lunedì, gennaio 31, 2022

Gocce d'inchiostro: Never sky. Sotto un cielo selvaggio - Veronica Rossi

Il mese di gennaio mi vide vestire svariati luoghi. Ho rivestito i panni di tanti personaggi, tante figure di cui alcuni serbo un bellissimo ricordo, e per il resto del tempo mi impegno a servire a certi << doveri >> perché credo fortemente nell’idea delle rinascite. Delle seconde occasioni. Nel senso, che leggere è sempre stato per me un modo perpetuo per ritrovarsi e ritrovarmi. Ho ventinove anni e so bene che, una volta che si finisce a prendere certe consapevolezze, il cuore prende una strada tutta sua. Anche con le letture, opere minori, per così dire, o di poca importanza cui penso di rivolgere nient’altro che poco tempo della mia attenzione e diventare un’osservatrice attenta che non si è mai mostrata restia a questo tipo di situazioni. Anzi, penso di arruolarmi e diventare un tipo di soldato che combatte una guerra – di qualunque natura essa sia – pronta a sferzare qualunque fendente: prima insomma che mi induca a prendere qualunque decisione ed incappare in qualche delusione.
Con questo romanzo avevo il via libera; la sua lettura avrebbe determinato il nostro commiato o il nostro caloroso ritrovarsi, perciò la sua lettura che avevo vissuto più di dieci anni fa, una sorpresa fantastica che mi ha scelta in un momento imprecisato della mia vita. Perché, credo che ogni romanzo sia in attesa del suo momento, e ora che anche questo volume è stato vissuto nuovamente come la prima volta, senza però incappare in alcuna delusione, credo vivamente che il concedere delle seconde possibilità è sempre una buona proposta. Una buona attrattiva, un buon modo per vivere certe letture di gran lunga migliori di quel che ti immagini con la probabilità di imbatterci pure in piccole grandi sorprese.

Titolo: Never sky. Sotto un cielo selvaggio
Autore: Veronica Rossi
Casa editrice: Sonzogno
Prezzo: 17 €
N° di pagine: 350
Trama: Lo chiamano Never Sky, è un cielo violento, pervaso dall’Etere, sostanza che causa tempeste continue, morte, distruzione. La vita sicura è possibile solo dentro l’enclave Reverie, un mondo barricato, una biosfera ipertecnologica dove ogni pericolo, persino malattie e invecchiamento, sembra appartenere a un lontano passato. Fuori invece, nel dominio dell’Etere, non è dato avventurarsi, nessun abitante di Reverie oserebbe mai, perché la Fucina della Morte è una terra brutale e desolata, infestata da individui assetati di sangue. La bella e giovane Aria vive a Reverie; qui lei e i suoi amici possono scegliere di abitare infiniti mondi virtuali, come in un videogioco. Anche lei, al pari di tutti, teme l’ignoto oltre il confine del proprio Eden. E quando verrà ingiustamente cacciata dalla sua società di eletti, si ritroverà sola e disperata nella Fucina della Morte. È come essersi risvegliata all’improvviso in un corpo che non riconosce, in balia di un mondo popolato dai discendenti reietti dell’umanità che, dopo la Grande Catastrofe, non hanno trovato rifugio a Reverie. Solo quando il suo sguardo incrocia quello selvaggio di Perry, un giovane Outsider ribelle, Aria comincia a intuire: quel luogo forse contiene la vita che non ha mai vissuto, le sensazioni che le erano negate nell’universo asettico in cui era cresciuta. Ma è anche la morte vera a minacciarla da ogni dove. Presto lei e Perry, opposti in ogni cosa, scopriranno di custodire l’uno la chiave per la redenzione dell’altro.

sabato, gennaio 29, 2022

Amori di carta in sospeso: saghe da completare

Con quale ammirazione negli anni ho accolto nel mio cantuccio personale opere di autori che, in un modo o nell’altro, hanno funto da espediente per mettere a posto qualcosa dentro di me. Silenziosamente hanno spalancato una porta su svariati mondi, mi hanno accolta in sontuosi palazzi, sale d’aspetto luminose e ariose, bruciata dal tono quasi sempre romantico, raffinato, elegante con cui sono stata accolta. Si, mi sono ostinata a restarci, sebbene con alcuni di loro il primo approccio non è stato dei migliori. Fin quando le sterpagli del mio cuore un giorno hanno preso fuoco, hanno scosso la mia anima con irruenza e frenesia. Il mondo di carta e inchiostro è talvolta infido e pericoloso, e non sempre si scovano sorprese piacevoli. I libri di cui vi parlerò oggi, però, fanno parte di alcune di quelle saghe del cuore che ho iniziato e che attendono ancora che io prosegua imperterrita il mio percorso fra le sue pagine. Romanzi che sono comparsi in questo salotto virtuale, fra i meandri di un piccolo angolo di Paradiso mancato, con una certa frequenza, in questi ultimi tempi, non dicendo nulla di quel che è stato già detto, ma facendo sussultare nient’altro che un cuore giovane ma ambizioso. 




Titolo: Trilogia della nebbia
Autore: Carlos Ruiz Zafon
Casa editrice: Oscar Mondadori Vault
Prezzo: € 25
N° di pagine: 468
Trama: Una casa sulla costa atlantica spagnola; la misteriosa India; un faro in Normandia. Sono gli scenari dei primi tre romanzi dell’autore dell’autore de L’ombra del vento, destinati a un pubblico di giovani di adulti, riuniti in questo volume secondo le intenzioni dell’autore. Atmosfere gotiche, trame mozzafiato e personaggi che si imprimono indelebili nella memoria dei lettori.

giovedì, gennaio 27, 2022

Gocce d'inchiostro: Invisibile - Paul Auster

 Parlare di me e della mia sfera privata non è mai stato il mio forte, e quando scrivo le recensioni dei libri che leggo – seppur trapelino sempre qualcosa che rivela un assetto della mia anima -, certi argomenti mi consumano letteralmente. Perché? Perché anche se chi mi legge trascorre in mia compagnia una frazione del tempo passato insieme, un’altra breve frazione prende consapevolezza che in questi brevi momenti in cui ci si espone vi è quasi sempre uno scambio di gesti, un dare e avere che riguarda non solo il presente ma anche il futuro. Il romanzo di cui vi parlo quest’oggi non esula assolutamente da questa forse inutile premessa, ma Paul Auster esercita su di me un certo effetto al punto tale che, ogni qualvolta decido di approcciarmi ad un suo romanzo, vengo assorbita da un complesso dialogo incessante fra la mia anima e la sua, condividendo pensieri, idee come assetti principali del nostro legame. Anche Invisibile venne fuori come un accordo di tante cose in cui il merito dell’autore sta nell’aver realizzato un romanzo la cui visione pessimistica trasporta in momenti di solidarietà, gentilezza e bellezza, vagando come anime dannate col desiderio insopprimibile di trovare un’esistenza vivibile, intrappolata tuttavia in corpi che non mi sono appartenuti ma che ho avvertito intensamente. Come il battito di un martello, un cuore impazzito, vivendo un meccanismo meraviglioso, elaborato e apparentemente complesso inscenato alla velocità della nostra coscienza, fornendo un’armonia ribelle, solenne, un suono che si è insinuato nel corpo e lì vi è rimasto.


Titolo: Invisibile
Autore: Paul Auster
Casa editrice: Einaudi
Prezzo: 12 E
N° di pagine: 280
Trama: Nel 1967, Adam Walker ha vent’anni e studia a New York; la sua unica aspirazione è diventare poeta. Durante una festa conosce l’enigmatico professore parigino Rudolf Born e la sua seducente fidanzata, Margot, con la quale ben presto instaura una relazione. Rudolf, scoperto il tradimento, caccia la donna senza tuttavia mostrare risentimento nei confronti di Adam che continua a frequentarlo sino a quando, una sera, non assiste alla criminale esplosione della sua aggressività. Consapevole di aver vissuto un’esperienza che lo segnerà per sempre, Adam trascorre l’estate in città con la sorella, ritrovando il legame che li unisce sin dall’infanzia. In autunno Adam dovrà partire per Parigi, la città in cui è tornato a vivere Born. Adam sa bene che difficilmente potrà evitare di incontrarlo e che si dovrà così confrontare con la parte più nera e imperscrutabile della propria anima.

martedì, gennaio 25, 2022

Gocce d'inchiostro: Perdersi - Elizabeth Jane Howard

Per la prima volta da quant’è che conosco e amo Elizabeth Jane Howard fui testimone di un momento di perpetua confusione, insoddisfazione morale, sentimenti forti e contrastanti che non erano assolutamente indirizzati alla stessa autrice quanto a un periodo particolare della mia vita che stavo vivendo. Tonante, impossibile da scacciare, un’ira dalla forza così enorme e distruttiva da farmi odiare persino una donna come questa. Colei che, nell’estate di due anni fa, mi indusse a vivere un periodo oramai lontano della mia individualità con la storia di una famiglia i cui pensieri drastici erano disgraziatamente tutti rivolti alla loro sopravvivenza. Dinanzi a uno scontro bellico come quello della Prima Guerra Mondiale, queste cinque storie mi rubarono il cuore e negli anni successivi anche piccoli romanzi minori, che si discostano da questi volumi ma che non tolgono niente alla magnificenza e al potere supremo dello stile inconfondibile dell’autrice. A distanza di quasi un anno, dunque, mi sembrava doveroso apprendere come l’emozioni sono spesso infide. Ti colgono alla sprovvista nei momenti più impensabili della tua vita, e dunque leggere questo romanzo era necessario se non obbligatorio. Avrebbe dissipato quella nuvoletta di rammarico, dispiacere che si era creata attorno al romanzo in quel momento in cui dovetti riporlo sullo scaffale, un cattivo auspicio per il mio futuro e quello dell’autrice. Ma questo fu il momento propizio. Pronunciare una sequela di frasi, quasi avvertimenti leggiadri come carezze sul viso, si posarono prima sulla mia coscienza e poi sul mio cuore. E anziché respingerli, presi la loro mano risolvendo così la questione di ogni dissidio. Ed ecco che, in sostanza, ho amato anche quest’ennesima fatica letteraria howardiana, ripristinando così quello splendido rapporto che avevo restaurato con l’autrice qualche anno fa.

Titolo: Perdersi
Autore: Elizabeth Jane Howard
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 20 €
N° di pagine: 430
Trama: Henry è un unltrasessantenne solo e piuttosto male in arnese, che vive sulla barca di una coppia di amici. La sua è stata un’esistenza sfortunata e apparentemente segnata dalla crudeltà delle donne. Lettore e pensatore, è un uomo privo di mezzi, ma non di fascino. Daisy è una drammaturga di successo, anche lei ha superato i sessant’anni e conduce una vita piuttosto solitaria in un piccolo cottage di campagna con giardino che ha da poco acquistato, dove contempla l’enorme vuoto affettivo che nessun uomo ormai riempirà più, nonostante una parte di lei continui a desiderare di essere amata ancora una volta. Quando Henry si offre come giardiniere, all’inizio Daisy è diffidente, ma poi gli consente di insinuarsi pian piano nella sua vita quotidiana bisognosa com’è di affetto e attenzione, abbocca facilmente al suo amo. La tensione sessuale tra i due cresce in modo graduale, fino a che Daisy ne è obnubilata e non è più in grado di vedere Henry per quello che realmente è, nonostante i suoi amici e sua figlia, perplessi e sospettosi, continuino a metterla in guardia.

domenica, gennaio 23, 2022

Amori di carta: Wulf Dorn

In svariati momenti della mia vita capita di imbattermi in romanzi che espugnano tematiche che non si conformano a quelle della mia anima, come è naturale che sia per ogni cosa, in cui l’atto di scoprire qualcosa che apparentemente sembra non fare al caso mio diventa un diritto, una sorpresa straordinaria, quando il mondo sembra scivolare via in una gora di ottusità e di grettezza materialistica. Non ci sono più ideali, non ci sono più virtù, non ci sono più sogni. Mi aggrappo a delle semplici pagine bianche affinchè la mia anima possa vivere meglio: non uno stile di vita, piuttosto un modo di essere. Raramente mi sono mai sentita a disagio quando mi imbatto in letture che richiedono un certo impegno, soprattutto quelle che ti trascinano fuori dalla tua comfort zone, privi di figure portanti o di personaggi amati. Ma per essere un lettore forte, un lettore volentoroso e coraggioso, bisogna saper cogliere quei pochi momenti in cui avviene qualcosa di straordinario.
I romanzi thriller, non i gialli, badate bene, più di qualsiasi classico in circolazione, specie quello risalente al periodo vittoriano, non mi tengono sempre stretta nel loro freddo abbraccio, a causa del poco tempo che io trascorro assieme a loro. Diviene quasi un’aberrazione l’idea originale di stanziare in un posto nuovo chiedendo persino di starci confortevolmente, andarci di persona, magari. Ciò ha comportato, negli anni, ad indirizzarmi dritto dritto dinanzi a un autore tedesco che conobbi per caso, proprio perché chiacchierato e amatissimo, e che persino io stessa ho potuto constatarne la grandezza. E la suspense, l’arte di saper connettere sviate concezioni di paura, timori fisici o psicologici, non mi ha aiutato semplicemente a dover stare più attenta a ciò che faccio o a chi mi circonda. Semplicemente a cogliere l’essenza delle cose, specie se queste sono invisibili agli occhi.
 
Dorn è un artista che ritrae immagini, figure recise i cui messaggi senza codice sono verità che salvano. L'unica cosa vera che forse condurrà alla salvezza. Inquieta, sconcerta, domina sulla scena come una figura invisibile che sottopone le sue creature a un trattamento speciale, per usare un eufemismo, che include un esame attento sulla psiche umana. Considerati come messaggi provenienti da qualche divinità, lunghi percorsi ad ostacoli senza alcuna possibilità d'uscita. Identità distorte o bipolari che come animali selvaggi ringhiano e agognano la libertà; assurde chimere di felicità dove esiste la compassione, il conforto, l'amore; amori segreti sopiti dal tempo. Un fratello scomparso e forse mai più ritrovato; un segreto di cui non si conosce l'identità; indelebili ferite dell'anima che ricoprono il nostro cuore ma lo intrappolano nelle tenebre di una mente inconsapevole e folle.
L'ingegno dell'autore sta nel sprofondare abilmente nel sotterraneo buio della psiche umana di cui non si trovano limiti, non si conosce la fine e che forse non dà alcuna speranza di sopravvivenza. Ci invita a percorrere le sue straordinarie storie avvicinandoci a tentoni verso suoni, voci confusi. Qualunque cosa, qualunque sia la voce che sussurra il nostro cuore, che ci porta dritto all'isolamento. Alla solitudine.
L'inaspettata consapevolezza di essere vivi, e allo stesso tempo di non esserlo, non andando più in giro come un morto. Perché l'essere umano è tormentato continuamente da un demone perfido che lo costringe a ridurlo in un involucro senza anima, e a quel punto è completamente perduto. Con un discreto bagaglio di esperienze alle spalle, un particolare tipo di esperienze che non mi stanco mai di voler sperimentare. Apparire "normali" in un mondo che di normalità ha ben poco, mi aveva incoraggiato ad accettare nuovamente l'insolito invito dell'autore tedesco più acclamato degli ultimi tempi.

venerdì, gennaio 21, 2022

Un'attrazione rischiosa: sconti Adelphi 2022

L’appuntamento con i consueti giri in libreria, casualmente coincidono con il sopraggiungere di sconti che, pur quanto si tenti a resistere, libri, libri ovunque, pur quanto abbia promesso di non acquistare per un po' di tempo, la piacevole sensazione di equilibrio, né troppo né poco, e quanto rimango colpita dagli obiettivi raggiunti, quasi sempre tutti realizzabili, che rispecchiano la mia anima semplice e appassionata. Paradiso letterario in cui mi ci rifugio ogni due per tre, l’avvento di questi sconti, che tecnicamente mi hanno reso felice, impavida ad immergermi in questa nuova, folle avventura, appena un tantino sotto l’assoluto benessere spirituale, potevo ignorare quella vocina interiore della mia coscienza che avrebbe dovuto volgere le spalle a tutto ciò. Resistere a questi continui moti perpetui dell’anima. Ma ecco che, circondata da pile e pile di romanzi, questa nuova opportunità letteraria funge da sbocco sul mondo. Un flusso di coscienza così calmo ed equilibrato che prevede un discreto numero di romanzi che desidero comprare ma anche che ho amato particolarmente e che vi consiglio spassionatamente. Quando la luce filtra dalle finestre del tuo animo, così contenta di dove ti trovi, anche in questi momenti qualcosa dentro di te va al suo posto. E con questi nuovi spunti di lettura spero che anche per voi sia così.

Romanzi che ho letto e vi consiglio caldamente:

Un piccolo grande capolavoro di crudeltà intima e passionale. Proiettato in un tempo possibile e facilmente riscontrabile di assetti di vita quotidiana, in cui vi ho respirato, curato le ferite inferte al mio cuore, così devastante e bellissimo la cui potenza di resistere a tale ammaliamento è davvero insopportabile.


Titolo: La donna di Gilles
Autore: Madeleine Bourdouxhe
Casa editrice: Adelphi
Prezzo: 11 €
N° di pagine: 148
Trama: Elisa vorrebbe solo una cosa: annullarsi in Gilles. Vivere per e attraverso Gilles, non essere altro che sua moglie. Preparargli la cena, guardarlo mangiare, guardare i suoi occhi, la sua bocca, i suoi capelli. Ma il giorno in cui Elisa capisce che Gilles, suo marito, è diventato l’amante di sua sorella, tutto crolla attorno a lei. Eppure sceglie di tacere, di sorridere, di sopportare in silenzio l’indifferenza di Gilles, perfino che Gilles le parli del suo amore per l’altra, della sua gelosia.


mercoledì, gennaio 19, 2022

Gocce d'inchiostro: Lei che divenne il sole - Shelley Parker Chan

No, macchè. Si sarebbe trattata dell’ennesima delusione letteraria, ho pensato, nel mentre mi approcciavo a questo libro. Forse sarebbe stato l’inizio, l’inizio di una nuova cotta letteraria, o dell’ennesima capocciata in testa. Ma in tutto ciò io avrei dovuto accettarlo. Fosse stato qualcosa di spiacevole credo avrei scritto lunghe e inutili lamentele. Del resto, se un romanzo è brutto la colpa non è di chi l’ha scritto – forse in parte si -, ma è anche del nostro essere lettori, al modo in cui ci approcciamo ad un’opera, alle aspettative che le riserviamo. Non riesco però mai ad accettare una delusione letteraria, e da tutto quello che ho scritto sin’ora sembra che quella di questo romanzo sia stata l’ennesima ciofeca. Non avrei potuto sopportarne un’altra, di fila. Eppure quella di questo romanzo è una storia che mi ha piantata dinanzi a una verità cruda e scomoda che sulle prime mi ha fatto sentire a disagio per aver dubitato della sua straordinaria capacità di essere un piccolo grande mondo nelle mani di falsi miti, antiche leggende, allibita dal fatto che si possono ancora riporre speranze a certe letture, nonostante il target possa sembrare indirizzato esclusivamente a un pubblico giovane. E, una volta terminata la lettura, ho sentito il bisogno di parlarne con qualcuno, elencare gli innumerevoli motivi per cui qualcosa dentro di me doveva andare al suo posto per cui mi ha letteralmente surclassato lo spirito, la forte esigenza di accaparrarne presto una copia cartacea. Avrei tenuto a bada la mia anima semplice e appassionata, dando sfogo ai miei “problemi”, situazione che non avrebbe cessato di esistere se non quando mi sarei sentita completa. Non che nutra un amore profondo per i romanzi storici, ma questa lettura è avvenuta in un momento particolare senza chiedere nient’altro che un briciolo della tua attenzione cui mi sono rivolta con un caloroso slancio. E non senza una certa amarezza, rivolgo un arrivederci risolvendo in un doppio evento, un incontro speciale e particolare su entrambi i fronti.


Titolo: Lei che divenne il sole
Autore: Shelley Parker Chan
Casa editrice: Oscar Vault
Prezzo: 20 €
N° di pagine: 408
Trama: Una piana polverosa, un villaggio tormentato dalla siccità, un indovino. È così che due bambini apprendono il loro fato: per maschio si prepara un futuro di eccellenza; per la femmina, nulla. Ma nella Cina del 1345, che soggiace irrequieta al gioco della dominazione mongola, l’unica “eccellenza” che i contadini possono immaginare è negli antichi racconti e il vecchio Zhu non sa proprio come suo figlio, Chongba, potrà avere successo. Viceversa, la sorte della figlia, per quanto intelligente e capace, non stupisce nessuno. Quando un’incursione di banditi devasta la loro casa e li rende orfani, però, è Chonaba che si arrende alla disperazione e muore. La sorella decide invece di combattere contro il suo destino: assume l’identità del fratello e inizia il suo viaggio, in una terra in cui si è accesa la fiamma della rivolta. Riuscirà a sfuggire a ciò che è scritto nelle stelle? Potrà rivendicare per sé la grandezza promessa al fratello e sollevarsi oltre i suoi stessi sogni?

lunedì, gennaio 17, 2022

The dejavu booktag

Talvolta i booktag si rivelano delle vere e proprie manne dal cielo. Nel proporre innumerevoli recensioni dei romanzi che leggo, quanti ne leggo, la mia programmazione abituale prevede quasi sempre lunghi e tediosi poemi personali. Non c’è nulla di male ad esprimere il proprio pensiero, specie se si legge senza alcun obbligo, ma riconosco che i booktag delle volte mi hanno messa di buon umore. Sono giunti come squarci di luce in una coltre perenne di nuvole e pioggia, ma di letture si parla sempre…. Non si chiamerebbero booktag, no ?!? :D Ed ecco che, come tante altre volte in passato, torno a soggiornare in questo piccolo angolo di paradiso con qualcosa che non tolga niente a nessuno ma rivelano qualcosa di mio. Qualcosa che rispecchia la mia personalità, mi faccia vedere forse sotto una nuova luce … oppure no? Chi può dirlo?!?


Sei una lettrice /un lettore che rilegge? Se si, quante volte rileggi i romanzi?

Amo rileggere. È una parte della lettura che amo assolutamente. Tornare in un luogo in cui vi ho messo piede tanto tempo fa, innesca in me un meccanismo di emozioni devastanti. In questi momenti riscopro una me più giovane e ingenua, e mi guardo attorno con più lucidità e consapevolezza.

sabato, gennaio 15, 2022

Gocce d'inchiostro: Aristotele e Dante scoprono i segreti dell'universo - Benjamin Alire Sàenz

La parte peggiore di quando ci si imbatte in certe letture fu il dover tornare alla vita di tutti i giorni. La mia vita, surclassata da ritmi frenetici e assurdi ma sempre uguali a se stessi, mi induce spesso a riversare le mie emozioni in fogli in bianco e nero scritti da qualche altro in cui lì vivo, respiro, isolata nel santuario magico della mia stanza, nel momento in cui abbandonai i protagonisti di questa storia disgraziatamente per loro non vedevo l’ora di tornare alla mia << vecchia vita >> e lasciarmi presto contagiare dal tono forse drammatico e malinconico di qualche altro romanzo.
Quello per la lettura di Aristotele e Dante fu uno stratagemma similare a quello di altre letture. L’impresa però non credevo si rivelasse così difficile. non come cosa in sé, ma perché difficile fu conciliare la mia anima a quella di questi << infanti >> che imberbi e ingenui si sarebbero affacciati alla vita e scoperto i segreti nascosti dell’universo. Sebbene l’argomento mi affascinava, e non poco, ho accolto dunque questo nostro incontro come movente per guardare al di là del velo del cieco entusiasmo che circonda l’aura di questo volume, quanto offrendo nient’altro che la mia completa attenzione per constatarne la veridicità. Ma se da qualche tempo a questa parte questo tipo di letture non mi attirano più come un tempo la colpa credo sia solo mia, perché quello che ritrae l’autore è molto dolce ma ciò che vi ho riscontrato è stato il nulla subendo quella giusta punizione che si rispetti da questo tipo di letture. E declinando qualunque intento a promulgare questa lettura come l’ennesimo ritratto lgbt realistico e indimenticabile questa recensione appare come un puntino nero in un mare di stelle luminose e splendenti. E adesso che il ricordo della loro esistenza va via via a sfumare, ho la sensazione di non esserci mai stata. Perché avervi soggiornato, allora, il mio spirito sempre meno presente?


 

Titolo: Aristotele e Dante scoprono i segreti dell’universo
Autore: Benjiamin Alir Sàenz
Casa editrice: Oscar Vault
Prezzo: 19 €
N° di pagine: 360
Trama: Dante sa nuotare. Ari no. dante è colto e sicuro di se. Ari non conosce abbastanza parole. Dante si perde pensando all’arte e alla poesia. Ari si perde pensando al fratello maggiore in carcere. Tutto farebbe pensare che un ragazzo come Dante, che ha davanti a sé la prospettiva di una vita eccezionale, sia l’ultima persona in grado di rompere il muro che Ari si è costruito attorno. Ma quando si incontrano, Dante e Ari legano subito. Condividono libri, pensieri, sogni, risate. Imparano l’uno dall’altro nuove parole e iniziano a ridisegnare i confini dei loro mondi. Soprattutto, scoprono che l’universo è un posto enorme e difficile.

giovedì, gennaio 13, 2022

Gocce d'inchiostro: La casa delle sorelle - Charlotte Link

Certe letture ti trascinano lentamente e piacevolmente, in una manciata di giorni o qualche ora, chiacchiere e fiumi di parole a quantità, che a loro modo vogliono mostrarci sempre qualcosa. Credo in questa magia. Ogni libro, qualunque esso sia, è predisposto alla nostra anima, al nostro spirito, per dirci qualcosa. Solitamente c’è chi non si lascia influenzare da inutili farneticazioni e a un tratto la realtà circostante appare più accessibile, più confortevole ora che se ne conoscono i meccanismi. Decisi di rileggere un romanzo come questo, a distanza di ben otto anni dalla sua ultima lettura, consapevole che avrebbe prevalso una me imbarazzata, ancora acerba, un piccolo bocciolo di rosa che presto o tardi avrebbe sbocciato. Ma quello della letteratura è sempre stato il mio mondo, e tale processo di fioritura è avvenuto anche grazie ai miei amati amici di carta. Quello che ho visto fra queste pagine è molto simile a quello che ricordavo, probabilmente la mia memoria non è stata scalfita dagli eventi del passato, e sedotta dalla catena di eventi che intrecceranno passato e presente ecco che ho visto questo romanzo come un moto tenero e pietoso, il morso di una sofferenza provocata dal peso costante di dover nascondere chi siamo veramente, specialmente in un periodo decisivo come quello della prima guerra mondiale. Impossibilitata a schivare il mio sguardo attento ma constatando come, contemplando l’intreccio di vite sfortunate ed ingrate, ho silenziosamente aperto una porta e ascoltato quel coro di voci che non avevano avuto voce, per molto tempo.

Titolo: La casa delle sorelle
Autore: Charlotte Link
Casa editrice: Tea
Prezzo: 10 €
N° di pagine: 611
Trama: Una coppia di giovani avvocati tedeschi di successo decide di passare il Natale in Inghilterra, in una isolata casa di campagna. Il loro matrimonio è in crisi e Barbara spera che qualche giorno passato in solitudine con Ralph possa servire a risolvere la crisi. La sera stessa dell’arrivo una violenta tempesta di neve li blocca in casa. Barbara si imbatte casualmente nel diario di Frances Gray, la vecchia proprietaria della casa. La lettura del manoscritto affascina la giovane che scopre una donna straordinaria, in grado di sfidare le convenzioni.

martedì, gennaio 11, 2022

Gocce d'inchiostro: I margini e il dettato - Elena Ferrante

Le parole trasudano quasi sempre un’infinità di messaggi e uno dei recenti casi in cui potei constatare tutto ciò, per l’ennesima volta, fu in compagnia di un'autrice che tempo fa amai con la realizzazione di una quadrilogia, e successivamente con la lettura di altri suoi romanzi. La persona in questione è Elena Ferrante, che in un processo di lotta e ripristino, sforzo e creazione mise al mondo dei figli di carta che ho amato nell’immediato di cui lessi, vissi, stanziai per qualche tempo. Non me ne sono mai pentita. Del resto non lo faccio mai quando mi ci fiondo a capofitto in un’avventura che ha il più dolce sapore delle aspettative. Le mie mete sono precise, dirette, nette e vagliare i confini dell’impossibile ha sempre sortito un certo fascino. Una delle << storie >> che avrei ancora dovuto valicare era quella riguardante la sua ultima fatica letteraria, fatica per usare un eufemismo che mi mise davanti a una situazione alquanto spinosa. Avrebbe rivelato qualcosa dell’autrice, appoggiata ai bordi della sua anima, ma che nonostante la brevità avrebbe lasciato un solco nel cuore di chi legge. In un certo senso così è stato, prodotto di ricchezza, sfarzo ed evasione che si mosse con gesti secchi e precisi sempre scuotendo la sua anima, ma anche la mia. Lasciando dei segni sulla carta, che ad un’occhiata attenta hanno assunto la forma di modi d’espressione. Fra una boccata di ricordi e un’altra, in un grande mosaico in bianco e nero che ha bruciato dinanzi ai miei occhi.


 

Titolo: I margini e il dettato
Autore: Elena Ferrante
Casa editrice: E/O
Prezzo: 15 €
N° di pagine: 154
Trama: Questo libro accoglie quattro testi inediti di Elena Ferrante sulla altrui e sulla propria avventura dello scrivere: tre lezioni magistrali destinate alla cittadinanza di Bologna ( in occasione delle Umberto Eco Lectures ) e un saggio composto per la chiusura del convegno degli italianisti su Dante e altri classici. Da queste sedi alte della cultura, la scrittrice ci chiama a raccolta contro “ la lingua cattiva “, storicamente estranea alle verità delle donne, e propone una fusione corale dei talenti femminili. Non un rigo va perso nel vento.

domenica, gennaio 09, 2022

Le TBR: richiami dell'anima 9°

 L’inizio dell’anno sortisce quasi sempre forti sentimenti di speranza e aspettative. Vorresti valicare qualunque confine, solcare qualunque mare, luogo, nazione ma questo sembra così difficile a parole che solo quando lo metti in pratica riesci a comprenderne effettivamente la sua attinenza. La letteratura mi ha sempre donato assetti simili. Le sensazioni che scaturiscono, i luoghi in cui mi conduce sono quasi sempre incredibili, straordinarie. Del resto l’atto del leggere è il mezzo migliore per fantasticare, aspettare e caricare e poi ripartire con il suo braccio magico, dirimpetto a qualcosa che non sempre conosco.

Eppure no, nessuno di questi viaggi ha rifiutato la mia presenza. E questo 2022 mi vede stilare l’ennesima lista di quei romanzi che confido possano tenermi prigioniera per qualche tempo, si osserva mediante un binocolo invisibile alcuni assetti in cui mi ritrovo e mi sorprendo quasi sempre felice di vedere. Ed ecco che per l’ennesima volta sono arrivata a parlare di letteratura, ecco formatasi l’ennesima pila, ecco che fra riletture e recuperoni prometto a me stessa di scoprire effettivamente la bellezza per me conosciutissima di questi viaggi chiedendomi però quali siano le vere ragioni per cui riconducono sempre alla mia anima.

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Titolo: Il monaco
Autore: Matthew Gregory Lewis
Casa editrice: Feltrinelli
Prezzo: 12 €
N° di pagine: 496
Trama: Ambrosio, monaco dell’ordine dei Cappuccini di Madrid, è conosciuto in città per la sua saggezza e la condotta virtuosa. Fino al giorno in cui scopre che il discepolo con cui ha un profondo legame è in realtà una fanciulla, Matilda. Caduto in tentazioni sempre più torbide, Ambrosio ricorrerà alla magia e al demonio nel tentativo di celare i propri crimini all’Inquisizione.

venerdì, gennaio 07, 2022

Gocce d'inchiostro: La sera, il giorno e la notte - Octavia E Butler

Il mondo ha riso dei dispetti, della crudeltà del sangue che è stato versato nel bel mezzo di un caos cosmico, un disordine spirituale e morale che, inconsapevolmente, serpeggia fra noi come mali incurabili e indissolubili e che una volta detenuto un certo potere subiscono un processo per le violazioni dei diritti umani avvenute sotto la responsabilità di altri. Una ragione in più per conoscere o assaggiare una fetta di storia che da sempre sortisce in me un certo interesse. La persona designata a impartirmi tutto ciò fu Octavia E Bulter che mediante questo piccolo volume sortì effetti in cui il corpo si dissocia e si discosta al punto di avvertire ciò che lo circonda come qualcosa di distante, inavvicinabile. Perennemente sospeso fra utopia e distopia, una raccolta di storie che sembrano paradossali ma che sono riconducibili alla realtà, al nostro stare nel mondo comprendendo così la realtà circostante, il senso della vita, aspirando a qualcosa di assolutamente assurdo, trascedentale che estingue qualunque assetto negativo.




Titolo: La sera, il giorno e la notte
Autore: Octavia E Butler
Casa editrice: Big Sur
Prezzo: 17 €
N° di pagine: 209
Trama: Pochi scrittori hanno saputo aprire nuove riflessioni sulla contemporaneità partendo da premesse vertiginosamente fantastiche come quelle che troviamo nella narrativa di Octavia Butler. Perennemente sospese tra utopia e distopia, le sue storie ci obbligano a salti del pensiero in apparenza paradossali, ma ci riportano ogni volta alle radici concrete e umanissime del nostro stare nel mondo. Cosa accadrebbe in una società in cui la parola fosse scomparsa per sempre, e con essa la capacità di mediare i conflitti tramite il dialogo, lasciandoci come unica risorsa disponibile l’uso della violenza? Si può immaginare un mondo in cui siano gli uomini e non le donne a dover sopportare il fardello della gravidanza? Cosa chiederemmo a Dio, se avessimo la possibilità di incontrarlo ( o di incontrarla ) e di esprimere uno e un solo desiderio per salvare il genere umano dall’autodistruzione?

mercoledì, gennaio 05, 2022

Romanzi su misura: Dicembre

Un lettore avido di storie che si ciba nient’altro che di letture che fungono da linfa di sostentamento chiede quasi sempre l’intervento di qualche divinità affinchè rintracci anche un briciolo di dignità per parlare dell’ennesima pila di libri che l’hanno accompagnato in quest’ennesimo ultimo mese di letture. Altissime e coloratissime pile di libri si appropriano di ogni momento cospicuo per approvare importanti impennate amorose già vagliate da aspetti importanti e seducenti. Questo mese mi ha vista protagonista di tali eventi grazie al potere di parole che sono state messe di traverso nella corrente di un fiume, pretendendo nient’altro che al suo interno resti salda una parte della tua anima. Una banalità? Forse, ma è sempre stato così.

Questo lungo e infinito preambolo per dire, che anche questa volta non posso nient’altro che alzare le mani e buttare giù qualcosa su ciò che mi hanno trasmesso queste letture. Non posso raggiungere la vetta ma ammirare il paesaggio. La fantasia mi ha sempre permesso di valicare cieli indescrivibili, nel rispetto dei limiti, ma la mia mente lasciata a se stessa, mi diede ragione.
Ed ecco che con l’anno appena passato, c’è l’ultima ed ennesima pila di romanzi che nel loro piccolo ha curato i mali provocati dalla monotonia, la routine in generale. Questa è quel tipo di magia cui mi riferisco ogni qualvolta, più forte di qualunque cosa. Una magia che è un punto di forza e che irrimediabilmente conduce alla felicità.

lunedì, gennaio 03, 2022

Gocce d'inchiostro: Il vampiro Marius e Blood - Anne Rice

Durante il periodo di tempo che ha scandito attimi di lettura delle Cronache del vampiro mi è capitato di assistere a cose davvero importanti. Ho scoperto come da lettrice ed essere umana, ho vissuto qualcosa di diverso dal mondo spirituale, rinunciando a qualunque forma di abnegazione raccontando non solo funzioni catartiche ma tormenti di vita di figure fatte nient’altro che di carne e ossa che in una manciata di pagine erano diventate persone. Quando avevo riposto delle forti ripercussioni, dubbi, perplessità che sono evaporati in niente era scoccata quella scintilla che ha riposto a posto ogni cosa. Cadde una fitta pioggia di ammaliamento, tepore, amore e una bella sferzata di originalità e accuratezza che entrando dalla finestra di un mondo immaginario che da quant’è ho deciso di imbarcarmi in questa avventura non ho avuto più alcun potere. Alcuna volontà. Gli ultimi casi sono avvenuti con la lettura di questi due romanzi, gli ultimi che decretano il mio stare in questo posto splendido e bellissimo in cui ho perso completamente la testa. Ero cresciuta, respirato, osservato insieme a loro attutendo qualunque << malvagità >>. Ma anche una risposta a quel naturale desiderio di giustizia e armonia che queste figure avevano in se. Non mi sarebbe capitato molte altre volte di incontrare vampiri con la v maiuscola ed ecco che il mio azzardo non poteva non essere più soddisfacente da quando ho deciso di accogliere anche io questo straordinario bellissimo mondo. E certamente fra spiriti, forme di magia, esoterismo, sesso e amore di qualunque tipo mi appresto a porre il punto, a mettere giù il sipario su questo scenario bellissimo, venuta niente che poco di meno che tastare l’ascesa di una straordinaria autrice come Anne Rice.


Titolo: Il vampiro Marius
Autore: Anne Rice
Casa editrice: Longanesi
Prezzo: 18, 60 €
N° di pagine: 370
Trama: Risvegliatosi da un sonno millenario, il va,piro Thorne è in cerca di una guida che lo reintroduca nel mondo attuale. Il fato lo porta a incontrare Marius, antico mentore di Lestat e amante di Pandora, il quale soddisfa la sua avida curiosità narrandogli la propria vita, un resoconto che diviene appassionata cronaca dei suoi amori, delle sue sofferenze e dei segreti finora mai svelati. La voce intima e profonda di Marius ci accompagna così attraverso i secoli, testimone diretta degli eventi cruciali della Storia. È tuttavia nel presente, nella giungla più intricata, che Marius andrà incontro al proprio destino reclamando giustizia per il vampiro più vecchio dell’universo.

sabato, gennaio 01, 2022

Slanci del cuore: una dichiarazione d'amore alla letteratura, auguri e nuovi progetti

All'autrice nonché creatrice di questo blog, di questo piccolo angolo di Paradiso mancato, sarebbe piaciuto vivere nel mondo che narrano i romanzi, un mondo rinchiuso in un sortilegio di ricordi che restano intatti nella nebbia del tempo, nel quale esiste una specie di morale proibita che perpetua il ricordo di autori conosciuti e non a proprio vantaggio, e nel quale i lettori più coraggiosi che hanno avuto l'ardire di farlo alla fine hanno visto eclissarsi qualunque ipotetica remissione, condannandoli a vivere all'ingrata maniera degli uomini comuni. Cibandosi nient’altro che di carta e inchiostro. E << fortunatamente >> il mondo in cui abito è così. Nel mondo in cui abito tutto è permesso, o almeno così mi piace pensare, e non credo di sbagliarmi, poiché dopo qualche anno che questo spazio personale è in vita in cui parlo perlopiù di me stessa, porto con me segreti che non mi appartengono, scrivo lunghe e forse inutili recensioni senza che amici, parenti, sospettassero della cosa, e addirittura credendo che la ragazza timida e insicura che c’era in me non vedesse mai la luce.


Questo è stato il motivo scatenante per cui in questo grigio pomeriggio di inizio gennaio, fra cenoni e giri di valzer, ho immaginato firmare in uno squarcio del mondo il mio più caldo augurio di buon anno. Quasi sempre assorta per le strade di città che forse non vedrò mai, metropoli grandi e orgogliose che da sempre destano il mio fascino, inerpicandomi giù per qualche collina, finché lo spirito del Natale e del nuovo anno si congiungesse al mio.
La storia che mi porto dentro, ha come inizio una degna conclusione del 2021. Le letture sono state numerose, le sorprese inimmaginabili, perché il disegno creato nel 2020 era un'alleanza di sforzo e illusione che in questo 2021 avrebbe decretato definitivamente il suo posto nel mondo. Una pagina bianca del mio diario personale le cui virtù sono irrimediabilmente state macchiate se qualcuno mi avesse spianato la strada. Ma il bello del vivere è questo. In una traversata solitaria di parole labirintiche ho così letto quasi duecento libri, conosciuto autori cui non avrei degnato nemmeno uno sguardo, letto molti più classici di quel che pensavo di possedere, a cui mi sono aggrappata pur di scoprire chi e cosa sono veramente, affinando quella forza e quel coraggio che riposava silenziosamente ma che ora è in bella mostra. La letteratura, perciò, la linfa vitale della vita di una lettrice qualunque, sarà una costante imprescindibile della mia anima mediante cui giorno dopo giorno mi premuro a lanciare messaggi d’amore. Perché leggere non è una pratica raffazzonata e noiosa, un vilupo di parole stampate su carta. Leggere è un caos fantasmagorico di un giro di vite che inconsapevolmente noi lettori rubiamo, conserviamo e poi perpetuiamo fra anime evanescenti il cui spirito è simile al mio.
Non quindi i classici auguri di buon anno, ma l’occasione perfetta per rivelare cosa significa per me un nuovo anno letterario. Vivere in nuove epoche, quelle del passato, smaltire la pila di libri che riposa silenziosamente da qualche tempo, ma soprattutto rileggere quei romanzi il cui ricordo è svanito dalla mia memoria. Nonostante bisogna pagare il prezzo di estraniarsi dal mondo, nonostante bisogna inerpicarsi su cime ripide di montagne invalicabili. Perché senza sarei completamente persa, avvinta ad una vita sempre uguale a se stessa. Accarezzando, carpendo o scrutando ogni cosa, balsamo contro gli effetti collaterali della realtà, vi auguro un buon anno ma soprattutto innumerevoli sbornie letterarie.

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