspettavo che in questo saggio non potessi guardarmi allo specchio, scovare un piccolo se, una me lontana, remota, quella più ingenua, che si poneva dinanzi ad ogni cosa con un bagaglio di illusioni, quanto una serie di nozioni moraliste in cui non gli si riserva del rispetto quanto insoddisfazione. Perché non basta scrivere, propinarci delle mere conoscenze filosofiche, spirituali, per << convincere >>, trasmettere qualcosa, un messaggio, muovere l’uomo mediante il gesto fatale di non poter scegliere, quanto divenire eterodiretto…

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una serie di nozioni moraliste in cui non gli si riserva del rispetto quanto insoddisfazione. Perché non basta scrivere, propinarci delle mere conoscenze filosofiche, spirituali, per << convincere >>, trasmettere qualcosa, un messaggio, muovere l’uomo mediante il gesto fatale di non poter scegliere, quanto divenire eterodiretto…


Titolo: L’uomo  che voleva essere amato e il gatto che si innamorò di lui

Autore: Thomas Leoncini

Casa editrice: Sperling & Kupfer

Prezzo: 17, 90 €

N° di pagine: 198

Trama: La felicità è il superamento delle difficoltà, dei problemi, è quell'intervallo in cui tutto torna alla legge naturale dell'equilibrio tra gli opposti. Christian è un ricco broker immobiliare, guida una Porsche e vive in una sontuosa villa. Quando conclude un ottimo affare, a cui aspirava da tempo, non si sente come sperava e si trova a chiedersi: il denaro, l'ambizione e il successo sono davvero la chiave per la felicità? È così che, seguendo misteriosi bigliettini anonimi che qualcuno gli fa trovare, l'uomo intraprende un cammino fisico e spirituale in una riserva naturale in cui incappa quasi per un segno del destino. A fargli compagnia, un gatto rosso, ribattezzato Joshua, che sembra non volerlo lasciare solo in questa avventura. Immerso in una natura pacifica e piena di meraviglie nascoste, Christian incontra un ex manager che ha trovato conforto nella solitudine, una misteriosa monaca, un giovane che vive con gli animali, e altri personaggi tra il sacro e il profano che lo faranno riflettere su quella perfezione che ha sempre tentato di inseguire e non ha mai raggiunto davvero. Quel viaggio, che qualcuno ha voluto per lui, lo aiuterà a comprendere il vero significato della vita e della felicità.

giovedì, dicembre 25, 2025

Gocce d'inchiostro: Racconti di Natale - Charles Dickens

La mia vita, delle volte, sembra somigli a un libro, una storia che comincia a pagina 1 e va avanti finchè l’eroe o l’eroina non muore a pagina 250 o 300, ma ora che il futuro immaginato stava cambiando, stava cambiando anche la sua interpretazione del tempo. Il tempo, mi rendo conto, non è per molti un grande alleato. Va sempre avanti, mai indietro, e siccome nei libri le storie si possono anche tornare indietro, la metafora del libro può anche stare in piedi. Ho accolto la lettura di questi romanzi checchè io non ne sapevo nemmeno l’esistenza. Di Dickens di cui ho già letto alcuni suoi romanzi, e altri autori, di cui sicuramente leggerò presto altro, non conoscevo affatto. Dunque, al limite, la vita mi aveva regalato queste belle sorprese. Molto simile alla struttura di altri romanzi classici che conosco, all'esperienze quotidiane che si vivono sulla pelle, giorno dopo giorno, ma ho comunque proceduto su una strada che, imperterrita, mi ha donato sensazioni, ho riscontrato forti emozioni, che non si aspettava che letture apparentemente semplici potessero essere piccole perle. Graziose ma preziose.


Titolo: Racconti di Natale

Autore: Charles Dickens

Casa editrice: Rizzoli Bur

Prezzo: 15 €

N° di pagine: 445

Trama: I racconti pubblicati in questa raccolta uscirono in un unico volume nel 1852: l'intento di Dickens era di scrivere delle fiabe per grandi e piccini, e la capacità dello scrittore di raccontare la tenerezza della famiglia e del focolare domestico nel giorno più gioioso dell'anno ha trasformato quei testi in capolavori universali e senza tempo. A partire dal celeberrimo "Canto di Natale" per proseguire poi con "Le campane", "Il grillo del focolare", "La lotta per la vita" e "Lo stregato e il patto col fantasma", Dickens dà voce in queste storie alla sua poetica fatta di attenzione per il quotidiano, per la vita umile e per le piccole cose di ogni giorno. E ancora oggi i racconti di Dickens continuano a infondere in noi tutta la dolcezza e la poesia del Natale, catturandoci e commuovendoci con il loro linguaggio semplice e carico di magia.

La recensione:


         Com’è duro invecchiare, morire e pensare che avremmo potuto consolarci e aiutarci l’un l’altro; com’è duro continuare per tutta la vita a volerci bene e a tormentarci separati l’uno dall’altro e a vederci l’un l’altro lavorare, mutare d’aspetto. Farci vecchi e grigi!


Il tempo sembrava muoversi in due direzioni perché ogni passo che ho compiuto è stato predominante, porta dietro di se un ricordo del passato, e anche se di questa storia non ne sapevo nemmeno l’esistenza ho accumulato una serie infinita di ricordi per sapere che il mondo intorno a me veniva plasmato di continuo dal mio mondo interiore, così come ogni altro lettore è plasmato con i ricordi della sua esistenza del mondo, e come tante altre lettrici anche io mi sono sentita collegata dallo spazio circoscritto di queste pagine che ho occupato e hanno occupato le protagoniste, gigantesche, dorate campane, la cui storia di cui furono protagoniste fu molto simile a quella del Canto di Natale, con la differenza che la si vive in modo diverso.

Cos’aveva di diverso tutto questo? E in che modo ha destato la mia attenzione? Innanzitutto, lo Scrooge che conosciamo qui è soppiantato dalla figura di un padre, che, assieme alla figlia, vivono di stenti, allegoria della stessa povertà, lontani dalle buone e generose azioni di uomini ricchi, un uomo completamente diverso dal tirchio Scrooge che vivono confidando nella prosperità dell’umanità, con la sua complessa e tormentata vita interiore concepiti forse come desiderio di crearsi un destino eroico, da cui in un modo o nella‘altro avremmo tratto insegnamento.

La solitudine, l’amore non ricambiato, la mancata compassione per queste povere vittime, lascia un segno indelebile sul cuore, nella profondità del nulla. Nel pellegrinaggio della sua vita si sono riversate in quel contenitore che è la sua anima, corrodendolo e annientandolo senza che questi se ne accorgesse. Avvolto da un manto di comprensione ma cinismo che ha le più svariate forme. Eppure, nel cammino impervio della sua vita, esaminerà a fondo ogni cosa, riconoscendo la natura del cuore umano, la bontà, un piccolo miracolo per il semplice fatto di aver dovuto capire quanto sia impensabile smettere di amare qualcuno. Alla ricerca di una via che porti alla redenzione e liberi dal pesante fardello della vita in grado di scaldare il suo freddo cuore in qualche notte, in maniera impercettibile e continua, che riempia il nostro animo.

Forse non esattamente una coincidenza, ma una volontà stessa del suo autore che, credo, abbia intenzionalmente voluto impartire una sorta di lezione affinché le colpe commesse non si ripetano ma << smaltite >> dalla redenzione e la comprensione. L’uomo fa ammenda delle azioni compiute, la memoria perpetua così nel tempo, nonostante i ricordi dolorosi del passato si scontrano col tormento, l’impossibilità di raggiungere o ottenere qualcosa di cui non si raggiungerà mai. Il cuore si dibatte fra le gabbie dell’impossibile invitandoci a guardarci dentro e osservare con gli occhi di un altro.

Questi racconti recano i segni di un epoca e si contrappone alla celebrazione della solidarietà cristiana a una realtà dolorosa e degradante. Come nel romanzo, Dickens traccia una mappa del malessere, segnala i guasti sull'altra faccia del mito del progresso. E non ritrae l'Inghilterra del progresso quanto i terribili anni della fame, della disoccupazione, del disordine sociale. Uno spaccato che altri autori hanno tentato di ravvicinare facendo appello alla comprensione, allo spirito filantropico. Scardinando ogni forma di benessere nella dilatazione del tempo, offrendo così allo sguardo di chi legge ma anche di chi vede un'interpretazione del mondo, dimostrando quel processo labile fra vero e apparente, la difficoltà di ciò che si ha.

Mentre ripongo queste poche righe, non riesco a fare a meno di pensare quanto di << terribile >> ci sia stato, cercando di non immaginare gruppi di gente umile, uomini poveri e soli radunarsi in luoghi appartati affinché la loro anima possa trovare ristoro, pace, sperando che quel Dio cui fanno tanto affidamento possa ascoltarli, almeno una volta, poi per un attimo il viso si trasforma in una smorfia di dispiacere, rammarico mentre nella mia testa si formava un’immagine: bambini morti su pagliericci logori, matrone impegnate ad allattare figli di cui non conoscono provenienza. Dopo una discreta esperienza con Charles Dickens ero consapevole di ciò che avrei riscontrato in queste pagine. Lo stregato, Il grillo del folcolare, Le campane però ha superato ogni previsione di bello e godibile, con qualcosa di somigliante al Canto di Natale che ogni anno amo ascoltare, prima che si concluda l’anno, che riecheggia ancora fra le stanze luminose del mio animo, lungo una vetrina di specchi di cui devo ancora riflettermi. Scivolandomi addosso, entrandoci, posizionandosi in un posticino speciale del mio cuore che qualunque persona sana di mente serberà gelosamente.

Valutazione d'inchiostro: 4

martedì, dicembre 23, 2025

Nient'altro che libri e fiocchi di neve 6°

Perché parlo sempre di libri? Perché non posso proprio farne a meno … è una cosa così strana? Per me, che divoro romanzi come fossero Nutella, assolutamente no! Non ho idea come possa apparire, dinanzi agli occhi del mondo, ma dare peso a ciò che pensano gli altri non ha mai avuto importanza. Ho sempre creduto in ciò che più amo, e questa filosofia mi ha condotta lontana e lontano. In poche parole, ho sempre nutrito un certo amore per la letteratura e le parole e checché pensino gli altri, non riesco mai ad averne abbastanza. Saziare quella sete di conoscenza..Poiché leggere la vita di altri mi ha sempre dato la possibilità di sentirmi parte di una storia, non nel mondo reale ma in un mondo molto simile ad esso. Amo le storie, e come tali confido sempre di leggerne delle altre. E non fingo che esse siano la linfa vitale della mia stessa esistenza. In un periodo come questo, con le strade illuminate da decorazioni e luminarie varie, i libri sono quel contrappeso che dona felicità, magia alla mia anima semplice e appassionata. E, divorata da un piacere inesprimibile, questi alcuni consigli che confido possiate tenere in considerazione se desiderate regalare libri a Natale. La magia, in questo periodo, si intensifica dalla luce intensa di un’atmosfera dai toni chiari, freddi, in cerca forse di qualcosa che ancora non so dare una sua forma ma che sono un porto sicuro per il mio spirito.
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Titolo: Grandi speranze
Autore: Charles Dickens
Casa editrice: Bur Rizzoli
Prezzo: 10, 50€
N° di pagine: 656
Trama: La misteriosa fortuna che la sorte assegna all'orfano Pip, il suo altezzoso rifiuto dei vecchi amici, le sventure e le sofferenze che segnano il suo percorso esistenziale verso una consapevole maturità costituiscono la base di un racconto ove il senso di colpa e la violenza si fondono con spunti grotteschi nei quali la commedia assume connotazioni caustiche e crudeli. Dal momento in cui, nelle spettrali paludi del Kent, Pip si imbatte in Magwitch, un forzato evaso, fino all'ultimo incontro con la bella e cinica Estella che suscita in lui emozioni e turbamenti, il lettore si trova coinvolto in una vicenda tanto drammatica quanto affascinante.
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