lunedì, ottobre 21, 2024

Anime alla deriva: romanzi vissuti una volta ... e basta 3°

Ovviamente questi romanzi, seppur non mi sono piaciuti, con un rimasuglio di storie, parole, suoni che ancora sento sprigionarsi come un moto naturale, fu opprimente. Sono trascorsi alcuni anni da che questi testi, sopraggiunti casualmente, si sono congedati bruscamente. Bruscamente perchè il nostro incontro non è stato dei migliori, in cui ancora avverto il sapore amaro della delusione, il tempo in cui il silenzio si cristallizzò nella consapevolezza che questi testi dovevano essere letti. Qualcosa di non particolarmente necessario ma, che, nel bene e nel male, hanno arricchito il mio bagaglio culturale.

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Titolo: Eredità

Autore: Vigdis Hjorth

Casa editrice: Fazi

Prezzo: 18,50 €

N° di pagine: 374

Trama: Tutto comincia con un testamento. Al momento di spartire l’eredità fra i quattro figli, una coppia di anziani decide di lasciare le due case al mare alle due figlie minori, mentre Bard e Bergliot, il fratello e la sorella maggiori, vengono tagliati fuori. Se Bard vive questo gesto come un’ultima ingiustizia, Bergljiot aveva già messo una croce sull’idea di una possibile eredità, avendo troncato i rapporti con la famiglia ventitrè anni prima. Cosa spinge una donna a una scelta così crudele? Bard e Berglijot non hanno avuto la stessa infanzia delle loro sorelle. Bard e Bergljot condividono il più doloroso dei segreti. Il confronto attorno alla divisione dell’eredità sarà l’occasione per rompere il silenzio, per raccontare la storia che i famigliari per anni hanno rifiutato di sentire. Per dividere con loro l’eredità – o il fardello – che hanno ricevuto dalla famiglia. Per dire l’indicibile.

sabato, ottobre 19, 2024

Gocce d'inchiostro: Dombey e figlio - Charles Dickens

Da quando conobbi Charles Dickens ho dedicato gran parte del mio tempo alla lettura e alla conoscenza di lui e dei suoi testi: orfani in bilico fra la vita e la morte, intesi a conferire non solo un quadro estremamente drammatico quanto realistico, anime la cui vita è intrappolata - quella estremamente povera e borghese della Londra vittoriana di fine ottocento -, in un sistema sociale poggiato su paradigmi ipocoristici, fasulli in cui l’adempimento a nuove regole avrebbero dovuto conferire una certa importanza al popolo, donare loro una nuova voce e non oscurando maggiormente. Occupandosi di tutto questo come trattando la normalità, la quotidianità. Di Dickens ci sarebbe da spendere molte più parole di quel che servono per redigere un testo che possa donare anche una minima parvenza, eppure ad inizio agosto lessi Dombey e figlio, e qualcosa accadde…. Chi fosse interessato ad esplorare questa << nuda >> terra stia però attento a ciò che potrebbe incappare. Si paga una piccola quota, un dazio e ci si impegna a restare impassibili o intatti, a seconda dei casi, in base ai fili mossi dal suo autore. Io mi ero già fatta un’idea di ciò che avrebbero visto i miei occhi, ma al centro di ogni cosa c’era una ditta, quella Dombey e figlio, conferendo un quadro in cui il tempo è simulacro di eternità. La solitudine, la comprensione forme artificiose recluse nell’impossibilità di prosperare, di attecchire nell’anima di chiunque e, magari, con un po ' di fortuna, restare a lungo per interpretare la fatalità di ogni azione.


Titolo: Dombey e figlio

Autore: Charles Dickens

Casa editrice: Bur

Prezzo: 19€
N° di pagine: 1126

Trama: Pubblicato a puntate nel 1847-1848, Dombey e figlio è uno dei capolavori della narrativa dell’Ottocento. Incentrato sulla figura di Paul Dombey, ricco e arido commerciante, vittima dell’avidità e del desiderio di potere ed escluso dalla vita, dall’amore e dalla tenerezza, il romanzo affronta il tema della punizione dell’orgoglio, esemplificata dalla figura del protagonista, irrimediabilmente perseguitato dalla cattiva sorte: il figlio Paul, debole e delicato, muore; un secondo matrimonio si rivela fallimentare; la sua ditta fallisce. Un libro tenebroso, patetico e commovente in cui Dickens rappresenta l’ossessivo scorrere del tempo, la morte della sensibilità e del sentimento in una società che nella sua corsa verso il futuro si aliena sempre più dall’uomo.

giovedì, ottobre 17, 2024

Parole di troppo: romanzi lunghi per lettori oziosi 3°

Trovo che risme di carta gigantesche e voluminose abbiano un certo fascino. Me ne rendo conto, sembra assurdo, ma a me questi volumi, i cosiddetti mattonazzi, mi piacciono tanto. L’ho scritto nel post precedente a questo, lo scrivo anche adesso. E sorrido meramente quando penso, che tanti lettori stanno lontani dai classici perché la maggior parte di essi sono voluminosi ed impegnativi. Eppure credo che, lungo la strada dei lettori, certi testi siano importanti, imprescindibili per la sua crescita personale, per il suo bagaglio culturale, in quanto dopo aver speso tempo qualcosa, presto o tardi accadrà. Nell’immediato tanto fascino, poi la consapevolezza che il fuoco ardente che aveva divorato le nostre viscere si è perpetuato anche nel tempo.

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Titolo: Bella del signore

Autore: Albert Cohen

Casa editrice: Bur

Prezzo: 11, 50 €

N° di pagine: 8oo

Trama: Ariane e Solal, lei nobile di nascita, lui altissimo dirigente della Società delle Nazioni, entrambi alteri ma irrequieti, si incontrano, si amano e fuggono via alla ricerca di una passione assoluta ed esteticamente perfetta. La perfezione formale, però, non esiste, l’amore a poco a poco si illanguidisce e viene sostituito dalla noia, fino alle estreme conseguenze.

martedì, ottobre 15, 2024

Gocce d'inchiostro: L'amante e L'amante della Cina del Nord - Marguerite Duras

La quantità, il dramma e il conflitto contro la perdita della propria identità, dell’essenza, sono impersonali. Simboli di dramma americano, lo spirito che vorrebbe controllare la memoria, la materia. Ed ecco che, impegnarsi a scovare qualcosa di palese e coerente, che si installa dentro di lei come un seme della sua creatività, del suo genio, assieme ai misteri che la vita ci riserva, dimostra i segni di un'arte istantanea, immediata, spontanea, più consona all’anima, prima che passi attraverso i suoi condotti cerebrali e diventi un’astrazione, un’invenzione, una bugia. Questa necessità di scovare nel profondo è deleteria perché in questo modo la donna svanirebbe comparativamente. Diventando cieca, o perlomeno facendo finta di non vedere.

Nella confusione di effluvi di sesso, inchiostro appena rovesciato, pensai che la Duras si fosse posta agli altri, costantemente, poiché solo così poté comprendere la letteratura. Il potere della scrittura, in quanto nessuno, prima di lei, sguazzare nel fango e allo stesso tempo poter rialzarsi. Proprio lei che si ribellò, a modo suo,, protestò angosciosamente, sgomentando la gente, ossessionandola a tal punto che la << estraniarono >> dalle sue stesse opere. 

Titolo: L’amante

Autore: Marguerite Duras

Casa editrice: Feltrinelli

Prezzo: 9, 50 €

N° di pagine: 123

Trama: La storia d'amore di una francese quindicenne con un giovane miliardario cinese, sullo sfondo di un ritratto di famiglia, nell'Indocina degli anni trenta. Racconto di lucidità struggente, di terribile e dolce bellezza, "L'amante" trasfigura e risolve integralmente in una scrittura spoglia e intensa, il complice gioco che la memoria e l'oblio ricalcano sulla trama della vita.

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Titolo: L’amante della Cina del Nord

Autore: Marguerite Duras

Casa editrice: Feltrinelli

Prezzo: 9,00 €

N° di pagine: 192

Trama: Marguerite Duras, dopo aver saputo della morte del protagonista dell'Amante, rivive, riscrivendolo, l'amore fra quel cinese e lei quindicenne. Nell'Amante della Cina del Nord i protagonisti sono quindi gli stessi dell'Amante: l'uomo cinese e la quindicenne bianca. Uguale lo sfondo: l'Indocina degli anni trenta, con i suoi pomeriggi estenuanti, l'odore di pioggia e gelsomino, le strade brulicanti di cani, mendicanti, pazzi, le note del jazz. Ma la storia viene rivissuta, scavata, sviluppata, ingrandita, poiché in fondo essa costituisce la matrice di tutta l'opera della Duras. L'infanzia in Cocincina è riguardata con l'accanimento di chi vuol dire tutto: l'orgoglio, la povertà, l'avarizia, la crudeltà della vita coloniale per i degradati. Non c'è più spazio per tenerezza o nostalgia. Le passioni sono primarie, violente: un fratello pronto ad ammazzare per droga, una madre tentata di prostituire la figlia, un cinese molto ricco venuto dal Nord a fronte di una famiglia rovinata. E tutto è raccontato in modo immediato, diretto, sensuale.

domenica, ottobre 13, 2024

Anime alla deriva: romanzi vissuti una volta.... e basta 2°

Di storie d’amore o di svariato tipo questo salotto letterario ne ospita a bizzeffe. Parto a bordo di una scialuppa indirizzata chissà dove. Ascolto melanconiche canzoni puntati chissà dove ma che lasciano un segno del loro passaggio. Assisto allo sbrigliare di una matassa apparentemente difficile da sbrigliare ma che generosamente offre qualcosa: nella maggior parte dei casi queste storie non mi hanno soddisfatta come credevo e, quest’oggi, in questa seconda parte lo spettacolo proposto ha un chè di religioso, profano e affiancare uomini o donne sconosciute che non mi hanno soddisfatta meramente mi strappa un sorriso. Presto o tardi il nostro incontro doveva avvenire. E, negli anni, non entusiasmante come credevo, quanto memorabile e veloce come una macchia d’inchiostro.

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Titolo: Il mio splendido migliore amico

Autore: A G Howard

Casa editrice: Newton Compton

Prezzo: 9, 90 €

N° di pagine: 406

Trama: Alyssa Garden riesce a sentire i sussurri dei fiori e degli insetti. Peccato che per lo stesso dono sua madre sia finita in un ospedale psichiatrico. Questa maledizione affligge la famiglia di Alyssa fin dai tempi della sua antenata Alice Liddell, colei che ha ispirato a Lewis Carroll il suo "Alice nel Paese delle Meraviglie". Chissà, forse anche Alyssa è pazza, ma niente sembra ancora compromesso, almeno per ora, almeno fin quando riuscirà a ignorare quei sussurri. Quando la malattia mentale della madre peggiora improvvisamente, però, Alyssa scopre che quello che lei pensava fosse solo finzione è un'incredibile verità: il Paese delle Meraviglie esiste davvero, è molto più oscuro di come l'abbia dipinto Carroll e quasi tutti i personaggi sono in realtà perfidi e mostruosi. Per sopravvivere e per salvare sua madre da un crudele destino che non merita, Alyssa dovrà rimediare ai guai provocati da Alice e superare una serie di prove. prosciugare un oceano di lacrime, risvegliare i partecipanti a un tè soporifero, domare un feroce Serpente. Di chi potrà fidarsi? Di Jeb, il suo migliore amico, di cui è segretamente innamorata? Oppure dell'ambiguo e attraente Morpheus, la sua guida nel Paese delle Meraviglie?

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