I romanzi a cui solitamente mi approccio sono romanzi che in un
modo o nell’altro mi soddisfano, la maggior parte dei casi, grandi o piccini,
più solenni o di semplice lettura che circolano nel panorama letterario e che
si insinuano nel cuore dei lettori, persino in quelli dei più cinici, appena
usciti da un mondo incantato o realistico e tattile e solerti e dediti alla
lettura come un bisogno assolutamente necessario. Generalmente tendo ad avere
un certo intuito, quando decido di imbattermi in una nuova lettura. Romanzi di
narrativa contemporanea e classici, perlopiù, che è quel santuario magico che
amo rifugiarmi, ma ogni tanto mi piace albergare in luoghi in cui fanno da
sfondo ambientazioni fantasy più chiassosi del previsto, e Gideon La nona fu
una di queste. Una schiera di negromanti sadici e volgari che seguono un
progetto da cui non se ne riconosce l’origine, l’assurdità che il tutto è
avvolto in una patina di perenne confusione che conferisce abilità e
professionalità da parte della sua autrice, una perla rara in un panorama
letterario via via sempre più uguale a se stesso, avvincente, spudorato,
ferocemente sarcastico e innovativo il cui approccio non si è rivelato
estremamente positivo come credevo, ma troppo confusionario e poco nitido per
conferirmi l’appropriata idea di << piaciuto >> o << non
piaciuto >>. Concluso il romanzo, e riposto sullo scaffale ho galleggiato
per qualche altro giorno in una piscina perenne di misteri e interrogativi vari…
non riesco ancora a dare un giudizio, e forse solo il tempo saprà conferirmi la
risposta più adatta.

Titolo: Gideon. La nona
Autore: Tamsyn Muir
Casa editrice: Oscar Vault
Prezzo: 22 €
N° di pagine: 456
Trama: Allevata da ostili monache calcificate, valletti vetusti e
un’infinità di scheletri, Gideon è pronta ad abbandonare una vita di schiavitù –
nell’aldiquà – e una da cadavere rianimato – nell’aldilà. Prenderà la sua
spada, le sue scarpe e le sue riviste zozze e si preparerà a un’audace fuga. Ma
la nemesi della sua infanzia non la lascerà di certo andare senza chiederle
qualcosa in cambio. Harrowhark Nonagesimus, Reverenda Figlia della Nona Casa e
prodigio della magia ossea, è stata convocata. L’Imperatore ha invitato tutti
gli eredi delle sue fedeli Case a prendere parte a un torneo all’ultimo sangue
fatto di astuzia e abilità. Se Harrowhark avrà successo, diventerà un’onnipotente
servitrice immortale della Resurrezione; ma nessun necromante può ambire all’ascensione
senza un paladino. Senza la spada di Gideon, Harrow fallirà e la Nona Casa morirà.
Chiaro, ci sono sempre cose che è meglio se restano defunte.