Ovviamente questi romanzi, seppur non mi sono piaciuti, con un rimasuglio di storie, parole, suoni che ancora sento sprigionarsi come un moto naturale, fu opprimente. Sono trascorsi alcuni anni da che questi testi, sopraggiunti casualmente, si sono congedati bruscamente. Bruscamente perchè il nostro incontro non è stato dei migliori, in cui ancora avverto il sapore amaro della delusione, il tempo in cui il silenzio si cristallizzò nella consapevolezza che questi testi dovevano essere letti. Qualcosa di non particolarmente necessario ma, che, nel bene e nel male, hanno arricchito il mio bagaglio culturale.
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Titolo: Eredità
Autore: Vigdis Hjorth
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 18,50 €
N° di pagine: 374
Trama: Tutto comincia con un testamento. Al momento di spartire l’eredità fra i quattro figli, una coppia di anziani decide di lasciare le due case al mare alle due figlie minori, mentre Bard e Bergliot, il fratello e la sorella maggiori, vengono tagliati fuori. Se Bard vive questo gesto come un’ultima ingiustizia, Bergljiot aveva già messo una croce sull’idea di una possibile eredità, avendo troncato i rapporti con la famiglia ventitrè anni prima. Cosa spinge una donna a una scelta così crudele? Bard e Berglijot non hanno avuto la stessa infanzia delle loro sorelle. Bard e Bergljot condividono il più doloroso dei segreti. Il confronto attorno alla divisione dell’eredità sarà l’occasione per rompere il silenzio, per raccontare la storia che i famigliari per anni hanno rifiutato di sentire. Per dividere con loro l’eredità – o il fardello – che hanno ricevuto dalla famiglia. Per dire l’indicibile.