Sedetti sulla mia poltrona preferita con un uomo che ha reso il surreale, l’immaginifico uno stile di vita, dalla tempra non proprio forte ma costante che lo contraddistinguono dai tanti premi Nobel che ci sono al momento in circolazione. I protagonisti murakamiani non possono definirsi avvenenti, ma con uno strambo bagaglio di ricordi poco memorabili, in cui io, sfortunatamente per loro, li seguivo come un’ombra. La loro anima si librava leggiadra nel bel mezzo del nulla, in una particolare dimensione pronta a sconfiggere e contrastare ogni cosa, con chiaramente nessuna forma di alleanza e tolleranza. Reduci di lotte, scontri che inevitabilmente li inducono a crescere o cambiare. Credere che nel lottare per la vita si incorre spesso nella morte, ma se glielo avessero detto prima non credo ci avrebbe mai creduto.
Prima di giungere ai bordi dell’anima di questa storia, l’ennesima splendida avventura folle e a dir poco pazzesca, confesso come ricordavo poco. Il posto accoglieva un discreto numero di persone. Avendo giurato e stipulato un patto con me stessa, è stato bellissimo, esattamente come la prima volta, avviarsi lungo una strada da cui sembra impossibile uscirne illesi. O capirci qualcosa.. Affinché la paura, i mostri del passato siano annientati, tornando dove si era stati, da dove l'avevo lasciato facendo un percorso diverso, questa volta molto più avvincente e avventuroso del previsto, o forse esattamente come la prima volta, chi può dirlo?!? - vedendo come il sinuoso scorrere del Tempo avesse adesso emesso un eco.
Ma leggere Murakami Haruki, perlomeno a me, sortisce sempre questo effetto: riempie l’animo con una narrazione semplice ma a dir poco folle, impressionante, con una storia che non dice niente ma zeppa di eventi, cose e persone la cui lettura durerà molto meno del previsto. Poiché ha mangiato tutto. In quasi cinquecento pagine riferisce, oltre ai soliti concetti che intersecano fra Bene e Male quell'unico particolare che spicca fra tutti. La crescita interiore del protagonista, alter ego dell’autore, che giungerà, affinché avvenga, dall'orrore all'orrore, assumendo una certa importanza a certe immagini, tenuto a bada mediante una prosa semplice, coinvolgente, talvolta prolissa talvolta ripetitiva, che sarà da scissione dall'unità da dove proviene Murakami, il suo figlio di carta a quella dal momento in cui dovrà destarsi da questo sogno comatoso e appiccicoso.
Titolo: La fine del mondo e il paese delle meraviglie
Autore: Murakami Haruki
Casa editrice: Einaudi
Prezzo: 15 €
N° di pagine: 515
Trama: In una piccola e spettrale città, che mura insormontabili separano dal resto del mondo, gli abitanti, privi di ombra e di sentimenti, vivono al riparo da qualunque emozione. Un nuovo arrivato ha il compito di leggere i vecchi sogni nel teschio degli unicorni, i soli animali del luogo, cogliendo frammenti di memorie e di un'altra vita o dimensione. Parallelemente, in una Tokyo futuribile e disumana, un uomo viene coinvolto da uno scienziato, geniale ma sconsiderato, in un esperimento a rischio della vita che lo porterà a calarsi nei sottosuoli della città, in lugubri voragini animate da creature mostruose e maligne, metafora delle paure che agitano le coscienze. Proprio nel buio fitto della mente si troverà la situazione che lega i personaggi dei due mondi, in realtà l'uno il riflesso dell'altro. Sarà possibile lo scambio tra le due dimensioni? O il viaggio rimarrà senza ritorno?