giovedì, giugno 30, 2022

Romanzi su misura Giugno

Non riesco mai a saziarmi di libri. Nel mondo c’è così tanto da leggere, conoscere… questo ennesimo wraup up vanta un numero vertiginoso di letture. È assurdo credere, come la Vita talvolta ci riservi brutte e brusche sorprese. La letteratura da questo punto di vista ha sempre funto per me come valvola di sfogo, cogliere dal nulla un’emozione e serbarla gelosamente nel tuo animo. Ogni lettura vissuta, lette è conservata gelosamente nel mio spirito. Queste non sono un’eccezione, e sempre con un guazzabuglio di riflessioni che vertono nel riflettere chi sono e qual è la mia vera identità celano un chè di magico. In primis, il legame inspiegabile e intrinseco che si interseca fra lettore e autore. Veramente magico, stupendo. Chiavi che hanno aperto tante porte, vi ho messo piede e ciò è quello che ne è rimasto.


Romanzi su misura in digitale:

Pone come quello spettacolo cruento, violento e distruttivo attraverso il quale si pone una certa differenza fra essere umano libero da azioni impure e l’essere umano macchiato da gesti o azioni irrimediabili proiettato su un paesaggio spoglio, maledetto, scevro dalla paura e dal terrore, all’ombra delle gerarchie sociali e delle umiliazioni razziali.
Valutazione d’inchiostro: 4 e mezzo








martedì, giugno 28, 2022

Gocce d'inchiostro: Un fato così ingiusto e solitario - Brigid Kemmerer

Leggendo un romanzo dopo l’altro, non potendo saziare la mia sete di conoscenza e curiosità, leggendo di uomini o donne che parlano di sé come se confidandosi con un caro amico, mi ritrovai a vagare incerta in una landa desolata in compagnia di figure che in una manciata di minuti sarebbero divenute persone. Si perché quella di questo romanzo, seppur una storia molto semplice, quasi banale, mi ha coinvolta molto proprio per il suo modo di porsi, stanziarsi in un mondo ricco di maldicenze e cattiverie, non instaurando quel legame intimo che confidavo potesse nascere, facendomi sentire lontana, distaccata, ma mostratosi con ogni viscera di questo mondo, più freddo e inavvicinabile perché dominato da figure che avrebbero prostrato chiunque ai loro piedi. Più freddo perché frutto del retelling de La bella e la bestia, l’autrice non si pone a proiettarci nelle viscere dei suoi personaggi come se appartenessero a chiunque, e non saprei dire se questo fattore fu una delle tante conseguenze che non mi fece amare completamente questa storia. Sapevo solo, una volta terminato, che di certi romanzi ogni tanto bisognerebbe cibarsene non tanto quanto per decantarne il modo per cui sono stati << preparati>>, quanto per pregustarne il sapore. Piuttosto godibile ma non indimenticabile. Insomma, una piacevolissima distrazione, e adesso che la mia curiosità è stata saziata non credo proseguirò con la lettura dei volumi successivi, di colpo consapevole che ciò che desideravo ottenere l’ho ottenuto.


Titolo: Un fato così ingiusto e solitario
Autore: Bridigid Kemmerer
Casa editrice: Oscar Vault
Prezzo: 22 €
N° di pagine: 504
Trama: Le cose sono sempre state facili per il Principe Rhen, erede al trono del regno di Emberfall. O almeno, lo sono state finché una potente incantatrice non ha lanciato una spietata maledizione su di lui. Ora Rhen è condannato a rivivere all'infinito l'autunno dei suoi diciott'anni e a trasformarsi in una creatura mostruosa portando dovunque morte e distruzione – e lo sarà finché una ragazza non si innamorerà di lui. Per la giovane Harper, invece, le cose non sono mai state facili. Il padre se ne è andato da tempo lasciandosi dietro una montagna di debiti, la madre è in fin di vita, e il fratello, che riesce a malapena a tenere unita la famiglia, l'ha sempre sottovalutata a causa della paralisi cerebrale che l'affligge: Harper ha dovuto imparare in fretta a fare affidamento solo su se stessa per sopravvivere. Ma un giorno, viene rapita e portata nel magico e terribile mondo di Emberfall – perché Rhen possa conquistare il suo cuore e spezzare finalmente il maleficio. Un principe? Un mostro? Una maledizione? Harper è sconvolta e disorientata, ma anche determinata a fare di tutto pur di ritornare nel proprio mondo e dalla famiglia che ha bisogno di lei. Tuttavia col passare dei giorni, man mano che la diffidenza nei confronti di Rhen si trasforma in amicizia (e forse in qualcosa di più) la ragazza si rende conto che anche Emberfall ha bisogno di lei. Perché forze potenti e oscure minacciano il regno e la vita di tutti, e non basterà spezzare la maledizione per salvare Harper, Rhen e il futuro di entrambi dalla rovina totale.

domenica, giugno 26, 2022

Mid year check in booktag: bilancio di metà anno

Al termine di un anno, solitamente si tirano le somme. Si compilano innumerevoli liste, fogli zeppi di parole e frasi che forse non hanno un senso se non per noi stessi, finchè non sfogliamo quello che è stato il resoconto annuale di letture numerose, variegate ma intense. Questo post però si premura ad esplicarne la metà di quei libri letti da quant’è che è iniziato l’anno, sino ad ora, e parlare di ognuno di loro il mio piccolo angolo di paradiso letterario ne esprime una certa parvenza. Nel complesso innumerevoli letture, ancora da vivere e leggere, che contrastano l’effetto di tutte quelle brutte giornate in cui la solitudine, la routine, la piattezza di certe situazioni ti inducono a vivere la vita diversamente. Con il sorriso stampato sulle labbra, con gli occhi di chi non ha mai provato niente di ciò, alcuna parvenza di malinconia, piuttosto un forte attaccamento all’amore, alla vita. È grazie ai libri, alla letteratura che riesco a vivere così. Ed ecco che non userò inutili paroloni per giustificare il numero di letture già lette sin ora, perché la mia prova di abnegazione si è rivelata molto più semplice di quel che credevo. Quasi un istinto naturale, spontaneo, che non mi induce a rinunciare a niente e nessuno quanto a perpetuare questo folle amore per molto tempo.

 1)      Quanti libri hai letto sino ad ora?
84. Entusiasta di aver già raggiunto un piccolo traguardo.


















venerdì, giugno 24, 2022

Gocce d'inchiostro: Olive Kitteridge - Elizabeth Strout

Dell’autrice, esattamente un anno fa, lessi un romanzo, Amy e Isabel, con il quale presi confidenza nell’immediato. Fare pace con il silenzio che sovrastava i miei pensieri, essendo già abituata a questo tipo di letture, enunciano a mio avviso un certo potere stilistico che mettono in contrapposizione anima e cuore. Spesso per merito dello stesso autore o autrice, o dell’attitudine che si riservano a certe pagine, per cimentarsi completamente in queste storie è come leggere un resoconto della vita di ognuno di noi. Le immagini restano ancora vivide nella nostra testa, specie quando dovetti metterle per iscritto. Uno schermo bianco e silenzioso emise un folgorante splendore. Cosa avrei dovuto aspettarmi dall’ennesima lettura di una delle autrici più lette di questo periodo? Questa è una raccolta di racconti che furono concepiti con l’idea di raccontare la vita di una serie di svariati personaggi, che si intrecciano nel mondo di una donna sgorbutica e inavvicinabile, Olive Kitteridge. E per il resto, purtroppo nulla? Qualche momento di pura noia, situazioni ed eventi che non trascendono nulla di straordinario ma in un certo senso abbelliscono un quadro già povero ma non inesprimibile che non potei fare a meno di pensare che questa sarebbe stata una buona occasione per amare ancor di più la sua autrice, anziché semplicemente apprezzarla e ricordarla con tenerezza.

Titolo: Olive Kitteridge
Autore: Elizabeth Strout
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 18, 50 €
N° di pagine: 383
Trama: In un angolo del continente nordamericano c'è Crosby, nel Maine: un luogo senza importanza che tuttavia, grazie alla sottile lama dello sguardo della Strout, diviene lo specchio di un mondo più ampio. Perché in questo piccolo villaggio affacciato sull'Oceano Atlantico c'è una donna che regge i fili delle storie, e delle vite, di tutti i suoi concittadini. È lì che vive Kitteridge, un'insegnante in pensione che, con implacabile intelligenza critica, osserva i segni del tempo moltiplicarsi intorno a lei, tanto che poco o nulla le sfugge dell'animo di chi le sta accanto: un vecchio studente che ha smarrito il desiderio di vivere; Christopher, il figlio, tirannizzato dalla sua sensibilità spietata; un marito, Henry, che nella sua stessa fedeltà al matrimonio scopre una benedizione, e una croce. E ancora, le due sorelle Julie e Winnie: la prima, abbandonata sull'altare ma non rassegnata a una vita di rinuncia, sul punto di fuggire ricorderà le parole illuminanti della sua ex insegnante: «Non abbiate paura della vostra fame. Se ne avrete paura, sarete soltanto degli sciocchi qualsiasi». 

mercoledì, giugno 22, 2022

Nella baia delle parole: romanzi scacciapensieri da ombrellone 2°

Malgrado l’afa insopportabilmente umida, giornate estremamente calde e poco ventilate, i romanzi non attendono mai. Io non riesco mai ad essere paziente quando si tratta di parlare di libri, seppur quest’anno ho messo su un cantiere di progetti che mi stanno portando lontana. Il mio leggere velocemente mi induce a divorare romanzi come fossero Nutella, a scandagliare il mio tempo libero in compagnia della voce gracchiante di un uomo o una donna che, per una manciata di giorni, era divenuta una persona, e a parte il mio amore che riverso nelle loro pagine c’è l’onore di essere stati in loro compagnia, che è senza dubbio la cosa più importante. Alla fine, non importa se il nostro è stato un brutto o bel viaggio. Importa sia avvenuto questo viaggio. 

Perciò in questi viaggi ho avuto modo di incappare nella conoscenza di autori, figure recise dal tempo, che in un modo o nell’altro mi hanno trasmesso qualcosa. Hanno sussurrato al mio orecchio nozioni che mi hanno tenuta in vita, così avida di conoscenza e sapere che a volte non lo reputo come un gesto meccanico ma uno stile di vita. Felice così di stanziare in mezzo ai libri, sotto un sole cocente, sulla riva di acque limpide ma calde, ecco che a un tratto un gruppo di romanzi hanno ruotato attorno a me, che non tolgono niente agli altri romanzi ma sono solo una bellissima distrazione alla monotonia, alla routine generale.

Ha lo stesso sapore delle storie d'epoca che qualche volta leggo. Semplice, triste e un po' amaro, carico di una certa drammaticità che sedimenta dentro l'anima di chi legge, è una storia appassionante che ha incontrato i miei gusti di lettrice. Un inno agli affetti, all'amore, alla vita, alla speranza. Un romanzo per nulla banale col quale l'autrice, Anna Maria Falchi, tesse una storia che profuma di antico e di salsedine.

Titolo: La spiaggia di quarzo
Autore: Anna Maria Falchi
Prezzo: 17 €
Casa editrice: Guanda
N° di pagine: 232
Trama: Dopo anni di lontananza, Alessia torna nella terra dov'è nata, la Sardegna, e a una spiaggia che le è molto cara. Il contatto con i bianchi granelli di quarzo la riporta indietro nel tempo, al ricordo di un'estate che ha segnato indelebilmente la sua vita, un'estate degli anni Ottanta, quando le ragazzine leggono Cioè e appendono in camera i poster di Miguel Bosé. Alessia ha un'amica del cuore, Mariella, e a quattordici anni le amicizie sembrano destinate a durare per sempre. Mentre lei è studiosa, timida e un po' goffa, Mariella è già civettuola e disinvolta, e Alessia stenta a credere che la voglia con sé in una breve vacanza che segna la conclusione delle scuole medie. La prima estate con il motorino, il Sì Piaggio rosso fiammante che Alessia si guadagna raccogliendo pomodori nei campi di uno zio, pegno da pagare per l'ingresso nel mondo degli adulti. Loro due da sole, lontane dai genitori, in uno di quei casotti sulla spiaggia che gli isolani usano per godersi il loro mare. Il primo assaggio di libertà, con la scoperta del corpo, il desiderio di spiccare il volo e la paura di essere se stessa, il bisogno di rivelare i propri sentimenti che si mescola al timore di essere fraintesa, allontanata, tradita. Intorno alle due protagoniste, tutto un mondo di personaggi che raccontano un intreccio di temi fortemente legati alla terra sarda: il profondo attaccamento alle tradizioni, il dramma dei rapimenti, il paesaggio ferito di un'isola che non vuole avere padroni.

lunedì, giugno 20, 2022

Gocce d'inchiostro: Effi Briest - Theodor Fontane

Non scherzo quando scrivo, che su questi schermi approdano molti più classici che fantasy o romanzi di narrativa contemporanea. Sebbene questi tre generi sono la linfa vitale del mio essere, della mia esistenza, probabilmente è solo un caso che in questo periodo questo angolo di paradiso mancato ospiti più opere classiche che altro. Ci saranno appassionati del genere, fra chi mi legge, o semplici curiosi, candidati così eccellentemente a leggere queste poche righe semplicemente per saziare la loro sete di conoscenza. Questa recensione non toglie niente ad altre scritte tempo fa, ad altri romanzi, e il destino aveva serbato per me una piacevole sorpresa. Quella di fiondarmi fra le pagine di un romanzo che ha la parvenza bovaryana della produzione flaubertiana, sforzandosi di trascendere a qualunque forma di orgoglio, ostilità, ritrosia. Dove mi avrebbe portato tutto ciò? Certamente non dove sono giunta, nel bel mezzo di un caos emotivo e irrazionale che involontariamente mi coinvolse, mi attirò come un magnete nella sua orbita, nulla evitando di sognare, immaginare di poter passare i prossimi giorni in sua compagnia.
Questa è un’opera che non mi ha conquistata particolarmente ma indotto a godere del tempo trascorso in sua compagnia, in quanto esplica le condizioni di una giovane nobildonna, alquanto egoista e viziata, che non alla pari di Emma Bovary, non esce proprio allo scoperto perché non era talmente sicuro di ciò che l’amore, il cuore le stava sussurrando, ma ancora diciassettenne, priva di quel coraggio e la sicurezza che spesso pone irreversibili ultimatum sul proprio futuro.


Titolo: Effi Briest
Autore: Theodore Fontane
Casa editrice: Feltrinelli
Prezzo: 9, 50 €
N° di pagine: 336
Trama: "L'uomo naturale," spiega Fontane, "vuole vivere, non vuole essere devoto, o casto, o morale, tutti tratti artificiali il cui valore, poiché manca l'autenticità e la naturalezza, è sempre dubbio. Tale elemento naturale mi affascina da molto tempo, è l'unica cosa cui attribuisco importanza, l'unica che mi attira, ed è forse questo il motivo per cui i miei personaggi femminili sono tutti un po' disturbati. Proprio per questo mi sono cari; mi innamoro non delle loro virtù ma della loro umanità, detto altrimenti, delle loro debolezze e dei loro peccati." Il destino di Effi, la "figlia dell'aria", che ancora giovanissima viene data in moglie al prefetto von Innstetten, sarà segnato, infatti, proprio dal conflitto tra i suoi contraddittori impulsi interiori, la sua aspirazione a una vita di "tenerezza e amore", a un futuro "bello e poetico", e una realtà che invece impone all'individuo rigorosi confini. Effi Briest, più ancora di Emma Bovary, tradisce non per passione, ma per noia, per rompere la monotonia della vita coniugale. La sua è stata anche ripresa in un bellissimo film del regista tedesco Fassbinder.

sabato, giugno 18, 2022

Buon compleanno, Sogni d'inchiostro! Libri e autori che ho vissuto maggiormente

Riporre queste poche righe si è rivelata una sfida più grande di quel che credevo. Montare su un vascello che questa volta non mi avrebbe condotta in un luogo sconosciuto, ma in quella baia dei sogni in cui accadde tutto, partì ogni cosa, si diramarono pensieri, sensazioni, emozioni di una giovane lettrice, all’epoca ventitrenne, fu un’esperienza irripetibile che ancora adesso rivela assetti del mio animo che credevo fossero gelosamente nascosti. Se poggio la mano sulla guancia sinistra, quasi il pensatore di Rodin, concepisco come se mi trovo qui, ancora qui, dopo tutto questo tempo, è perché la letteratura, i libri che ho letto mi hanno portata a pubblicare quasi duemila post, leggere in sette anni oltre 1900 libri, conoscere autori sconosciuti che in una manciata di mesi divennero linfa vitale della mia banalissima esistenza. E ora che Sogni d’inchiostro avrebbe spento sette candeline ero pronta a far incetta di nuove letture, presentando però quegli autori e quei romanzi che in questo arco di tempo hanno soggiornato in questa baia per molto più tempo di quel che credevo. E così che, con la penna in mano e il mio immancabile blocnotes, vi presento quegli autori che hanno reso questo piccolo mancato paradiso un angolino dove potermi rifugiare, la linfa vitale della mia esistenza, e, malgrado gli scrupoli, la me che sono adesso: più intrepida e matura, più curiosa e consapevole, una persona che ogni tanto non si dimostra sana di mente per il numero esorbitante di letture che compie nel giro di trenta giorni ma che accoglie qualunque viandante si sia imbattuto per caso o per consapevolezza in queste pagine, con la speranza che la mia casa sia diventata presto la sua.

 Una voce che all’epoca scoprì per caso, ma adesso forte e chiara che mi è scivolata addosso come le note di un pianoforte, percuotendo tutto il mio corpo. Una voce profonda e allo stesso tempo schietta, vivace che risuonava nelle stanze buie del mio animo.

Titolo: Il delta di Venere
Autore: Anais Nin
Prezzo: 12, 00 €
Casa editrice: Bompiani
Trama: Un misterioso collezionista di libri nel 1940 offrì a Henry Miller cento dollari al mese per scrivere dei racconti erotici. Miller cominciò entusiasta, ma si stancò presto e passò l'incarico all'amica Anais Nin che aveva bisogno di soldi. "Cominciai a scrivere ironicamente, divenendo così improbabile, bizzarra ed esagerata che pensai che il vecchio si sarebbe accorto che stavo facendo una caricatura della sessualità" ricorda Anais Nin. "Passavo giorni in biblioteca a studiare il Kama Sutra, ascoltavo le avventure più spinte degli amici.. Tutte le mattine, dopo colazione, mi sedevo a scrivere la mia dose di pornografia..." Solo ogni tanto riceveva una telefonata dal mandante. Una voce diceva: "Va bene. Ma lasci perdere la poesia e le descrizioni di tutto quello che non è sesso. Si concentri sul sesso." Nacquero così questi racconti erotici che si possono meritatamente annoverare tra le opere della letteratura erotica di maggior successo.

giovedì, giugno 16, 2022

Gocce d'inchiostro: Il sonno del crepuscolo - Edith Warthon

Mi chiedo il motivo per cui i classici sortiscono un certo fascino in me. E tante letture ancora da leggere e vivere mi inducono a pensare, che ognuno di noi ha un’attitudine, un’inclinazione verso qualcosa o qualcuno che in un certo senso rivelano una parte di te. Mi chiedo del perché scriva sempre la stessa cosa, pensi sempre le stesse cose, forse perché leggere così tanti classici non è propriamente << normale >>. Dubito però che sia l’unica lettrice esistente sulla terra. No, non credo. Non ho ancora avuto la fortuna di conoscere qualche lettore di questo calibro. Certo, e se qualcosa salta agli occhi, diviene evidente nell’immediato. Non è qualcosa per cui credo di convincere. Non devo giustificarmi con niente e nessuno. Eppure questa riflessione nasce dall’ennesima bella lettura ambientata in epoca vittoriana, che suggerì un repentino cambiamento dal mio mondo a quello ritratto in queste pagine, miglioramenti sotto certi punti di vista, completamente affascinata e persa. Ed ecco che Il sonno del crepuscolo mi irretì con un semplice sguardo, o, meglio, con un forte coinvolgimento emotivo, che non indimenticabile come L’usanza del paese, Raggi di Luna e Estate mi ha donato l’impressione di tornare in un epoca che non è più la nostra da cui sembra non vi sia alcuna via d’uscita, metafora di uno stato malinconico ed emotivo che appoggia più su aspetti relativi al presente che al passato.


Titolo: Il sonno del crepuscolo
Autore: Edith Warthon
Casa editrice: Corbaccio
Prezzo: 14, 50 €
N° di pagine: 254
Trama: La famiglia di Mrs. Manford è decisa a sfuggire la noia, il vuoto della vita e il dolore a ogni costo. Sesso, droga, lavoro, denaro e un'infatuazione nei confronti dell'occulto e della spiritualità sono i modernissimi temi che animano il romanzo. Il sonno del crepuscolo a cui si riferisce il titolo è proprio lo stato fisico mentale nel quale i protagonisti cercano di perdersi per non sentire il peso della loro vita. Un romanzo ironico e tagliente, ambientato nella New York degli anni '30 ma così moderno nella dissacrazione della finta spiritualità da risultare attualissimo nell'era della New Age.

martedì, giugno 14, 2022

Solo un'illusione: classici che credevo di amare ma che mi hanno deluso

Ci sono poche possibilità che un classico possa non piacermi. Non scrivo questo perché voglio vantarmi, semplicemente perché credo che i classici siano un mondo per molti inaccessibile che, una volta interpretato il linguaggio e i suoi meccanismi, puoi contemplare forme di straordinaria vita. Eppure ci sono state esperienze letterarie classiche che non mi sono piaciuti. Santo cielo! Perché le delusioni colgono alla sprovvista, specialmente da ciò che tieni più caro al mondo? Ma non mi reputo insoddisfatta di ciò che ho vissuto, e nemmeno dispiaciuta di aver vissuto l’ennesima esperienza letteraria. Credo che essi fungano da monito a non poter rinunciare a certe cose. Ed ecco dunque un numero fortunatamente misero ma sufficiente di letture che non hanno fatto breccia nel mio cuore, nonostante le aspettative e i paroloni che sono stati adoperati per tesserne le lodi, che certamente non rivelano pareri migliori o positivi ma nemmeno disgusto ad essere entrata a far parte di un mondo che questa volta mi ha reso ospite anziché spettatrice vivente.
Una storia che rivaluta la donna e il suo modo di convergere col mondo circostante, che di giusto non ha proprio niente, nel quale l’autore si spinge ad entrare nei particolari, scandagliando la sua personalità, il suo sentirsi donna, confessando ciò che agli occhi di molti era ermeticamente nascosto, abbattuta su milioni di spalle diverse senza aver mai provato moti di compassioni, così tesa e spaventata di restare completamente sola.

Titolo: La cugina Bette
Autore: Honore De Balzac
Casa editrice: Mondadori
Prezzo: 13 €
N° di pagine: 464
Trama: Nella mitologia realista di Balzac, La cugina Bette rappresenta la «parente povera, oltraggiata e che vivendo nell'intimità di tre o quattro famiglie, cerca di vendicarsi di tutte le sue sofferenze». Solo che Lisbeth Fischer, familiarmente Bette, non è né cacciata né maltrattata dai suoi ricchi parenti, bensì aiutata e amorevolmente accolta dalla cugina Adeline e da tutta la famiglia Hulot. Ma l'oltraggio, in lei, è anteriore a qualsiasi offesa, vera o presunta: povera, per nulla avvenente, ma anche intelligente e risoluta, riversa su chi la ama tutto il suo rancore verso il mondo. Ossessionata dal confronto con la bellezza e la ricchezza della cugina, dietro le sembianze di umile e dolce zitella coltiva un feroce desiderio di rivalsa e intesse trame di inganno e distruzione, succube di un odio che si trasforma in lucida follia. Pochi romanzi balzachiani, sono, come questo, foschi e inquietanti, ma nello stesso tempo anche patetici e melodrammatici.

domenica, giugno 12, 2022

Gocce d'inchiostro: Una nobile donna - Frances Hodgson Burnett

Lascio sempre che siano i fatti a parlare da soli. Se mi trovo nuovamente qui, a riporre queste poche righe, è perché scrivere mi aiuta a mettere in contatto il mondo di qua con quello di là. È anche un distacco dal mondo, poiché le vite che vivo non sono completamente mie. Ci si immedesima nei panni, nelle vicende di una giovane donna che, nel momento in cui l’amore busserà alla sua porta, sconvolgerà completamente il suo universo personale. Se desidero che la pila della vergogna decresci sempre più è necessario accettare qualunque inconveniente. Lasciarsi andare all’ondeggiante ritmo di parole che, messe di traverso nella corrente di un fiume, potrebbero sorprenderti o colpirti drasticamente. Ed ecco che mi sono imposta di vivere qualunque avventura le mie strapiene librerie mi portano: l’esigenza di tuffarsi in storie che attendono di essere lette da un sacco di tempo e tenersi allo stesso tempo in disparte come un ospite, un osservatore esterno. Con il romanzo di Frances Hodgson Burnett mi sono sentita così: un’intrusa, un ospite indesiderato che nonostante l’atto di tuffarmi fra le pagine della sua storia abbia sortito svariate emozioni, restarne del tutto fuori tuttavia fu un vero e proprio problema. Non ho simpatizzato con Clorinda, nobildonna furba, saccente, altezzosa e ligia al dovere, lontana dal suo mondo e da quei rigidi dogmi che tuttavia le continuano a girare intorno come una trottola. Tuttavia non farsi coinvolgere è stata un’impresa, specie nel momento in cui Clorinda si avvierà verso un processo di pura rinascita. Del resto essere lettori comporta anche questo, non poter mai sapere cosa aspettarsi dalla vita o dagli stessi personaggi, sebbene ci si guarda attorno prevedendo ogni mossa. E personalmente amo quando ciò accade, perché in un certo senso comprendi molto più di quel che c’è da comprendere, spiegare il significato del perché ci si tenga ancorate a certe cose sebbene non coincidono completamente con la tua anima. Proprio come speravo, metodo più ragionevole che in un certo senso agitano il tuo spirito.

Titolo: Una nobile donna
Autore: Frances Hodgson Burnett
Casa editrice: Elliot
Prezzo: 17, 50 €
N° di pagine: 256
Trama: Quale sorpresa sarà quest'incredibile romanzo per il lettore italiano. Chi si aspetta una semplice storia d'amore ambientata in epoca vittoriana o chi crede di ritrovarvi elementi comuni con la letteratura per l'infanzia ("Il piccolo Lord" e "Il giardino segreto"), per cui Frances Hodgson Burnett è maggiormente nota, rimarrà meravigliato e positivamente colpito. La scrittura e i contenuti eccezionalmente moderni, i protagonisti dallo spessore profondamente realista, i dialoghi vivaci, i temi trattati rivoluzionari per l'epoca e, in alcuni casi, persino per quella odierna rendono la storia di Clorinda, la nobile donna cui fa riferimento il titolo, un'eroina indimenticabile. La sua storia è emblematica di una condizione femminile comune nei secoli passati: alla sua nascita, la madre muore di parto e il fatto che sia una femmina la priva di ogni valore agli occhi del padre, il quale rifiuta ogni contatto e l'abbandona. Qualche anno dopo, l'uomo torna e trova una bimba fuori dal comune, i cui modi lo conquistano, creando così un forte legame tra loro, destinato a durare nel tempo. Clorinda diventerà una giovane donna dalla lingua tagliente e dalla volontà di ferro, capace di capovolgere gli schemi che la vorrebbero docile e sottomessa alla volontà degli uomini, una donna di nobili sentimenti in grado di affrontare ogni esperienza (incluso l'amore) con coraggio e determinazione.

venerdì, giugno 10, 2022

Nella baia delle parole: romanzi LGBT

Se non cogliere al volo l’occasione di parlare di romanzi a tema LGTB come in questo sesto mese dell’anno, non credo ce ne saranno delle altre. Perlomeno non in questo mese, che abborda di novità, recensioni arretrate, di cui questo salotto virtuale è una buona fonte di sostentamento. Allo stesso tempo, accettare di parlare di romanzi a tema sciorina una serie di opportunità, idee che nell’epoca in cui viviamo è ancora difficili catalogare o attribuirne una certa importanza. Chi non è dotato di una mentalità aperta si lascia spesso influenzare da cose o fattori che nel XXI secolo potrebbero apparire bislacche, obsolete. Ma come per ogni cosa, quando si parla di omosessualità si incorre ancora nel rischio di incappare in qualche forte pregiudizio o incapacità di saper giudicare con giudizio. Rievocarne però l’essenza, mediante il consiglio spassionato di qualche lettura, credo sia un buon modo per perpetuare un messaggio di libertà che è ancora recluso in gabbie di preconcetti e pregiudizi. Un buon modo per esporre tematiche LGBT, in cui ho visto sussultare il mio cuore innumerevoli volte, sospirare, stramazzare, planare così bene, stanziare lì fino a che avrò memoria.

La rappresentazione perfetta di una realtà non molto dissimile dalla nostra il cui finale, così ambiguo e controverso, solleverà un polverone di domande che non pretenderanno altro che delle risposte. Risposte tuttavia che una volta svelate potrebbero ridurre il brivido della nostra eccitazione al riguardo. L'intensità e la forza che l'autore riversa nei riguardi delle protagonisti e il loro modo di amalgamarsi così bene. Un amore intenso, profondo che va al di là di qualunque concezione morale e filosofica.


                   Titolo: La ragazza dello Sputnik
Autore: Murakami Haruki
Casa editrice: Einaudi
Prezzo: 12 €
N° di pagine: 216
Trama: Sumire è una ragazza impulsiva, disordinata, generosa, con il mito di Kerouac e della scrittura. Myu è una donna matura, sposata, molto ricca e molto bella. Sumire ama Myu come non ha mai amato nessun ragazzo. E Myu parrebbe provare lo stesso sentimento, ma uno schermo invisibile sembra separarla dal sesso, e forse dal mondo. Riusciranno a incontrarsi o si perderanno senza lasciare traccia come lo Sputnik, condannato a vagare nello spazio per sempre? A raccontarci la storia è un giovane senza nome, prima studente, poi maestro elementare, innamorato di Sumire innamorata di Myu. E così i destini dei nostri tre protagonisti s'inseguono ma non si congiungono mai, simili a satelliti alla deriva per l'eternità.    

mercoledì, giugno 08, 2022

Gocce d'inchiostro: Queste gioie violente e Questa violenta fine - Chloe Gong

Bello e avvincente, mentre ripongo queste poche righe, penso ancora alle belle sensazioni riscontrate, stringendo il libro al petto, che richiamò la mia attenzione malgrado il target a cui è indirizzato. Un numero non indifferente di lettori che hanno studiato o letto le opere di William Shakespeare, una gran folla rumorosa stipata in angoli dell’universo, rumorosa perché l’autore inglese ha attratto miliardi di anime nel suo ventre, le cui opere sono ancora un pilastro della letteratura, ineguagliabile e insuperabile, che da grande amante ho divorato qualche tempo fa, e come me anche l’autrice di questi due young adult che in un certo senso servono ben poco ma sono una dichiarazione d’amore alla letteratura e a Shakespeare. Non me ne sarei potuta andare tanto facilmente, dato che ci si affanna a restare saldi in una realtà soffocante, appiccicosa. Ognuno di noi è destinato a perseguire una strada che porta alla distruzione, pur sapendo che sarebbe meglio non farlo, disposti a dissuaderci da chiunque ci impedisca a non farlo. Questo sarebbe stato il momento in cui lo young adult avrebbe confluito a sciorinare assetti, dogmi tipici della tragicità shakesperiana, che inchiodata alle sue pagine ti induce a dimenticare ogni cosa. A sovrastare qualunque rumore, qualunque interpretazione da cui è possibile trarne beneficio. Mormorando al ritmo e alla dissolutezza, idealizzando qualcosa che forse non si realizzerà mai.

Titolo: Queste gioie violente
Autore: Chloe Gong
Casa editrice: Oscar Mondadori
Prezzo: 20, 90 €
N° di pagine: 396
Trama: Corre l'anno 1926 e a Shanghai, scintillante come non mai, si respira un'aria di dissolutezza. Una faida sanguinosa tra due gang nemiche tinge di rosso le strade, lasciando la città inerme nella morsa del caos. Al centro di tutto c'è la diciottenne Juliette Cai che, dopo un passato lontano dagli affari di famiglia, ha deciso ora di prenderne in mano le redini e assumere il ruolo che le spetta di diritto nella Gang Scarlatta, un'organizzazione di criminali completamente al di sopra della legge. Ma non sono gli unici a voler imporre il proprio controllo sulla città. A contendere il loro potere, infatti, ci sono i Fiori Bianchi, nemici da generazioni. E dietro ogni loro mossa, c'è il loro rampollo, Roma Montagov, il primo amore di Juliette... ma anche il primo ad averla tradita. Quando gli affiliati di entrambe le gang iniziano a mostrare segni di instabilità, che culminano in suicidi cruenti, si diffondono strane voci. Si parla di contagio, di follia, di mostri nascosti nell'ombra. A mano a mano che le morti si accumulano, Juliette e Roma sono costretti a mettere da parte le armi – e il rancore che provano l'una per l'altro – e a iniziare a collaborare. Se non riusciranno a fermare il caos che sta sconvolgendo la loro gente e Shanghai, non resterà più nulla su cui esercitare il loro dominio. In questa spettacolare e originalissima rivisitazione del classico di Shakespeare, Chloe Gong conduce i lettori in un viaggio avventuroso e commovente durante il quale violenza e passione si mescolano nei destini dei giovani protagonisti.

lunedì, giugno 06, 2022

Le TBR: richiami dell'anima 14°

Cosa c’è da dire, se non già quello che è stato detto? Credo che quando si tratta di libri rischio di essere ripetitiva, traggono in inganno, mandano a monte ogni piano, ogni progetto. Sembrano inutili sciocchezze, ma in realtà è così. Si, perché il mio cuore sussulta quando si parla di letteratura. Io vivo, letteralmente di letteratura. Perciò quando vedo pile e pile di libri ancora da leggere e vivere sono felice. Sebbene quella della vergogna si stia riducendo nettamente, basta vedere il numero esorbitante di letture che costellano i miei wraup up :P comunque, da grande estimatrice del campo, eccomi nuovamente con l’ennesima TBR, questa volta volutamente scelta, di cui i classici sono una costante precisa. Precisa ma anche numerosa. Di romanzi accumulati le mie strapiene librerie vantano maggiormente opere classiche che moderne, e per adempiere al mio progetto di smaltimento devono essere assolutamente letti. Ma, alla fine, lo spettacolo è sempre lo stesso: grande e bellissimo. Ed io, quella spettatrice curiosa e attenta che si ciba di parole come linfa vitale, fonte di sostentamento di tutta una vita.

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Titolo: Lei, la donna eterna
Autore: Henry Ridder Haggard
Casa editrice: RBA
Prezzo: 10 €
N° di pagine: 322
Trama: Che Lei non muoia mai è testimoniato non solo da questo omonimo romanzo di uno dei capostipiti del genere fantasy, scritto nel 1887, e che ha venduto ottantatré milioni di copie, tradotto in quarantaquattro lingue, e in italiano apparso per la prima volta nel 1928 con il significativo titolo La donna eterna. Lei non muore mai perché ha certamente ispirato tanti autori che si sono cimentati in opere di narrativa con caratteristiche analoghe e che godono di grandissimo successo ai giorni nostri; pensiamo per esempio alla saga di Harry Potter di J. K. Rowling. Lei non muore mai perché "ce n'è sempre una sola ed è sempre la stessa, fuori dal tempo": da qui la sua contemporaneità, in culture e tempi radicalmente diversi. E non sorprende dunque che, come riferisce l'autore della postfazione, Freud ne parli raccontando un suo sogno, Henry Miller ne faccia il suo "monumento", e Carl Gustav Jung prenda la Regina Ayesha - Lei - come esempio della forma archetipica di anima: guida e mediatrice verso il mondo interiore. Ieri come oggi.

sabato, giugno 04, 2022

Gocce d'inchiostro: Una coppia quasi perfetta - Emily Eden

Ero seduta sulla mia poltrona preferita, di fronte alle mie tre strapiene librerie, e dopo una breve pausa dai pasti, mi sporsi a recuperare questo romanzo che, assieme a quella piccola cernita di romanzi ancora da leggere che fortunatamente diminuiscono sempre più, mi chiesi quale divinità mi spinga ad essere così ambiziosa, obiettiva e testarda a perseguire certi obiettivi. Voglio dire, si tratta di pazzia? La me quasi trentenne che riposa comodamente nello spazio ridotto di un corpo minuto e formoso crede si tratti di una cosa naturale. Un istinto che in un certo senso ti mette a nudo, o meglio, pone la tua anima dinanzi a quella dell’autore, conservando il piacere che conservano certe pagine beandosi semplicemente del momento in cui si legge. Beh, forse è questo il mio segreto. Il mio lento pellegrinare fra fiumi di parole che, lungo la corrente di un fiume, sboccano in un contesto sociale in cui lo spirito ringiovanisce, rinvigorisce. E la mia anima si bea di tutto questo, innalzandosi nell’Etere, divenendo materia e forma. Per cui questo mese di maggio mi vide divorare un romanzo dopo l’altro, ogni qualvolta potevo ritagliare del tempo libero, incappando fortunatamente in una sola delusione e in tante belle storie, famigliari e non, che quasi per gioco, quasi come esperimento tessono una rete di vicende in cui, pur quanto cambi l’azione e la situazione, le sensazioni non cambiano. Chi se ne frega di cosa potrebbero pensare gli altri? Ed ecco che questo secondo romanzo di Emily Eden che leggo, non si è rivelato indimenticabile né bellissimo, un po’ più tedioso a dispetto di Una casa quasi perfetta, ma una piacevole lettura d’intrattenimento che mi ha accompagnata in due pomeriggi all’insegna del tedio e della monotonia. Non ammaliata ma provando gusto a ciò che attanagliava l’anima della viziata Helen, curiosa di ciò cui avrei potuto scovare dinanzi a questo nuovo cammino.


Titolo: Una casa quasi perfetta
Autore: Emily Eden
Casa editrice: Elliot
Prezzo: 17, 50 €
N° di pagine: 245
Trama: L'autrice fu una appassionata seguace di Jane Austen e immaginò di scrivere dei romanzi laddove la grande scrittrice aveva concluso i suoi, ovvero dal racconto della vita di una coppia dopo il matrimonio. Come in "Orgoglio e pregiudizio", la storia inizia con un dialogo tra i genitori della protagonista, la dolce Helen Beaufort, che ha da poco sposato lo scapolo più ambito, Lord Teviot. Nonostante ci siano tutti i presupposti per un'unione ben riuscita - marito e moglie sono giovani, belli e facoltosi - i due dovranno affrontare gelosia, orgoglio e una serie di fraintendimenti che rischieranno di mandare a monte il matrimonio. Sullo sfondo di spettacolari tenute di campagna, tra cene eleganti, visite formali, lettere, dialoghi arguti e sottili considerazioni, l'autrice ha dato vita a un sofisticato intreccio psicologico dalla comicità ancora intatta, che ci insegna quanto sia difficile abituarsi alla vita coniugale nonostante l'amore.

giovedì, giugno 02, 2022

Romanzi su misura: Maggio

I mesi scorrono inesorabilmente. Siamo giunti già a giugno, a metà anno, e parlare di letture, specie di quelle che ti hanno affiancato in un mese rapidissimo e ricco di tante cose, sembra quasi assurdo. Sebbene il tempo è sempre lo stesso, le eltture sono state tante anche questo mese, ma in particolare convergono al raggiungimento di un obiettivo: smaltire la pila della vergogna. Questo recap, dunque, viene a rievocare quelle storie che ho vissuto così bene bel mese che ci stiamo lasciando alle spalle. Cartacei completamente classici, ma ebook di narrativa fantastica e narrativa contemporane che hanno scandito pomeriggi all'insegna del tedio e della monotonia. Io, impegnata a perseguire i miei obiettivi, non tengo caso al numero quanto alla quantità. E a eccezione di qualcuno, ognuno di loro messaggero e portatore di speranze, falsi miti, promesse infrante e realizzate che per filo e per segno rivelano sempre qualcosa di me, conducendoti lontana e standotene tranquilla nel tuo piccolo angolo di Paradiso.



Romanzi su misura in carta e inchiostro:

Sogno utopico di lacrime, rimpianti e desideri repressi che mi ha tenuta immobile, incollata alle pagine in cui facilmente possiamo riconoscersi. Un piccolo universo che compone uno splendido quadro, gentile, raccolto, che in un brusco istante si è formato attorno a me.
Valutazione d’inchiostro: 4+
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