lunedì, maggio 31, 2021

Romanzi su misura: Maggio

Mi domando spesso cosa pensino i lettori quando vedono un numero spropositato di letture popolare il salotto virtuale di questo antro. Scrivo, riverso parole, frasi, pensieri attraverso cui non modifico o cambio il mondo; semplicemente lo interpreto. Leggere libri, da sempre, mi ha indotta a giungere a vette di inestimabile grandezza. La fantasia dell’individuo che può cogliere qualunque aspetto, seppur immaginifico. Ma come ogni essere umano ho dei limiti, un lavoro, una vita privata e di tempo a disposizione sempre meno, che tuttavia non mi impedisce di rispettare un certo rigore autoimposto: dedicare qualunque attimo di tempo alla lettura. La mia mente, lasciata a se stessa, detta ragione.
Ed ecco su un tavolo virtuale una pila di libri, l’ennesima con costine colorate, anime passionali che sussurrano dalla mensola di una libreria fin troppo capiente. Voi credete alla magia? Beh, io si. E credo che nel momento in cui apriamo un libro siamo noi stessi ad essere trasportati dinanzi a prodotti di autobenessere. Non importa la loro provenienza, il loro linguaggio, ma l’effetto catartico di saper curare i mali provocati dalla realtà. Quelli che, alcuna magia più forte potrebbe curare… niente che non possa competere con un libro.


Romanzi su misura in carta e inchiostro:

Una storia che è stata raccontata con la consapevolezza di essere confidata, capace di logorare dall'interno lo spirito di chiunque. Un dramma sentimentale, seducente e romantico, un opera raffinata e delicata come profumate camelie, che non lo fa sembrare un romanzo, piuttosto una proiezione realistica in cui si provano più sofferenze che gioie. Un disperato bisogno d'amare condiviso con altri; ci si mette ai suoi piedi, ai suoi ordini, costringendo a renderci schiavi anche solo per poco tempo.

Valutazione d'inchiostro: 4
 
 
 
 

sabato, maggio 29, 2021

Gocce d'inchiostro: Raggi di luna - Edith Wharton

Non ci sono varie occasioni di leggere trattati sociali, politici così conformi alla realtà e ovviamente un quadro psicologico attinente al secolo come quelle che comprendono sicure il mio palpitante viaggio nell’ignoto. A forza di leggere classici, ho maturato e – giorno dopo giorno cresce sempre di più- un amore incommensurabile per i classici, che respirano alla mia stessa frequenza, riempiono il viso e l’anima. Se questo tipo di lettura mi piace, mi rende felice, che la serenità è quasi sempre pronta a bussare alla mia porta, validi motivi ci saranno, che non avrei trovato posto in nessun altro luogo se non in questo. Evviva i libri!
Non ci sono dunque motivazioni, scusanti del perché questo mese abbia letto svariati classici e ovviamente la mia aura divenne sempre più lucente man mano mi inoltravo in luoghi in cui avrei fatto perdere completamente le mie tracce. Recentemente ad attrarre la mia attenzione, fu nuovamente Edith Warthon, che avendo scoperto che le sue opere accarezzano la mia anima con estrema cura, mi portò in giro per presentarmi ad una coppia. Non mi ci volle molto per farmi raccontare alcune delle loro esperienze, strettamente legate al matrimonio e ai loro sentimenti. Qualcuno che suggerisce un certo disequilibrio, altro che esprime assetti negativi come se stessimo assistendo di persona. E dunque una situazione normale che ha sortito in me un certo fascino, finalmente navigato in un luogo che mi ha rimembrato i coniugi de Belli e dannati, fino alla fine, viaggiando nella corrente di un fiume a volte lucido a volte iridescente.


Titolo: Raggi di luna
Autore: Edith Warthon
Casa editrice: Bollati
Prezzo: 16, 50 €
N° di pagine: 286
Trama: Sposi per un anno. Questo è il patto che  Nick e Susy Lansing hanno stipulato: rimanere uniti nella buona sorte fino a quando il denaro dei regali di nozze e l’ospitalità degli amici consentirà loro di continuare la luna di miele. Poi, se una migliore occasione si presenterà a uno di loro, l’altro acconsentirà a lasciarlo libero. Lo scenario dei primi mesi di questa anomala unione è idilliaco: una romantica villa sulle sponde del lago di Como, un palazzo patrizio a Venezia, passeggiate nelle calli ombrose, chiari di luna, amici spensierati sempre pronti ad assecondare i due novelli sposi. Eppure, fin dall’inizio, la macchina perfetta del matrimonio concordato si inceppa, incalzata da un elemento imprevisto: l’amore. Capriccioso, incoerente, poco incline a compromessi e a sfumature, l’amore si insinua nella mente ordinata e onesta di Nick, che ha idealizzato la moglie al punto di non poterle perdonare nessuno sbaglio, nessuna leggerezza, e in quella di Susy, incapace di rinunciare ai suoi sogni di grandezza se non per il marito, ma così spaventata da questa scoperta da non riuscire a dirglielo, anche quando sarebbe l’unico modo per trattenerlo. E allora, di nuovo soli, “liberi”, come amavano dire prima di sposarsi, Nick e Susy cercano ognuno la propria occasione lontano dall’altro, lui sul panfilo di ricchi amici, lei nientemeno che con un lord. Ma l’amore che paradossalmente li ha separati, si è talmente insinuato nel loro cuore da ricongiungerli.

giovedì, maggio 27, 2021

Gocce d'inchiostro: I miei piccoli dispiaceri - Miriam Toews

 Giunsi fra le pagine di questo romanzo che le mie certezze di recarmi fra le soglie di un luogo tendenzialmente conosciuto da molti ma sconosciuto per me mi staccò completamente dalla vita, dalla routine: con la velocità di un battito di ciglia. Una donna piangeva disperata la scomparsa prematura della sua unica  sorella, che aspirava ad una vita appagante e tranquilla. Approfittando dell’amore reciproco che li legava, indirizzata in un luogo da cui siamo entrambi stati sottratti brutalmente. Non avevo granchè da confidare nei riguardi di queste pagine: se non per sentito dire, il romanzo non mi era del tutto avvulso. Ma la copertina brillante, scintillante, mi parlava di valori, disciplina, sussurrava cose che non mi sarei minimamente sognata, offrendomi di anticiparmi il posto d’onore di giungere fra le sue braccia molto prima del previsto. Questo non è un problema del romanzo in sé, semplicemente del fatto che certe letture sono responsabili di ciò che detiene il tuo cuore, anche di quelli meno imprevedibili.
Ed ecco che questo romanzo fece parte di una linea di demarcazione che costeggiando una parte specifica del mondo, srotola una generazione, una famiglia che a dispetto di tanti altri lettori non ha generato nient’altro che moti di tenerezza. In un continuo complotto di parole sussurrate nelle orecchie di qualcuno che giunsero subito e così come arrivarono scomparirono.


Titolo: I miei piccoli dispiaceri
Autore: Miriam Toews
Casa editrice: Marcos y Marcos
Prezzo: 18 €
N° di pagine: 363
Trama: Elf è sempre stata la più bella. Ha stile, idee geniali, ti fa morir dal ridere, le capitali del mondo la ricoprono allegramente di dollari per farle suonare il pianoforte e gli uomini si innamorano perdutamente di lei. Yoli è la sorella squinternata. Ha messo al mondo figli con padri diversi, ha un amante avvocato, se si rompe la macchina fa sesso con il meccanico, ha il conto sempre in rosso e una carriera mancata. E cos’è adesso questa storia che Elf vuole morire? Proprio in questo momento, poi, a due settimane da un’importantissima tournèe. “Elfie, ma ti rendi conto di quanto mi mancheresti?” Quali sono le cose giuste da dire per salvare una vita? Yoli la prende in giro, la consola, la sgrida, aggredisce lo psichiatra dell’ospedale, cammina lungo il fiume tumultuoso del disgelo, non sa più che pesci pigliare. Cospira con la madre, con zia Tina, con il tenero marito scienziato di Elf, con Claudio, il suo agente italiano, e tra cene alcoliche, sms di figli ed ex mariti, sorrisi e ultime frontiere del pianto, lottano tutti per convincere Elf a restare. E in questo lungo duello di parole, carezze, umorismo nero che si celebra la grazie e l’energia che occorrono per accettare il dono fragile della vita.

martedì, maggio 25, 2021

Gocce d'inchiostro: Shirley - Charlotte Bronte

Finalmente accadde di poter cogliere l’occasione di leggere questo bellissimo romanzo. C’erano donne forti, atti d’accusa senza remore contro di esse, che mi condusse in un luogo in cui feci perdere completamente le mie tracce. Ero interessata? Assolutamente si. Si trattava di un nuovo viaggio, una nuova occasione trasformata in opportunità, con una vasta gamma di nozioni e ideologie in cui si avverte una parvenza di inquietudine, il desiderio di non poter raggiungere quella strada che avrebbe indotto alla redenzione, a gesta individuali insopportabili e irreparabili, attraverso cui la società dovrebbe interessarsi a dissipare tali mali. Un carico fin troppo pesante, nella resistenza a un dovere che prostra in due, recide chiunque. Chi è dotato di una certa intelligenza confida presto o tardi che sia fatta giustizia, nonostante ciò avrebbe potuto comportare a una scossone di cuori fragili e innocenti, sciolto qualunque privilegio immeritato. L’animo necessita di essere risvegliato, il cuore dovrebbe bearsi di qualunque assetto spontaneo e naturale… cosa fare affinchè l’uomo possa migliorarsi, avvertire più intensamente la vita? Non soltanto le virtù, quelle virtù che si credevano perdute, ma anche difetti e aspetti malvagi?
Shirley è un romanzo che, a dispetto de Il professore o di Jane Eyre, non lascia adito ad alcun dubbio: l’amore, la congiunzione è un lusso che non ci si può osservare. È un vizio, un bene supremo riservato esclusivamente ai ricchi, che si incastra irrimediabilmente e come una tela alla nostra anima, dà libero sfogo ai sentimenti, ai sensi. Ma, grazie alla fede, a un certo dovere e sentimento di profonda devozione che si riserva a Dio, sovvertire ogni cosa. In un contesto a dir poco parco, quasi povero, misero in cui la stessa idea di dovere è intrisa in quella di sopravvivenza e comprensione mancata. 

Titolo: Shirley
Autore: Charlotte Bronte
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 16, 50 €
N° di pagine: 658
Trama: Presto fa amicizia con Caroline, orfana e nullatenente, praticamente il suo opposto. Caroline è innamorata di Robert Moore, imprenditore sommerso dai debiti, spietato con i dipendenti e determinato a ristabilire l’onore e la ricchezza della sua famiglia, minati da anni di cattiva gestione. Pur invaghito a sua volta dalla dolce Caroline, Robert è conscio di non poterla prendere in moglie: la ragazza è povera, e lui non può permettersi di sposarsi solo per amore. Così, mentre da una parte Caroline cerca di reprimere i suoi sentimenti per Robert – convinta che non sarà mai ricambiata – dall’altra Shirley e il suo terreno allettano tutti gli scapoli della zona. Ma l’ereditiera prova attrazione per un insospettabile….

domenica, maggio 23, 2021

L'anti TBR: repulsioni dell'anima

I primi giorni di aprile si aprirono su uno scenario particolare, strambo, che mi indusse a compiere un gesto che francamente non avevo mai compiuto. Stilare una TBR. Sono giunta alla conclusione, ora che è trascorso un certo lasso di tempo da quant’è che ho pubblicato questo post, che quello del programmare le letture è una modalità di approccio che ti allontanano dalla routine, dalla monotonia in generale, approfittano del nostro poco tempo libero a disposizione per sopraffarci da ciò che è più giusto leggere o meno. Un tempo non ci pensavo due volte ad ascoltare la voce del mio cuore; ora, la penso diversamente. Credo che le TBR siano delle buone programmazioni di letture, per chi vive giornate intense e anela a scovare qualcosa che possa non deluderlo.

Ma come le liste di libri che desidero leggere, vi sono però titoli cui non nutro alcun interesse a leggere. Perlomeno adesso. Non sono una lettrice snob, vanitosa dicendo che la mia anima si ciba esclusivamente di letture impegnative e sofisticate. Proprio no! Sono quel genere di lettrice che a pelle crede che certe letture non facciano per me, che è inutile insistere fin quando il loro eco echeggerà fra le pareti luminose della mia camera. Evidentemente un grosso, irrimediabile pregiudizio, ma un pregiudizio che non ho mai considerato un problema poiché sono responsabile di ciò che scrivo, e so che quando arriverà il momento più adatto Sogni d’inchiostro ospiterà anche quelli autori di cui non ha mai accolto.


1)      Libro popolare che è stato amato da molti, ma che non ti attrae


Questa saga narra di un mondo fantasy di cui molti lettori desidererebbero voler viverci. Tolkien, tuttavia, non mi ha mai attirato. E la sua immancabile assenza credo che sia una risposta a quel naturale desiderio di non voler averci niente a che fare. Un pregiudizio che, mi rendo conto, un giorno, forse, mi pentirò anche solo di aver formulato J


venerdì, maggio 21, 2021

Gocce d'inchiostro: Oliver Twist - Charles Dickens

Il treno sferragliante che mi aveva trascinato in una Londra grigia, sporca e fumosa era ancora fermo su binari secondari, nascosto da altri convogli, in cui è stato impossibile non avvertire il legame trascendentale con l’autore, protrattosi per tutta la durata del viaggio, fra queste pagine più forte ed evocativo.
Mi si aprì a me uno scenario a dir poco squallido, un mondo insito in fugigattoli e bettole, che gravitavano attorno alla figura di personaggi meschini, pusillanimi, egoisti, diverso centro d’attenzione e attrazione. Di queste persone e del protagonista di questa bellissima storia, avevo già letto tantissimi anni fa, ma solo questa fu l’occasione di conoscere più intimamente. Benchè ogni dubbio, remora o preoccupazione fosse scacciata e fu sorvegliata dall’aura luminosa e sfolgorata di una scrittura in cui il Male sarà soppiantato dal Bene, durante questo viaggio non ho potuto non nutrire perpetui moti di compassione e tenerezza. Un ragazzino come tutti gli altri, la cui vita non gli ha disgraziatamente concesso alcuna parola gentile che ha rischiarato il buio dei suoi anni giovanili, immerso nella felice incoscienza di ciò che lo circonda, mai avrebbe potuto credere ci fossero forze superiori che l’avrebbero schiacciato come un insetto. Purchè sembra del tutto naturale che come tanti altri mi sia posta dinanzi a lui in uno stato di virtuoso sbalordimento e onore, al piccolo Oliver la vita non gli ha mai riservato nulla di ciò. Intrappolato in un sudario opprimente di fuggevoli inganni, creature innocente il cui unico peccato fu quello di farsi influenzare dalla malvagità del prossimo.
Il tempo si era fermato. Il mondo sembrava non concedere alcuna forma di bellezza. Cosa fare se, pur quanto ci si affanni, la Vita ci trascina in pozzi oscuri e profondi?


Titolo: Oliver Twist
Autore: Charles Dickens
Casa editrice: Feltrinelli
Prezzo: 11 €
N° di pagine: 538
Trama: Il libro è una sorta di racconto fiabesco che sa descrivere la multifortmità del mondo grazie anche a una mobilissima visione sottolineata del continuo gioco di piani, che allarga e restringe il campo tra personaggi, classi sociali, società nel suo insieme; tra paesaggi rurali, panorami urbani, vie cittadine, caseggiati, botteghe e abitazioni…

mercoledì, maggio 19, 2021

Gocce d'inchiostro: Il lungo inverno di Dan Kaspersen - Levi Henriksen

Si tratta di mettere da parte qualunque emozione. Certe storie non chiedono nient’altro che un briciolo del tuo tempo, non pagando alcuna somma ma lanciandosi addosso con l’irruenza di un abbraccio. Di quest’autore, malauguramente, non avevo mai letto niente, ma il mese di maggio suggerì l’equivalente di pagare un dazio più dispendioso di quel che credevo. Mi sono lasciata contagiare dal tono severo, drammatico, quasi moralista che trasudano le sue pagine, e tutto mi è sembrato così appiccicoso, così denso che anche  il minimo sprazzo di luce avrebbe potuto conferire felicità. Dimenticare, lasciarsi travolgere dal flusso degli eventi è una fortuna che non a tutti è concessa… e poi ci si rende conto che siamo individui dall’esistenza effimera e limitata, e la desolazione che sedimenta nel nostro cuore svanisce come nebbia al sole. Da una finestra virtuale dall’aria vaporosa e luminosa, è fuoriuscita una storia che mi è stata tenuta nascosta per qualche tempo. Quando mi ci approcciai, non credevo che mi sarebbe stata porsa una mano che ho stretto quasi senza pensarci, in gesti gentili che alla fine non reclamano nient’altro che questo. Questo lungo inverno di cui ci parla l’autore, tuttavia, non possiede niente di gentile o ingenuo, piuttosto racconta l’esperienza brusca di un uomo qualunque la cui vita, stroncata improvvisamente da eventi disdicevoli, l’ha costretto a compiere azioni da cui è impossibile tornare indietro. Gli ingredienti con cui è cosparsa che espugnano come ci si lascia indurre in tentazioni, e la luce da cui ci si immerge è così accecante che ha abbagliato un frammento del mio cuore. Non importunando inutilmente quanto combattere per ottenere ciò che sembra impossibile raggiungere.

 

Titolo: Il lungo inverno di Dan Kaspersen
Autore: Levi Henriksen
Casa editrice: Iperborea
Prezzo: 17, 50 €
N° di pagine: 340
Trama: Dan Kaspersen, uomo sulla quarantina che non ha mai saputo dare una precisa direzione alla propria vita, esce di prigione dopo aver scontato una pena per contrabbando di droga, e fa ritorno al paesino natale. I suoi genitori – ardenti pentecostalli – sono morti quando era bambino, e al suo arrivo scopre che pochi giorni prima si è suicidato anche il fratello minore, Jakob, cui era legato da un affetto profondo e che per molti versi sembrava essere il suo esatto opposto. Mancano pochi giorni a Natale, il gelo attanaglia la regione in una morsa implacabile e la neve continua a cadere. In preda alla disperazione Dan decide di vendere la piccola fattoria di famiglia e abbandonare il villaggio il prima possibile, ma dopo una notte irrequieta nella gelida casa d’infanzia, compare una donna, Mona Steinmyra, che manda all’aria tutti i suoi piani e lo trattiene più del previsto. La comunità però lo vede con diffidenza, soprattutto l’agente Rasmussen che non gli perdona il reato per cui è stato condannato. Inoltre il suo arrivo ha coinciso con l’aggressione al più ricco proprietario della regione, nonno di una giovane che era stato la mente dell’operazione di contrabbando ma che era riuscito ad addossare a Dan tutta la responsabilità. Per Dan si prospetta una resa dei conti con se stesso e con il suo passato. Sempre in fuga da qualcosa e alla ricerca di qualcos’altro, avrà il coraggio necessario per riconcilliarsi con la sua giovinezza e con l’eredità lasciatagli dalla vita di villaggio? E soprattutto riuscirà a non mandare tutto in malora?

lunedì, maggio 17, 2021

Gocce d'inchiostro: La signora delle camelie - Alexandre Dumas ( figlio )

Questo mese di maggio sembra sia esploso con eventi e novità che hanno sconvolto il mio universo personale. Giunse finalmente il fatidico momento in cui potei abbracciare la bellissima storia de La signora delle camelie, certa che questo sarebbe stato un buon modo per dissipare la fame e la sete di conoscenza. Ma non è una novità che le mie viscere si contorcano, ogniqualvolta, dinanzi a una bella storia nonché risposta a quel naturale desiderio di cibarmi di tutto ciò che siede silenziosamente fra i miei scaffali. Non sarebbe capitato altre volte di incontrare una donna come questa, un uomo come Armand, azzardando di contrappormi fra questi personaggi con l’umile gesto di conoscere qualcosa di più del loro passato. Nel corso della mia vita mi è capitato di esplorare svariate epoche, circumnavigare diversi isolotti, tante cose da cui mi aspetto di vederne tante altre.
La signora delle camelie giunse nel mio cerchio personale con l’irruenza di un abbraccio, che mi ero appena staccata dalla bellissima Barcellona di cui ci parla Zafon. Una ragazza ricordata per il suo amore per le camelie, una prostituta bella ma anche un po’ egoista che giocherà con i sentimenti delle sue << vittime >>, di cui Dumas si prende qualunque responsabilità, parlando di amore, sentimenti, e soprattutto del decadimento di queste figure femminili che vissute nel vizio non hanno mai ispirato alcun interesse. In un perenne squilibrio di dannazione eterna di cui solo Dio e la fede può aiutarci a contrastare e restituirci la convalescenza del nostro cuore.

Titolo: La signora delle camelie
Autore: Alexandre Dumas (figlio)
Prezzo: 10 €
Casa editrice: Bur Rizzoli
N° di pagine: 212
Trama: L'amore infelice e "scandaloso" tra la démi - mondaine Margherita Gautier e Armando Duval; un romanzo che se a suo tempo suscitò lo sdegno dei benpensanti per il tema trattato (e per il modo in cui era denunciata l'ipocrisia del ceto borghese), commosse migliaia e migliaia di lettori in tutto il mondo.

sabato, maggio 15, 2021

La locanda delle famiglie: viaggi nel tempo e nello spazio

C’è da sbizzarrirsi in letteratura. Ci sarebbero un mucchio di cose da dire, da imparare, da evidenziare, e ad ogni storia corrisponde un quadro da cui è possibile conoscere una vastità di segreti, confidenze da cui è impossibile non trarne ispirazione. Uno dei miei generi preferiti sono le saghe famigliari, che hanno una cura piuttosto dettagliata dei luoghi, delle descrizioni, e in particolare di situazioni o eventi che in un certo senso corrispondono alla realtà. Sono affettivamente più vicini al mio animo, alle mie predisposizioni e non c’è dubbio che sono cresciuta con questi autori di pari passo con la mentalità per le vicende narrate. Ed ecco che, in tutto questo, ho pensato di offrire a chi mi legge alcuni consigli di quelle che non solo altro che le migliori saghe lette sino ad ora. Un numero discreto, minimalista, di cui molti di questi sono solo un vago raggiungimento di quello che è uno dei miei più ambiti traguardi: leggere più saghe famigliari. Ma quest’oggi, ecco quelle che ho letto e che ho adorato – eccenzione un piccolissimo caso. Un tonico per la salute, che ottimizza il vigore fisico e morale di imbarcarsi in qualcosa che sortisce un certo fascino.



Romanzo che altri non è che  uno scenario in cui non si assisterà nient'altro che alla decadenza di una famiglia. Dove la scienza e l'allegria sono due facce di una stessa medaglia, e che la si vive come se perennemente immersi in una baraonda solida e inespugnabile.


Titolo: I Buddenbrook. Decadenza di una famiglia
Autore: Thomas Mann
Casa editrice: Newton e Compton
Prezzo: 4,90 €
N°di pagine: 692
Trama: Il primo grande romanzo di Thomas Mann racconta la storia di una famiglia tedesca dell'Ottocento che dopo anni di prosperità è esposta a una tragica decadenza: le basi di un patrimonio e di una potenza che sembravano incrollabili sono sgretolate da una forza ostinata e segreta.

 

giovedì, maggio 13, 2021

Indolenze del cuore: romanzi che ho detestato parte 2

Di libri brutti, come dicevo nel post precedente, ve ne sono un’infinità. La lista aggiornata di quelle letture terribili che hanno accompagnato la mia avanzata lenta ce ne sono state di diverse. Ed ecco che ho pensato di suddividere questo post in due parti. Questa la seconda, le cui metologie di letture sono sempre le stesse, ma i romanzi presentati diversi. Isolati su costoni di roccia, o sorretti su massicci edifici in cemento. Da lontano apparentemente belli e suggestivi, vecchie basi da cui ho potuto osservare tante cose, e nel momento in cui tutto si concluse desiderosa di ripartire per quelli che reputo la mia comfort zone, dispiaciuta per ciò che ho visto che non è stato attinente al mio spirito.

Proseguiamo questa carrellata col dramma quotidiano e ripetitivo di due adolescenti che ai più romantici potrebbe apparire come una triste fiaba d'amore. Una fiaccola la cui scintilla è fievole, non divampa come pensavo. Un romanzo che ci parla di solitudine, conosce la malinconia, il dolore di chi non è completamente soddisfatto della vita.


Titolo: 9 novembre
Autore: Colleen Hoover
Casa editrice: Leggereditore
Prezzo: 14, 90€
N° di pagine: 308
Trama: E' il 9 novembre quando, durante un pranzo con il padre, Fallon incontra Ben per la prima volta. E' un giorno speciale per lei, non solo perché sta per trasferirsi da Los Angeles a New York, ma anche perché ricorre l'anniversario dell'evento che ha segnato per sempre la sua vita, il terribile incendio che le ha lasciato cicratici su gran parte del corpo, impedendole di continuare la sua carriera da attrice. Contro ogni previsione, la conoscenza tra i due si trasforma subito in qualcosa di più, ma Fallon sta per partire e sembra esserci tempo solo per il rimpianto. Come per strappare al destino quell'inevitabile separazione, Ben le promette allora che scriverà un romanzo su di loro, proponendole di ritrovarsi il 9 novembre di ogni anno, fino a che non ne compiranno ventitrè. E' così che ogni 9 novembre i due protagonisti aggiungono un nuovo capitolo alla loro storia, finchè qualcosa non arriva a sconvolgere le loro promesse e a mettere alla prova i loro sentimenti, tra i dubbi di Fallon e le mezze verità di Ben.

martedì, maggio 11, 2021

Indolenze del cuore: romanzi che ho detestato parte 1

Romanzi belli e romanzi brutti. Non c’è via di scampo. La vita di un lettore talvolta ci induce a vivere esperienze sgradevoli. Alcune però fungono da maestre di vita da cui si impara sempre qualcosa. Da un po’ di tempo, vorticano nella mia testa idee, pensieri sparsi che sono un’ottima occasione per acquietare il mio spirito. La scrittura, a questo proposito, ho sempre creduto abbia rimedi curativi, e in cuor mio sono sempre entusiasta di condivere tutto questo. Da quant’è che sono in vita ho letto un mucchio di romanzi, e nel percorso accidentato mi sono imbattuta anche nella lettura di romanzi che ho detestato impunemente. Seppur possessori di buone qualità, incorruttibili e immancabili al richiamo della mia anima, da fungere da ostacolo a forme di progresso e crescita personale. Non posso farci niente, ma come ogni cosa nella vita ci sono anche quei romanzi che non fanno parte di te. È inutile sforzarsi, ma se non avessi vissuto certe esperienze ora non sarei chi sono. Ed ecco che anche i romanzi NO, sortiscono un certo effetto. Ed ecco la prima parte di questa bella carrellata. Romanzi che mi hanno indotta a non pensarci due volte a percorrere posti in cui non vorrò mai più tornarci ma sono contenta di esserci stata, con un barlume di speranza che certamente illuminerà i cuori di qualche altro lettore.

Primo tra questi, un romanzo che lessi per l’entusiasmo generale che la sua lettura sortì così bene. Letto in un unica seduta per acquietare la curiosità che divorava le mie viscere, una lettura che ha generato un forte senso di smarrimento. Banalissimo, inconsistente, trashissimo, piatto e insoddisfacente.


Titolo: After
Autore: Anna Todd
Casa editrice: Sperlin & Kupfer
Prezzo: 14, 90 €
N° di pagine: 425
Trama: Acqua e sapone, ottimi voti e con un ragazzo perfetto che l’aspetta a casa, Tessa ama pensare di avere il controllo della sua vita. Al primo anno di college, il suo futuro sembra già segnato... Sembra, perché Tessa fa a malapena in tempo a mettere piede nel campus che subito s’imbatte in Hardin. E da allora niente è come prima. Lui è il classico cattivo ragazzo, tutto fascino e sregolatezza, arrabbiato con il mondo, arrogante e ribelle, pieno di piercing e tatuaggi. È la persona più detestabile che Tessa abbia mai conosciuto. Eppure, il giorno in cui si ritrova sola con lui, non può fare a meno di baciarlo. Un bacio che cambierà tutto. E accenderà in lei una passione incontrollabile. Una passione che, contro ogni previsione, sembra reciproca. Nonostante Hardin, per ogni passo verso di lei, con un altro poi retroceda. Per entrambi sarebbe più facile arrendersi e voltare pagina, ma se stare insieme è difficile, a tratti impossibile, lo è ancora di più stare lontani. Quello che c’è tra Tessa e Hardin è solo una storia sbagliata o l’inizio di un amore infinito?

domenica, maggio 09, 2021

Un piccolo gesto di tenerezza: the Mother's day

Di romanzi che esplicano l’amore filiale, quello fra un genitore e un figlio ve ne sono a bizzeffe. La prima impressione, quando sorgono questi tipi di eventi, è di domandarmi quali libri evidenziare o selezionare che espugnano questo tema. Tutti quei romanzi che in un modo o nell’altro sono situazioni fastidiose, imprevedibili, relazioni conturbanti fra genitori e figli – adolescenti e non – che nella loro semplicità sembrano piccoli folletti usciti da una favola: donne bassine ma forti, rotondette e simpatiche, ambiziose e intelligenti, donne acqua e sapone e trasparenti. Nell’insieme formano quel luogo di protezione, quell’ala chioccia da cui rifugiarsi da cui è possibile riconoscerne la voce, le cui facciate da finte buoniste celano situazioni estremamente disagevoli.
E adesso, eccomi nuovamente qui pronta a consigliarvi quelli che secondo me sono solo alcuni di quesi romanzi che tratteggiano l’amore di un genitore per un figlio, piazzandosi così nel mio cerchio personale e in quello di chi legge raccontando storie che non trascendono niente di speciale o straordinario ma sono un processo introspettivo inteso a rimettere lentamente in moto il cuore, risvegliare sentimenti o emozioni che si credevano perduti e talvolta dimenticati o tralasciati dalla personalità. I libri, unico ponte di comunicazione: discussioni, strategie, meditazioni, giochi di effetti dalle tonalità più sgargianti al fine di epslicare fortemente questo legame con tutto quello che ci è portata di mano, migliorando nel nostro piccolo la nostra condizione di figli, ed abbracciare questi sentimenti con condizioni equanimi.

Primo di questa lista, come non citare uno di quei romanzi che è entrato dritto dritto nella categoria dei romanzi più belli letti quest’anno?!? Giulia Caminito ci narra le penose condizioni igeniche e morali di una famiglia, rinchiusa e intrappolata in un equilibrio precario, su ciò che è effimero, pronto a crollare in qualunque momento in cui la vita stessa è una preghiera perpetua, allegoria di un regime totalitario da cui sembra non esserci alcuna via di scampo. L’assoluta mancanza di serenità, l’anelazione a forme di tranquillità o serenità di un attendibile pratica opprimente, racconta le vicende di una ragazza, Gaia, e della sua famiglia come metodologia a scovare una realtà migliore di questa, in cui una narrazione densa, ricca di lirismo e simbolismi che a mio avviso è pertinente all’anima dello stesso romanzo, ne evidenziano il corpo, l’anima della sua protagonista attraverso i suoi << difetti >>, il suo essere guasta, ingestibile, poco amabile, affamata di passione letterale e metaforica che anela a scovare quel senso di giustizia che disgraziatamente non c’è.


Titolo: L’acqua del lago non è mai dolce
Autore: Giulia Caminito
Casa editrice: Bompiani
Prezzo: 18 €
N° di pagine: 304
Trama: Odore di alghe e sabbia, di piume bagnate. È un antico cratere, ora pieno d’acqua: sulle rive del lago di Bracciano approda, in fuga dall’indifferenza di Roma, la famiglia di Antonia, madre coraggiosa con un marito disabile e quattro figli. Antonia è onestissima e feroce, crede nel bene comune eppure vuole insegnare alla sua figlia femmina a non aspettarsi nulla dagli altri. E Gaia impara: a non lamentarsi, a tuffarsi nel lago anche se le correnti tirano verso il fondo, a leggere libri e non guardare la tv, a nascondere il telefonino in una scatola da scarpe e l’infelicità dove nessuno può vederla. Ma poi, quando l’acqua del lago sembra più dolce e luminosa, dalle mani di questa ragazzina scaturisce una forza imprevedibile. Di fronte a un torto, Gaia reagisce con violenza, consuma la sua vendetta con la determinazione di una divinità muta. La sua voce ci accompagna lungo una giovinezza che sfiora il dramma e il sogno, pone domande graffianti. Le sue amiche, gli amori, il suo sguardo di sfida sono destinati a rimanere nel nostro cuore come il presepe misterioso sul fondo del lago.

venerdì, maggio 07, 2021

Gocce d'inchiostro: Due vite - Emanuele Trevi

La lettura di romanzi e autori candidati al Premio Strega segue questo romanzo di Emanuele Trevi, primo approccio con la sua scrittura, incontrando così nella sua verve esclusivamente maschile, toni malinconici, quasi intimistici, conformi ad attuare quella che altri non è che l’allegoria di un autoritratto artistico che espugna il procedimento della personalità. Ogni emozione, ogni perturbamento sono << forme >> di vita inespugnabili che fungono da mere illusioni della realtà. Raccontano la vita di un uomo comune, semplice, la cui inclinazione ad essere perennemente braccato da espedienti esterni prosperano nel manierismo, nelle complicazioni, nell’incertezza dei segni e dei significati in cui l’atto di rincorrere la felicità è qualcosa che si avvicina all’irraggiungibile.
Filosofico e moralista in cui la vita è una forma di interpretazione sentimentale, quest’opera è una ricerca all’Unicità. Al raggiungimento della felicità, a come comprendere il mondo circostante, come rivelazione estetica, suprema, indirizzata all’essenza, interpretando il linguaggio delle parole come forme ambigue e vincolanti.


Titolo: Due vite
Autore: Emanuele Trevi
Casa editrice: Neri Pozza
Prezzo: € 15
N° di pagine: 128
Trama: Così scrive Emanuele Trevi in un brano di questo libro che, all’apparenza, si presenta come il racconto di due vite, quella di Rocco Carbone e Pia Pera, scrittori prematuramente scomparsi qualche tempo fa e legati, durante la loro breve esistenza, da profonda amicizia. Trevi ne delinea le differenti nature: incline a infliggere colpi quella di Rocco Carbone per le Furie che lo braccavano senza tregua; inclina a riceverli quella di Pia Pera, per la sua anima prensibile e sensibile, così propensa alle illusioni. Ne ridisegna i tratti: la fisionomia spigolosa, i lineamenti marcati del primo; l’aspetto da incantevole signorina inglese della seconda, così seducente da non suggerire alcun rimpianto per la bellezza che le mancava. Ne mostra anche le differenti condotte: l’ossessione della semplificazione di Rocco Carbone, impigliato nel groviglio di segni generato dalle sue Furie; la timida sfrontatezza di Pia Pera, che negli anni della malattia, si muta in coraggio e pulizia interiore. Tuttavia, la distanza giusta, lo stile dell’unicità di questo libro non stanno nell’impossibile tentativo di restituire esistenze che gli anni trasformano in muri scrostati dal tempo e dalle intemperie. Stanno attorno a uno di quegli eventi ineffabili attorno a cui ruota la letteratura: l’amicizia. Nutrendo ossessioni diverse e inconciliabili, Rocco Carbone e Pia Pera appaiono, in queste pagine, come uniti da un legame fino all’ultimo trasparente e felice, quel legame che accade quando << Eros, quell’ozioso infame, non ci mette lo zampino >>.

mercoledì, maggio 05, 2021

Furore, chiacchiere e fragilità: il cinque maggio in libri

Un’altra passeggiata fra i meandri della letteratura. Guerre, battaglie, imprese dei Grandi Imperatori, in un atmosfera fumosa, grigiastra da confessionale di atti di redenzione, riposano beati numerosi romanzi che richiamano alla mente uno dei più importanti eventi storici. In letteratura, c’è chi ama sbizzarrirsi. Io ho selezionato una serie di romanzi, che esplicano queste tematiche, regalando diversamente sensazioni e nozioni diverse. Ma sono anche dei bellissimi viaggi nel mondo passato, antico, che cercano insistentemente di redimere l’anima di chiunque da posti da cui sembra non esserci la luce.




Primo di questa lista, un romanzo d’avventura che è un viaggio entusiasmante, sebbene a tratti ripetitivo,  che è una metafora di mancata libertà. Quel trogolo luminoso, sgargiante, che come una discesa frenetica e strabiliante è un mosaico di situazioni, vicende o avvenimenti che mi permisero di starci comodamente.


Titolo: L’isola del tesoro
Autore: Robert Louis Stevenson
Casa editrice: Feltrinelli
Prezzo: 9 €
N° di pagine: 287
Trama: Il romanzo è ambientato in un paesino sul mare, nell’Inghilterra del Settecento: il giovane Jim Hawikins e sua madre, proprietaria della locanda “Ammiraglio Benbow”, scoprono nel baule di un marinaio morto la mappa di un tesoro nascosto su un’isola. Si tratta del tesoro di un famoso pirata, il capitano Flint. Jim, il dottor Livesey e il nobile Trelawney organizzano una spedizione a bordo della “Hispaniola” e portano con sé come cuoco di bordo un uomo dalla gamba di legno, Long John Silver, e il suo pappagallo. Inizia una grande avventura che per Jim sarà anche l’iniziazione alla vita adulta e la scoperta della malvagità umana.

lunedì, maggio 03, 2021

Romanzi su misura: Aprile

Comincia un nuovo mese, una nuova carrellata di libri e letture, nuove recensioni da scrivere, che mi premuro a riporre in questi schermi gettando garbatamente una manciata di propositi ai miei piedi. Lo scenario si chiude sul quarto mese dell’anno, che devo dire che è stato parecchio proficuo. Come sempre, i libri sono stati una mia più grande costante, ma ci sono stati anche alcuni cambiamenti. Ho cambiato la grafica del mio blog, ho rivisto Sabrina vita da strega – presto ve ne parlerò- , ma soprattutto ho aderito alla sfida dei Libri letti da Rory Gilmore. Nel corso degli anni mi hanno invogliata ad imbarcarmi in questa nuova lettura più volte; questo mese sembra il più adatto, e se c’è la farò o meno questo lo scoprirò solo vivendo.
Nel frattempo, ecco un numero discreto di letture che hanno accompagnato la mia avanzata lenta in questa sonnecchiosa primavera. Principali forme d’attrazione, chicchi di un insieme dolce e compatto che ha allietato il mio spirito.


Romanzi su misura in carta e inchiostro:


Un opera che nella sua brevità, insegna molte cose ma getta ombre complesse e incrociate su svariati aspetti, che disgraziatamente alla fine verteranno in una disgrazia, il cui ricordo tuttavia continua a restare, a permanere, a parlare di tutto e niente, il cui brivido di piacere che mi ha attraversato sin dal primo momento in cui mi sono approcciata alla sua lettura non svanirà nell’atmosfera.

Valutazione d’inchiostro: 4 e mezzo





sabato, maggio 01, 2021

Indomabili come il fuoco: i diritti dei lavoratori in letteratura

 Certe festività aiutano a riflettere. Certi eventi, che di festoso o gioioso possiedono ben poco esplicano come non ci sia niente di bello in tutto ciò, ma i cui fatti avvenuti dopo essere stati proclamati intervengono una volta all’anno per raccontare come tanti uomini e donne, portate all’estremo con terribili sacrifici, umiliazioni, convulsioni, sono emblema di coraggio, atti a pagare qualunque tariffa o compenso. Solo grazie al lavoro, al sudore l’essere umano può << governare >>, lascia un segno del suo passaggio, tracciando in ciò un disegno che ha le più svariate forme e che suggeriscono l’equivalente di fortune e sfortune che la Storia ha visto con i suoi stessi occhi, ha soppesato nelle sue mani reggendo qualcosa di infinitamente grande. In questo caso la letteratura detiene nel suo piccolo grembo numerose opere che incontrano e sposano questo secolo, trascinandosi dietro esperienze che autori di cui ho avuto la fortuna di conoscere osannano perennemente. Ed io, in un certo senso, ho voluto estrapolare alcuni di questi illuminandomi in un bel gran sorriso di soddisfazione… è sempre bello parlare di letteratura, ed ritornare anche solo con l’immaginazione in uno spazio remoto di cui discretamente le mie librerie vantano è motivo di grande entusiasmo.

Primo fra questi, come non ricordare il primo romanzo di William Faulkner che lessi ma da cui me ne innamorai perdutamente?!? Come non ricordare quel momento in cui la sua lettura fu cibo per la mia anima, ribellione sociale in cui sono stati messi a nudo parti dell’anima di chiunque – persino quella dell’autore -, della società, del mondo circostante, incastrati perfettamente consumandosi nella quotidianità, nell’intulità del tempo. Un romanzo in cui l’atto del lavorare i campi è un bene primario di sopravvivenza, avvulso da gesti impuri che gravano sulla nostra testa come un fardello troppo pesante.
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